19 giu 2020

DI BATTISTA E LA CRISI DEL MOVIMENTO


di vincenzo cacopardo

Si riaffaccia Di Battista, come se la sua figura fosse la soluzione di un Movimento che di errori ne ha commessi tanti: Poche idee, molte delle quali confuse e strampalate o inneggianti un moralismo sfegatato pieno di rabbia e pochi veri ideali capaci di portare un vero cambiamento alla politica...Questo si è visto in questi anni di governo!
La loro nascita fin dal principio sembrava potesse portare quel cambiamento desiderato contro la politica del passato che in realtà stava avviando il Paese allo sfascio: Se la loro irruzione nella politica era riuscita a ribaltare il tavolo di una politica vecchia, non è mai riuscita a farne nascere una nuova e veramente innovativa. Un Movimento guidato da poche figure volute dal capo assoluto Grillo che ha finito sempre col decidere tutto senza un vero riscontro con un dialogo che in ogni organizzazione di questo tipo dovrebbe potersi sostenere.

Di Battista, si era astutamente messo da parte.. presentandosi oggi con idee.. alcune delle quali valide ..ed altre molto meno fattibili, tuttavia.. malgrado ogni sforzo quello che non vuole capirsi in questo Movimento è proprio il suo deficit di base, è la mancanza di una struttura politica che possa offrire, a chi la condivide, voce in modo più democratico. Non serve oggi al Movimento un uomo di governo, manca un leader di Partito più aperto al lavoro di sostegno organizzativo: Un errore che vi è sempre stato fin dall'inizio, fin da quando il Movimento.. galvanizzato da un ampio consenso.. non ha voluto comprendere l'importanza di una struttura politica di base sulla quale costruire fondamenta ed una forte identità. Non sarebbe mai bastata una ambigua piattaforma con una richiesta di un si od un no per cambiare le cose!..Ormai da tempo il gioco sembra essere scoperto e questo Movimento malgrado l'impegno di alcuni.. è destinato a cedere parecchio consenso.

Sono mancate e mancano ancora le idee di base sulle riforme istituzionali necessarie e fondamentali per poter veramente cambiare il senso di una politica in favore di una innovazione che porterebbe maggiore efficacia ad una politica che si desidera costruttiva nel suo funzionamento: E' mancato il senso della ricerca..quello di una politica di prevenzione e di lungimiranza per rendere maggiore forza, sicurezza ed equità sociale.. per costruire quel terreno fertile attraendo i giovani verso una politica nuova che riguarda un futuro ancora molto incerto.

Si sono invece incoraggiate politiche di sostentamento dimenticando quelle di una ricrescita. Si è attuato un chiaro sostentamento verso le classi più svantaggiate facendole passare per un futuro di lavoro assai difficile da riscontrare: il reddito di cittadinanza è ormai una prova inconfutabile di tutto ciò.. poiché.. pur sostenendo la povertà.. non è per niente riuscito ad offrire il lavoro necessario che si era prefissato offrire. Certe politiche.. in realtà.. non potranno mai risuscire a costruire alcun futuro verso la crescita! Sarebbe bastato fermarsi al sussidio..di certo necessario!

Per il futuro di questo Movimento ormai in caduta.. occorre un leader che si occupi della sua struttura organizzativa e non la fatua continua ricerca di un uomo di comando per il Paese! La strada è in discesa nei consensi..e la ripresa per il Movimento è assai ardua!
Se DiBa crede di essere capace cerchi di rimettere in piedi il suo Movimento! Pensi prima alla riorganizzazione di una struttura politica in forte crisi.. prima di proporsi come una delle tante figure nuove per le idee del Paese.

11 giu 2020

REGOLARE LA POLITICA ATTRAVERSO APPOSITE RIFORME



di vincenzo cacopardo


Chi ha le risorse per una comunicazione, riuscirà sempre ad imporsi contro chi non potrà mai averle per esporre le proprie idee! Se non si riforma adeguatamente prevarrà sempre una deviante comunicazione e resteranno soffocate e precluse possibili nuove proposte!

Un’assurda contraddizione di cui il cittadino non si accorge poiché pervaso da un odio nei confronti di una generica politica che nel passato ha divorato risorse alla società. Tuttavia rimangono ancora posizioni che alcune forze politiche odierne appoggiano per interesse, tendenti ad incancrenire una vera politica democratica facendo forza sulla emotività e sull’ignoranza del cittadino comune.
Se la legge elettorale rimane un mezzo complementare per determinare una maggioranza, i Partiti restano sicuramente decisivi per la ricerca di un percorso innovativo della politica.

Il mio pensiero vede fondamentali alcune riforme con adeguate regolamentazioni da studiare (quella sui ruoli: attraverso la ricerca del loro giusto funzionamento privo degli evidenti conflitti- quella sulle candidature: attraverso specifiche primarie che tengano in conto un programma e delle idee –quella sul finanziamento dei partiti: che dovrebbe essere pubblico, ma adeguato alle spese documentate attraverso un severo controllo).

Una primaria regolamentazione dei Partiti risulta comunque prodromica a queste riforme.. poiché la stessa Costituzione Italiana riconosce il loro basilare ruolo  quando con l’art. 49, afferma che «tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere in modo democratico a determinare la politica nazionale». Tuttavia in ciò non si è mai evidenziato un vero e completo disciplinamento di queste organizzazioni di cui si avrebbe oggi fondamentale bisogno




5 giu 2020

STORIA ED ETEROGENESI DI UN SISTEMA ELETTORALE


Il Rosatellum ..meglio definito“antipentastellum”...aveva come scopo  una governabilità diversa: Era quello di escludere i nuovi arrivati e restare ancorati ad interessi partitici di parte, ha invece ottenuto un risultato contrario sfociando sulla relativa operativa dell'attuale governo di cui tanti si lamentano

di vincenzo cacopardo

La principale domanda alla quale dovrebbe trovarsi una risposta è quella del perchè l'allora PD di Renzi.. abbia optato per questo sistema elettorale malgrado lo stesso non avrebbe risolto il problema di una governabilità certa. La risposta non può che essere una sola: Perchè questa legge serviva a Renzi per salvare la sua immagine e la sua forza in politica.
D'altronde chi poteva più fare affidamento su un ex premier che dopo il disastroso risultato al referendum costituzionale non avrebbe potuto trovare altra possibilità di percorso politico in una prossima legislatura senza la forza dei suoi fedeli parlamentari rieletti? E chi.. se non lui da segratario..con questa legge..avrebbe deciso i futuri candidati? ..E quanti di questi avrebbero fatto opportuno uso del paracadute sul proporzionale?

E' indubitabile pensare che l'ex premier non avrebbe ottenuto il comando del Governo, ma in tal modo.. avrebbe di certo avuto la possibilità di sostenere una propria forza politica più che una sicurezza sulla sua stessa candidatura.

In sostanza la legge elettorale voluta da Renzi (da cui nasce l'incerto governo attuale) gli avrebbe consegnato un Parlamento in cui i due terzi (2/3) sarebbero stati scelti dai capi dei partiti! La conseguenza sarebbe stata che la nuova legge elettorale avrebbe reso difficile per il M5S, avere degli eletti nei Consigli uninominali non facendo ricorso alle alleanze.

Al di là del comodo uso della fiducia che si tende di continuo a giustificare con la sfrontata retorica de ” il meno peggio”, quello che inquietava era il fatto che Renzi.. con quel sistema elettorale.. avrebbe potuto usare (per non dire abusare) della posizione di forza in seno al suo Partito di maggioranza per manovrare i Parlamentari garantendogli di fatto la possibilità di un nuovo seggio. Infatti sul sistema elettorale i colleggi erano decisi dal governo. In questo modo era abbastanza facile credere che l'altezzoso leader fiorentino avrebbe avuto ogni possibilità di costruirsi una personale forza politica anche al di fuori di ogni suo impossibile premierato..

Anche per questo il desiderato ricambio all'interno delle Aule Parlamentari non poteva avvenire! Sarebbero rimasti seduti gli stessi..i quali..ancora volta per effetto di una nuova sentenza della Consulta (di là da venire) sarebbero persino stati dichiarati ancora una volta illegittimi. Ma che importava?. ( dato ormai per scontato che questa politica si continua a sostenere per anni sulla forza di un principio detto “di continuità” che potremmo meglio definire “di comodo” che mette la stessa Consulta nella incongruenza delle sue decisioni)
Si è sempre usato e abusato della politica in forza di principi che dovrebbero essere considerati di “limite” o di “confine” e non certo una consuetudine: -Era facile pensare che col nuovo sistema lo scopo della governabilità non esulasse per nulla dal voler ricostruire il consueto compromesso di una coalizione tra i Partiti contrapposti lasciando fuori i 5stelle.

Questa in breve la storia della nascita di un sistema elettorale in gran parte proporzionale studiato per far fuori i nuovi arrivati pentastellati e che al contrario e' riuscito a farli emergere più del dovuto. Sono passati anni..ed ancora si gioca con la politica dei sotterfugi e delle subdole manovre..per finire con i soliti risultati illogici e discordanti.
Una sorta di eterogenesi dei fini di una politica decadente dove un furbo ex premier fiorentino ha operato per puro personale opportunismo..e continua a farlo.. con le condizioni che modificano gli utili obiettivi di una buona politica di innovazione.


25 mag 2020

La debolezza dei poteri ( di Paolo Speciale)



In questo attento articolo l'amico Paolo spiega la sua analisi sulle riforme mancate della giustizia. A suo dire persino negate..anche se auspicate, che provocano un inarrestabile conflitto..non aiutando il percorso di una sana giustizia...inficiando la certezza del diritto ed in qualche modo.. responsabilizzando la politica.   
La vicenda che riguarda le intercettazioni “sfuggite” nel corso di un’inchiesta e che ha reso pubblici alcuni apprezzamenti poco diplomatici da parte di esponenti del mondo giudiziario contro l’ex ministro Salvini ripropone nel modo peggiore l’irrisolto fisiologico contrasto tra i principali attori della vita istituzionale del nostro Paese.
Ed il puntuale diffuso appello che ne è conseguito è quello di attuare al più presto adeguate riforme che possano rendere più sicuro ed efficace l’esercizio delle rispettive funzioni a ciascuno attribuite in assoluta autonomia ed indipendenza. Le “ennesime” riforme, tutte annunciate, tutte auspicate, tutte negate. Negate a chi le vuole veramente, a chi tiene parecchio alla tenuta del sistema, nella consapevolezza che la precarietà degli equilibri tra le fondamenta di esso stesso non ha mai portato nulla di buono, specie in alcune fasi temporali il cui ricordo è meglio mantenere solo per fini storici. E purtroppo non è sufficiente neanche lo straordinario permanere della efficacia e della attualità del nostro testo costituzionale a contrastare quella che preferiamo chiamare, realisticamente, la “debolezza” dei poteri.
Debolezza costituita dalla presa d’atto di quella vulnerabilità che lede l’autorevolezza ed il prestigio stesso dei soggetti coinvolti e dell’Autorità impersonale che incarnano, dando seguito ad un quasi naturale desiderio di prevaricazione reciproca, che annulla con modalità praticamente algebrica il ruolo di ciascuno.
Il caso più comune è quello che vede l’infausto quanto sinora inevitabile conflitto tra potere giudiziario e potere politico, laddove per quest’ultimo vale la pena di unificare la componente legislativa con quella esecutiva. Nel caso specifico, vi è un magistrato- già indagato e sospeso per presunte irregolarità commesse nell’esercizio delle sue funzioni nonché ex componente del CSM – che “giudica”, con termini ben lontani dai codici vigenti, un ministro – ora anch’egli non più esercente la sua funzione pubblica – conferendo telefonicamente proprio con il collega togato che lo sta inquisendo.
Ma, al di là di questo recente episodio, potremmo citare tutti gli innumerevoli simmetrici tentativi di “controllo” da posizione privilegiata di membri del Governo o del Parlamento su magistrati, soprattutto del settore requirente.
Valutando quello che si può ormai definire un vero e proprio fenomeno connesso alla natura dell’uomo che viene chiamato a ricoprire una pubblica carica, in termini politico-filosofici possiamo dire che il criterio “homo homini lupus” non ha tempo.
Ma qui ed ora è meglio lasciare isolata questa dissertazione teorica, ritornando al problema reale da risolvere. Quam remedium? L’appello al Capo dello Stato è certamente legittimo ed adeguato; e tuttavia diventa improprio quando esso ha più l’aria di una critica che attiene alla politica contingente o, peggio, di un richiamo nei confronti di quest’ultimo alle sue responsabilità.
Qualche ultima considerazione: la politica, male necessario della democrazia contemporanea, gioia e tormento di chi la esercita sia di chi la subisce che di chi se ne avvantaggia, è una sorta di piovra che contrasta essa stessa la separazione dei ruoli e dei poteri. Lo confermano le annunciate dimissioni della “componente” ANM (Associazione Nazionale Magistrati) del Consiglio Superiore della Magistratura. Infatti, si potrà far notare legittimamente ai magistrati che le correnti politiche all’interno del loro organo di autogoverno sono già di per sé qualcosa che ne altera profondamente la natura istituzionale?
Estendendo la “quaestio”, al solo fine di indurre a comune riflessione in attesa del prossimo scontro, come rendere formalmente e sostanzialmente indipendente il “giudiziario” Pubblico Ministero dall’”esecutivo” Ministro della Giustizia ?
Atteso che i magistrati dovrebbero rispondere solo al CSM, come si inquadra coerentemente e con autorevole certezza del diritto la prevista attività ispettiva esercitabile dal Ministro sopracitato? E ancora: perché si ripete spesso puntuale il reclamo della titolarità di una inchiesta da parte di magistrati e procure ordinarie allorquando la competenza di inquisire un membro dell’Esecutivo nell’esercizio delle sue funzioni è manifestamente da attribuire al Tribunale dei Ministri?
E’ la “debolezza” dei poteri (sic!).
Paolo Speciale


15 mag 2020

PENSIONI BASSE: DA SEMPRE FUORI DA OGNI RIFORMA E DECRETO


di vincenzo cacopardo

E' difficile credere in un vero impegno da parte delle forze politiche verso coloro che avrebbero bisogno di un aiuto da parte dello Stato per affrontare i momenti più difficili come quello della epidemia in corso.

Per non di meno.. il problema che qui si affronta non rimane legato al momento epidemico ..quanto alla costante incuria verso una definitiva e valida manovra necessaria per tutti coloro che percepiscono un introito tale da non garantirgli più una qualunque vita sicura. Il caso in questione comporta centinaia di migliaia di persone: uomini e donne ultra sessantenni che vivono di pensione non avendo una propria abitazione e quindi costretti ad adattarsi con le poche risorse della sola pensione..molti dei quali vincolati necessariamente ad impegnarsi in altri piccoli lavori.


LE PENSIONI SOTTO I LIMITI DELLA VIVIBILITA'
Come vivere con queste pensioni?: Potremmo porre il caso di tantissimi con una pensione di 1000 euro che.. prima dell'entrata dell'euro rappresentava una buona pensione di quasi 2milioni di lire: Si poteva vivere discretamente prima del duemila, era una pensione discreta che con la tredicesima permetteva a chi la percepiva la possibilità di un viaggio extra, o il ricambio dell'auto attraverso lunghe rateizzazioni...Con quella pensione si provvedeva al pagamento dell'affitto.. le spese per alimentarsi, le bollette etc. Non si era per nulla benestanti, ma appena..appena disposti verso una vita serena..seppur con pochi capricci in più.
Sappiamo che, oltre alla mazzata dell'Euro, con la legge Fornero del governo Monti.. molte di queste pensioni subirono l'arresto non rapportandosi con gli effettivi interessi di crescita e calcolati esclusivamente col sistema contributivo. Ma sappiamo anche che i contributi pagati negli anni precedenti avevano una consistenza ben diversi se calcolati successivamente in euro.
Volendo fare (come si suol dire) i conti della serva: -Se rapportiamo la stessa pensione ad oggi in euro ad una singola persona che vive in affitto..ci accorgiamo delle enormi difficoltà che condizionano la sua stessa sopravvivenza. - Oggi la pensione di 1000 euro viene ridotta di circa 100 euro dalle tasse (tra quelle dello Stato, della Regione e quelle Comunali). Al netto 900 euro anche pagando un affitto basso di euro 350(per altro difficile da trovare) più 50 di spese condominiali, lascerebbero a chi la percepisce 500 euro ai quali togliendo in modo stretto 120 euro di bollette gas ed elettriche..lascerebbero al pensionato appena 380 euro con i quali deve arrangiarsi per alimentarsi, pagare una assicurazione auto, spese telefoniche.. comprare un minimo di abbigliamento.. spese lavaggi biancheria,..a questi potremmo aggiungere una serie di spese extra... ma indispensabili..dalla tassa della immondizia.. alle spese per la logica pulizia della casa e la cura di se stesso Insomma..impossibile andare avanti e tutti lo sanno... soprattutto quando si vorrebbe fare un abbonamento a sky ...o a qualche palestra per mantenere sano il corpo.. o peggio quando costantemente arriva il guasto imprevisto!..Per non parlare poi delle indispensabili cure ed i medicinali per la propria salute!

Tra chi percepisce una pensione di 750 euro e chi 1000 vi sono milioni di persone molte delle quali sole.
E' inutile pensare di farcela con la sola pensione, quindi nell'allungarsi della vita, molti di questi pensionati devono per forza continuare a muoversi attraverso lavori saltuari per poter integrare la propria pensione con piccole entrate indispensabili(sempre che la salute glielo permetta). Aprire una Partita IVA porrebbe tante altre difficoltà rischiando di accumulare le entrate nell'incertezza di un lavoro non stabile e sicuro, e persino di pagare ulteriori tasse. Questa realtà viene scartata dalla visione di una politica che continua a non considerare questi fatti con l'evidenza necessaria...e cioè identificando l'extra delle entrate di questa categoria di pensionati come necessarie, ma per tutti invisibili..quindi occulte..mentre da un'altra parte si vorrebbe sconfiggere ipocritamente il nero. Ne consegue da parte di uno Stato.. la negazione assoluta di una realtà..unita ad una indifferenza ..alla quale non si intende porre alcun rimedio.

Quello che non si riesce a comprendere di tutto ciò è:

1) il fatto che su queste pensioni basse si debbano ancora pagare ritenute.

2)Ancora più grave rimane il fatto che lo stesso Stato omette di fare una netta differenza tra chi possiede una abitazione e chi no. Andando in tal modo a non contribuire maggiormente sulla base della pensione di coloro che, avendo queste entità pensionistiche, sono anche costretti a pagare un affitto.(valutazione che si sarebbe dovuta porre anche nel contesto di un reddito di cittadinanza)

Il decreto odierno per contrastare gli effetti economici dovuti dalla epidemia.. ha dimenticato completamente questa categoria di pensionati..la politica non li ha mai considerati prima nella logica di un contesto sociale normale.. ed ha continuato a non considerarli anche in questa fase emergenziale in cui è venuto a mancare loro alcuna possibilità di lavoro extra per compensare le loro entrate.

7 mag 2020

MEMORIA ED IPOCRISIA DELLA POLITICA


Sarebbe il caso di rileggere la storia in rapporto al sistema elettorale oggi in atto:- da chi a quando fu approvato.
di vincenzo cacopardo
Nel 2017 le posizioni nel Partito democratico erano variegate a seconda dell’area di appartenenza: Per i renziani..ad esempio.. vi era la necessità di
poter apportare alcune modifiche all’Italicum. Ma vi erano anche altre proposte tra cui quella di un Bersanellum o di un nuovo Mattarellum della minoranza dem e la proposta Italikos dei Giovani turchi.
Per il M5S era già da tempo depositata in Parlamento una proposta, denominata il Democratellum, un sistema proporzionale corretto. Dopo la vittoria dei No al referendum, però, chiedevano l’immediato ritorno alle urne, proponendo di votare con l’Italicum per la Camera ed il Consultellum, leggermente modificato, per il Senato. Sappiamo che il Movimento di Grillo era stato contrario alle coalizioni, ma è importante precisare che il M5s era per il sistema proporzionale con possibile premio di maggioranza alle determinate condizioni che rimanesse contenuto.
Anche Forza Italia dell'eterno Silvio Berlusconi aveva rilanciato un sistema proporzionale simile a quello tedesco. Di certo per FI nel ballottaggio previsto dall’Italicum vi erano alcuni punti critici da modificare. Il partito azzurro era tendenzialmente contrario ad un sistema maggioritario con collegi uninominali e vedeva invece di buon occhio un sistema che favorisse le alleanze e non un listone unico, per evitare il prevalere di Salvini.
Vi era poi la Lega Nord che, pur affermando di voler andare subito a elezioni con qualunque legge elettorale, avrebbe amato un sistema proporzionale puro che non favorisse imbrogli e compromessi. Per Roberto Maroni sarebbe andato bene un sistema uninominale con collegi, ovvero una sorta di Mattarellum.

Infine Per Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia era comunque necessario tornare subito alle urne, con qualsiasi legge, partendo anche da quello che era in atto, facendo le opportune modiche all’Italicum, potendo adeguare il sistema al Senato e mettendo il premio di maggioranza alla coalizione.

Insomma... ognuno aveva la sua visione, più volte confusa ..tuttavia al momento di operare una scelta..si approvò il Rosatellum. Rosato era ed è rimasta figura politica legata a Renzi..il quale era appena uscito da una tremenda sconfitta sul referendum.
Di fatto votarono si alla legge i partiti della maggioranza PD e Alternativa-Popolare, oltre a Forza Italia Lega Nord e ALA-Scelta Civica, il gruppo del senatore Denis Verdini. Hanno votato contro Movimento 5 Stelle, Articolo 1-MDP e Sinistra Italia-Possibile.
Il Rosatellum non andava giù al Movimento 5 Stelle, si pensava studiato per ostacolare la loro ascesa poiché prevedeva collegi uninominali (dove vanno bene i candidati forti e conosciuti sul territorio, di cui il Movimento non disponeva) e poi perché incentivava le coalizioni, che lo stesso Movimento non ha mai voluto fare. La legge fu abbondantemente criticata perché non prevedeva le preferenze, cioè non si poteva scegliere il nome del parlamentare a cui destinare il proprio voto.

Oggi si sentono discorsi più disperati che disparati su questo sistema elettorale votato democraticamente, da parte di soggetti oggi in minoranza parlamentare!.. Sono chiacchiere su un sistema elettorale che lasciano sbigottiti per l'ipocrisia e la mancanza di memoria: L'impianto della legge, identico.. a meno di dettagli.. alla Camera e al Senato, si configura come un sistema elettorale misto a separazione completa: Ma il 61% dei seggi (rispettivamente 386 e 193) viene ripartito proporzionalmente tra le coalizioni e le singole liste che abbiano superato le previste soglie di sbarramento nazionali.
Forse non è ancora chiaro che questo sistema (a differenza di un sistema bipolare fondato su prevalenza maggioritaria) consente ad un governo di restare in carica fino a quando non è più sostenuto da una maggioranza. Ma c'è di più:- Tale maggioranza può anche trasformarsi nel corso della sua governabilità, poiché se uno dei partiti di maggioranza decidesse di abbandonare il governo potrebbe essere rimpiazzato da un altro partito che ne condividesse il programma politico. Naturalmente il programma rimane e deve indicare una direzione guida che spetta al partito di maggioranza relativa eletto nel 2018 al quale il Presidente della Repubblica ha conferito incarico.
Quando oggi, la Lega si oppone al sistema elettorale fingendo di non ricordare il voto in favore del proporzionale, si dimostra ancora più ottusa ed ipocrita di quanto non appaia il suo leader in certe manifestazioni... oltre a ciò, è persino risibile sentire ancora il coro di frasi su un premier non votato...mettendosi in tutta evidenza l'ignoranza da parte di coloro che, non avendo buona conoscenza dell'ordinamento, parlano a vanvera sconoscendo totalmente le regole guida della nostra Costituzione in ordine all'articolo 92 . 

3 mag 2020

GOVERNO CONTE: VITTIMA NELL'ABUSO, RESPONSABILE NEL METODO





Doxa ed epistème” il richiamo filosofico del Premier

L'invito nel suo intervento di qualche giorno fa nel fare una distinzione tra doxa ed episteme è stato un esplicito richiamo all'antica filosofia che da Platone ad Aristotele tendeva a distinguerle..ossia: Doxa come opinione, ovvero la credenza alimentata dalla conoscenza sensibile, Epistème come conoscenza che si pone su salde basi scientifiche. Una disamina più che pertinente da parte del premier per richiamare l'attenzione sul tema odierno dell'epidemia.. che cozza però con altri termini da lui usati che esprimono un particolare lessico poco comprensibile..e persino ingannevole come nel caso dei “congiunti”.
di vincenzo cacopardo

Mi sento di poter affermare che, sebbene su alcuni punti la Costituzione potrebbe rimanere sospesa ( solo per l'eccezionalità della situazione), lo stato di emergenza non pare derogare da taluni diritti fondamentali e divieti voluti dalla stessa Carta.
Fermo restando che lo stato di emergenza è una misura adottata da qualsiasi governo in caso di un pericolo imminente di minaccia alla Nazione.. si insorge ancora contro un premier per il suo abusare dei DPCM... Questo strumento non può vedersi tanto come quello disposto per risolvere una normale situazione sanitaria... ma come quello per offrire la massima garanzia di uno stato generale che coinvolge i molteplici particolari aspetti fortemente legati alla salute che vi girano attorno.

E' chiaro che un DPCM rispetto ad un decreto legge normale appare politicamente meno garantista. Tuttavia i decreti in genere sono atti amministrativi di contenuto particolare che hanno il merito di essere rapidi e quindi adatti alla condizione di emergenza. Chiaro anche che (non coinvolgendo il Parlamento), questi decreti restano la sola espressione della volontà della maggioranza.
A differenza del normale decreto legge che assicura di certo un fondamentale dialogo e la collaborazione con l’opposizione anche attraverso i possibili emendamenti e contro emendamenti, un DPCM tende ad offendere il dialogo di un processo democratico in una Repubblica parlamentare. Ma il presupposto di questi decreti voluti dal governo resta proprio l'urgenza sulla situazione in atto supportata da una evidentissima pandemia di carattere ormai mondiale!

Oggi sono in tanti a vedere in tutto ciò qualcosa di anomalo, troppo ridotto.. e perciò poco democratico rispetto ad un iter che dovrebbe coinvolgere maggiormente il Parlamento. Sicuramente!  Ma non si può certamente trascurare un fondamentale presupposto in difesa della salute: -Figurarsi poi.. se in un momento delicato come questo, in contrasto ad un normale decreto legge, si potessero opporre emendamenti di ogni sorta, pena anche una possibile decadenza!

Forse a volte questi stessi decreti non risultano nemmeno chiari ed esaustivi per via della difficoltà in cui si è improvvisamente trovato il governo. Ma se c'è qualcosa che si può sicuramente criticare in questo andazzo governativo in grande difficoltà è sicuramente una questione di “metodo” sulla quale in certi delicati argomenti si è proceduto senza una visione reale della burocrazia. In questo.. il governo ha errato maldestramente: Far passare dalle banche prestiti a tasso agevolato, sebbene garantiti dallo Stato, è stato un vero flop che costerà sangue alle stesse imprese. Ma vi sono anche evidenti trascuratezze di metodo anche sulla cassa integrazione, sui bonus etc. Inoltre si persevera su una comunicazione a fasi alterne e con l'uso di termini non ben definiti che finiscono col non garantire certezze. Sono di certo errori che non possono piacere a chi...avendo chiara la volontà di un premier di immedesimarsi sul sostegno alla sicurezza del paese, si trova in evidente imbarazzo.

Se vi fosse stato uno studio di metodo più appropriato, oltre alla volontà che non sembra esser mancata, di voler operare a beneficio del Paese in difficoltà, si sarebbe potuti procedere con maggiore sicurezza scalzando l'imperitura frontiera burocratica che ancora ci attanaglia..(la cui colpa non è certo dell'attuale Premier).


27 apr 2020

POCA CHIAREZZA SULLE DISPOSIZIONI




Una questione di metodo..non di coraggio!”

di vincenzo cacopardo

Non si può nascondere che vi è parecchia confusione sulle direttive governative disposte per contrastare i contagi virali e le conseguenze economiche a danno del Paese! Non è proprio una questione di “coraggio” da parte del Premier come si pensa di far credere da chi lo attacca (il coraggio quando riguarda te stesso è una cosa...quando riguarda il rischio per la salute altrui e del tuo Paese... è cosa ben diversa) ma forse di responsabilità ove evitare che nel futuro potrebbe rinfocolarsi l'epidemia. -Il coraggio lo hanno dimostrato pienamente i tantissimi medici in prima fila che hanno dato la loro vita per salvarne altre!

Nel nostro Paese siamo comunque tutti pronti a criticare ogni e qualsiasi scelta soprattutto quando non vi è certezza, poiché vi è sempre quella latente presunzione che ci divora..Tuttavia le direttive sulla seconda fase non finiscono di convincere: Si notano alcuni squilibri messi in evidenza tra alcune attività commerciali. Si può capire che il lavoro di un governo in questa fase non sia facile, ma non si comprendono le palesi disparità di cui tanti si lamentano: Attività che in realtà potrebbero aprire con le dovute regole come quelle ad esempio previste per le edicole.

Il paese è a terra sul piano economico ed anche uno sforzo maggiore sul far pervenire le risorse in modo più veloce alle attività imprenditoriali.. come previsto nei recenti decreti.. sarebbe stato più che indispensabile: Poteva immaginarsi.. ad esempio..per quanto previsto sui finanziamenti..che il passaggio con le banche avrebbe portato conseguenze che continuano tutt'oggi a mettersi in evidenza..mettendo in crisi le stesse imprese già di per sè in grande sofferenza.

E' mancato e manca tutt'ora il “metodo”, sebbene vi sia stata una volontà!..Tuttavia proprio il metodo in momenti come questi risulta più indispensabile della stessa volontà! Dopo i richiami di tanti commercianti.. datori di lavoro ..e lavoratori di ogni genere.. possiamo sperare che il governo si possa concentrare più in profondità su alcune questioni circa le aperture, le regole.. e la distribuzione delle risorse. Che possano farlo anche le Regioni, per la loro competenza, in considerazione delle grandi differenze epidemiche. In questi momenti la premura gioca tanto sul contesto economico..I decreti vanno a rilento e le disposizioni non si comprendono chiaramente.. poiché non del tutto eque: Non può mai esservi un richiamo al coraggio ...quanto al saper programmare con metodo, prudenza e logica.. potendo offrire sicurezza e salute a tutti, ma anche disposizioni più convincenti..nell'osservanza dei distanziamenti e delle protezioni, non eccessive e nemmeno contrastanti tra i vari settori.

22 apr 2020

LA INESPLICABILE PRETESA DI UN DIALOGO...




Nemmeno il dramma di una pandemia risparmia una lotta estenuante tra maggioranza ed opposizione! Anzi sembra fomentarla ancora di più attraverso scontri Parlamentari in minima parte sani e costruttivi, ma più spesso spinti verso la rabbia e l'insulto.

di vincenzo cacopardo

Le comunicazioni del Premier servono proprio per mettere al corrente il Parlamento nel difficile procedere di una attività di emergenza non facile, piena di incognite ed anche di improvvisi mutamenti di percorso.
La pretesa di una minoranza nell'essere ascoltati e di poter contribuire ad apportare idee in proposito, è più che lecita, anzi proprio ricercata da parte di un premier in difficoltà anche per via delle idee politiche non sempre coese all'interno della propria maggioranza, tuttavia è veramente incomprensibile come la stessa minoranza possa pretendere di essere ascoltata quando di continuo pone vilipendi ed accuse ignobili contro lo stesso premier. Lo continuano ad appellare come l'”inutile”, il “vuoto”, il “nulla”, l'”incapace”, il “doppio-faccista”, l'”ipocrita”, ed altre ignobili appellativi che tralascio.

Se io come parlamentare dell'opposizione voglio entrare nelle competenze governative che non mi spettano, l'unica strada è quella di approcciarmi ad un dialogo sereno..o quella più drastica e definitiva di cercare di mettere in minoranza lo stesso governo. Se altrimenti, in attesa che l'esecutivo possa cascare, pretendo di farmi ascoltare devo quantomeno esprimermi in tono rispettoso e non certo offensivo!

La Lega con le parole del senatore Bagnai ha accusato ignobilmente il Premier offendendolo poichè ritenuto responsabile di aver sospeso la democrazia del Paese...Oltre che ignobile ciò appare inquietante e di certo non tendente a mantenere ogni possibile confronto con la minoranza.
La deputata Meloni, con la sua indiscutibile capacità dialettica, di fatto sempre più spesso spinta verso l'urlo e le imprecazioni, potrebbe persino avere ragione su un certo silenzio da parte del governo...se non fosse che nei suoi interventi alla Camera si è sempre posta rivolgendosi prevalentemente nei riguardi del Premier (con quel ripetitivo  “sommessamente”).. continuando ad insultarlo tralasciando la fondamentale base deontologica del rispetto prioritario che in politica necessita.
Il rispetto in politica è indispensabile.. non soltanto per il riguardo che si deve ad un primo ministro, ma anche ai fini di poter ottenere un positivo riscontro... e cioè: la giusta considerazione in favore di una dovuta risposta. Come si fa dunque ad instaurare un dialogo con chi ha la pretesa di farlo.. offendendo di continuo?

La politica di questi ultimi anni sembra aver deciso di viaggiare attraverso una logica diversa da quella che la dovrebbe guidare: Quella di poter esprimere tutto ... di ingiuriare con epiteti e persino volgarità.. ma anche quella di rispondere con altrettanto fervore in una lotta contrapposta tendente solo all'assolutismo e negando ogni possibilità di mediazione nella ricerca di un equilibrio.

17 apr 2020

VIRUS:LE DUE STRADE DELLA SCIENZA



di vincenzo cacopardo

A differenza di un normale decreto emanato dal governo... un decreto ministriale, nell'ordinamento giuridico italiano, è un atto amministrativo emanato da un ministro nell'ambito delle materie di competenza del suo dicastero. Quando questo tipo di atto viene emenato dal presidente del Consiglio dei ministri prende la denominazione di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (d.p.C.m.). Se un decreto richiede la competenza di diversi dicasteri e deve essere adottato di concerto tra gli stessi, si parla di decreto interministeriale, avente il medesimo valore normativo”.

Ora.. è chiaro che in momenti come questi.. qualsiasi presidente del Consiglio non può non tener conto.. né delle materie affidate ad un singolo ministro, né ad una competenza interministeriale concertata con gli stessi ministri.

Detto questo..sulle procedure adottate da Conte ed il suo governo si è ormai scritto di tutto, ma non si è mai entrati veramente nello stato di estrema difficoltà in cui può trovarsi qualunque premier nella ricerca delle soluzioni da adottare, sia per il ristretto tempo ..che per la straordinarietà dell'emergenza: Se da un lato c'è chi definisce le sue misure troppo limitate, c'è chi ..al contrario.. le reputa fin troppo rigide..Da questo quesito odierno non se ne esce! Inoltre proprio per il nostro ordinamento che dispone competenze regionali e statali non sempre chiare e percettibili, si creano contrasti e confusioni che aumentano insicurezza e responsabilità.

La soluzione di rimettere le misure ed i derivanti decreti in base alla parola della scienza trova ancora contrasti.. poiché tra gli stessi scienziati vi sono evidenti discrepanze..a volte talmente differenti da lasciare sbalorditi ed aumentare notevolmente i dubbi dei cittadini: Restano le contrapposte opinioni (dove le tante fake trovano campo aperto) tra chi tende a lasciare poco spazio alla libertà individuale verso il lavoro e tutti gli altri personali bisogni, in contrasto con chi.. invece.. vorrebbe sciogliere definitivamente da ogni regola il libero trascorrere di una società senza privazioni, ormai fortemente immunizzata da anticorpi, che non avrebbe alcun bisogno di attendere un vaccino. In ambedue queste scelte vi si riscontrano dubbi e paure: quella primaria della salute..e quella di bloccare paurosamente ogni attività economica e sociale.

I sostenitori dell'immunità di gregge insistono anche in base ai tempi che ormai hanno determinato un aumento generalizzato della contaminazione in tutto il Paese ( si parla di alcuni milioni di contaggi) che porterebbe all'autoeliminazione il pericolo del virus. E' un percorso già sperimentato..tuttavia nessuno può esser certo che tale scelta prima che si concretizzi non possa portare altre migliaia di morti ed altrettanti contaggi non in grado di esser sostenuti da un apparato sanitario impreparato come il nostro(sopratutto al sud)

Le scelte di qualunque governo, quindi, non possono risultare facili...né possono essere decise con la dovuta tempestività, proprio per queste opposte valutazioni dei tecnici che oggi non riscontrano un'unica verità. In base a ciò anche i decreti potrebbero subire svolte e contrapposte regole. In questa difficile ricerca di una soluzione tutti i Paesi del mondo si muovono in modo autonomo, mentre tutti i cittadini, tra paure..dubbi..depressioni e panico rinchiusi nelle loro case..nella continua incertezza che li attanaglia.. attendono una risposta più chiara e sicura dalla scienza.

15 apr 2020

CONTE... ED IL RUOLO DI UN PREMIER


Di certo Giuseppe Conte non è un leader! Ma chi stabilisce che un premier deve essere per forza un leader?
di vincenzo cacopardo
Oggi rappresenta una figura di equilibrio occorrente per il momento pur non essendo una figura politica di spicco e nemmeno vantandosi di esserlo...al contrario di ciò che si insiste col dire. E' venuto fuori improvvisamente in un momento politico storico di un cambiamento in realtà mai percepito pienamente: Amato ed odiato contemporaneamente, Conte appare oggi come una sorta di strano fenomeno nella gran confusione che coinvolge tutti i Partiti con le loro ideologie.
Marcello Veneziani in un articolo lo aveva definito: “Contenitore sterile di ogni contenuto”. “Non avendo una sua idea... non ha una storia, non ha eredità e provenienze, non ha fatto nessuna scalata”. In queste parole vi potrebbe essere una certa verità!.. Possono anche apparire offensive, ma non lo sono poiché definiscono a parer mio il significato di Capo di un governo in un sistema parlamentare dove le idee devono essere condotte dai Partiti e discusse in Parlamento e dove il premier “Primus inter pares” tra i suoi ministri, dovrebbe trarre il succo delle richieste delle forze politiche solo per metterle in atto. (Tranne naturalmente in un periodo di emergenza dove ogni esecutivo deve decretare per esigenze) Ma per ciò che riguarda l'aspetto normativo e le idee che lo guidano... molto meglio non avere un premier leader di un Partito che, nel suo perenne conflitto, finirebbe col indirizzare una politica di convenienza e di parte.
Si insiste sul fatto che “lui si limita al preannuncio”: Meglio così!.. Dato che questo gli spetta... quando in realtà le linee politiche dovrebbero  soprattutto spettare ai Partiti che l'accompagnano. Il suo non è proprio trasformismo, ma necessaria adattabilità del momento nella quale lui stesso per natura è portato. Di certo il suo modo di esprimersi e parlare atonico, adenoico e privo di emozioni colpisce facendolo apparire insicuro, persino scarso comunicatore..tuttavia questo è dovuto proprio al suo personale carattere e ad un certo stato emozionale che da sempre l'accompagna..spesso ingiustamente scambiato per atto compiacente. -Ma è forse meglio un bravo comunicatore che con voce suadente prende in giro il popolo?Essere plastici ed equilibrati significa anche essere capaci di adattarsi e riuscire meglio a trovare soluzioni tra le forze politiche. 
A differenza di come lo descrisse Veneziani, in modo alquanto pungente e plastico in un articolo su Panorama dove offensivamente lo fece apparire come il “nulla fatto premier”..e dove altri punti della sua analisi del personaggio io stesso potrei persino condividere, penso che una figura simile in un momento in cui proprio i Partiti, l'elite, i populisti ed il sistema stesso di una politica non riformata nella sua funzione sembrano bloccati all'interno di un sistema, Conte possa rappresentare la personalità più sicura.. proprio perchè non appartenente ad una corrente politica, per la sua adattabilità..per il suo essere plastico: Un personaggio adattabile ( come si era espresso lo stesso Veneziani)”
L'importante che si possa vedere in lui una personalità di passaggio con la quale affrontare un cambiamento rivolto alle riforme più importanti che non deve e non può decidere autonomamente... ma che le forze della politica stentano ancora a portare avanti:- In un sistema parlamentare come il nostro le riforme devono per forza essere promosse dai Partiti e discusse in un Parlamento.
Se ciò non avviene e se oggi abbiamo a Capo del governo una figura come Conte non può mai essere responsabilità del Premier o dello stesso Capo dello Stato che lo ha nominato, ma di una scarsa visione dei Partiti che hanno sempre dormito sulle principali riforme dell'ordinamento politico. Naturalmente vi sono tanti che preferirebbero un Premier determinato ..più autoritario..più responsabile nelle scelte, tuttavia il nostro sistema non esprime un tal bisogno che potrebbe al contrario togliere lo spazio dovuto alla forza parlamentare rendendo poca o nessuna democrazia alla politica del paese..Riflettiamo...