24 lug 2013

Il pensiero politico… precluso da una logica irrazionale


In una normale logica politica.. un pensiero non potrebbe mai essere “costretto”!.. Può essere forzato per seguire un percorso obbligato da una linea del Partito discussa e definita nel contesto dei propri dibattiti interni. 
Altra cosa, poi, possono essere  i metodi che lo stesso Partito deve operare al fine di seguire una strada suggerita dalla propria maggioranza.
Ma pensare, oggi, di far sottostare un libero pensiero...ad un percorso imposto per dare forza ad un unico principio di governabilità, sembra una contraddizione priva di senso. Un modo incoerente .. del tutto figurato… di partecipare ad azioni politiche determinate solo ed esclusivamente dai loro leaders. Leaders che in sé non potranno mai rappresentare la volontà di un gruppo…e quindi.. che finiscono con l’agire in contrasto ad un percorso di sana democrazia.
Quando oggi …facendosi sempre più decisa una volontà di staccarsi dal proprio gruppo parlamentare, (poiché non se ne condividono le idee) si attacca un deputato… e lo si apostrofa in modo assai leggero come “voltagabbana od opportunista”, non si  spiega in profondità che tutto ciò nasce da una errata costruzione dell’iter politico istituzionale che, pur riconoscendo costituzionalmente una libertà di voto ad ogni deputato, non considera le innumerevoli difficoltà di lavorare insieme ad un gruppo parlamentare…dove un unico presidente finisce con l’imporre, quasi sempre, ogni decisione.
Se noi, proseguendo con queste contraddizioni speriamo di salvare la politica istituzionale del Paese e se per un unico motivo determinato dal fornire una qualsiasi governabilità, continuiamo  illudendoci di costruire positivamente, ci troveremo di continuo verso la strada del non ritorno.
Il pensiero politico deve restare libero!..e questo non può che essere un assioma … e deve poter prendere le proprie direzioni senza alcun ostacolo: il deputato eletto dovrebbe dunque poter dirigere le sue idee ed i suoi concetti senza alcun obbligo da parte di un presidente di gruppo che lo condizioni al fine di salvare un qualsiasi percorso.
Detto ciò, il vero principio che non funziona è proprio quello di considerare la governabilità come un fatto acquisito a prescindere da una sua indispensabile costruzione dal basso e cioè.. da quel mezzo necessario che ne dovrebbe generare un logico fine.
La strada per poter dare più forza ad un libero pensiero può sostenersi solo se si cambiano alcuni fondamentali percorsi ormai obsoleti dell’iter politico istituzionale per una costruzione più logica della governabilità.
Ciò che più stupisce, oltre questa dovuta considerazione, è proprio la misera assuefazione di chi crede di esercitare un ruolo in politica e che si assoggetta ad un proprio leader per un obbligo che sembra essere spinto più da una senso dell’onore e di lealtà nei confronti dello stesso leader (una sorta di patto di sangue). Un patto che finisce con l‘obnubilare la mente del vero ”homo politicus” e della sua matrice ideologica, spingendolo similmente ad un adepto al servizio del “capo” e non per quella utile politica in favore del cittadino.

Anziché provvedere alla ricerca di un sistema che preservi ogni libero pensiero (dividendo meglio i ruoli) si preferisce seppellirlo attraverso una illogica procedura che possa sostenere, a prescindere, una qualunque... illusoria.. governabilità.
vincenzo cacopardo

23 lug 2013

Tre punti essenziali per la crescita..

Abbiamo i dati dell'economia americana e sappiamo che  crescerà nel 2013 del 2,4%. Una  previsione della Casa Bianca che afferma che il tasso di disoccupazione si attesterà quest'anno al 7,5.  Il deficit si contrarrà quest'anno più del previsto, scendendo ai minimi degli ultimi cinque anni e attestandosi a 759 miliardi di dollari, ma la crescita, tenderà a rallentare al contrario del  mercato del lavoro che pare debba migliorare. Sembra pure che a pesare sulla crescita del paese America sia stata la crisi in Europa, ma con la proposta dei tagli alla spesa, l'amministrazione prevede una crescita più veloce con una previsione di un calo della disoccupazione più rapido.
Intanto anche il Giappone muove un suo percorso in campo monetario: quella che pare essere la più grossa operazione di creazione di liquidità del dopoguerra. Sovvertendo i ruoli della banca centrale, la politica economica del nuovo primo ministro giapponese Shinzo Abe, ripropone un modello vecchio. Dopo quasi vent’anni di deflazione.. i prezzi non crescono e per immettere liquidità nel sistema il governo, invece di indebitarsi, delega alla banca centrale il compito di pompare denaro nell’economia acquistando il debito pubblico. Un fiume di denaro che dovrebbe servire per ricomprare dalle banche le obbligazioni del tesoro giapponesi. Dato che la banca centrale acquista il debito, le banche saranno libere di utilizzare il contante per sostenere un’economia reale.


E…così,  mentre gli altri Paesi fuori dal nostro continente si muovono alla ricerca di nuove soluzioni, in Europa si continua a preservare l’austerità, tenendo la Banca centrale europea stretta in una camicia di forza di divieti. Tutto ciò porta difficilmente a stimare ogni possibile sviluppo per la nostra Nazione ed ogni dato diventa  poco credibile.
Un contesto in cui… le manovre per la crescita del nostro Paese diventano quanto meno disperate se non impossibili.
Cosa poter fare in una difficile situazione come questa?

1)Innanzitutto l’intervento spedito del nostro governo per riuscire, in breve tempo, a portare nelle casse delle aziende italiane il credito che avanzano: ossia quei 120 miliardi di cui tanto si è parlato.

2) il passo successivo potrebbe essere quello di studiare un piano di sviluppo che possa renderci diversi dagli altri paesi. Più concorrenziali in termini di prodotto.  
Per rompere il pericoloso percorso di un mercato dell’economia senza freni,  bisogna che il nostro Paese combatta con forza e sacrificio: se non possiamo abbassare i costi della produzione..dobbiamo di conseguenza alzare il livello della qualità
Non ci rimane, dunque, che quest’unico espediente  ..ossia la nostra “qualità”! Un dono che ci è stato tramandato da secoli di cultura e di profonda storia, un dono che non tutti i Paesi, come il nostro, hanno! Lo sforzo che tante nostre aziende stanno oggi vivendo.. altro non è …un processo che io definirei, legato alla smisurata deregolamentazione di un sistema mondiale ormai globalizzato che ha generato una trasformazione quasi paragonabile a quella definita nella teoria Darwiniana della specie. Una trasformazione incomprensibile, ma quasi naturale..
Si deve poter vedere in prospettiva un profondo cambiamento attraverso una spinta qualitativa del prodotto e di conseguenza.. le aziende devono proporsi in una trasformazione.. apportando le giuste modifiche verso prodotti di qualità. Un cambiamento che non le ponga più in concorrenza , ma le qualifichi come uniche. Bisogna in proposito far crescere in qualità particolati aziende dell’agro alimentare, del vino, del mobile e dell’arredamento, di tutti quei prodotti legati al design ed alla nostra natura, nonché quelli dei servizi legati al turismo, allo spettacolo..etc.

Questa trasformazione necessita sicuramente dell’aiuto da parte degli Istituti di credito. Un aiuto al quale si deve prestare fede anche a rischio di una loro entrata in equity … credendo nel prodotto e nel  particolare mercato di nicchia. Un aiuto che può rappresentare un impulso iniziale essenziale.

3) Il terzo punto è di sicuro il problema del nostro mezzogiorno
“Nessuna crescita potrà mai esservi nel Paese se non si provvede ad un percorso utile per il futuro economico imprenditoriale del sud.”

Dopo l’ingresso del nostro Paese in Europa, il problema del Mezzogiorno non può che essere affrontato nel contesto più ampio di un Parlamento ed di un Governo Internazionale. 
Alcune Regioni del sud del Paese si trovano oggi in netto svantaggio rispetto ad altre e questo divario si sarebbe dovuto ridurre, sicuramente prima dell’ingresso del nostro Paese in Europa, con un’azione politica nazionale logicamente coordinata con le amministrazioni locali. La fase di costruzione per l’unificazione non sta certo dando i risultati sperati. E’ venuta a mancare  quella azione preventiva e di studio che doveva mirare a salvaguardare le culture e le ricchezze naturali delle comunità meno progredite che vedono oggi aumentare il divario con i Paesi più ricchi. In verità, il nostro Mezzogiorno rimane ancora privo di interventi studiati con metodo, utili e tecnicamente elaborati in base alle esigenze primarie delle risorse del territorio e delle poche infrastrutture operanti. Appare inutile la lunga serie di agevolazioni finora impiegate se non si interviene alla base con l’impegno necessario per la creazione dei servizi adatti allo stesso tessuto territoriale ed imprenditoriale. Se non cresce il Mezzogiorno l’intero Paese non potrà mai avere sviluppo!
vincenzo Cacopardo

L’”ossessione” di Casaleggio… che non aiuta un libero pensiero


A sentire Casaleggio nei prossimi mesi, in Italia, ci saranno disordini e rivolte che la politica non potrà dominare. Il cofondatore del movimento 5 stelle ritiene che i partiti, ormai, sono strutture arcaiche ed il futuro è la democrazia diretta è attraverso la Rete
Dopo queste parole non possiamo di certo non tener conto di ciò che è avvenuto… attraverso l’uso di questo sistema della rete.. al suo stesso Movimento…e se questa battaglia sulla definizione di una, quanto mai relativa, “democrazia diretta” ha portato a simili risultati, non c’è da stare sereni.
In un paese grande come il nostro appare davvero assurdo poter ricercare un sistema di democrazia diretta. Si può e si deve di certo migliorare il sistema attraverso la regolamentazione degli stessi partiti e fornendo alle istituzioni regole innovative più efficaci. Ma la demagogica battaglia su una possibile  ‘”democrazia digitale’ altro non può essere che un’autocrazia in cui, lo stesso Casaleggio, pretende di muovere il meccanismo digitale per assoggettare al proprio volere i suoi "androidi".
Casaleggio continua sottolineando che “la democrazia diretta vuol dire “portare, spostare verso il cittadino il peso delle decisioni, della partecipazione e quindi sostituire l’attuale delega, che è una delega in bianco, al parlamento”. Per Casaleggio, questo significa “l’irruzione del cittadino nella vita politica, poiché così diventa un politico in prima persona”.
Belle parole! Parole che non potranno mai avere un riscontro con la realtà!...

La democrazia diretta tanto invocata da Grillo..può solo essere un’utopia!  Nella democrazia diretta il potere è esercitato direttamente dal popolo mentre.. in quella indiretta.. dai rappresentanti eletti dal popolo (il parlamento).
Vorremmo.. forse… fare esercitare il potere dal popolo attraverso i computer?
Avendo di fatto una rappresentanza politica espressa nelle Camere, la nostra, dunque…non può che essere  un’espressione  di democrazia indiretta…gli unici strumenti di democrazia diretta che si possono usare sono il referendum ed, a volte, l'iniziativa popolare. A tal proposito la nostra  Costituzione disciplina anche le materie che devono essere sottoposte al voto popolare. Fra queste: qualsiasi modifica alla Costituzione e l'introduzione di codici di leggi.
Sappiamo..poi..che la democrazia esprime il suo potere grazie ai criteri di maggioranza. In questa ottica sembra chiaro che l'unico modo per avere una sana ed efficace democrazia, è quella di poter informare i cittadini in maniere più approfondita su tutto. (..e questo..forse.. è l’anello debole che rende fragile il nostro sistema di democrazia)
Nel momento in cui noi esprimiamo..attraverso le elezioni, un consenso su chi deve rappresentarci in Parlamento, abbiamo di per sé definito un  indiscutibile percorso di democrazia indiretta. Se poi nel sottile gioco del populismo demagogico…vogliamo non chiamare più un rappresentante del parlamento “deputato”…ma “cittadino”, ciò non avvalora alcun risultato di sovranità popolare diretta.
Se..al contrario, si vuole lavorare efficacemente in favore di una democrazia per raggiungere un risultato di maggiore funzionalità del sistema...in un popolato Paese come il nostro…non occorre sminuire le figure degli “onorevoli”…ma guardare in direzione di una più chiara separazione dei ruoli per competenze, attraverso uno studio organizzativo che dovrebbe basarsi su un principio di specializzazione e di suddivisione del lavoro, per colmare quel solco che ancora separa i cittadini dai propri  rappresentanti in Parlamento.. 
La prima riforma in tal senso non può che guardare in direzione dei Partiti. : Se Casaleggio guardasse con più attenzione alle strutture dei partiti, lavorandovi per poterli modificare e rendendoli come delle “utili officine di idee” in contatto ed in dialogo costante con i cittadini, si accorgerebbe di quanto ciò, potrebbe influire positivamente sulla stessa democrazia.
Ma il fatto è... che Gianluigi Casaleggio, altro non è che un personaggio dedito al lavoro nel campo del digitale e questo….gli impone (in modo illogico) di vedere solo in questa sua ottica ogni percorso di natura sociale: Quella che potremmo identificare come una sorta di “maniacale ossessione” che non potrà mai aiutare il dialogo e lo scambio di un libero pensiero.

Vincenzo Cacopardo

22 lug 2013

Una tensione… simile al caos


In questi giorni la tensione in seno al governo sale anche per via della attesa sentenza della Cassazione sul caso Mediaset.
Il partito di Silvio Berlusconi incalza parlando di rialzo e promuovendo un “riequilibrio” nel governo..ossia di aumentare i propri ministri nella squadra al pari di quelli del PD. Renato Brunetta fa appello ad una "pari dignità" tra i partiti.  Ad ogni fibrillazione del Pdl, Letta intende rispondere sul piano di concreti rimedi.
Il Presidente del Consiglio sembra voler procedere su Imu, Iva, esodati e lotta alla corruzione, sottolineando che il suo lavoro non intende sostenere scambi di poltrone ma assicurare, un lavoro serio di Palazzo Chigi. Difficile però, non percepire una forte tensione destinata ad aumentare in attesa della sentenza della Cassazione il 30 Luglio che deciderà sulla se conferma della condanna al Cavaliere per il caso Mediaset.  
Alfano aggiunge che "non c'è una terza via tra questo esecutivo e il disordine" e conferma  una volontà dello stesso Berlusconi di tenere in piedi questo governo di servizio al paese.
In questo caos che avanza ognuno se la prende contro l’avversario:  Il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta, trova anche il tempo per attaccare il sindaco di Firenze Matteo Renzi sostenendo che, “al suo popolo bue lui dice di andare in giro con il camper, ma in realtà viaggia con jet privati e dorme in Hotel a cinque stelle". Ma se Renzi ha un suo popolo bue…non di meno si può dire di Berlusconi che.. nel suo folto “gregge” trova in Brunetta una delle “pecore” più devote.
Una fibrillazione che sembra presagire ad un vero caos istituzionale! Ancora una volta si tende ad offendere ed attaccare l’avversario politico.. senza immedesimarsi con più impegno verso le soluzioni di cui si avrebbe bisogno. Malgrado i continui ottimismi del Presidente Letta, nulla pare procedere verso la risoluzione delle innumerevoli problematiche.
La politica ha più che mai bisogno di trovare strade innovative, non soltanto con la presenza delle nuove figure, ma con l’uso delle nuove idee che possano offrire un nuovo percorso per il cambiamento globale di tutto l’impianto istituzionale.

Vedere avanti con un nuovo spirito di costruzione ed una nuova “forma mentis” (staccata da un pensiero politico del passato) in grado di leggere in lungimiranza le idee per la crescita. In una  futura logica di sviluppo.non vi possono essere altre alternative per la politica…
vincenzo cacopardo        
post correlato: Il coraggio di cambiare

17 lug 2013

Governo al servizio di una politica drogata


Al di là del caso Kazako…che per assurdo definisce un profilo delle istituzioni assai fragile ed insicuro,  tutto ciò che accade in questo Paese, sembra non incidere sulla primaria stabilità governativa. Una governabilità che, come tutti constatiamo, si regge attraverso il sostegno di due forze opposte in grado di resistere a qualunque ignobile scandalo.
Da un lato un Presidente del consiglio che ci sorride rafforzando il suo dialogo con la forza di un ottimismo quasi surreale  e dall’altra i due principali partiti che, pur consapevoli delle pessime figure mostrate quotidianamente, paiono vivere nell’incoscienza e nell’ignoranza di riuscire a dare sviluppo e sicurezza alla Nazione.
Nell’assurda “narcosi” di questa nostra politica, ognuno pensa di poter dire la sua senza un minimo di rispetto per gli altri: si offendono Ministri, si urla l’uno contro l’altro insultandosi senza ragione, si impreca persino contro il Capo dello Stato, si possono anche commettere atti illeciti  …tanto… un simile governo.. non potrebbe mai cadere, poiché si metterebbe a rischio l’intero assetto politico istituzionale del nostro Paese.
Questo è quello che tanti politici hanno chiamato “un patto per un governo di servizio al Paese”….poi se in questo modo di "servire".. si alimentano scandali o si è in grado di organizzare truffe…illegalità e oscenità affini…poco importa..tanto.. il governo resta in piedi ed il Paese è salvo!

Un Governo forse solido…ma, nella desolante ipocrisia di una politica ormai drogata.
vincenzo Cacopardo

le osservazioni di Giovanni Sartori sullo "scombinato" governo

Nell'articolo del Corriere, il politologo Giovanni Sartori definisce il governo Letta come tra quelli più scombinati, in fatto di competenze e di incompetenze, della nostra storia.
Sartori scrive di nullità che diventano ministri e brave persone messe al posto sbagliato. Riconosce il presidente Letta come uno del mestiere che conosce il mondo politico nel quale si muove.
Poi….si sofferma nel pensiero di chi possa avere imposto a Letta una donna specializzata in oculistica per un delicatissimo dicastero come quello della «integrazione». La ministra battendosi per un “ius soli” in realtà non combatte una causa a favore dell’integrazione, non capendo bene che l'integrazione non ha niente a che fare con il luogo di nascita ma è una fusione che avviene tra un popolo e un altro.
Il Politologo insiste chiedendosi cosa c'entra l'immigrazione e l'eventuale integrazione con le competenze di un'oculista. Poi avanza delle ipotesi  su a chi dovrebbe la immeritata posizione la  brava Kyenge Kashetu? Continuando nel suo articolo il professor Sartori si pone una ulteriore domanda su chi potrebbe aver raccomandato un'altra figura femminile come quella della Boldrini alla presidenza della Camera. - Raccomandata anch'essa di ferro con credenziali davvero irrisorie: Molta sicumera, molto presenzialismo femminista, ma scarsa correttezza e anche presenza nel mestiere che dovrebbe fare. 
Chiudendo l’articolo, Sartori vuole sperare che.. nella futura costruzione di un nuovo possibile governo Letta, egli possa essere messo in grado di scegliere un buon governo di persone giuste al posto giusto, poichè l'Italia trovandosi  in una situazione economica gravissima, non può più permettersi misteriose raccomandazioni di misteriosissimi poteri.
Non mi sento di avallare in toto la forte opinione del Professor Sartori che, seppur legittima e non priva di fondamento rispetto ad alcuni punti, risulta estremamente critica nei confronti delle figure femminili e non del tutto valida rispetto al compito che dette figure espletano: non è infatti detto che chi ha studiato medicina e si è specializzato in oculistica, non abbia coltivato esperienze umane capaci di tirar fuori quella particolare passione e l’essenziale intuito per sensibilizzarsi in un’attività organizzativa da portare a compimento in un ministero.( E’ un concetto generale che non tende a rivolgersi ad alcuna figura in proposito)  
L’arguto osservatore della politica del nostro Paese..pur nella  valida analisi tendente a specificare il vero scopo di una  “integrazione” (non confondibile con l’”immigrazione”), osserva..forse.. con occhio un po’ troppo critico ed assoluto, dimenticando la visione più aperta di chi potrebbe oggi porre l’intuito, la sensibilità ed il carattere, come virtù qualitative indispensabili per rendere più forza ad ogni impegno sociale.

 vincenzo cacopar

16 lug 2013

Una connotazione di matrice razzista.


Un palese insulto di natura razzista!.. rinvigorito dalla senatrice grillina Serenella Fucksia, sono  le irrispettose frasi del vicepresidente del senato Calderoli…
Per la senatrice, quelle di Calderoli… sono solo “strumentalizzazioni che fanno parte di un razzismo al contrario”e quando le si domanda se il ministro assomiglia a un “orango”, la senatrice risponde: "Ci potrebbe stare" precisando: "Io credo che se qualcuno avesse definito Calderoli un maiale nessuno gli avrebbe dato del razzista".

Povera italia!... e meschina la politica italiana.. che persevera negli insulti per l’ovvia incapacità di sapersi esprimere in termini di costruzione positiva per il funzionamento delle istituzioni. ...Invece di guardare positivamente all’importante ruolo che potrebbe svolgere un ministero per l’integrazione, ci si preoccupa, in modo assai sfrontato ed irrispettoso, della figura e del colore di chi si propone nel difficile compito.
Sarà infine.. il segretario del Carroccio, Roberto Maroni, a chiudere la questione, ritenendo sufficiente che Calderoli abbia chiesto scusa al ministro dell'Integrazione Cécile Kyenge, per averla paragonata a un orango.
Malgrado ogni scusa, le offese di un Senatore persino vicepresidente del Senato, suonano come quelle di chi sottovaluta le basi essenziali di ogni etica politica ed ignora il percorso di una cittadina ormai italiana che: Esercita la professione di medico oculista. Che si è laureata in medicina e chirurgia all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma… discutendo una tesi in pediatria, per poi specializzarsi in oculistica presso l'Università di Modena e Reggio Emilia. Che dal settembre 2010 è portavoce nazionale della rete “Primo Marzo” ..che si occupa di promuovere i diritti dei migranti. Che si è impegnata, collaborando con enti e associazioni, in campagne nazionali sui diritti di cittadinanza. Che ha collaborato con la rivista Combonifem e con Corriere Immigrazione. Che ha promosso e coordinato il progetto AFIA per la formazione di medici specialisti in Congo in collaborazione con l'Università di Lubumbashi. Ed inoltre ha collaborato alla formazione di operatori sanitari nel campo della medicina dell’immigrazione. Tramite il progetto “Diaspora Africana”, di cui è stata coordinatrice per il Nord Italia, si è impegnata nella promozione della piena cittadinanza degli immigrati.
Un curriculum di tutto rispetto che, solo per l’ostinata volontà ed la personale motivazione di rendersi utile all'umanità, supera di molto.. quello del suo sciocco denigratore.

La caratteristica “prerogativa razzista” nelle parole di Calderoli, si evidenzia per lo stesso colore della pelle dell’avversata Ministra…che, se fosse stata bianca, non avrebbe mai ricevuto un simile termine di paragone.
Connotazioni insolenti che sono una ulteriore vergogna per l’immagince del nostro Paese! Quale esempio per gli altri Paesi emergenti?..
Vincenzo Cacopardo



12 lug 2013

Gli sconclusionati attacchi alla Cassazione e la superata norma sulla ineleggibilità

L’articolo del “Giornale” firmato da  Anna Maria Greco sulla “Cassazione a due velocità” si esprime con l’appunto che “per i giudici della Cassazione… il Cavaliere e il Signor Rossi.. pari sono”. Casi ordinari e casi straordinari non si distinguono, al Palazzaccio di Roma. Stessi tempi e stessa solerzia quando incombe su un processo il rischio prescrizione.
La giornalista,  con una certa ironia, scrive che la Suprema Corte, ha tenuto in modo particolare a prestar fede a questo principio di uguaglianza. Eppure, sono in tanti gli avvocati che insistono sul fatto che molti di questi casi finiscono in prescrizione tra l'appello e la Cassazione.

L’articolo insiste col sottolineare che moltissimi di questi... si affrontano non preoccupandosi dell'«obbligo» di evitare la prescrizione: Molti sono casi “ordinari”, di poco conto perché non riguardano un cittadino particolare come Berlusconi, personaggio politico alla ribalta che trasforma un semplice caso, in un caso “straordinario”.
Non entrando nel merito e soffermandoci sul metodo secondo il quale la Cassazione si è pronunciata..non possiamo che restare indifferenti a questa considerazione della giornalista e, non perché il fatto riguarda un leader politico con una sua cospicua forza in seno al Parlamento, ma perché….quando un principio non funziona in modo corretto… non offre alcuna buona giustificazione ad altri…se non quella di voler fare apparire, lo stesso uomo politico, un succube del sistema giudiziario…sistema, voluto più solerte per evitare scappatoie e fughe dal giudizio.
A tutto ciò non ci si può assolutamente attaccare con stupide forme di comparazione con altri casi i quali dovrebbero, invece, vedere una uguale sollecitudine da parte della Cassazione.
Si può, al contrario, fare un duro appunto ad una certa politica che, dopo i  diciannove anni dalla "discesa in campo" di Berlusconi, pretende di fermarlo a tutti i costi per salvare la democrazia attraverso una norma del 1957 che parla di ineleggibilità: Se la politica nel passato ha sbagliato…ha sbagliato in toto e non può rendersi oggi tanto ipocrita!

Dopo milioni di voti raccolti alle elezioni e un ventennio di vita politico istituzionale, nel silenzio timoroso ed, a volte condiscendente di tutti,  non si può tirare fuori una simile norma facendo finta di nulla.
Se qualcuno oggi pensa di poter togliere di mezzo una volta per tutte il Cavaliere attraverso simili principi, commette uno di quegli errori madornali….di quelli che tornano indietro con una forza maggiore. Ogni forzatura in tal senso non può mai ripagare in proprio favore ma a favore dello stesso Berlusconi. E’ una logica che si intuisce e che deve far pensare anche gli ardenti sostenitori del Cavaliere.. quando individuano in quella che chiamano “la magistratura politicizzata” un’arma contro il loro leader.
Se attaccare questo imprenditore politico non ha mai pagato in termini di consenso…perché mai farlo attraverso una superata norma sull'ineleggibilità?...Dal lato opposto: perchè mai difenderlo costantemente in ogni questione giudiziaria?
vincenzo Cacopardo



11 lug 2013

Una delle giornate più nere...

Una delle giornate più nere della politica del nostro Paese!...dopo la notizia che sarà la sezione feriale della Cassazione a occuparsi di uno dei processi più esplosivi a Silvio Berlusconi.
Una notizia che ha scosso tutto il Pdl e che si è trasformata in un nuovo tormentone anche per il nostro Presidente della Repubblica  Napolitano che, pur non avendolo dato a vedere, sembra non aver gradito l'accelerazione decisa dalla Cassazione sul processo Mediaset.  Napolitano…preoccupato per i toni del centrodestra.. ha dichiarato che il Governo non riuscirebbe a resistere ad un “Aventino” ed ha invitato il Pd alla moderazione. La stessa giornata…ha visto il Movimento Cinquestelle..  accusare il Presidente per aver dato corpo ad un esecutivo che si occupa troppo spesso degli interessi del Cavaliere.
Dopo la richiesta di  tre giorni di astensione dell'attività parlamentare… il gruppo del PDL  ha proposto una sospensione per consentire di discutere di “vicende delicate che assumono una importanza per la vita di un partito”. Una richiesta accolta prontamente con (alquanto discutibile) senso di responsabilità dal PD.
La penosa giornata politica si è conclusa con qualche mal di pancia della sinistra interna e dei renziani, con colluttazioni e baruffe in aula contro i componenti del M5stelle scatenati, ma alla fine il Pd… appoggiando la richiesta del Pdl ha allontanato una sicura crisi di governo.
Sembra che l’intervento del Nostro Presidente Napolitano abbia portato ad una stabilizzazione..La sua preoccupazione era più diretta a tenere il freno allo scontro tra la Magistratura e il Cavaliere perché ciò non potesse trasformarsi in un definitivo strappo tra Pdl e Pd. Anche questa volta il nostro Capo dello Stato è dovuto intervenire ai limiti della pazienza. Ma quanto potrà ancora farlo?
Una pesante giornata che ha visto ancora una volta la nostra politica impedita dalle continue faccende giudiziarie che coinvolgono il Cavaliere.
Intanto, il presidente della Cassazione Santacroce dichiara che “non vi è stato alcun accanimento contro Berlusconi, il quale…viene  trattato come un qualunque altro imputato di ogni processo con imminente prescrizione". Con dispiacere, il Presidente, sottolinea l'abitudine ad “un linguaggio poco consono a una democrazia” ( il riferimento è in particolare al quotidiano Il Giornale che ha titolato ‘Banditi di Stato) ed aggiunge che “si è dovuta fissare l’udienza prima del termine di prescrizione anche per evitare le naturali responsabilità disciplinari”. L’alto Magistrato conclude asserendo che ”i giudici della Cassazione sono sempre colpiti, sia se i processi hanno tempi biblici, sia che siano rapidi, ma uno dei compiti fondamentali è sicuramente quello di non far prescrivere i processi”.
Al di là di ogni personale valutazione… la pagina del 10 Luglio del 2013 sarà ricordata come una delle pagine più squallide della storia politica della nostra Nazione e… guarda caso… anche questa legata al nome di un politico imprenditore che persevera in un evidente conflitto di interessi dai contorni sempre più variegati ed.. a volte, persino imbarazzanti.   

vincenzo Cacopardo

10 lug 2013

Un commento sulla nuova enciclica "Lumen Fidei"

Nello scorrere della lettura della nuova Enciclica costituita da ottantadue pagine scritte a quattro mani, si intuisce la forte presenza del profondo pensiero dell’emerito Papa Benedetto XVI. Malgrado la firma autografa di Francesco, Pontefice regnante, si riconosce l’accento del Papa teologo che aveva quasi completato una prima stesura di Lettera Enciclica sulla fede.
Ed è lo stesso papa Bergoglio ad affermare, senza alcun indugio, la sua profonda gratitudine a Ratzinger..Papa Francesco ci informa che, assumendo il suo prezioso lavoro, è riuscito ad aggiungere al testo ulteriori contributi.
Ancora un nuovo episodio epocale giacchè mai si erano incontrati nel contempo due Papi e mai contribuendo assieme alla stesura di una simile Enciclica

La “luce della fede” è suddivisa in quattro capitoli, più un’introduzione e una conclusione. Lo stesso Pontefice ci spiega che si aggiunge alle Encicliche di Benedetto XVI sulla carità e sulla speranza, assumendo così, il “prezioso lavoro” compiuto precedentemente dal Papa emerito. A questa “prima stesura” ora il Santo Padre Francesco aggiunge “ulteriori contributi”.

Ma qual è lo scopo…quali le motivazioni che hanno portato a questo documento? Se non quelle di voler indicare.. nella fede, una luce capace di accendere l’esistenza dell’uomo in terra: Essere di aiuto per l’umanità affinchè si possa meglio identificare una distinzione fra ciò che rappresenta il bene e ciò che identifica il male. Un messaggio che, nel mondo contemporaneo, si avverte in modo particolare. Un’epoca nella quale sembra essersi persa anche la speranza sul futuro di noi stessi.
Da molti, la fede è oggi vista come un’illusione…un passo verso il buio. La Lettera vuole spingere ad una riflessione profonda poichè non intende identificare la fede come naturale presupposto scontato, ma come un dono voluto che andrebbe protetto e fortificato.

Nella lettura son rimasto attratto dal riferimento sulla storia di Israele, dove si pone la distinzione tra la fede e l’idolatria: Quell’adorazione degli idoli pagani che disperde l’uomo nella molteplicità dei suoi desideri, ove si specifica che: “ lo disintegra nei mille istanti della sua storia”, negandogli di attendere il tempo della promessa. 

Anche se in modo diverso, vi è un preciso legame con ciò che tende oggi a proliferare! 

Al contrario di chi tendeva a disperdersi nell’idolatria, chi aveva fede nell’amore di Dio che accoglieva  e perdonava, si affidava ad un dono gratuito ed alla sua misericordia…scorgendo un luminoso cammino verso la salvezza. Questo cammino da sempre tende a rendere stabile l’uomo, allontanandolo dagli idoli.
Nell’enciclica si sottolinea che l’amore di Dio è il fondamento della fede: “nella contemplazione della morte di Gesù, infatti, la fede si rafforza”, perché Egli vi rivela il suo amore incrollabile per l’uomo: Cristo, in quanto risorto, rappresenta un testimone attendibile ed affidabile.
La fede...quindi..non guarda solo alla figura di Cristo, ma vede dai suoi occhi. Il figlio di Dio ci spiega chi è Dio e noi ci affidiamo a chi, più  competente, ci guida. La sua incarnazione, infatti, fa sì che la fede non ci separi dalla realtà, ma ci aiuti a coglierne il significato più profondo. Nell’Enciclica viene specificato come, grazie alla fede, l’uomo si salva, perché si apre ad un Amore che lo precede e lo trasforma dall’interno.

Ma l’aspetto interessante rimane il riferimento all’idolatria, per la quale si scorge ancora oggi una certa attrazione. Sebbene quella del mondo contemporaneo potrebbe essere comparata più ad un’“esaltazione” verso alcune figure, non cambia di certo il punto di vista di chi vi scorge un deprecabile desiderio tendente ad osannare e mitizzare.

L’esaltazione odierna, (come l’idolatria nel passato), non può che opporsi al concetto di fede cristiana, come non può di certo essere utile  per la crescita sociale di ogni comunità. Quindi, il principio della fede su questo punto, non potrebbe che aiutare un certo processo sociale e politico, in quanto, contrapponendosi a quella adorazione innaturale, rende l’uomo più consapevole e disponibile ad un indispensabile amore per l’umanità.

Le precedenti Encicliche sulla carità e sulla speranza non potrebbero mai essere slegate da questa ulteriore Lettera sulla fede. Quella fede alla quale i due Pontefici fanno riferimento, altro non può essere che una speranza alla quale l’uomo deve affidarsi per poter dare un senso alla propria vita e la carità vuole rappresentarne il mezzo per arrivarvi. All’uomo che soffre.. Dio non dona un ragionamento,  ma offre la sua presenza che apre una luce nelle tenebre. In questo senso, la fede è congiunta alla speranza.

Anche per questo pare opportuna la chiusura della Lettera  in riferimento alla Beata Maria che ha sempre creduto malgrado le sue sofferenze, il Papa invita a guardare a Maria come l’“icona perfetta” della fede, perché, in quanto Madre di Gesù, ha concepito fede e gioia, ma ha anche vissuto nel dolore e nella speranza.

Malgrado il mio essere agnostico e le tante perplessità in proposito, riesco a trovare un senso  a questa fede cristiana cosi bene evidenziata… da definirla quasi come un “valore sociale” indispensabile per il futuro del mondo odierno.

L’uno attraverso la particolare profondità della mente…l’altro con l’uso dell’umiltà e  lo spiccato amore verso il prossimo, questi due Pastori della Chiesa, rappresentano oggi l’espressione di ciò che in noi stessi vive ed esiste. La ragione ed il sentimento…la mente ed il cuore…che sono spesso stati contrapposti e condizionanti nella storia dell’uomo, ma sono i doni importanti che devono trovare un equilibrio al fine di non scontrarsi reciprocamente e nella speranza di un riscontro con un futuro migliore: 
I due Pontefici ne rappresentano oggi una chiara espressione.

vcacopardo

9 lug 2013

l'ottimismo di Letta nella difficile ricerca del sistema elettorale

Il presidente del Consiglio Enrico Letta dichiara  che 'Il Porcellum è un monstrum che non garantisce rappresentanza ed alcuna governabilità. Un inefficace sistema a rischio di incostituzionalità, che va superato al più presto”
Letta continua affermando che "non dobbiamo cercare scorciatoie e cadere nell'errore di considerare la legge elettorale la causa unica di tutti i mali della politica italiana".  Paragona il sistema elettorale ad un abito sgualcito su di un corpo inadeguato che mostra pesantezza e carenze rispetto alle avvenute trasformazioni della società italiana
Il suo pensiero è rivolto a tutto il sistema politico.. al bicameralismo paretario ed al numero eccessivo dei parlamentari che ingessano una democrazia determinante e decisiva".
Un caos ingenerato anzitutto da un sistema non all'altezza delle sfide con le quali un paese come l'Italia deve oggi misurarsi.
Il presidente Letta prosegue.. soffermandosi sul ventennio di un bipolarismo muscolare e inconcludente che ha inibito le necessarie riforme. Riferendosi all’attuale governo asserisce che "il momento politico-istituzionale può portare  un approccio diverso, meno bellicoso, al confronto tra parti. Un governo che riunisce esponenti di formazioni che negli scorsi anni si sono fronteggiate aspramente, senza produrre nel complesso un gran bello spettacolo. Colpa dei nostri limiti, ma anche delle regole del gioco e del contesto nel quale si è svolto il confronto: un impianto costituzionale architettonicamente splendido, ma da ammodernare, un po' come certi nostri stadi".
Continua con una metafora calcistica "di rizollare un terreno di gioco appesantito da troppe battaglie e di regole che favoriscano la fluidità del confronto e la certezza del risultato".
Al di là delle metafore, già da tempo..ampiamente proposte nei miei post…si scorge in queste esternazioni, la mia ripetuta e precisa critica alla funzionalità del sistema istituzionale colpevole dei profondi limiti a cui fa riferimento il Presidente del Consiglio.
I limiti e le regole (di quello che per me non appare affatto un gioco) sono il risultato chiaro di un confronto che si è inasprito a causa di un bipolarismo malato che si è voluto a tutti i costi senza una base storico culturale che avrebbe dovuto funzionare come solida base di’appoggio. Limiti imposti da una cultura moderata che difficilmente avrebbe potuto accettare il repentino cambio al nuovo sistema, poichè aveva visto un Paese formarsi su una forte politica democristiana da oltre cinquant’anni.
Oggi..il Presidente dichiara di essere molto fiducioso sul futuro “perché abbiamo un largo consenso nel Parlamento e nel Paese ed uno dei punti principali del nostro lavoro è quello di mirare alla riforma della politica italiana”

Parlare di riforme..però..in una situazione che vede oggi al Governo due forze politiche ideologicamente contrapposte è anche un non senso.Quali riforme produttive in favore del Paese potranno mai venire fuori? Nel coacervo di visioni e di utopie... si esprimeranno continue discussioni e perdite di tempo che rischieranno di penalizzare una sana crescita.
vincenzo cacopardo
Post correlato: Il coraggio di cambiare

8 lug 2013

La “polis” e la visione ristretta del “modus administrandi”

di vincenzo cacopardo
Sono sempre più' convinto che la politica debba essere considerata come una dottrina che operi in favore della società: Il sapere e la conoscenza di chi sa mettersi a disposizione della comunità per la soluzione funzionale delle esigenze di tutti.
Sappiamo bene che la prima definizione di "politica" (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine "polis". Un termine che in greco significa città e che secondo il filosofo, assumeva il significato di amministrazione della "polis" per il bene di tutti.
Successivamente…per il sociologo, filosofo e storico tedesco Max Weber… la politica è sempre stata legata al potere e quindi anche al monopolio legittimo dell'uso della forza. Infine..per l’odierno politologo Giovanni Sartori, la politica è rappresentata da una sfera delle decisioni sovrane della collettività. Al di là di ogni definizione, la politica in senso generale, riguarda tutti i soggetti inseriti in una società e non può essere di pertinenza solo di coloro che vi operano attivamente.
Definire la politica nel riduttivo senso dell’“amministrare” per il bene di tutti è, oltre che demagogico, limitativo e poco utile per lo stesso scopo che essa dovrebbe prefiggersi. In più…quel concetto di “polis” Aristotelica riferita alla amministrazione cittadina…risulta restrittiva e poco utile.. quando la si paragona alla politica condotta da uno Stato che, in un ambito molto più vasto, dovrebbe seguire le esigenze e le funzioni istituzionali connesse al grande territorio (ciò vale ancora di più oggi, in considerazione del fatto che un sindaco siede al comando del governo di un intero Paese).
Se, ancora oggi, noi restiamo fermi ai principi di una politica come “amministrazione della polis”, non comprendendo l’importanza strategica di una visione più "funzionale" e globale che deve  svolgere nell’intero Paese, resteremo in una logica ristretta che non ci permetterà di operare con maggiore interazione in ogni dibattito Europeo.
L’altro aspetto importante è quello determinato dal predominante significato che si tende a dare alla politica e cioè: quello  limitato alla sola  “amministrazione del bene di tutti”.
La politica non può solo avere un sintetico senso del governare, in quanto essa racchiude in se i contenuti di teoria e pratica, di arte e scienza, di idea e funzionamento. La politica rimane arte nel principio consistente la ricerca delle idee, nel confronto con i cittadini, nella mediazione, diventa scienza nell'esercizio della sua funzione amministrativa legata allo sviluppo costruttivo della società.
Ecco, perciò, la determinazione dei due ruoli (“induttivi” e  “deduttivi”). Ruoli che, per scopo ed esigenza, definiscono due strade diverse  al fine di raggiungere un unico percorso costruttivo in relazione alla definizione di una “politica” che si vorrebbe utile e funzionale. 
Ed ecco anche la ragione per la quale sarà sempre più insensato seguire un principio della politica circoscritto al puro ambito amministrativo: Una logica che porta ad una consequenziale  determinazione di principi senza un positivo riscontro con i valori.
Se oggi.. è importante interagire con gli Stati della Comunità Europea…non è nemmeno pensabile che si possa farlo solo in un ristretto ambito amministrativo..Il ruolo induttivo della ricerca e delle idee risulta essenziale e, persino, propedeutico ad un funzionale “modus operandi”.
Guardare ad un futuro della politica significa indicare percorsi più attinenti affinchè si possa definire una logica strada intesa come percorso secondo il quale, il dialogo, la cultura e le idee, devono avere un’importanza predominante sulla evoluzione stessa di ogni formula amministrativa.
                         Lo spirito della democrazia