2 dic 2016

Gli italiani costretti al voto referendario




Ormai sembra che si sia detto di tutto e di più su questo referendum! Si resta appesi ad un imprevedibile risultato in considerazione del fatto che non vi è alcuna certezza su una vittoria..Forse è più facile prevedere un quasi pareggio!

Comunque andrà a finire..una cosa è certa! Per le strade dopo qualche tempo la frase convenzionale sarà: Te lo avevo detto io..era meglio votare diversamente!.

Il risultato.. quale esso sarà.. non renderà una vittoria al Paese Italia che, oltre ad avere impiegato mesi in una discussione di cui tanti ancora non percepiscono importanza, conoscenza e chiarezza, dovrà ricominciare a costruire una solida e funzionale politica che, in vero..da decenni non si scorge più.

Questa consultazione è qualcosa che si è voluta quasi prepotentemente per fini che si potrebbero anche intuire:Una materia che si sarebbe dovuta trattare in sede parlamentare attraverso una opportuna ed apposita Assemblea Costituente.

Ma i cittadini sono dovuti intervenire e forse in tanti avranno almeno potuto prendere meglio conoscenza delle regole.. dei contorni e dell'importanza di una Carta fondante!

Possiamo solo augurarci che..al di là di ogni prepotenza voluta dal governo per questa consultazione... costringendo una popolazione, già stremata dai propri problemi, si possa votare in un clima sereno e senza imbrogli che potrebbero evidenziarsi come un'ultima sortita per chiudere un quadro già reso pesante.

Il sindaco d'Italia e la sua visione ristretta


di vincenzo cacopardo

«Ho 41 anni, sono un boy scout della provincia di Firenze, , non sto qui a scaldare la seggiola. In Italia vedo tanti ostacoli. Domenica si vota su questo e con il No le poltrone restano le stesse. Il sistema politico, la Casta, resta lo stesso!». La solita nenia del nostro Premier ..al quale tutto si permette.. persino di dettare in corso di un referendum (a due giorni dal voto).. una scheda da inserire sul metodo di votazione dei senatori..per la quale servirà una apposita legge.

Lasciatemi dire...si vedrà ..si potrà ..si cercherà ..ci si impegnerà..sono tutti verbi al futuro che lo scaltro sindaco d'Italia usa di continuo per incantare il suo popolo. Ma..al di là delle promesse continue e della sua incontinente comunicazione...il suo modo di leggere la politica Nazionale rimane limitato a quella di un primo cittadino di un capoluogo: In sostanza Renzi immagina che la nostra Nazione possa amministrarsi come un grande Comune dove..nella sua persona di Sindaco nazionale( con i poteri simili a quelli che un sindaco detiene in una città)..possa essere lasciato libero ed in grado di fare ciò che vuole.

Questa appare essere la sua interpretazione della politica di Stato

Ma la visione ed il lavoro di un Sindaco non potrà mai essere simile a quella di un capo di Governo dove.. per Costituzione.. il sistema rimane di tipo Parlamentare e dove il fulcro stesso delle decisioni deve svolgersi all'interno delle Aule. Inoltre sono del tutto imparagonabili.. sià il lavoro.. che le stesse scelte politiche di un intero Paese con quelle esclusivamente amministrative di un Comune che necessita di provvedimenti immediati per i servizi di una città.

E' proprio questo modo di leggere la politica tendente a non dividere compiti e mansioni diverse che sta condannando il nostro sistema! Un sistema che trova solo e soltanto comode soluzioni pretendendo di costruire governabilità attraverso azioni dall'alto in uno stato del tutto confusionale!

Questa visione politica ristretta, (ma anche assai provinciale) è quella che Renzi porta avanti dal primo momento della sua apparizione in seno ad una classe politica debole non in grado di metterla a nudo..all'interno della quale riesce ad emergere con facilità! Il suo modo di interpretare la politica è estremamente sintetico e semplificativo...perchè deve portare solo ad un immediato risultato ..qualunque esso sia!...Insomma: “Fare.. anche a costo di penalizzare una qualità ed una logica più utile alla funzione della politica”!

Il suo è un modo di ragionare solo in termini di operatività! Il chè rende autoritario lui ed il sistema che vorrebbe costruirsi attorno edificato proprio sulla stessa casta che vorrebbe contrastare!

La politica necessita certamente di soluzioni, ma anche di scelte da operare attraverso una ricerca appropriata che la possa rendere operativa anche in termini di funzionamento, rispetto sociale ed equità..ben più impegnativo che quello di trovare frettolose soluzioni di metodo che poi cozzano con il merito stesso!
Il modo ristretto di guardare alle soluzioni della politica di Renzi è sicuramente simile a quello di un Sindaco ed.. in questa sua visione.. egli insiste per trovare leggi elettorali maggioritarie che possano tagliare e dividere le opinioni al solo beneficio di fare per risolvere nell'immediato, ma senza mai considerare la qualità intrinseca e quindi anche i naturali processi negativi che potrebbero derivare in una visione più lungimirante!


La sua mentalità ristretta rimane e rimarrà sempre quella di un primo cittadino, ma non certamente quella di un vero statista primo ministro di un governo funzionale ed avveduto! 

"Il recupero dell’onestà intellettuale" di Paolo Speciale


I fiumi d’inchiostro sul referendum costituzionale confermativo del 4 dicembre prossimo sono già oltre la piena di qualche giorno fa: ci si è in massa spesi, con tutti i mezzi oggi a disposizione, in ogni possibile interpretazione e dissertazione, ciascuna delle quali retta da questa o quella ragione. Si tratta della terza consultazione popolare di questo genere nell’Italia repubblicana, cioè dal 1946 ad oggi, e questo rende senz’altro più mediatico l’evento, decisamente raro e proprio per questo da molti definito una “occasione”. Una occasione per cambiare, ovvero per conservare, ovvero per esercitare un diritto tutelato dalla stessa Costituzione oggetto delle modifiche già apportate dal Parlamento ed ora sottoposte al voto popolare; un’occasione per modificare i ruoli, le competenze di ciascun organo elettivo ma anche e soprattutto le modalità di esercizio del potere legislativo; per non parlare di quello esecutivo che, a detta di molti, trarrebbe una particolare “forza” in caso di vittoria del “sì” tale da turbare gli equilibri di garanzia democratica che hanno ispirato i cosiddetti “padri” nell’immediato dopoguerra. 
Ma procediamo con ordine: gli appuntamenti ai quali il Governo e soprattutto le forze di opposizione non si sono ancora presentati – e sono già in grande ritardo – sono due: la controriforma del sistema pensionistico dopo i devastanti effetti della legge Monti – Fornero e la definizione di una nuova legge elettorale che potesse conciliare il diritto della maggioranza di governare con quello della minoranza di opporsi costruttivamente, non escludendo aprioristicamente una rivisitazione - invece opportuna - del principio di proporzionalità; e questo senza invocare impropriamente il rischio di connessione tra essa ed il ritorno alla sempre temuta “instabilità”, o almeno di quello che oggi ne è rimasto. Cioè del timore di tutti i governi sin qui succedutisi negli ultimi venti anni, effetto di quel mancato appuntamento di riforma del sistema elettorale, una insidiosa omissione che ha di fatto reso paradossalmente il Senato la vera ed unica opposizione al Governo nell’esercizio della sua funzione di indirizzo politico, a causa dei numeri sempre risicati. E’ da qui che sono nati i “necessari” trasformismi verdiniani ed altri mostri politici di dubbia natura. E’ da qui che si reso “necessario” per chi governa aggirare l’ostacolo con il depotenziamento funzionale di Palazzo Madama tramite la adozione di una legge costituzionale che oggi siamo chiamati a giudicare nel merito; un depotenziamento troppo facilmente equivocabile con il millantato “superamento” del bicameralismo paritario, complice una informazione di scarso livello intellettuale ma purtroppo di facilissimo ed agevole impatto consensuale a livello popolare. 
E’ da qui che si è generata una pericolosa confusione tra la politica “costituzionale”, dove le larghe intese sono indispensabili, e la politica “contingente” del governo Renzi: entrambe sono impropriamente confluite in un processo identitario che si è avviato presso la pubblica opinione, che in percentuale più che sensibile non sarà pertanto ispirata, nel segreto dell’urna, da una imprescindibile onestà intellettuale, quanto piuttosto da beghe partitiche e populistiche che renderanno ancora di più i “padri” del 1946 unici ed inimitabili. L’esecutivo si assuma dunque la responsabilità di aver scelto la porta più larga ed agevole – eppure ingloriosa per il Senato – per rendere più agevoli i passaggi parlamentari delle leggi di sua iniziativa ed i cittadini si impongano responsabilmente di non prescindere da queste preliminari valutazioni prima di usare la matita sulla scheda elettorale.
Paolo Speciale


1 dic 2016

Cambiare per non cambiare..


QUEL TRENO SBAGLIATO DEL CAMBIAMENTO
di vincenzo cacopardo

C'è forse una cosa che può essere peggiore di quella di mettere un segno sul SI sulla scheda referendaria..ed è la condotta subdola dei tanti che si nascondono ancora dietro quel “preferisco non dirlo”..E' un po' simile al modo di ragionare di quei politici che affermano” meglio questo che nulla”.

Siamo entrati diverse volte nel merito pasticciato e nel metodo poco ortodosso con cui si pretende di incidere sulle regole fondanti della nostra Carta costituzionale. Ma più ci riflettiamo.. più siamo convinti che, abusando nel criterio nel mettere mano ad una falsa demolizione di un bicameralismo paritario, in modo poco opportuno ed altrettanto poco legittimo, sono riusciti a far ergere un muro più forte e deciso a difesa della Costituzione vigente: Come se tanti cittadini si fossero di colpo ricordati quanti benefici ha portato un sistema di regole sul quale abbiamo investito per anni il nostro processo in difesa di una democrazia: Regole che bisognerebbe di certo migliorare e rimodernare con utili..seppur determinanti..riforme funzionali.. ben diverse da quelle che si vogliono imporre!

Il cambiamento voluto da Renzi.. spinto da parole retoriche come “paludi e galleggiamenti” “distruzione e catastrofismi” non può riuscire a convincere: Se in tanti voteranno SI..lo faranno soprattutto per la forma di mitizzazione nei confronti del determinismo mostrato dal Premier riconoscendogli, in realtà, più furbizia che intelligenza politica...quella furbizia che al popolo ancora tanto piace! Una sorta di reazione animosa ad un NO fondato su principi di inopportunità mossi da un governo formatosi da un Parlamento non legittimato e da considerazioni di merito... oltre che dalla confusione di normative ancora non definite!

Affermare che il problema della politica si fondi su un deficit delle regole della Carta fondante è un stupidata! Siamo ormai tutti certi che non sono le regole ed i valori che mancano alla Costituzione, ma il saperle mettere in opera. Non mancano leggi, anzi sono persino troppe, manca di sicuro il saperle far funzionare e farle rispettare! Soprattutto nell'ordinamento politico i cambiamenti di principio non sembrano assolutamente essere quelli che si vorrebbero imporre con questa riforma costituzionale. Si potrebbe pensare che tutto ciò sia un bluff per dare a Renzi vantaggio e rendergli giustificazioni. Un Bluff sul quale purtroppo in tanti oggi cadono!

In realtà è come se avessimo perso un treno per raggiungere quel traguardo per riformare in modo funzionale e democratico una Costituzione...Questo è oggi acclarato proprio dalle parole dei tanti politici che propongono quel SI insistendo con la retorica frase :“meglio questo che nulla”! Una frase che la dice lunga sulla superficialità con la quale si pensa di poter riformare una Costituzione...Insomma pur consapevoli di aver preso il treno sbagliato.. procedono comunque e prepotentemente sul percorso errato!

IL CNEL POTRA' DAVVERO ESSERE ABOLITO?



Cosa è in realtà il CNEL..quali ruoli svolge ? Molti cittadini non hanno ancora chiaro il suo compito e si formano un pensiero solo in base al risicato risparmio promesso dalla riforma. Ma andiamo a vedere il suo compito e se è veramente possibile sopprimere questo Organo previsto dall'art 99 della Costituzione!

di vincenzo cacopardo

Il Consiglio svolge la sua attività di consulenza elaborando pareri, su richiesta del Parlamento, del Governo e delle Regioni e predisponendo, di propria iniziativa, testi di osservazioni e proposte sulla legislazione in itinere, sui maggiori temi della politica economica, del lavoro e delle politiche sociali, dell'ambiente, delle reti ed infrastrutture, delle politiche europee e internazionali; nonché predisponendo rapporti periodici, studi e indagini sui temi dell'andamento della congiuntura economica, del mercato del lavoro, della contrattazione, dell'immigrazione e della lotta alla criminalità.
Il Cnel implementa e gestisce l'Archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro, curandone la conservazione e rendendo disponibile la libera consultazione dei testi contrattuali all'utenza esterna. L'Archivio raccoglie gli accordi di contrattazione collettiva, nazionale e integrativa, sia del settore privato che del settore pubblico, depositati a cura delle parti stipulanti, nonché gli accordi interconfederali del settore privato, gli accordi governo-parti sociali e i contratti collettivi nazionali quadro dei vari comparti pubblici.
Il Cnel cura inoltre la realizzazione di alcune importanti banche dati, quali la banca dati sull'immigrazione, la banca dati sul mercato del lavoro, la banca dati sulle statistiche territoriali, nonché la banca dati sulle professioni non regolamentate.

Secondo una intervista di Libero all'attuale presidente del CNEL Delio Napoleone ..sembrerebbe quasi impossibile sopprimere questo Organo che pare essere presente anche in altri Paesi e che, per trattato internazionale, dovrebbe continuare a sussistere. In pratica sia che dovesse affermarsi il SI o vincere il NO..in ambedue i casi sarebbe inattuabile poterlo sopprimere. Il Cnel durerebbe in ogni caso travestito sotto altra forma: Renzi potrà solo preoccuparsi di provvedere a cambiargli nome e o una dargli una forma diversa. Sappiamo comunque di certo che il personale oggi esistente nella struttura sarà sostenuto da un altro Organo!

L'operazione pare tanto somigliare a quella delle Provincie ed Equitalia.
Se davvero le cose stanno così..sarebbe forse una delle più dequalificanti operazioni proposte con la solita sceneggiata del risparmio!

29 nov 2016

Con il SI.. si ritorna al Nazareno ?

di vincenzo cacopardo

Una domanda lecita che in tanti oggi si pongono

Nel quadro della politica nazionale una cosa sembra essere condivisibile: Se Matteo Renzi vince col Si..rimarrà Premier, ma rischierà di spaccare il suo Partito..Se dovesse perdere il referendum col NO... è più facile immaginare una sua uscita da capo del governo ed una sua tenuta a capo della segreteria del PD che in tal caso avrebbe migliori possibilità di ricucirsi.

Proviamo ad immaginare la prima..ossia la vittoria del Si!
Gran successo..aumenta la sua prepotenza e la determinazione ..diventerebbe padrone assoluto della politica nazionale.. rimarrebbe dominatore all'interno del PD, ma...pur lasciando fortemente aggregati i suoi fedeli accoliti, rischierebbe di perdere al suo interno una buona parte di forze.

Nella seconda ipotesi della vittoria di un No
E' più facile pensare che una figura come la sua avrebbe bisogno di farsi pregare abbondantemente per restare al suo posto di governo, ma si può anche percepire che, dopo la dolorosa lezione, potrebbe abbassare le penne all'interno del suo Partito. In questo caso il suo Partito potrebbe riuscire a ricomporsi..cambiando qualcosa.

Nel caso della vittoria del Si è anche facile immaginare un maggior avvicinamento di Verdini e le sue truppe ..e forse persino di Berlusconi, per un eventuale Renzi bis...andandosi così a ricostruire una sorta di nuovo Nazareno. In tal caso ci sarà tempo e nessuna fretta per una nuova legge elettorale che verrà cambiata sotto la direzione comune di costoro.. sempre a beneficio di una possibile alleanza che garantirebbe quella consueta politica di stabilità costruita su patti e garanzie personali in seno ai Partiti.. fuori dal Parlamento

Un ritorno al recente passato?

Il nuovo possibile piano per ricucire il Nazareno.. non può cogliere impreparati i più avveduti esperti nella politica dei giochi e delle subdole alleanze della politica nazionale: Un Berlusconi ormai troppo anziano deve proteggersi dalla politica di falsa rottamazione ed ipocrita innovazione guidata da Renzi che potrebbe finire con l'investire anche le sue aziende. Per tenersi ancora a galla politicamente si potrebbe riaggregare, ben simulato, con le poche forze rimastagli a quelle del partito dello spavaldo leader fiorentino garantendo stabilità ad un governo: Se Verdini si svela apertamente..Berlusconi sembra doversi proteggere da una posizione difficile che.. da una parte lo vede alleato con Salvini e la Meloni..e dall'altra lo obbliga a lasciare aperta una porta in attesa del responso referendario!


Il SI rischierebbe fino alla fine della legislatura di riportare la politica ad una sorta di gioco dell'oca dove si ritorna al punto di partenza precedente ..Si torna ad un passato dove si inciucia.. in un luogo dove si trama la politica e si potrebbero mettere a punto quelle riforme costituzionali ancora oggi poco chiare in forza dei Partiti di maggioranza.. senza nessuna attenzione per le minoranze che contano sempre meno di niente. In questo controverso quadro che avanza.. i dati odierni dei consensi ai Partiti sulla politica nazionale potrebbero mettere in luce, ancora una volta, la defezione di una consistente parte della popolazione. In ogni modo tutto si farà per escludere dai giochi lo spauracchio del Movimento di Grillo!

28 nov 2016

Responsabilità di un referendum

di vincenzo cacopardo

Per i tanti cittadini titubanti del nostro Paese che non sanno esattamente cosa e come votare al referendum ..Gente che è ormai nauseata nel dover prendere una decisione in proposito circa la conferma di una riforma voluta da Renzi...si può provare a spiegare loro con poche parole il perchè si ritrovano a volte a doversi dividere persino in un'amicizia o in una parentela per via di un SI o un NO!
L'aver creato tutto ciò.. mettendo in questa difficile posizione i cittadini italiani, spaccando un Paese nella complessa e ponderata scelta, obbliga gli stessi ad uno studio approfondito che in tanti non vogliono affrontare.. per il tempo da dedicare e per evitare litigi ed incomprensioni. 

Questa realtà è tanto vera ..quanto amara!

In vero questa articolazione sul cambiamento delle regole costituzionali si sarebbe dovuto lasciare in seno ed alla alta responsabilità di un Parlamento attraverso un dialogo che avrebbe dovuto rispettare la maggioranza dei due terzi dell'Aula (così si approva una riforma costituzionale) evitando che si giungesse ad un tormentato referendum confermativo da parte dei cittadini sulle regole della Carta fondante.In altra maniera si sarebbe dovuto abbandonare.

La responsabilità di tutto ciò ricade sicuramente sul governo e più direttamente sulla Ministra Boschi che ha imposto il suo ddl a forza di maggioranze arrisicate e non condivise, in tal modo creando questa situazione. Una spaccatura nel Paese che, al di là di qualunque vittoria, potrebbe in seguito aggravarsi.


I tanti cittadini che oggi si lamentano per via del fatto che non si ritengono esattamente preparati o anche indecisi e confusi, troveranno una precisa responsabilità proprio nell'attuale governo che ha preteso in un Parlamento (tra l'altro non legittimato) di incardinare uno scontro su una lunga serie di riforme col rozzo metodo di una maggioranza arrangiata guidata da un Premier capo di Partito..portando quindi la popolazione ad uno scontro duro su un Si ed un NO. 

LA SINDROME DEL 4 DICEMBRE


Un allarmismo che sembra non aver fine! Ma la domanda è sempre la stessa: Cosa c'entra tutto ciò con la nostra Costituzione?
di vincenzo cacopardo

FONDAMENTALE FAR COMPRENDERE A TUTTI I CITTADINI CHE IL REFERENDUM COSTITUZIONALE E' CONFERMATIVO ALLA RIFORMA BOSCHI..QUINDI IL NO NON PROPONE NULLA.. AL CONTRARIO DI UN SI CHE CONFERMA!  DIRE CHE CON IL NO SI PROPONE QUALCOSA..E' UN ERRORE CHE FA COMODO AL SI! SBAGLIATO INOLTRE PENSARE CHE IL NO POSSA SOMIGLIARE AD UNA POSIZIONE CONSERVATRICE..RIMANENDO SOLTANTO OPPOSTO AD UNA CONFERMA!

I quotidiani economici continuano nella tempesta che potrebbe arrivare se il NO prevalesse: Un inarrestabile uragano che travolgerebbe irrimediabilmente il nostro sistema economico. Ma mi domando perchè? Visto che nulla cambierebbe rispetto al giorno prima e tanto, invece, potrebbe succedere se vincesse un SI.

Sono proprio questi impetuosi ed improbabili cambiamenti che, oltre a spaccare un Paese, rendendolo molto più instabile, manifesterebbero incertezza al mercato mettendo in vera preoccupazione un sistema finanziario, sebbene questo si presenti sempre più iniquo e ricco di astrusi parametri.

Si parla ripetutamente di Banche in difficoltà per gli asset ..compreso il discusso e risorto Monte dei Paschi di Siena che, secondo il Financial Time, potrebbe fallire nel suo processo di risanamento.. mettendo in crisi il mercato stesso di altre Banche! Ma la domanda è sempre la stessa: Cosa c'entra tutto ciò con la nostra Costituzione?
Dobbiamo quindi pensare che ci sono altri motivi..interessi diversi..Forse quelli di poter dominare su una governabilità rendendola nel futuro più comodamente manovrabile a beneficio di speculazioni finanziarie?

Chi avrebbe mai impedito a Matteo Renzi di continuare ad operare le altre sue riforme secondo il suo comune metodo... ovviando da una infelice riforma Costituzionale sulla quale sembra imporsi quasi con capriccio e pervicacia?
Qualcuno diceva che a pensar male ci si indovina..certo è che se le cose restassero come sono... nulla cambierebbe in termini di incertezze..come al contrario.. con un Si..tra norme transitorie ancora da definire, legge elettorale ancora aleatoria, confusione tra le nomine delle diverse regioni e possibili ulteriori pasticci, si potrebbero accavallare ulteriori problematiche e lungaggini con incertezze che potrebbero rendere maggiore svantaggio e disorientamento sull'andamento economico finanziario del Paese.


27 nov 2016

"un NO in difesa della nostra isola"


Un nuovo incontro con Alfio Di costa fondatore di un Movimento regionale che in Sicilia guarda alla protezione del territorio e dei suoi valori
divincenzo cacopardo

Si parla oggi di nuovi movimenti autonomisti ed indipendentisti che fioriscono in Sicilia, ma sembra che in tanti ci snobbino ..forse perchè si accorgono di quanto in realtà noi.. col nostro impegno.. valiamo!”
Il 4 dicembre andremo a votare NO invitando i propri sostenitori e simpatizzanti a Votare No al Referendum Costituzionale 


Le TV e le radio pubbliche non ci invitano : Noi non possiamo che sottolineare criticamente il loro comportamento ed andremo avanti con la forza che ci ha sempre accompagnato. Nessun esponente del Movimento Insieme Si Può è stato invitato nelle Radio e nelle TV pubbliche per discutere sulle ragioni del NO... eppure Noi siamo fra i più seguiti nei Social. Ci domandiamo perchè? Siamo per il NO per difendere la democrazia, perché se associamo la riforma Costituzionale all'Italicum ci accorgiamo di quanto i soliti Partiti si approprino con facilità di una maggioranza relativa che controlla tutto e nomina tutti.


Gli domando se il suo No è supportato anche da altre ragioni o solo da una ripicca contro il Governo nazionale ed il suo Premier. Se vi sono altri motivi in difesa del popolo siciliano che potrebbero non scorgersi..


Voteremo NO al referendum anche per difendere la nostra Sicilia che è da sempre stata depredata a favore delle regioni del Nord e perché la rappresentanza della Sicilia è di un senatore ogni 800 mila abitanti rispetto ad altre rappresentanze è fortemente penalizzante. Difenderemo il Nostro Statuto Speciale che è una risorsa importante verso la normalità ed un futuro possibile per Noi Siciliani. La riforma intende portare le decisioni a livello centrale su Roma dimostrando ancora una volta nessun interesse per noi Siciliani.”

Quando parla e si intrattiene con me, l'ingegnere Di Costa, sembra essere un fiume in piena ...E' amareggiato per le continue sofferenze che questa sua Isola deve ancora sopportare. Parla degli ultimi avvenimenti che a causa del maltempo hanno colpito ripetutamente la provincia agrigentina facendo finire sott'acqua Ribera.. Sciacca e Licata.

“Giusto a proposito di fiumi in piena...Qui..in Sicilia sono rimaste quasi isolate comunità, a causa dell’interruzione delle strade legata allo straripamento dei fiumi. Oltre dieci paesi isolati...ci rendiamo conto? Fiumi esondati che in poco tempo hanno travolto le cittadine creando disagi notevoli ..lasciando quella popolazione isolata non potendo nemmeno raggiungere gli ospedali. Alcune strade sembrano persino essere scomparse... è stato tutto divelto e distrutto fortunatamente senza conseguenze per le persone. Anche la circolazione ferroviaria è stata sospesa!.Mi chiedo quindi se ancora nel 2016 possiamo sopportare tutto ciò nella nostra bella isola. Per noi sono situazioni intollerabili! Forse dobbiamo aspettare ancora trenta o cinquanta anni per poter avere un minimo di difesa contro questi avvenimenti naturali, ma devastanti ?

Nel suo dialogo si scorge quasi un senso di disdegno per chi nel passato non ha operato in favore della messa in sicurezza del territorio siciliano, sia sul piano politico regionale.. che su quello di studio e di prevenzione dovuto anche al governo...Di Costa se la prende anche con i Media che tendono a nascondere in tutti i modi un certo consenso verso il Movimento INSIEME SI PUO' e che mostrano pochissimo interesse per diffondere il suo messaggio che oggi nel territorio regionale cresce in forte ritmo in difesa di prevenzione ed infrastrutture.

In questi ultimi mesi nella nostra isola abbiamo potuto constatare il crescere di nuovi Movimenti indipendentisti costruiti nel territorio da personalità già legate alla politica del passato..che ignorano ogni aspetto di vera innovazione e che presentano programmi poco chiari definiti su una generica indipendenza. La nostra immagine è diversa! I nostri ideali sono differenti, le nostre idee, il nostro approcciarsi alla popolazione! Noi non ci leghiamo e non ci legheremo mai a figure del passato che hanno solo depredato il nostro territorio dimostrando una insensibilità politica e sociale oltre ogni limite!"
"Forse ci accomuna qualcosa col movimento del Professore Costa, che offre al suo interno alcuni ideali e personalità nuove..sebbene le nostre mire restano legate ad un concetto più autonomistico che indipendentista! Insomma..la nostra mira è quella di poter costruire un confronto duro e costruttivo con lo Stato nei limiti di una Autonomia, ma anche nel rispetto reciproco con una Repubblica ".

Il Movimento INSIEME SI PUO' di Alfio di Costa comincia a costruire le basi solide della sua organizzazione avendo già fatto nascere le Sezioni di Palermo, Mascalucia ed Alcamo, tendendo ad allargarsi in tutto il territorio siciliano entro i primi mesi del prossimo anno con le aperture di Catania, Messina, Trapani ed Agrigento ed i relativi comuni limitrofi. Una operazione complessa e difficile...tenuto conto che la ricerca di Alfio Di Costa(non sufficientemente accompagnato  dai Media) non è solo quella di una ricognizione di chi sposa il suo programma, ma anche e soprattutto quella di ricercare figure e personalità capaci, competenti e moralmente integre.






25 nov 2016

L'ECONOMIST RICUSA LE RIFORME ALLA COSTITUZIONE


Motivi di opportunità e scelta maggioritaria offendono la Costituzione
di vincenzo cacopardo

Se un cittadino ritiene che la nuova riforma elettorale sia confusa e pasticciata non offrendo una funzione di miglioramento nel futuro..o peggio..riducendo meno l'efficienza delle istituzioni, viene subito tacciato dal Premier come un anti-riformatore, come un gufo disfattista che non intende mai cambiare!

Ma si dovrebbe con semplicità comprendere che il No di tanti che conoscono bene questa riforma non è per nulla una lotta a priori contro la figura del Premier...quanto una difesa contro il pensiero di chi, in modo assai aleatorio e figurativo, pensa di poter procedere verso un confuso rinnovamento costituzionale.

Il premier Renzi intende di continuo ed in modo retorico metterla sul piano del cambiamento SI o cambiamento NO..fingendo di dimenticare che in mezzo ci stanno merito e peculiarità grandi quanto una casa! E lo fa con scaltrezza, faziosità ed ipocrisia.. dato che è abbastanza furbo e sveglio per comprendere che questa radicale trasformazione, ancora poco chiara anche per via di norme transitorie e contenuti da definire, potrebbe rivelarsi un enorme pasticcio. Ma lui ama il contrasto e nelle sue assolute posizioni è fortemente divisivo!


Intanto persino l'Economist invita a respingere le riforme di Renzi al contrario di quello che si sarebbe potuto leggere!... Una voce stranamente discordante da quella che si immaginava: Col titolo "Perché l'Italia dovrebbe votare No al referendum" il giornale economico internazionale più importante, ritiene che gli italiani dovrebbero votare NO. Secondo l'Economist infatti, la modifica alla Costituzione promossa da Renzi, non affronta il problema principale, offendendo i principi democratici del Paese.
Nell'articolo si legge di un Senato che non sarà eletto direttamente ed al tempo stesso della legge elettorale e del conferimento di un potere immenso a qualunque Partito che conseguisse una maggioranza nella Camera.. con un primo ministro che avrebbe un mandato forte per i cinque anni. Ma il settimanale insiste asserendo che persino le paventate dimissioni di Renzi non porterebbero alcuna catastrofe che molti paesi europei temono. Infine non risparmia una critica diretta al Premier italiano per aver creato un clima pesante per il futuro del Paese attraverso una sorta di ricatto. Chiude affermando che Renzi avrebbe fatto meglio a battersi per le riforme strutturali, quelle del sistema giudiziario, della scuola etc...


Al di là di ciò che scrive l'Economist, motivi..tra l'altro,, del tutto condivisibili, un'altra ragione di grande importanza che non dovrebbe sfuggire... rimane quella del metodo con cui si è preteso di dare forza ad una riforma costituzionale nell'ambito di un Parlamento illegittimo ( se pur lasciato libero su un principio di continuità) che dovrebbe porre non pochi dubbi ad un Presidente del Consiglio..il quale ha proceduto con ineffabile insensibilità politica infischiandosene del necessario rispetto che si deve ad iniziative costituzionali che devono essere decise con un sistema proporzionale da tutte le forze politiche rappresentate. Un motivo di opportunità che avrebbe dovuto far riflettere un politico di Stato per ovviarvi in un momento così delicato.