13 lug 2016

Demagogia governativa ed antipolitica



di vincenzo cacopardo

"Si persevera volutamente a scambiare la politica di rottura contro questo sistema per "antipolitica" alterandone il senso"

Prima che un dovere..governare è un fine dal quale non ci si può sottrarre comodamente! Questo fine deve definirsi e riscontrarsi con una solida base popolare al fine di non crollare come per una qualsiasi costruzione senza fondamenta. Appellare il Movimento di Grillo e Casaleggio come un Movimento neofascista è ormai la prassi di chi non riesce a percepire il cambiamento voluto da una società che si va sfaldando tra ipocrisia e iniquità. Da chi non vuol vedere e che incalza contro ogni ricerca di cambiamento per definirla sempre demagogica e populista.




Ma cosa c'è di più demagogico di chi pensa di poter governare senza la forza di una base democratica che definisce i principi stessi della democrazia?


E' retorica citare il fascismo avendo nella mente la definizione di Antonio Gramsci negli anni venti per vestirla comodamente sopra un Movimento odierno che, malgrado i difetti, non lo rappresenta per nulla. Gramsci definiva il fascismo come l'antipartito, che aprendo le porte, dava modo di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose diffuse nelle più selvagge passioni e negli odii, dei desideri ad una moltitudine incomposta di gente. Lo definiva di fatto un costume che si identificava con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano. Oggi Nadia Urbinati (ItalianiEuropei) politologa e giornalista italiana naturalizzata statunitense su questo stesso tono esordisce : «Così è oggi. Non c'è niente di più politico di questa persistente critica della politica sull'onda della quale nascono movimenti e si forgiano linguaggi collettivi. Anche i più astiosi demagoghi dell'antipolitica di oggi – anche l'arrabbiato attore comico Beppe Grillo – si presentano alle elezioni! La demagogia usa il linguaggio dell'antipolitica per esprimere opposizione all'attuale classe politica con il prevedibile obiettivo di scalzarla con una nuova Il Movimento 5 Stelle rientra in questa categorizzazione demagogica».


Come tanti ormai..provvisti di paraocchi.. sembrano quasi obbligati a dover criticare l'opera di una organizzazione politica che pare muoversi in favore di una equità sociale e per tale ragione etichettata persino come “antipolitica”. Se tale deve essere giudicata ogni forma di ribellione di fronte ad un sistema politico talmente malfunzionante..sembrerebbe quasi che non vi possa essere scampo! Se il Movimento 5 stelle non rappresenta la perfezione e l'ineccepibilità, sarà sempre utile per aprire quel varco tanto desiderato da coloro che vogliono veramente cambiare e che oggi vedono nel progetto di Renzi la netta chiusura verso i tanti piccoli movimenti che vorrebbero essere in grado di esprimere il loro pensiero!


Nessuno oggi in politica si sforza di ricercare strade alternative poiché mancano le idee, ma non manca di certo la volontà di emarginare il movimento 5 Stelle nell'inferno dei demagoghi e degli arruffapopoli! Tale volontà è talmente forte per i tanti soloni della politica (politologi compresi)... da non sforzarsi mai di interpretare l'importanza di una rottura verso i principi di un vecchio sistema politico sul quale si continua a perseverare con la prepotenza e con i personali profitti. Quello che a costoro oggi preoccupa è proprio la possibile vittoria di un NO al referendum...che vedrebbe il progetto ambizioso inefficace ed inefficiente di Renzi perdere.. non proclamandolo più come il paladino del cambiamento.. e ponendo coloro che non la pensano come lui come gli acerrimi nemici delle riforme, del Paese e dell'Europa.


Questa in realtà è la vera retorica..questo è il vero populismo..questo è l'eccesso di chi pensa di poter governare imponendo tutto dall'alto: La demagogia di chi pensa di poter cambiare evitando di entrare nel merito delle riforme e servendosi del solito ridondante slogan “ chi vuole cambiare è per le riforme..chi non accetta queste riforme non vuole cambiare”

Se c'è qualcuno che ha creato questo assurdo antagonismo..portandolo (come loro stessi affermano) fino ad un'accesa lotta popolare in seno al nostro Paese.. è proprio il giovane premier fiorentino e non certo coloro che cercano con volontà e sacrifici un sano cambiamento. In realtà persiste una più che evidente forma di demagogia governativa che si impone per sopperire a quella consistente mancanza di idee per una politica democratica di vera innovazione!




Scomparsa una politica per il sud



Cosa aspetta il sud?
di vincenzo cacopardo
Cosa aspetta a reagire attraverso una politica che possa tirarlo fuori da quell'inerzia cui sembra essersi rinchiuso?
Forse attende l'arrivo di una nuova forza politica come Forza Italia che una ventina d'anni fa si propose come alternativa ad una sinistra promettendo di impegnare fondi per il Mezzogiorno e che, al contrario, disseminò risorse in modo poco adeguato dimostrandosi una carente organizzazione politica? ..O forse la garanzia da parte di una sinistra che si ostina ancora a dichiararsi per una nuova politica e che non ha mosso nulla in favore delle regioni del sud, anzi continua a penalizzarle? ..Pensa ancora oggi.. il Sud.. di poter trarre profitto da una politica di vecchio modello (centro destra- centro sinistra) che in realtà non ha mai saputo imporre progetti utili in proposito ad uno sviluppo consono al suo territorio ?..Non è nemmeno facile pensare che un Movimento come quello di Grillo possa essere in grado di risolvere le innumerevoli problematiche lasciate dalla vecchia politica dei grandi Partiti che hanno spesso considerato ed usato il sud come un comodo contenitore di voti.  

La politica vincente del meridione potrà rifiorire nello suo territorio con la forza della propria cultura..nei suoi luoghi e per grazia dei suoi stessi valori! Non può che affermarsi a livello locale attraverso un impegno personale dei propri cittadini!..Se invero volesse imporsi deve saper tenere conto delle proprie risorse e sfruttare al meglio i propri valori! Politicamente deve fare forza sui movimenti locali per ricomporsi in una azione congiunta contro chi in politica vuole solo trarre generici profitti per manovrare a livello nazionale!


Dopo il disastro ferroviario avvenuto in Puglia ci si deve domandare quante responsabilità vi siano in una politica che non ha mai tenuto in considerazione l'importanza di dare impulso a nuove ed efficienti infrastrutture per la sicurezza di un mezzogiorno da tempo dimenticato da una politica nazionale... E' persino nauseante vedere le facce dei politici che gridano al dolore, ma che in realtà non sono mai state impegnate nel tempo e nelle idee per lo sviluppo di un Sud : Un territorio che potrebbe rappresentare una particolare forza per la crescita di tutto il Paese attraverso il suo turismo. 

Viene quindi logico domandarsi per quale ragione tutto il meridione, con belle e storiche città come Napoli e Palermo, debba rimanere ancora legato ad una logica politica del passato sottomettendosi sempre più ai ricatti politici dei predominanti Partiti nazionali...Perchè continua a dormire?..Perchè rimane chiuso nel suo cinismo senza reagire?  La vera domanda da porsi.. qualora esistesse ancora una questione meridionale.. rimane se questa debba restare appesa alle direttive di una politica Nazionale che non pare essere in grado di operare un piano di sviluppo infrastrutturale idoneo per mettere il Sud sullo stesso piano di un Nord.. Un Nord a cui oggi sembra non negarsi nulla!.. Cioè, se ancora oggi si debba ritenere il Mezzogiorno come una faccenda ancora da risolvere... poiché, se così fosse, non si potrebbe azzardare alcun altro progetto di sviluppo e di crescita che possa coinvolgere insieme tutta la nostra Nazione. In poche parole: non sarà facile costruire un sano sistema di crescita e di unione sicura, se non si equilibra quel divario infrastrutturale ancora esistente tra il Nord ed Sud del nostro Paese.

Rimane il fatto che non potranno essere i Partiti nazionali oggi esistenti, né altri Partiti che non nascano al Sud a poter determinare la politica...premiando quella particolare territorialità rappresentata dai valori stessi del meridione.

un articolo di Domenico Cacopardo sulle ferrovie...

"Questo articolo di Domenico Cacopardo su Italia Oggi è stato pubblicato poco prima del disastro  avvenuto in Puglia. L'articolo mette in risalto l'inefficienza del nostro servizio ferroviario soprattutto nel meridione". Una premessa all'imminente disastro

Un tempo c'erano le ferrovie anche in Italia

Adesso, salvo l'Alta Velocità, il trasporto su rotaia è allo sbando



Spinto da un sentimento di fiducia nelle istituzioni e, tra esse, nelle Ferrovie dello Stato (un tempo «azienda» pubblica, dotata di un rispettato «know how» sia nel campo delle costruzioni ferroviarie che del materiale rotabile, comprese le elettromotrici - tra le prime al mondo -) ho deciso di affrontare un viaggio da Chiusi a Parma in Intercity. La stazione di Chiusi (Chiusi-Chianciano Terme) è diventata una specie di campo santo. Chiuso (a Chiusi, naturalmente) il giornalaio, l'unico che nel raggio di una cinquantina di chilometri fosse fornito del «Financial Times» la Bibbia di chi vuol essere informato su ciò che di importante accade al mondo. Se non si arrivava presto per provvedersi del quotidiano londinese, si doveva rinunciare, giacché le poche - non pochissime - copie andavano a ruba tra i residenti delle varie località termali e alla moda, come Montepulciano, Pienza, Sarteano, Città della Pieve, San Casciano Bagni. Chiuso il tabaccaio che vendeva anche articoli di cartoleria e francobolli.
Il mio treno viene annunciato con 20 minuti di ritardo. In realtà (per problemi tecnici non specificati) il ritardo è di 35 minuti. Dopo un breve tratto di percorso, il treno si arresta in mezzo alla campagna. Anche in questo caso, dopo un'attesa interminabile, viene annunciato che ci sono problemi tecnici. L'aria condizionata, nel frattempo, è andata fuori servizio. La temperatura esterna e, ora, interna sfiora i 40°. Messo alle strette, un addetto spiega che il treno viene da Napoli e che è normale che i treni in partenza dal capoluogo campano non ricevano la preparazione (pre)stabilita: né il controllo della motrice né la pulizia accurata delle carrozze e dei gabinetti. Anche anni fa succedevano cose del genere, e allora spiegavano che erano le cooperative incaricate nelle stazioni partenopee, legate alla camorra, a non eseguire i lavori loro affidati.
Finalmente il treno riparte e accumula 75 minuti di ritardo a Firenze Rifredi. Riesco a aprire un discorso un po' approfondito con un ferroviere macchinista in viaggio per raggiungere Verona dove si imbarcherà sulla motrice di un treno cargo, che mi rivela alcune sue scottanti verità (o semplici asserzioni): le linee normali sono abbandonate; il materiale rotabile è vetusto e non riceve manutenzioni; le officine ferroviarie sono state quasi tutte smantellate; l'organizzazione storica non esiste più ed è stata sostituita da tentativi, messi insieme da inesperti, che sistematicamente falliscono dando luogo a nuove costosissime prove al buio. Insomma, tanta gente digiuna di trasporti su rotaia che non sa dove e come mettere le mani.
Un esempio specifico è dato proprio dal trasporto merci. Il programma alta velocità con il raddoppio delle capacità di trasporto avrebbe dovuto incrementare la percentuale di merci trasportate medianti convogli ferroviari. Invece, questa percentuale è diminuita. Gli scali merci sono stati in gran parte dismessi: per esempio a Roma non c'è più una stazione merci e occorre recarsi a Pomezia. I convogli non sono più trainati da motrici italiane, che erano apprezzate nel mondo e che, oggi, per mancanza di sostituzioni e di manutenzioni, non sono più funzionanti. Le Ferrovie prendono in leasing motrici svizzere che, per le esigenze di manutenzione, ritornano nella Repubblica elvetica: secondo il mio macchinista i costi sono elevati in quanto imposti mediante il contratto di leasing.
I macchinisti vengono spediti nelle varie località dalle residenze più disparate (senza una pianificazione degli spostamenti connessa, appunto, alle residenze), talché per un viaggio di sei ore, i due macchinisti di un treno possono girare l'Italia per 24 ore, un giorno intero. I dormitori ferroviari non esistono più. In alcuni casi sono stati sostituiti da Ferrhotel privati piuttosto scadenti, mantenuti in vita da contratti con le Ferrovie dello Stato. Poiché sono entrate compagnie cargo private, esse si sono riservate le tratte più redditizie e gli scali più convenienti. Le Ferrovie dello Stato, quindi, svolgono un servizio costoso e residuale, dagli utili incerti.
E, ciliegina, i nostri treni merci trasportano le immondizie di Napoli in Austria e in Olanda: sostanzialmente gratis. Il comune di Napoli e la regione Campania, infatti, non pagherebbero o pagherebbero con gravi ritardi. Insomma il costo della scelta (discutibile) di de Magistris e della sua maggioranza di non dotare Napoli di termovalizzatore ricade su tutta la comunità nazionale.
Masaniello a spese di Brambilla.
Dallo sfacelo sono escluse - come si sa - le linee dell'Alta velocità.
Un'altra notizia puntuale mi viene trasmesso da un lettore: i treni programmati dal continente alla Sicilia con traghettamento dello Stretto non sono più operativi nel senso che non raggiungono la Sicilia. Nel sito delle Ferrovie il biglietto viene regolarmente emesso. Qualche ora prima di arrivare a Villa San Giovanni viene diramato l'annuncio che i passeggeri, giunti a Villa San Giovanni, debbono raggiungere a piedi il traghetto, per poi riprendere il viaggio da Messina verso le proprie destinazioni. Immaginate il disagio della gente che viaggia con bagagli e che, magari, è piuttosto anziana. La ragione del disguido, resa nota dal personale viaggiante, è che la Guardia Costiera ha negato l'autorizzazione al traghettamento dei convogli ferroviari. La circostanza è confermata: la sua causa è la vetustà delle navi traghetto che non assicurano più, anche per carenti aggiornamenti e manutenzioni, minime condizioni di efficienza e di sicurezza.
Da oltre 35 anni, le Ferrovie non ordinano a uno dei cantieri italiani, ovunque apprezzati, come si sa, una nave moderna. Sempre su Villa San Giovanni, va segnalato che è stato abolito il servizio di assistenza ai diversamente abili che ora sono costretti a salire sulle loro carrozzelle, raccogliere i propri bagagli e raggiungere il ferry-boat a sua volta non attrezzato.
Un'ultima notazione: perché allontanare Moretti dalle Ferrovie, un vero manager del settore per affidare la delicata missione?
Non certo per il rinnovamento, che dovrebbe sempre salvaguardare la competenza. Anche così cade il progetto Renzi, si dissipa la credibilità del premier e si diffonde il senso di sfiducia nelle capacità del Paese di riprendersi dalla crisi.
Poiché le mie informazioni provengono da un addetto ai lavori e da un lettore sarebbe interessante conoscere il pensiero dell'azienda sulla gestione delle linee a lunga percorrenza, dei suoi servizi cargo e delle modalità di attraversamento dello Stretto di Messina.

11 lug 2016

LA TORRE DI BABELE DI RENZI

La Bibbia ci racconta che la torre di Babele sul fiume Eufrate fu costruita con l'intenzione di arrivare al cielo e dunque a quell'entità superiore irraggiungibile. Secondo il racconto biblico gli uomini volevano arrivare al cielo per farsi un gran nome e non essere dispersi su tutta la terra come Dio gli aveva comandato. Ma Dio creò scompiglio nelle genti e, facendo in modo che le persone parlassero lingue diverse e non si capissero più, impedì che la costruzione della torre venisse portata a termine. Oggi il progetto di riforma di Renzi sembra simile alla costruzione di quella torre con la pretesa arrogante di volersi ergere come l'unica soluzione delle esigenze della gente e la stessa comunicazione del Premier appare fortemente compromessa da un identico scompiglio provocato dalle diverse interpretazioni di pensiero e spinta da una evidente mania di grandezza. 
V.CACOPARDO 

8 lug 2016

Il timore su un possibile NO al referendum

Hanno affrontato il tema della semplificazione dimenticando il primario bisogno di un funzionamento!
di vincenzo cacopardo

Se oggi persino il più autorevole giornale economico europeo Financial Times... esprime un timore sulla possibilità di un risultato negativo del referendum e del rilancio stesso della nostra economia, la colpa non può mai ricadere sull'esito di una consultazione espressa dai cittadini, ma solo su chi ha preteso di voler cambiare il suo Paese senza un briciolo di umiltà e con la determinazione assoluta di chi pensa di poter governare guardando dall'alto della propria superbia.

Non credo affatto che Matteo Renzi possa essere dotato della sensibilità percettiva dei pericoli che lo sovrastano, né delle possibili congiure o di alleanze siglate alle sue spalle. Le critiche verso di lui sono palesi e confermate dai fatti.. non certo subdole o nascoste. Al contrario.. mettono in evidenza tutta l'insensibilità politica di un uomo presuntuoso e megalomane che ha fatto ben poco per l'economia del suo Paese.. soprattuto per il meridione. Se oggi vi sono palesi motivi da parte della BCE per mettere in dubbio la natura del Monte dei Paschi di Siena e dei suoi titoli, crollati in modo rovinoso... non si può nemmeno nascondere una mancata positività nei confronti di tutto il sistema bancario italiano. Ciò..oltre che per le difficoltà insorte per via di un sistema internazionale che ha solo mirato alla finanza speculativa, anche per colpa di un Europa e dello stesso governo Italiano che non vi hanno saputo porre regole più appropriate.

Ma colpisce di più il fatto che sono ancora in tanti a dare la colpa di ciò che sta avvenendo nel nostro Paese (problemi di economia..lavoro e sicurezza) alla nuova politica del cambiamento aperta da un Movimento in crescita che, nel bene e nel male, ha offerto una nuova aria di speranza per la nostra Nazione..calmando anche gli animi di quei facinorosi pronti a seminare terrorismo locale. Un Movimento (5Stelle).. che ha di certo aperto una nuova breccia verso il futuro della politica, ma che.. da una certa classe politica viene ancora definito in modo sprezzante.. “una forza politica neofascista ed antieuropea”

Che non vi possa essere alcuna garanzia che a Ottobre, dopo il referendum, ci sia in Italia un governo capace di continuare la inadeguata politica di riforme proposta dal governo Renzi.. potrà solo essere considerato un motivo in più per spingersi ad affrontare un diverso futuro politico di ricerca più utile e funzionale per lo stesso Paese. Se il sindaco d'Italia con la sua ministra Boschi si sono voluti spingere in favore di tali riforme costituzionali (e legge elettorale abbinata) in complicità con la Commissione Europea..mancando in pieno l'obiettivo..è solo perchè non hanno saputo tener conto del giusto fine funzionale di un ordinamento politico cui il Paese avrebbe avuto bisogno: Hanno affrontato il tema della semplificazione dimenticando il primario bisogno di un utile funzionamento!..Ma Renzi ha fatto di peggio: non ha voluto dar vita ad una Costituente... interpretando a modo suo e con arroganza un riformismo attraverso fiducie, ricatti e opportunismi politici da autentico improvvisato restauratore.




Alfano ed il governo..come finirà?


"Una lunga serie di pasticci poco trasparenti che paiono coinvolgere i tanti personaggi della sua famiglia."
di vincenzo cacopardo


Non è tanto per voler giudicare Alfano e la sua famiglia...ma per mettere in evidenza la storia e la scalata dell'attuale ministro attraverso la propria forza dialettica sulla base di un potere locale ancora oggi legato ad una classe politica della vecchia DC. 
Sappiamo che Alfano ha legato la sua carriera politica grazie ad una oratoria che mette costantemente in evidenza ogni sua provenienza col mondo cattolico..passando da Forza Italia ..PDL e UDC..Passaggi sempre legati ad un mondo centrista che, in forza di principi moderati, ha continuato a dimostrare interesse alle principali poltrone di comando: Se oggi, in totale confusione ideologica, Alfano si trova insieme al governo di sinistra con Renzi è proprio per quel particolare carattere di opportunità politica (identica a quella del premier) fatto di convenienze che, a suo modo di interpretare la politica, non gli è mai mancato.
Oggi il Ministro..al di là delle inchieste di una Procura.. si trova in una evidente difficoltà: dalle intercettazioni telefoniche vengono infatti fuori il nome di Alessandro, fratello minore del ministro dell'Interno e leader Ncd, assunto a Postecom e poi quello del padre Angelo, descritto alle prese con una serie di raccomandazioni sempre alle Poste...ed altri parenti.
Non è abitudine di questo Forum entrare nello specifico in simili questioni per giudicare... seppure pare evidente che, al di fuori di ogni possibile azione giudiziaria, vi si rappresentano concreti conflitti di interesse che mettono in risalto un coinvolgimento politico poco raccomandabile per chi oggi sostiene un ruolo di grande importanza all'interno del governo: Una lunga serie di pasticci poco trasparenti che paiono coinvolgere i tanti personaggi della sua famiglia.
Adesso Lega e Movimento 5 Stelle chiedono le dimissioni del Ministro, ma non è difficile pensare che..nei prossimi giorni.. si metterà in moto una strenua difesa di Alfano da parte di Renzi (anche attraverso un loquace silenzio)..poiché il rischio probabile è quello di far perdere ogni maggioranza al governo. Qualcuno..più malizioso.. pensa che persino la Procura della Repubblica potrebbe trovarsi in difficoltà nell'approfondimento di una inchiesta giudiziaria diretta contro chi oggi siede a capo di un ministero tanto preponderante, ma di certo oggi è soprattutto il comportamento politico e morale della figura di un ministro dell'Interno che si tende a mettere in risalto per lo sconveniente incedere che lo investe..Altri ministri per molto meno hanno dovuto lasciare la propria poltrona!








6 lug 2016

Politica e movimenti nel continuo processo di innovazione....

                    REALTA' MUTEVOLE E POLITICA DEL DIRITTO  

"difficile far comprendere questo concetto a chi non è capace di aprirsi verso l'innovazione, ma..sia pure poco compreso.. questo rimane ormai il difetto di una politica che solo in pochi riescono a percepire"


di vincenzo cacopardo
E' quella vecchia "forma mentis" che ancora penalizza la mentalità di tanti che mettono di fronte agli avvenimenti odierni ogni principio di diritto! 
Eppure è dimostrato che oggi si deve procedere per vie diverse! ..Il chè non significa calpestare le leggi, ma dare precedenza alla ricerca di un principio di equità che deve spingere a dirigere ogni altro diritto in direzione di un equilibrio più consono ai nostri tempi...Insomma..si deve percepire che il cambiamento già in atto nel sistema (anche per merito di chi pone avanti i valori) ..non potrà più seguire il rigido pragmatismo delle regole di un vecchio diritto, ma al contrario ..spingere a riformare dette regole in favore di una società che per sopravvivere deve mantenere un rapporto più equo tra i cittadini..ma anche più adatto ad un processo di modernizzazione della stessa società.

La domanda rimane quindi quella di essere in grado di percepire quanto importante sia il ragionare meno in termini di principi... spesso pragmatici ed uniformi, per ricercare con impegno il rinnovamento delle regole che necessitano. 

Un ragionamento più sentito e legato a chi esercita un ruolo politico parlamentare, ma difficile da far comprendere a chi esercita ruoli legali e giuridici: Vi sono categorie ormai costrette da quella forma mentale che non pare rendere loro altre visioni: (Avvocati,giudici ed una gran parte dei politici)
Un "modus pensandi" che, al contrario, dovrebbe far comprendere a chiunque oggi affronta il tema della politica in direzione di idee di riforme più funzionali in favore della società...  La politica rimane l'unico mezzo capace di smontare i principi di un diritto non conforme, per ricostruirlo più utile, affine.. e legato ai bisogni del Paese!

Ecco la ragione per la quale in politica le idee sono necessarie! Necessarie per rompere quel rigido muro di un realismo imposto: L'immagine della effettiva concretezza odierna è simile a quella di un fiume che si pensa possa farlo apparire immobile ed invariato..quando al contrario esso scorre fluendo incostante e difforme. 
Come il fiume..anche la realtà è mutevole...e cui tanti non si accorgono!

Questo pensiero potrà fare trasecolare ogni figura giuridicamente competente che pensa che una società debba basarsi sui principi del diritto esistenti, ma non potrà non far riflettere una collettività che ritiene quanto questi stessi principi ancora non si siano potuti rielaborare per rendere maggior armonia e giustizia alla stessa società che si pretende di governare...E chi potrebbe farlo..se non quella politica che, aprendosi in uno spazio mentale nuovo.. nella visione di una realtà in continuo mutamento, non ne tragga le indispensabili misure ove ottemperare e risolverli? Si chiama lungimiranza! ...Una politica che, oggi, nei temi sociali di alto contenuto..finisce col determinare iniquità ed insicurezza oltre ogni immaginazione..tralasciando l'importanza di una capace prevenzione 

Sono tanti a pensare che ..dovendo partire da una realtà, bisogna sapersi muovere di conseguenza e quindi procedere attraverso le logiche ad essa legate, ma ciò può anche rappresentare una trappola: Ci si dimentica spesso di come, tali logiche, elaborate negli anni dal nostro pensiero ..secondo un criterio mentale e una cultura irrorata giorno per giorno su un presupposto di convivenza sociale, in realtà debbano adattarsi  col mutare del tempo.. non potendosi mai definire assolute. 

Se la realtà...per tanti.. rimane definita attraverso ciò che esiste effettivamente e risulta concreto, si potrebbero comunque avere dubbi su una effettiva manipolazione di questa.. quando.. per opportunità o convenienza.. l'uomo la distorce per motivi di interesse strumentale. 

In base a ciò e per non restare troppo limitati nei meandri di una complessa filosofia...potremmo definire "la realtà sociale" come qualcosa da scoprire momento per momento..qualcosa da definire nello scorrere del tempo...qualcosa di mutevole e quindi meno concreto e solido di quanto possa pensarsi. Basterebbe questo per aprire il pensiero dei tanti politici che ancora percepiscono la realtà come un obbligato percorso da seguire al quale sottostare senza alternative. Sarebbe, al contrario, sufficiente allargare la mente su queste considerazioni per accorgersi di quanto spazio vi è per mutare in parte ciò che, invero, parrebbe non non volersi mai mutare. 

In politica.. per non restarne sottomessi... si potrebbe persino pensare che gli stessi Partiti.. dopo un periodo di legislatura ...scomparissero e ne nascessero altri sulle ceneri di questi..forti di una esperienza vissuta, ma nel contesto di una visione temporale diversa..Un ricambio continuo poiché le stesse problematiche trasformate dal e nel tempo.. possano essere affrontate in una ricerca continua e differente non affievolita..o inibita da una visione del passato, ma nella continua percezione di una realtà in movimento...Ecco la ragione stessa per la quale sono proprio i nuovi Movimenti..ed il continuo proliferare di essi...che rendono valore..seppur inconsapevolmente.. allo scorrere del tempo!   

4 lug 2016

Referendum e legge elettorale: Altri inciuci in arrivo?



di vincenzo cacopardo

Quello del doppio ruolo rimane un difetto di questa strampalata democrazia!..Un difetto che in tanti non riescono a avvertire! Il fatto che negli altri Paesi europei si possa farlo non esclude che possa essere sbagliato in un Paese come il nostro che vive un difficile periodo di riforme costituzionali e che proprio per il suo stesso ordinamento politico istituzionale.. non potrebbe mai dettarsi come metodo per imporre soluzioni semplificate….

Dopo la mazzata alle elezioni amministrative, i dem chiedono al premier di lasciare il ruolo all'interno del partito. Ma pare che l' ostinato Renzi non ci pensi nemmeno..definendo ogni discussione in proposito “lunare"....E da qui il solito ritornello esterofilo che nel resto dell'Europa il capo di un Partito di maggioranza è anche premier, ribadendo che solo in Italia non è stato così per anni...etc..etc.. Potremmo azzardare che è proprio per questo enorme difetto che oggi si è facilmente capaci di imporre assurde riforme costituzionali a suon di maggioranze costituite da ricchi premi e continue fiducie!...Bella impresa..chiunque ne sarebbe capace...se non fosse che questa si può solo definire una enorme anomalia! Una alterazione grande come una casa messa in evidenza da tempo da questo Forum.. che in tanti non vogliono vedere o che non riescono a percepire. In barba a qualunque principio democratico che soprattutto nell'entourage del governo non si vuole..di proposito..considerare..

E' strano che un Partito storico che si definisce ancora tale.. non abbia la sensibilità di percepire l'importanza di insistere in profondità sull'argomento del doppio ruolo e dei pesanti conflitti che vi girano intorno..Un Partito rimasto ancora stordito ed appeso alla comunicazione di un segretario Premier che lo condiziona per mancanza di personalità capaci di mettere in evidenza questo ignobile meccanismo che genera contraddizioni e compromessi.

Adesso.. per tanti.. l'attenzione è più spostata verso il referendum ..verso alcune proposte che potrebbero cambiare l'Italicum. Si cerca in tutti i modi di coinvolgere Forza Italia e Sel in una operazione di restyling della legge elettorale: Una proposta che preveda l'abrogazione dei 100 capilista bloccati, le pluricandidature ed un ballottaggio con liste unite. ..Un cambiamento non certo di poco conto..rispetto alla perentoria linea condotta in Parlamento fino a poco tempo fa con la presunzione e l'arroganza fuori da ogni limite! Il chè la dice tutta sull'approssimazione con la quale si è proceduto: perentori ieri sulle loro regole..morbidi e pronti oggi a capovolgerle!  

Al di là della ormai risibile figura offerta da Renzi e la sua infelice ministra Boschi..quello che oggi rimane di tutto ciò è la totale confusione ed i continui giochetti di una politica assai più misera di quella vista nel passato. Non è nemmeno da escludere che, in vista di un successo dei 5 Stelle, si cercherà di fare il possibile per convincere Berlusconi ad un nuovo patto attraverso inciuci e ricatti politici voluti per fare apparire un comodo cambiamento che in realtà non esiste. ..La strada di un Premier sprezzante e restauratore..non può più convincere coloro che hanno a cuore la democrazia del nostro Paese!



30 giu 2016

I CINQUESTELLE ALLA CONQUISTA DELLA SICILIA.


di vincenzo cacopardo
Il movimento di Grillo mira alla conquista della Regione Sicilia..Ormai vogliono vincere ovunque..Hanno la volontà e la forza di imporsi in una terra .. dove le difficoltà di certo non mancano...anzi sono moltiplicate da un imperante cinismo e dalla mentalità dell'arroganza...anche se il tutto è spesso compensato da una bellezza naturale.

Non so se saranno capaci di rimediare alle difficoltà insite nell'isola, non so se riusciranno a percepire a fondo la cultura di un popolo che spesso lascia troppo spazio all'indifferenza ed al disinteresse, non so neanche quale giudizio possano esprimere sulla storia di un'isola che di storia ne ha vissuta tanta..nè so cosa percepiscono sull'argomento dell'Autonomia, la sensibilità politica adatta, la visione del territorio, l'ordinamento di una particolare Assemblea... e via dicendo.... Certo è che fino ad oggi abbiamo visto una politica che ha giocato a vantaggio di una Autonomia con un atteggiamento di interesse personale e mai per i benefici che ne derivavano per i cittadini.

Ad oggi l’atteggiamento del Movimento 5 Stelle in Sicilia è apparso assai fievole..L’opinione è divisa tra chi..dinanzi a questa prospettiva.. pensa che le cose possano cambiare e chi, invece, temendo il peggio, continuerà a votare per i soliti schieramenti del passato. Ma in molti continueranno a restarne asettici ed a rifugiarsi nella solita rassegnata posizione che ci caratterizza.

Ma cosa hanno veramente fatto per la Sicilia i pentastellati?..Ad oggi sembra poco! La paura è che nel futuro possano dimostrare fin troppa fiducia su una loro vittoria sopra le ceneri di una vecchia politica siciliana che dovrebbe ricostruirsi attraverso i valori più appropriati..Qui..in questo territorio.. il problema è assai più vasto ed impegnativo di quello della capitale!..Per due precise ragioni: La prima e' quella di una politica territoriale costruita su un pensiero arrogante  facendo leva sull'ignoranza o su una rassegnazione..difficili da abbattere.. ..poi..quella di un programma più adatto all'isola...Una terra che si distingue per bellezza e natura...Si tratta quindi di sradicare per poi riseminare...un lavoro che necessita di pazienza, intuito, lungimiranza, conoscenza e ideazione.


Possiamo e dobbiamo sperare che arrivi un'aria nuova e diversa! Il vento delle ultime elezioni amministrative potrebbe confermare il successo del Movimento 5 Stelle, ma mai come oggi in Sicilia.. per una politica nuova.. occorre un programma innovativo e figure capaci di saperlo mettere in atto. 

La moneta che ci incastra:Una nota all'articolo di Domenico Cacopardo






La moneta che ci ha ormai incastrato

di vincenzo cacopardo

"L'unica possibilità che ci si salvi dall'effetto negativo di questa moneta unica è quella che uscissero tutti insieme i Paesi dall'Euro...Una cosa realisticamente impensabile"!


Sempre severa e anche un po' parziale l'analisi di Domenico Cacopardo quando si tratta dell'Europa e della sua moneta...E' vero che il nostro Paese ormai con le spalle al muro non può uscire con facilità e senza pericoli dalla moneta unica..e sarebbe di certo stato più utile entrarvi con un cambio decisamente più favorevole (cosa di cui in questo articolo Domenico dimentica di accennare). ..ma sta di fatto che la forbice ricchezza – povertà è aumentata a dismisura e il divario Nord Sud ancora di più.

Non si può uscire dalla moneta unica ..tranne a costo di enormi pericoli e sacrifici che i nostri cittadini (soprattutto quelli meno abbienti) non sarebbero più in grado di superare...Ma questo è dovuto ad uno strano meccanismo finanziario voluto da chi non ha mai avuto la minima sensibilità politica per l'aspetto sociale di questa Unione nel suo insieme... Di chi ancora vive sul debito pubblico dei Paesi speculandovi e facendo credere che questa sia la vera economia moderna...Altro che pensiero Keynesiano..ormai disperso dalle logiche di potere tra gli Stati! Sono le ragioni ormai conosciute.. legate ad un aspetto tecnico finanziario che non ha nulla a che vedere con l'aspetto reale di una economia che si vorrebbe per il giovamento stesso dei Paesi e che pare vincolarli in un gioco di potere...Verosimilmente..il debito fa gioco in favore dei potentati e degli Stati più forti!

Le analisi di tanti politologi e di analisti come Domenico restano ferme all' aspetto tecnico pragmatico, e sembra non vogliano mai entrare nel merito di una questione che per certi versi non pare offrire alcun beneficio ad una grossa parte di quell'Europa che rimane al traino delle economie forti..restando povera e priva di un reale beneficio economico ..nè in direzione di alcuna possibilità di crescita futura...Strano che Domenico non osservi con severità l'arretramento di un meridione (la cui storia per certi versi gli appartiene)..Un Sud privo di un piano di rilancio che non sembra mai aver interessato un' Europa che non guarda mai verso l'importanza di una vera qualità! 

Si può amare e desiderare in via di principio ogni concetto di utile unione Europea, ma è veramente difficile accettare questa odierna Europa con la sua moneta!




L'euro spazzerà via molti parassiti

 di Domenico Cacopardo 


Se cerchiamo un fatto, uno solo, per trovare le ragioni e le convenienze della presenza italiana nell'Unione europea, la risposta è facile e non ammette repliche sensate: consiste nella parola «euro». Non parliamo di vantaggi economici né intendiamo formulare un ragionamento da economisti o finanzieri. Diciamo soltanto che con l'ingresso dell'Italia nell'euro (definito da un accordo bilaterale tra Helmut Kohl e Giulio Andreotti contenente un normale scambio diplomatico: «L'Italia acconsente all'unificazione tedesca; la Germania sostiene l'entrata dell'Italia nell'euro») è finita l'epoca delle svalutazioni competitive e, soprattutto, è terminata l'abitudine di finanziare in svalutazione il consenso sociale e le spese improduttive. Insomma, è l'aspetto etico che, a mio modo di vedere, prevale sull'aspetto monetario. I cittadini degli stati che hanno adottato l'euro hanno e avranno sempre di più un criterio preciso e ineluttabile per valutare complessivamente il sistema in cui vivono: «Il lavoro è la misura del funzionamento di una società. Le posizioni parassitarie sono destinate a soccombere e a finire.»
Per noi italiani una vera e propria rivoluzione. Immaginate cosa possono pensare di una simile rivoluzione copernicana, i canari, in punkabestia, gli antagonisti, i finti forestali che affollano (e incendiano) i boschi siciliani, tutto il mondo di parassiti che si troverà sempre più allo scoperto. E la felicità dei giovani laureati, occupati in Italia o all'estero, che vedranno piano piano affermarsi i valori della professionalità e del lavoro sull'ignoranza e sull'ignavia.
Certo, questa non è l'Italia dei nostri giorni: concorsi truccati, demagoghi ignoranti, parassiti ontologici; corrotti e corruttori; mafiosi e altri criminali che appestano l'aria delle nostre città, prima fra tutte Napoli; processi infiniti; mancata informazione a opera di media asserviti; banche che erogano stipendi e liquidazioni faraonici. Ma l'Italia che verrà, quella che vogliamo per i nostri figli e per i nostri nipoti si nutrirà di questi valori, tutti connessi a una moneta unica e forte, all'interno della quale opportunità e risultati saranno garantiti dagli sforzi di tutti e di ognuno.



28 giu 2016

Europa: la paura di uscire..il dubbio di esservi entrati senza una logica sensata.


di vincenzo cacopardo
In tanti oggi restano basiti dal risultato del brexit gridando ai pericoli nascosti da una uscita da una Unione Europea. Bisogna però domandarsi quali vere ragioni abbiano spinto il pensiero dei tanti cittadini del regno Unito che non si sentono parte di una simile Unione. Si urla al pericolo dilagante di un effetto domino che possa ripercuotersi negli altri Paesi più deboli e che in realtà non sembrano ricevere un aiuto utile da parte di una Europa che rimane spesso asettica ed insensibile in alcune decisioni di strategia economica..che nulla hanno a che fare con quella reale.

Ma per quale ragione si incute tale paura ..perchè mai si esaspera una uscita dall'Europa in modo così eccessivo? Eppure è ormai evidente come l'ingresso nell'euro abbia ingiustamente svalutato la nostra moneta, come è indiscusso il fatto che il nostro Paese avrebbe dovuto preventivamente bloccare quel pesante divario esistente con le regioni del sud..Col tempo.. è anche continuata a mancare una politica europea capace di mettere mano alle soluzioni più importanti inerenti le differenze socio culturali dei Paesi uniti. E' mancata un'utile diversificazione delle problematiche territoriali..è mancata una linea per la sicurezza ed una visione più completa e complementare di uno sviluppo in comune.

La politica vi ha messo la sua!...Quando nel passato si costruirono le basi per un'Europa.. i sistemi politici degli Stati membri seguivano per lo più la via del proporzionale, dopo circa sessant'anni i sistemi si sono trasformati quasi tutti in maggioritari e lo stesso parlamento Europeo insiste su una politica innestata su due grandi partiti (popolari-socialisti). Una interpretazione politica limitata..divisoria e restrittiva..una visione settaria.. .. tendente a spaccare e non costruire in modo politico una difficile unione di culture..Un modo di procedere forse..spedito..ma non qualitativamente efficace e sicuramente suscettibile a continue reazioni ampiamente dimostrate dal moltiplicarsi dei movimenti populisti.....Questi sono i moderni sistemi che oggi si vogliono e che.. in certo modo.. non potranno mai aiutare lo sviluppo geopolitico di una Europa che non la si vorrebbe contrastare, ma che non manca occasioni per farsi odiare.


E' chiaro che nel caso della nostra Nazione..il Paese rimane con le spalle a muro ed opti, suo malgrado, per una sua permanenza in Europa..Il tutto si è ormai trasformato in un chiaro ricatto! La circostanza è resa più forte dal fatto che, a differenza che per il regno Britannico, vi è una moneta comune che aumenterebbe i nostri rischi. Intendiamoci...rischi legati ad un aspetto economico tecnico finanziario che non ha nulla a che vedere con la nostra economia reale.. ricca di una particolare qualità. La finanza e la moneta condizionano perchè chi ha il potere economico ha sempre voluto così! Non è neanche difficile pensare che alcuni Stati si augurino che l'Italia possa restare appesa al filo di un debito a vita, poiché la sua genialità... la sua qualità manifatturiera e le sue bellezze.. incutono ancora paura.




Lo “storytelling” e la esposizione ipocrita della narrazione politica


di vincenzo cacopardo
Adesso...nel linguaggio politico moderno.. va di moda la narrazione, anzi per dirla all'inglese..(come si è uso fare) lo “storytelling”. Mai come in questo periodo storico politico del magico giglio renziano ..la narrazione pare essere entrata a far parte comune dell'attività politica...e ..quasi d'obbligo .. trasmessa in termini britannici. 

Ma cos'è questa narrazione? La narrazione è un congegno percettivo attraverso il quale l'uomo conferisce senso e significato al proprio modo di sperimentare delineando regole interpretative di eventi e circostanze sulle quali si costruisce quella conoscenza che orienta il metodo dell'agire. Si sostiene infatti che le esperienze umane non rielaborate attraverso il pensiero narrativo non producono alcuna conoscenza funzionale al modo di vivere in un contesto socio-culturale restando solo semplici accadimenti ed eventi senza alcuna relazione e senza alcun significato. In realtà nulla di nuovo, ma oggi la narrazione in politica.. intende avere la funzione di voler innescare processi di interpretazione sui fatti.

Renzi ha voluto costruire il proprio successo sul ricambio (rottamazione) della classe dirigente e la proposta di riforme innovative per il Paese. Ha costruito una sorta di "strumento" e qualcuno ha interpretato questa sua narrativa come quella di chi è portatore di "contenuti diversi": Un "fine"..il suo..usato senza i giusti mezzi ed anche con scarsi risultati! La sua figura, ancora oggi, cerca di tenere insieme contenuti e metodo..ed è ciò che gli conferisce autorevolezza e lo sostiene nella popolarità. Ma la sua narrazione in realtà rimane banale: Lui ritiene di essere l'unica speranza e gli altri i gufi ed i rabbiosi..In realtà appare più un restauratore che un rottamatore..di sicuro non certamente un innovatore!


Qualcuno (come me)  ritiene che la variabile del tempo non è mai indifferente nell'azione politica. Oggi..proprio il tempo spinge chi punta sul metodo a non essere completamente soddisfatto dell'azione di Renzi, mentre chi tende a rimanere fermo nel sistema.. ha visto in lui la possibilità di una proposta innovativa moderna osservando soddisfatto solo il numero di riforme che mai un altro governo nella storia repubblicana era riuscito ad approvare in così poco tempo.


Ma la narrazione di Matteo Renzi appare volutamente incompleta ed in certi casi può divenire persino avventata: Basta rendersi conto dei fallimenti prodotti dal bipolarismo e dai sistemi maggioritari che lui e la sua ministra Boschi cercano di imporre al solo fine di premiare una comoda governabilità..mortificando ogni altro principio di vera democrazia. Dove sta quindi quella narrazione propositiva ed equilibrata?


Ma su quale esperienza si basa il pensiero narrativo di Renzi? Rileggendo la storia politica di questi ultimi vent’anni, non può sfuggire a chiunque l’inconsistenza di una politica nazionale che sembra aver dormito e messo le radici sui palazzi del potere.. senza alcuna vera capacità di intuito lungimirante: L’ingresso in Europa ci ha poi obbligato ad un necessario ordine politico per una più utile e sicura posizione in seno alla stessa Comunità. Negli anni a seguire..i due poli (destra–sinistra)..hanno continuato a scontrarsi sui diversi principi..alternandosi e contrapponendosi con sempre maggiore forza. Questa lotta alla difesa delle rigide posizioni ha finito col rendere ancora più difficile una equilibrata ricerca delle riforme. L'ingresso di Renzi e la seguente narrazione da lui condotta... sembrava voler metter una definitiva pietra sopra queste esperienze, ma ha solo nascosto le vere ragioni che hanno costretto la nostra politica: Una dipendenza politica internazionale che ha finito con l’incidere molto più sulla governabilità…che sulla politica del Paese nel suo complesso, una governabilità che si è sempre desiderata stabile come presupposto essenziale per una più ricercata “unione di economie”.


In realtà le riforme di Renzi non rispecchiano per nulla quel necessario equilibrio poiché partono da principi errati... e la sua.. quindi.. non può che essere una narrazione ipocrita più che costruttiva..i cui risultati non tarderanno ad arrecare ulteriori difficoltà.