6 lug 2016

Politica e movimenti nel continuo processo di innovazione....

                    REALTA' MUTEVOLE E POLITICA DEL DIRITTO  

"difficile far comprendere questo concetto a chi non è capace di aprirsi verso l'innovazione, ma..sia pure poco compreso.. questo rimane ormai il difetto di una politica che solo in pochi riescono a percepire"


di vincenzo cacopardo
E' quella vecchia "forma mentis" che ancora penalizza la mentalità di tanti che mettono di fronte agli avvenimenti odierni ogni principio di diritto! 
Eppure è dimostrato che oggi si deve procedere per vie diverse! ..Il chè non significa calpestare le leggi, ma dare precedenza alla ricerca di un principio di equità che deve spingere a dirigere ogni altro diritto in direzione di un equilibrio più consono ai nostri tempi...Insomma..si deve percepire che il cambiamento già in atto nel sistema (anche per merito di chi pone avanti i valori) ..non potrà più seguire il rigido pragmatismo delle regole di un vecchio diritto, ma al contrario ..spingere a riformare dette regole in favore di una società che per sopravvivere deve mantenere un rapporto più equo tra i cittadini..ma anche più adatto ad un processo di modernizzazione della stessa società.

La domanda rimane quindi quella di essere in grado di percepire quanto importante sia il ragionare meno in termini di principi... spesso pragmatici ed uniformi, per ricercare con impegno il rinnovamento delle regole che necessitano. 

Un ragionamento più sentito e legato a chi esercita un ruolo politico parlamentare, ma difficile da far comprendere a chi esercita ruoli legali e giuridici: Vi sono categorie ormai costrette da quella forma mentale che non pare rendere loro altre visioni: (Avvocati,giudici ed una gran parte dei politici)
Un "modus pensandi" che, al contrario, dovrebbe far comprendere a chiunque oggi affronta il tema della politica in direzione di idee di riforme più funzionali in favore della società...  La politica rimane l'unico mezzo capace di smontare i principi di un diritto non conforme, per ricostruirlo più utile, affine.. e legato ai bisogni del Paese!

Ecco la ragione per la quale in politica le idee sono necessarie! Necessarie per rompere quel rigido muro di un realismo imposto: L'immagine della effettiva concretezza odierna è simile a quella di un fiume che si pensa possa farlo apparire immobile ed invariato..quando al contrario esso scorre fluendo incostante e difforme. 
Come il fiume..anche la realtà è mutevole...e cui tanti non si accorgono!

Questo pensiero potrà fare trasecolare ogni figura giuridicamente competente che pensa che una società debba basarsi sui principi del diritto esistenti, ma non potrà non far riflettere una collettività che ritiene quanto questi stessi principi ancora non si siano potuti rielaborare per rendere maggior armonia e giustizia alla stessa società che si pretende di governare...E chi potrebbe farlo..se non quella politica che, aprendosi in uno spazio mentale nuovo.. nella visione di una realtà in continuo mutamento, non ne tragga le indispensabili misure ove ottemperare e risolverli? Si chiama lungimiranza! ...Una politica che, oggi, nei temi sociali di alto contenuto..finisce col determinare iniquità ed insicurezza oltre ogni immaginazione..tralasciando l'importanza di una capace prevenzione 

Sono tanti a pensare che ..dovendo partire da una realtà, bisogna sapersi muovere di conseguenza e quindi procedere attraverso le logiche ad essa legate, ma ciò può anche rappresentare una trappola: Ci si dimentica spesso di come, tali logiche, elaborate negli anni dal nostro pensiero ..secondo un criterio mentale e una cultura irrorata giorno per giorno su un presupposto di convivenza sociale, in realtà debbano adattarsi  col mutare del tempo.. non potendosi mai definire assolute. 

Se la realtà...per tanti.. rimane definita attraverso ciò che esiste effettivamente e risulta concreto, si potrebbero comunque avere dubbi su una effettiva manipolazione di questa.. quando.. per opportunità o convenienza.. l'uomo la distorce per motivi di interesse strumentale. 

In base a ciò e per non restare troppo limitati nei meandri di una complessa filosofia...potremmo definire "la realtà sociale" come qualcosa da scoprire momento per momento..qualcosa da definire nello scorrere del tempo...qualcosa di mutevole e quindi meno concreto e solido di quanto possa pensarsi. Basterebbe questo per aprire il pensiero dei tanti politici che ancora percepiscono la realtà come un obbligato percorso da seguire al quale sottostare senza alternative. Sarebbe, al contrario, sufficiente allargare la mente su queste considerazioni per accorgersi di quanto spazio vi è per mutare in parte ciò che, invero, parrebbe non non volersi mai mutare. 

In politica.. per non restarne sottomessi... si potrebbe persino pensare che gli stessi Partiti.. dopo un periodo di legislatura ...scomparissero e ne nascessero altri sulle ceneri di questi..forti di una esperienza vissuta, ma nel contesto di una visione temporale diversa..Un ricambio continuo poiché le stesse problematiche trasformate dal e nel tempo.. possano essere affrontate in una ricerca continua e differente non affievolita..o inibita da una visione del passato, ma nella continua percezione di una realtà in movimento...Ecco la ragione stessa per la quale sono proprio i nuovi Movimenti..ed il continuo proliferare di essi...che rendono valore..seppur inconsapevolmente.. allo scorrere del tempo!   

4 lug 2016

Referendum e legge elettorale: Altri inciuci in arrivo?



di vincenzo cacopardo

Quello del doppio ruolo rimane un difetto di questa strampalata democrazia!..Un difetto che in tanti non riescono a avvertire! Il fatto che negli altri Paesi europei si possa farlo non esclude che possa essere sbagliato in un Paese come il nostro che vive un difficile periodo di riforme costituzionali e che proprio per il suo stesso ordinamento politico istituzionale.. non potrebbe mai dettarsi come metodo per imporre soluzioni semplificate….

Dopo la mazzata alle elezioni amministrative, i dem chiedono al premier di lasciare il ruolo all'interno del partito. Ma pare che l' ostinato Renzi non ci pensi nemmeno..definendo ogni discussione in proposito “lunare"....E da qui il solito ritornello esterofilo che nel resto dell'Europa il capo di un Partito di maggioranza è anche premier, ribadendo che solo in Italia non è stato così per anni...etc..etc.. Potremmo azzardare che è proprio per questo enorme difetto che oggi si è facilmente capaci di imporre assurde riforme costituzionali a suon di maggioranze costituite da ricchi premi e continue fiducie!...Bella impresa..chiunque ne sarebbe capace...se non fosse che questa si può solo definire una enorme anomalia! Una alterazione grande come una casa messa in evidenza da tempo da questo Forum.. che in tanti non vogliono vedere o che non riescono a percepire. In barba a qualunque principio democratico che soprattutto nell'entourage del governo non si vuole..di proposito..considerare..

E' strano che un Partito storico che si definisce ancora tale.. non abbia la sensibilità di percepire l'importanza di insistere in profondità sull'argomento del doppio ruolo e dei pesanti conflitti che vi girano intorno..Un Partito rimasto ancora stordito ed appeso alla comunicazione di un segretario Premier che lo condiziona per mancanza di personalità capaci di mettere in evidenza questo ignobile meccanismo che genera contraddizioni e compromessi.

Adesso.. per tanti.. l'attenzione è più spostata verso il referendum ..verso alcune proposte che potrebbero cambiare l'Italicum. Si cerca in tutti i modi di coinvolgere Forza Italia e Sel in una operazione di restyling della legge elettorale: Una proposta che preveda l'abrogazione dei 100 capilista bloccati, le pluricandidature ed un ballottaggio con liste unite. ..Un cambiamento non certo di poco conto..rispetto alla perentoria linea condotta in Parlamento fino a poco tempo fa con la presunzione e l'arroganza fuori da ogni limite! Il chè la dice tutta sull'approssimazione con la quale si è proceduto: perentori ieri sulle loro regole..morbidi e pronti oggi a capovolgerle!  

Al di là della ormai risibile figura offerta da Renzi e la sua infelice ministra Boschi..quello che oggi rimane di tutto ciò è la totale confusione ed i continui giochetti di una politica assai più misera di quella vista nel passato. Non è nemmeno da escludere che, in vista di un successo dei 5 Stelle, si cercherà di fare il possibile per convincere Berlusconi ad un nuovo patto attraverso inciuci e ricatti politici voluti per fare apparire un comodo cambiamento che in realtà non esiste. ..La strada di un Premier sprezzante e restauratore..non può più convincere coloro che hanno a cuore la democrazia del nostro Paese!



30 giu 2016

I CINQUESTELLE ALLA CONQUISTA DELLA SICILIA.


di vincenzo cacopardo
Il movimento di Grillo mira alla conquista della Regione Sicilia..Ormai vogliono vincere ovunque..Hanno la volontà e la forza di imporsi in una terra .. dove le difficoltà di certo non mancano...anzi sono moltiplicate da un imperante cinismo e dalla mentalità dell'arroganza...anche se il tutto è spesso compensato da una bellezza naturale.

Non so se saranno capaci di rimediare alle difficoltà insite nell'isola, non so se riusciranno a percepire a fondo la cultura di un popolo che spesso lascia troppo spazio all'indifferenza ed al disinteresse, non so neanche quale giudizio possano esprimere sulla storia di un'isola che di storia ne ha vissuta tanta..nè so cosa percepiscono sull'argomento dell'Autonomia, la sensibilità politica adatta, la visione del territorio, l'ordinamento di una particolare Assemblea... e via dicendo.... Certo è che fino ad oggi abbiamo visto una politica che ha giocato a vantaggio di una Autonomia con un atteggiamento di interesse personale e mai per i benefici che ne derivavano per i cittadini.

Ad oggi l’atteggiamento del Movimento 5 Stelle in Sicilia è apparso assai fievole..L’opinione è divisa tra chi..dinanzi a questa prospettiva.. pensa che le cose possano cambiare e chi, invece, temendo il peggio, continuerà a votare per i soliti schieramenti del passato. Ma in molti continueranno a restarne asettici ed a rifugiarsi nella solita rassegnata posizione che ci caratterizza.

Ma cosa hanno veramente fatto per la Sicilia i pentastellati?..Ad oggi sembra poco! La paura è che nel futuro possano dimostrare fin troppa fiducia su una loro vittoria sopra le ceneri di una vecchia politica siciliana che dovrebbe ricostruirsi attraverso i valori più appropriati..Qui..in questo territorio.. il problema è assai più vasto ed impegnativo di quello della capitale!..Per due precise ragioni: La prima e' quella di una politica territoriale costruita su un pensiero arrogante  facendo leva sull'ignoranza o su una rassegnazione..difficili da abbattere.. ..poi..quella di un programma più adatto all'isola...Una terra che si distingue per bellezza e natura...Si tratta quindi di sradicare per poi riseminare...un lavoro che necessita di pazienza, intuito, lungimiranza, conoscenza e ideazione.


Possiamo e dobbiamo sperare che arrivi un'aria nuova e diversa! Il vento delle ultime elezioni amministrative potrebbe confermare il successo del Movimento 5 Stelle, ma mai come oggi in Sicilia.. per una politica nuova.. occorre un programma innovativo e figure capaci di saperlo mettere in atto. 

La moneta che ci incastra:Una nota all'articolo di Domenico Cacopardo






La moneta che ci ha ormai incastrato

di vincenzo cacopardo

"L'unica possibilità che ci si salvi dall'effetto negativo di questa moneta unica è quella che uscissero tutti insieme i Paesi dall'Euro...Una cosa realisticamente impensabile"!


Sempre severa e anche un po' parziale l'analisi di Domenico Cacopardo quando si tratta dell'Europa e della sua moneta...E' vero che il nostro Paese ormai con le spalle al muro non può uscire con facilità e senza pericoli dalla moneta unica..e sarebbe di certo stato più utile entrarvi con un cambio decisamente più favorevole (cosa di cui in questo articolo Domenico dimentica di accennare). ..ma sta di fatto che la forbice ricchezza – povertà è aumentata a dismisura e il divario Nord Sud ancora di più.

Non si può uscire dalla moneta unica ..tranne a costo di enormi pericoli e sacrifici che i nostri cittadini (soprattutto quelli meno abbienti) non sarebbero più in grado di superare...Ma questo è dovuto ad uno strano meccanismo finanziario voluto da chi non ha mai avuto la minima sensibilità politica per l'aspetto sociale di questa Unione nel suo insieme... Di chi ancora vive sul debito pubblico dei Paesi speculandovi e facendo credere che questa sia la vera economia moderna...Altro che pensiero Keynesiano..ormai disperso dalle logiche di potere tra gli Stati! Sono le ragioni ormai conosciute.. legate ad un aspetto tecnico finanziario che non ha nulla a che vedere con l'aspetto reale di una economia che si vorrebbe per il giovamento stesso dei Paesi e che pare vincolarli in un gioco di potere...Verosimilmente..il debito fa gioco in favore dei potentati e degli Stati più forti!

Le analisi di tanti politologi e di analisti come Domenico restano ferme all' aspetto tecnico pragmatico, e sembra non vogliano mai entrare nel merito di una questione che per certi versi non pare offrire alcun beneficio ad una grossa parte di quell'Europa che rimane al traino delle economie forti..restando povera e priva di un reale beneficio economico ..nè in direzione di alcuna possibilità di crescita futura...Strano che Domenico non osservi con severità l'arretramento di un meridione (la cui storia per certi versi gli appartiene)..Un Sud privo di un piano di rilancio che non sembra mai aver interessato un' Europa che non guarda mai verso l'importanza di una vera qualità! 

Si può amare e desiderare in via di principio ogni concetto di utile unione Europea, ma è veramente difficile accettare questa odierna Europa con la sua moneta!




L'euro spazzerà via molti parassiti

 di Domenico Cacopardo 


Se cerchiamo un fatto, uno solo, per trovare le ragioni e le convenienze della presenza italiana nell'Unione europea, la risposta è facile e non ammette repliche sensate: consiste nella parola «euro». Non parliamo di vantaggi economici né intendiamo formulare un ragionamento da economisti o finanzieri. Diciamo soltanto che con l'ingresso dell'Italia nell'euro (definito da un accordo bilaterale tra Helmut Kohl e Giulio Andreotti contenente un normale scambio diplomatico: «L'Italia acconsente all'unificazione tedesca; la Germania sostiene l'entrata dell'Italia nell'euro») è finita l'epoca delle svalutazioni competitive e, soprattutto, è terminata l'abitudine di finanziare in svalutazione il consenso sociale e le spese improduttive. Insomma, è l'aspetto etico che, a mio modo di vedere, prevale sull'aspetto monetario. I cittadini degli stati che hanno adottato l'euro hanno e avranno sempre di più un criterio preciso e ineluttabile per valutare complessivamente il sistema in cui vivono: «Il lavoro è la misura del funzionamento di una società. Le posizioni parassitarie sono destinate a soccombere e a finire.»
Per noi italiani una vera e propria rivoluzione. Immaginate cosa possono pensare di una simile rivoluzione copernicana, i canari, in punkabestia, gli antagonisti, i finti forestali che affollano (e incendiano) i boschi siciliani, tutto il mondo di parassiti che si troverà sempre più allo scoperto. E la felicità dei giovani laureati, occupati in Italia o all'estero, che vedranno piano piano affermarsi i valori della professionalità e del lavoro sull'ignoranza e sull'ignavia.
Certo, questa non è l'Italia dei nostri giorni: concorsi truccati, demagoghi ignoranti, parassiti ontologici; corrotti e corruttori; mafiosi e altri criminali che appestano l'aria delle nostre città, prima fra tutte Napoli; processi infiniti; mancata informazione a opera di media asserviti; banche che erogano stipendi e liquidazioni faraonici. Ma l'Italia che verrà, quella che vogliamo per i nostri figli e per i nostri nipoti si nutrirà di questi valori, tutti connessi a una moneta unica e forte, all'interno della quale opportunità e risultati saranno garantiti dagli sforzi di tutti e di ognuno.



28 giu 2016

Europa: la paura di uscire..il dubbio di esservi entrati senza una logica sensata.


di vincenzo cacopardo
In tanti oggi restano basiti dal risultato del brexit gridando ai pericoli nascosti da una uscita da una Unione Europea. Bisogna però domandarsi quali vere ragioni abbiano spinto il pensiero dei tanti cittadini del regno Unito che non si sentono parte di una simile Unione. Si urla al pericolo dilagante di un effetto domino che possa ripercuotersi negli altri Paesi più deboli e che in realtà non sembrano ricevere un aiuto utile da parte di una Europa che rimane spesso asettica ed insensibile in alcune decisioni di strategia economica..che nulla hanno a che fare con quella reale.

Ma per quale ragione si incute tale paura ..perchè mai si esaspera una uscita dall'Europa in modo così eccessivo? Eppure è ormai evidente come l'ingresso nell'euro abbia ingiustamente svalutato la nostra moneta, come è indiscusso il fatto che il nostro Paese avrebbe dovuto preventivamente bloccare quel pesante divario esistente con le regioni del sud..Col tempo.. è anche continuata a mancare una politica europea capace di mettere mano alle soluzioni più importanti inerenti le differenze socio culturali dei Paesi uniti. E' mancata un'utile diversificazione delle problematiche territoriali..è mancata una linea per la sicurezza ed una visione più completa e complementare di uno sviluppo in comune.

La politica vi ha messo la sua!...Quando nel passato si costruirono le basi per un'Europa.. i sistemi politici degli Stati membri seguivano per lo più la via del proporzionale, dopo circa sessant'anni i sistemi si sono trasformati quasi tutti in maggioritari e lo stesso parlamento Europeo insiste su una politica innestata su due grandi partiti (popolari-socialisti). Una interpretazione politica limitata..divisoria e restrittiva..una visione settaria.. .. tendente a spaccare e non costruire in modo politico una difficile unione di culture..Un modo di procedere forse..spedito..ma non qualitativamente efficace e sicuramente suscettibile a continue reazioni ampiamente dimostrate dal moltiplicarsi dei movimenti populisti.....Questi sono i moderni sistemi che oggi si vogliono e che.. in certo modo.. non potranno mai aiutare lo sviluppo geopolitico di una Europa che non la si vorrebbe contrastare, ma che non manca occasioni per farsi odiare.


E' chiaro che nel caso della nostra Nazione..il Paese rimane con le spalle a muro ed opti, suo malgrado, per una sua permanenza in Europa..Il tutto si è ormai trasformato in un chiaro ricatto! La circostanza è resa più forte dal fatto che, a differenza che per il regno Britannico, vi è una moneta comune che aumenterebbe i nostri rischi. Intendiamoci...rischi legati ad un aspetto economico tecnico finanziario che non ha nulla a che vedere con la nostra economia reale.. ricca di una particolare qualità. La finanza e la moneta condizionano perchè chi ha il potere economico ha sempre voluto così! Non è neanche difficile pensare che alcuni Stati si augurino che l'Italia possa restare appesa al filo di un debito a vita, poiché la sua genialità... la sua qualità manifatturiera e le sue bellezze.. incutono ancora paura.




Lo “storytelling” e la esposizione ipocrita della narrazione politica


di vincenzo cacopardo
Adesso...nel linguaggio politico moderno.. va di moda la narrazione, anzi per dirla all'inglese..(come si è uso fare) lo “storytelling”. Mai come in questo periodo storico politico del magico giglio renziano ..la narrazione pare essere entrata a far parte comune dell'attività politica...e ..quasi d'obbligo .. trasmessa in termini britannici. 

Ma cos'è questa narrazione? La narrazione è un congegno percettivo attraverso il quale l'uomo conferisce senso e significato al proprio modo di sperimentare delineando regole interpretative di eventi e circostanze sulle quali si costruisce quella conoscenza che orienta il metodo dell'agire. Si sostiene infatti che le esperienze umane non rielaborate attraverso il pensiero narrativo non producono alcuna conoscenza funzionale al modo di vivere in un contesto socio-culturale restando solo semplici accadimenti ed eventi senza alcuna relazione e senza alcun significato. In realtà nulla di nuovo, ma oggi la narrazione in politica.. intende avere la funzione di voler innescare processi di interpretazione sui fatti.

Renzi ha voluto costruire il proprio successo sul ricambio (rottamazione) della classe dirigente e la proposta di riforme innovative per il Paese. Ha costruito una sorta di "strumento" e qualcuno ha interpretato questa sua narrativa come quella di chi è portatore di "contenuti diversi": Un "fine"..il suo..usato senza i giusti mezzi ed anche con scarsi risultati! La sua figura, ancora oggi, cerca di tenere insieme contenuti e metodo..ed è ciò che gli conferisce autorevolezza e lo sostiene nella popolarità. Ma la sua narrazione in realtà rimane banale: Lui ritiene di essere l'unica speranza e gli altri i gufi ed i rabbiosi..In realtà appare più un restauratore che un rottamatore..di sicuro non certamente un innovatore!


Qualcuno (come me)  ritiene che la variabile del tempo non è mai indifferente nell'azione politica. Oggi..proprio il tempo spinge chi punta sul metodo a non essere completamente soddisfatto dell'azione di Renzi, mentre chi tende a rimanere fermo nel sistema.. ha visto in lui la possibilità di una proposta innovativa moderna osservando soddisfatto solo il numero di riforme che mai un altro governo nella storia repubblicana era riuscito ad approvare in così poco tempo.


Ma la narrazione di Matteo Renzi appare volutamente incompleta ed in certi casi può divenire persino avventata: Basta rendersi conto dei fallimenti prodotti dal bipolarismo e dai sistemi maggioritari che lui e la sua ministra Boschi cercano di imporre al solo fine di premiare una comoda governabilità..mortificando ogni altro principio di vera democrazia. Dove sta quindi quella narrazione propositiva ed equilibrata?


Ma su quale esperienza si basa il pensiero narrativo di Renzi? Rileggendo la storia politica di questi ultimi vent’anni, non può sfuggire a chiunque l’inconsistenza di una politica nazionale che sembra aver dormito e messo le radici sui palazzi del potere.. senza alcuna vera capacità di intuito lungimirante: L’ingresso in Europa ci ha poi obbligato ad un necessario ordine politico per una più utile e sicura posizione in seno alla stessa Comunità. Negli anni a seguire..i due poli (destra–sinistra)..hanno continuato a scontrarsi sui diversi principi..alternandosi e contrapponendosi con sempre maggiore forza. Questa lotta alla difesa delle rigide posizioni ha finito col rendere ancora più difficile una equilibrata ricerca delle riforme. L'ingresso di Renzi e la seguente narrazione da lui condotta... sembrava voler metter una definitiva pietra sopra queste esperienze, ma ha solo nascosto le vere ragioni che hanno costretto la nostra politica: Una dipendenza politica internazionale che ha finito con l’incidere molto più sulla governabilità…che sulla politica del Paese nel suo complesso, una governabilità che si è sempre desiderata stabile come presupposto essenziale per una più ricercata “unione di economie”.


In realtà le riforme di Renzi non rispecchiano per nulla quel necessario equilibrio poiché partono da principi errati... e la sua.. quindi.. non può che essere una narrazione ipocrita più che costruttiva..i cui risultati non tarderanno ad arrecare ulteriori difficoltà.


24 giu 2016

I cittadini Britannici hanno votato contro un'Europa disarmonica

EUROPA: Regno di potentati e rigidi parametri

di vincenzo cacopardo

Il Leave ha prevalso con il 51,9 % dei voti. La Scozia, l'Irlanda del Nord e Londra hanno votato largamente per il Remain. Il Leave ha prevalso in Galles e nel resto d'Inghilterra. In Inghilterra il Leave ha ottenuto 15,18 milioni di voti, il Remain 13,26 milioni. In Galles il Leave ha ottenuto 0,85 milioni di voti, il Remain 0,77 milioni. In Scozia il Remain ha ottenuto 1,66 milioni di voti, il Leave 1,01 milioni. In Irlanda del Nord il Remain ha ottenuto 0,44 milioni di voti, il Leave 0,35 milioni.

Bisogna domandarsi quali vere ragioni oggi spingono il pensiero dei tanti cittadini che non si sentono parte di una simile Unione. Occorre una analisi profonda e non la solita disamina espressa con giudizi affrettati e valutazioni approssimate: Il Regno Unito era nella comunità, ma non nella moneta ..e questo è sicuramente da valutare! Una valutazione che ha reso più tranquillità a chi si è espresso in favore del brexit. Per altri Paesi come l'Italia sarebbe più difficile esprimersi con sicurezza..poichè la moneta unica costringe a considerare l'uscita in termini diversi.

Tuttavia è chiaro che esiste ormai un pensiero dilagante verso una volontà di uscita sostenuto da una evidente mal sopportazione di vincoli economico finanziari conditi con parametri che non permettono una vera crescita dei Paesi della comunità..E' accresciuta la mancanza di sicurezza dei propri confini in mancanza di una volontà di offrire difese organiche nei territori più aperti o svantaggiati...E' mancato un apporto lungimirante verso il fenomeno della immigrazione..è mancata una particolare attenzione verso lo svantaggiato territorio del sud..è mancata una vera ricerca dell'equità sociale..è mancata una vera unione politico culturale.


Non siamo certi se dopo il brexit inglese vi potrà essere un devastante effetto domino..o se questa Europa provvederà a cambiare gran parte della sua impostazione..Ma è certo che in molti ormai hanno una visione di questa Europa comune assai diversa da come la si immaginava. Ormai da tempo..nel nostro Paese e soprattutto al sud..la politica pragmatica di questa Europa ..non convince.
Se da un lato l'Europa permette ad uno stato membro l'uscita , nel caso del nostro Paese è la stessa costituzione attraverso L'articolo 75 che ci vieta espressamente di svolgere un referendum che abbia come oggetto i trattati internazionali. Dobbiamo infatti ricordare che l'ingresso nell'Europa è stato decretato proprio con un accordo tra gli Stati...

23 giu 2016

L'incedere pragmatico di certi politologi

La politica, soprattutto, deve saper seguire oggi la strada della genialità!
di vincenzo cacopardo

Certi politologi, come ad esempio Elisabetta Gualmini (nella foto), non scorgono assolutamente lo stato di cambiamento di un pensiero moderno..perseverando nella loro visione politica legata ad un modus pensandi ed una forma mentale rinchiusa da criteri tendenti ad ostacolare ogni percorso di innovazione...poichè il loro dialogo persiste su logiche restrittive che limitano gli spazi e le aperture...Per loro la politica si ferma ad un perentorio e pragmatico principio di governabilità!

Per essere più inclini verso il nuovo ed avere uno sguardo più avveduto..bisognerebbe.. al contrario.. estraniarsi da questa forma mentis ristretta e lasciarsi trasportare dalle novità pur tenendo un necessario equilibrio: E' ormai chiaro che l'incedere di ogni mentalità eccessivamente pragmatica non potrà mai generare idee..anzi le soffocherà sul nascere.. e senza idee non si potrà mai crescere ..non si potrà mai affrontare un futuro di speranza.

E' inutile essere professori ordinari di scienza della politica quando ci si preclude una visione più avveduta ed aperta verso nuove possibili congetture..e queste possono arrivare nella mente delle persone solo attraverso la forza di un pensiero più aperto sostenuto di certo da una cultura, ma anche dalla genialità.. mai represso da una visione troppo pragmatica imposta dall'odierna realtà: Tutto è mutevole e cangiante se lo si vuole..Sarebbe più utile saper scorgere oltre il muro di una visione realistica che ci circonda per poter idealizzare e progettare con maggior giovamento …Soprattutto la politica deve saper seguire oggi la strada della genialità!

La tesi principale di uno degli storici della Rivoluzione francese, Augustin Cochin era che la democrazia moderna fosse nata dalla presa di potere di un genere radicalmente nuovo, caratterizzato dalla dualità tra la realtà dei rapporti politici.. e la loro complessa rappresentazione sociale. Oggi sono in molti ad affermare che proprio dalla realtà, dobbiamo partire. Ma la realtà è davvero quello che appare?... O forse e' stata determinata da fatti voluti dall'uomo stesso? Insomma..è lecito pensare che alcuni fatti improvvisi possano aver definito i contorni di una realtà in senso oggettivo, senza che l' uomo stesso non li abbia veicolati costantemente o non ne influenzi sempre il percorso?

Sono altrettanti a pensare che ..dovendo partire da una realtà, bisogna sapersi muovere di conseguenza e quindi procedere attraverso le logiche ad essa legate: E' una osservazione che rimane assai limitativa..poichè ci si dimentica spesso di come, tali logiche, siano state elaborate dagli stessi uomini ..dal pensiero ..dal criterio mentale di una logica irrorata giorno per giorno su un presupposto di difficile convivenza sociale che ha generato persino conflitti, compromessi e difformità che.. di per sé.. rendono la stessa realtà manipolata e quindi mai un dogma assoluto.

A volte è proprio il perseverare su una visione troppo realistica...l'eccessiva conoscenza..e persino la stessa professionalità.. che preclude gli spazi alle idee e questo è ancor più vero in politica dove proprio le idee occorrono e spesso vengono soffocate da chi pensa che tutto deve rimanere limitato a ciò che ci circonda.





L'autonomia in Sicilia: un valore aggiunto da dover sfruttare


di vincenzo cacopardo

Riportiamo il comunicato stampa di Gaetano Armao che si muove attraverso un Movimento regionale per la difesa dei diritti di una Autonomia che rappresenta un valore aggiunto per un'isola ormai politicamente maltrattata. La nostra autonomia andava salvaguardata, ma ancora oggi, se i siciliani potessero intravvedere l'importanza di un tale valore, si potrebbe difenderla dandole forza...Ciò dipende proprio da noi stessi e dalla capacità di figure capaci di sostenerla. Difendere l'Autonomia significa anche difendere i valori di una terra unica per le sue bellezze.

In un territorio come il nostro... ricco di valori naturali straordinari.. non si dovrebbe nemmeno porre il dubbio dell'importanza di avere avuto uno Statuto Autonomo con in quale si sarebbe potuto procedere in favore di quei principi più consoni per la salvaguardia e la promozione della stessa regione...Qualunque politica governativa locale ha mancato nel suo ruolo di portatrice di idee attraverso l'uso di uno strumento che avrebbe reso facile la strada di uno sviluppo sicuramente più logico e congenito.

Difficile sgretolare quel muro che vede ancora nei Partiti consolidati nel territorio siciliano vecchie logiche che perseverano massacrando sempre più lo sviluppo dell'isola. L'arduo compito dei nuovi Movimenti cresciuti nel territorio è quello e mobilitarsi per sconfiggere una mentalità politica costruita su interessi in favore di questi vecchi e radicati Partiti, un impegno che li obbliga ad uno sforzo immane per due ragioni precise: L'una... per via del fatto che chi è già dentro il sistema politico del territorio resta avvantaggiato in quanto detiene da tempo le leve del potere avendo appreso meglio come usarlo, l'altra.. poiché da parte degli stessi cittadini siciliani vi è una gran disaffezione verso la stessa politica.. tale da renderli ormai estranei da ogni interesse.

La via del cambiamento politico per la Sicilia resterebbe quella affidata al Movimento più grosso in termini di consensi ossia il Mov 5Stelle. Una organizzazione politica che parrebbe muoversi verso il sociale per promuovere onestà ed equità. In realtà per quanto riguarda la nostra Regione poco si è ancora visto da parte dei pentastellati..e sullo stesso concetto di Autonomia non sembra abbiano le idee ben chiare! In termini teorici quello che si propone il Movimento di Grillo può essere giusto, ma dovrebbe essere accompagnato oltre che da un programma adeguato anche da figure rappresentative capaci di saper amministrare. Tuttavia in mano a questo Movimento restano legate le sorti di una rottura verso il passato che ancora nell'isola vede personaggi incollati a logiche democristiane, centriste e di sinistra lontane nel tempo, ma che continuano ad operare usando voti per sostenere a piacimento maggioranze equivoche che hanno già portato l'isola verso il disastro.. rendendola schiava di una politica centralista imperativa e spesso persino autoritaria.

Non vì è dubbio che nello Statuto siciliano vi siano i presupposti per poter rendere più autonome alcune decisioni in favore del nostro territorio di competenza...e questo non è poco..se non fosse che negli anni passati non vi è stata una politica capace di sostenerlo in favore di una politica più efficiente e lungimirante.


                                            Gaetano Armao



22 giu 2016

Una nota di principio per i nuovi movimenti politici

"L'innovazione deve guardare ad una organizzazione che possa differenziare i ruoli al suo interno al fine di non confliggere."


I RUOLI INDUTTIVI E QUELLI DEDUTTIVI

La politica non può avere solo un sintetico senso del governare, in quanto essa racchiude in se i contenuti di teoria e pratica, di arte e scienza, di idea e funzionamento. La politica rimane ideazione nel principio consistente la ricerca delle idee, nel confronto con i cittadini, nella mediazione, diventa scienza nell’esercizio della sua funzione amministrativa e governativa legata allo sviluppo costruttivo della società. Ecco, perciò, la determinazione dei due ruoli che differentemente potremmo definire “induttivi” e  “deduttivi”.


Definire con determinazione la politica nel riduttivo senso dell’“amministrare” per il bene di tutti rimane, oltre che poco logico, limitativo e non utile per lo stesso scopo che essa dovrebbe prefiggersi. In più…quel concetto di “polis” Aristotelica riferito alla amministrazione cittadina…risulta restrittivo e poco utile.. quando lo si paragona alla politica condotta da uno Stato che, in un ambito molto più vasto, dovrebbe seguire le esigenze e le funzioni istituzionali connesse al grande territorio (ciò vale ancora di più oggi, in considerazione del fatto che un sindaco rimane seduto al comando del governo di un intero Paese).Se, ancora oggi, noi dovessimo restare fermi ai principi di una politica nel senso ristretto dell' “amministrazione della polis”, non comprendendo l’importanza strategica di una visione più "funzionale" e globale che si deve svolgere nell’intero Paese, resteremmo in una logica talmente ristretta che non ci permetterebbe di operare con maggiore interazione in ogni dibattito Europeo.

Da questa premessa nasce.. si costruisce e si forma un pensiero che spinge a voler dare un valore aggiunto ad ogni Movimento politico che si ritiene utile ed innovativo..Sarebbe necessario dare impulso alle organizzazioni politiche proponendo di porre un principio di divisione dei compiti diversificando meglio ruoli e competenze. Politica parlamentare e politica amministrativa o di governo..devono necessariamente camminare separatamente seppure al fine di raggiungere uniti un risultato funzionale ..ma non più compromesso.

Il problema tutt'ora esistente che coinvolge i due ruoli continua a porre le organizzazioni politiche, sia essi Movimenti o Partiti meglio ristrutturati, in uno stato conflittuale che genera anomalie e difformità. In mancanza di una nuova disciplina dei partiti (art 49Cost).. nasce l'esigenza di un nuovo modo di pensare la politica fin  dall'interno di ogni organizzazione politica.. promuovendo in seno sezioni separate sui ruoli amministrativi ed i dipartimenti atti alla ricerca e la promozione di idee in dialogo con i cittadini.

Il problema dei Partiti e dei Movimenti che crescono nel Paese sembra quindi rimanere bloccato alla base.. per un principio che sfugge all'attenzione dei tanti... e cioè quello di fornire una struttura per una collaborazione fattiva con i cittadini attraverso un utile scambio con la società civile... oltre che attraverso la ricerca di figure competenti. Ma se i ruoli restano compromessi e chi si occupa di recepire le esigenze e di trovare le soluzioni possibili è anche colui che assume un preciso ruolo amministrativo, si generano i costanti conflitti che si ripercuotono di continuo sulle istituzioni e di conseguenza sui cittadini.
 vincenzo cacopardo




21 giu 2016

Gli anti gufi.. diventano gufi!..



Ed ecco spuntare i veri gufi ostili alla vittoria della Raggi e della Appendino, che fino a poco prima hanno attaccato questa etichetta a chiunque manifestava grosse perplessità sull'operato di Renzi.
di vincenzo cacopardo



E' sin dall'inizio della loro candidatura che gli altri gufi ( quelli vicini al premier) non fanno che screditare anticipatamente il futuro lavoro delle due sindache o.. sindachesse (Raggi e Appendino) appena elette. Si mormora di continuo che l'aspetto più significativo della vittoria di Virginia Raggi è che su di essa sono confluiti voti di Berlusconi, della Meloni e di quella sinistra contraria a Renzi, ma chiunque lo afferma non riesce nemmeno a leggere in lungimiranza il cambiamento già in atto non potendo più prendere in considerazione consensi di destra e di sinistra: Un elettorato che, al contrario, si accinge ad affidare un compito ad una classe politica nuova. Una classe che potrà anche sbagliare ..ma difficilmente come lo ha già fatto quel novero di politici ancora attaccati ai vecchi modelli..che hanno lasciato dietro una lunga scia di inettitudine e disastri.

Chi afferma che L'Appendino, è portatrice di istanze autolesionistiche per la società torinese e per quella piemontese, giovandosi del concorso elettorale dei voti di destra e della sinistra extraparlamentare, non pare percepire l'onda del cambiamento ..ma soprattutto quella stanchezza ormai insopportabile verso una politica che non esprime alcun mutamento in senso positivo ed in favore di una equità sociale. Che Fassino fosse un buon sindaco è di sicuro possibile: Lascia una città in buono stato..ma è anche possibile che tutta la politica governativa (in relazione a quella amministrativa torinese) voluta da questo PD, non abbia convinto il Paese intero oltre che la stessa città.

Roma e Torino saranno sicuramente due problemi da risolvere per le vincitrici che qualcuno appella come naïf, senza storia e senza futuro. Sono appellativi di chi non pare voler offrire alcuna possibilità ad un Movimento che, nel bene o nel male, intende muoversi per uno scopo sociale ammirevole se pur con qualche forzata ostentazione di moralità. Questa lettura di voti che vanno da una parte all'altra non può più essere sostenuta poiché il Paese intero comincia ad accorgersi che, al di là di ogni visione ideologica, il passato politico ha generato anomalie e conflitti interminabili stratificatisi l'uno sull'altro.. cercando di nascondere i difetti di una Repubblica sempre meno democratica ed ancora attaccata a vecchie figure che ormai hanno detto e fatto quello che dovevano... spesso in modo deprecabile.

Adesso che si tratta di due figure femminili venute fuori dal movimento di Grillo, sembra potersi sostenere ogni forma di pregiudizio negativo. Al contrario.. per la Boschi..sulla quale se ci si pronunciava a sfavore delle sue riprovevoli ed insostenibili riforme, si teneva a spada tratta una campagna in suo aiuto gridando contro un certo anti femminismo...
Il sistema si muove ad arte attraverso una stampa spesso molto subdola o prezzolata..incapace di attendere il tempo necessario per valutare le capacità delle vincitrici delle elezioni amministrative. Gli adoratori di questo sistema politico..seppelliti ormai da un bieco cinismo.. continueranno a trovare qualunque mezzo per farle fuori politicamente..ancora prima che entrino nelle loro stanze del Comune..


Sono gli altri gufi..quelli veri e più detestabili..pronti a screditarle ancor prima di ogni loro azione! 

20 giu 2016

Le elezioni che segnano il passo....



Vincono il mov 5 Stelle e l'astensione..
di vincenzo cacopardo


A Roma trionfa la Raggi, ma a Torino fa di più l'Appendino che ribalta totalmente il risultato del primo turno. A Milano prevale di poco una stentata sinistra che porta Sala al comando di Palazzo Marino, mentre Bologna si conferma di sinistra con Merola e a Napoli...malgrado l'accentuato astensionismo.. si afferma il solitario sindaco uscente DeMagistris. Ma è di sicuro il risultato ottenuto dal Movimento 5 stelle a risultare sorprendente! Un risultato che condanna un sindaco bravo e retto come Fassino e che suona come una chiarissima risposta alla politica del PD renziano.

Nel dato di affluenza definitivo rimane eclatante lo scarto a Napoli tra il 54,12 del primo turno e il 35,97 di ieri. Più equilibrata la situazione a Torino dove l'affluenza segnava soltanto tre punti in meno rispetto al primo turno dal 57,17 al 54,41. Simile decrescita a Milano con il 51,80 contro il 54,65 precedente. A Roma lo scarto tra il primo ed il secondo turno si allarga: meno 7 punti dal 57,02 al 50,19 di ieri. A Bologna dal 59,65 del primo turno si scende al 53,15.

Si parla poco dell'astensione poiché in un secondo turno di amministrative si tende a prendere meno in considerazione. Ma questa astensione significa tanto! L'astensione è di sicuro una rinuncia e quindi un'assenza..una voluta mancata partecipazione..ma soprattutto un rifiuto e quindi un chiarissimo segnale di protesta. In questo quadro come si fa a non dare una lettura più attenta ad un percorso di pensiero che pare aver preso il sopravvento.

Quadro articolato, perdiamo contro il M5S ma battiamo le destre" Questa la dichiarazione che in modo alquanto inconcludente persiste in seno al Partito di maggioranza. Un Partito che incalza su una visione ormai lontana dalla realtà. Poco può infatti importare se si perde un po' da qua ed un pò meno da là... Malgrado l'enorme astensionismo..l'espressione di un consenso nel Paese Italia appare cambiato! E' mutato il modo di pensare e continuerà ..malgrado tutto..a modificarsi nel tempo l'ideazione verso una politica moderna: Ci si sta rendendo conto che la lotta politica del futuro non può più basarsi su una vecchia ideologia antitetica destra–sinistra, ma su una contrapposizione politica "antisistemica" avversa a quella "sistemica"...ad un modo differente di approcciarsi alla politica! Il chè potrebbe voler dire rompere il granitico muro di una concezione politica appartenente ancora al passato attraverso la forza di una innovazione mentale che protegga i principi stessi di una moderna democrazia...Se questo avverrà ..si potrà anche ringraziare il Movimento ideato da Grillo e Casaleggio!

L'ormai debole Partito di Berlusconi appare disperso nelle nebbie di un passato.. e le altre forze politiche restanti difficilmente potranno ottenere un miglioramento nei consensi. Se da un lato il tetragono Partito del giovane sindaco d'Italia Matteo Renzi procede con ostinata determinazione verso riforme che in qualche modo sostengono un vecchio sistema ricco di anomalie che pare far acqua da tutte le parti, da un altro lato, un Movimento più vicino alle esigenze di una gran parte dei cittadini penalizzati da questo incedere, si muove al ritmo di un affascinante politica antisistemica di rottura.


Non v'è dubbio che tutt'ora non si intravedono strade certe e sicure nella trappola riformista in cui sembra volerci rinchiudere l'attuale governo che ha sbarrato il passo al valore supremo di una società più democraticamente corretta. Ma arriverà comunque quel momento in cui in tanti potranno meglio comprendere l'importanza e la necessità di una politica più utile e funzionale per il futuro sviluppo. Queste elezioni benchè in un ambito amministrativo, hanno segnato un passo importante..al di là di ogni capacità da parte dei nuovi eletti!