LA POLITICA SUB CULTURALE DELLA
COMPETIZIONE
Mentre il ministro Saccomanni ci offre
la speranza effimera di una ripresa economica mondiale che ( a parer suo) ben presto
arriverà nel nostro Paese, Matteo Renzi chiude l’incontro a Firenze dichiarando:
“Mai più larghe intese, cambiamo la
legge elettorale con quella dei sindaci; via il bicameralismo e le Province. Subito
una riforma della giustizia."
Questi i punti fermi per la candidatura
alla segreteria del Pd… Ma poi Il
rottamatore.. continua.. “Mai più il governo delle larghe intese ed occorre
cancellare il porcellum perché bisogna avere un maggioritario. Serve un premier
forte come lo sono i sindaci" ( come se le larghe intesse fossero solo frutto di un
sistema proporzionale!)
Sono le solite parole usate da chi continua ad
ingannare, attraverso illusioni, i cittadini, sono parole che appartengono a personaggi che vivono di
smisurato protagonismo, figure ambiziose e poco umili rispetto alla montagna
delle problematiche da risolvere. Allo stesso modo di Grillo, Renzi dichiara che
il suo incedere vuole essere simile a quello di alcuni caterpillar che operano
distruggendo il vecchio..(ma occorre molta accortezza nel distruggere per non finire con l’essere
distrutti.)
Non credo più si possa ritenere Renzi un
vero innovatore a favore di una politica democratica. Il suo modo di esaltare
il bipolarismo e la forza dei leaders.. rispetto ad una primaria e doverosa
riforma che deve guardare ai Partiti, può solo essere spinta da una forte ambizione
di voler apparire, in un gioco di esaltazione che prelude ad un autoritarismo
simile a quello di Berlusconi.
Sarò forse teorico quanto ingenuo, ma
mai nella posizione di una politica ridotta a pura governabilità e succube di
un leaderismo che pone le figure al di sopra dei fondamentali programmi, poiché
ciò accade quando un leader pretende di governare attraverso un tale sistema
ristretto che pone due schieramenti in posizione contrapposta.
Due monolitiche posizioni che non possono lasciare spazio ad idee e che, persino con la
determinazione di una ridottissima maggioranza, finiscono col contrastare ogni pensiero altrui.
In questo gioco (assai tragico per la
nostra società) persino la stampa contribuisce alla esaltazione presentando, in
modo alquanto inebriante, una sfida tra Renzi e Marina Berlusconi. La stampa
vive di questo teatro e collabora nel plaudire irresponsabilmente, non ignara di
quanto possa nuocere al nostro Paese questo inconsistente duello a scapito delle
necessarie riforme.
La stampa cerca la competizione e lo scontro
contribuendo alla esaltazione di
autentici scenari amplificati che possano richiamare l’attenzione della
popolazione, non trasmettendo ai cittadini l’utile e vero messaggio insito in
una necessaria dialettica politica. Sembra, purtroppo, di partecipare alla formazione sub culturale di una politica da gossip.
vincenzo cacopardo