GRILLO CONTINUA A FARE FORZA SULLA PIAZZA
La nostra Nazione ha il serio compito di cambiare un sistema
politico malato che…per anni, ha vissuto nella noncuranza di una indispensabile
innovazione. Ma l’azione del cambiamento,
con la consueta logica che ci appartiene, non sembra mai prendere le strade
necessarie ed un Paese sfinito come il nostro, rischia di procedere senza mezze
misure.
Bisogna mettere mano ad una trasformazione del sistema che
tocca un’infinità di punti delicati che sarebbe davvero impensabile poterlo
fare in una logica senza equilibrio, ed in certi casi, le piazze assumono un ruolo
assai limitato al relativo compito: I cittadini …guidati dall‘enfasi
estremizzata dei movimenti di piazza, forse poco consapevoli dei pesanti
possibili risvolti…. ritengono che possa essere semplice portare avanti una
vera metamorfosi di cambiamento, inasprendo in modo eccessivo il processo di
ribaltamento dell’intero sistema.
Grillo sembra lavorare in favore di questo pericoloso
processo, ma se cambiare per migliorare è di sicuro opportuno, distruggere per
ricostruire…risulta assai azzardato!
Come in ogni cosa, un cambiamento deve comportare un’azione
di rinnovamento attraverso un’attenta analisi di quello che potrebbe essere
ancora giusto mantenere…da ciò che deve essere rimosso. Per un efficace azione
di cambiamento necessita, quindi, la ricerca delle modifiche attraverso un
profondo esame ed uno sguardo verso l’innovazione.
Un ribaltamento inasprito da un consenso euforico delle
piazze, al contrario… rischia un totale sovvertimento di tutto ciò che è stato fatto senza tenere
conto di esperienze, circostanze e condizioni positive espresse in favore della
società dalle quali potrebbero ricavarsi ulteriori idee…il chè rappresenta un’azione
assolutistica e poco democratica che non potrà mai guardare obiettivamente
verso una logica costruttiva.
L’impulso e la esasperazione delle problematiche esistenti
accompagnate dalla forza populista delle piazze, sfoga inesorabilmente nell’esasperata
condotta dei cittadini che non potranno mai interpretare un vero “cambiamento”
in relazione con una dialettica di riflessione costruttiva, ma soltanto
basandosi su percezioni irrazionali incoraggiate dall’incitamento.
Bisognerebbe che Grillo, Casaleggio ed i suoi adepti, riflettessero
profondamente su ciò. Tanti dei partecipanti non riescono ad avvertire la
concezione di una vera democrazia di partecipazione. Quella di Grillo è solo un’adesione formale ad
una democrazia partecipata, poiché un vero dialogo non esiste. Interviene solo lui provocando grandi entusiasmi
per il cambiamento e poi… nessun metodo veramente costruttivo per la ricerca
del nuovo.
E’ chiarissimo il suo progetto di distruzione come sono
completamente oscure e poco delineate le sue proposte: Quella che si potrebbe
definire come un'incompleta politica “positivamente contraria, ma oggettivamente
insoluta”.
Inoltre.. Beppe Grillo, nella sua comunicazione, sembra cavalcare
l’onda di un leaderismo d’immagine che non lo differenzia tanto (se non per la
lotta contro il sistema) da quello di Berlusconi, non risparmiando urla per
incitare il suo popolo.
Si potrebbe anche sostenere che a Grillo manca ciò che ha
Renzi.. ed a Renzi.. ciò che possiede Grillo: l’uno contro il sistema ma senza esprimere
un metodo funzionale…l’altro in un percorso di idee più chiare.. ma nel
ristretto e limitato campo di un vecchio sistema.
Una cosa però risulta evidente: Se Grillo venisse a mancare..
il suo movimento scomparirebbe nel breve giro di pochi mesi!
Bisognerebbe che il suo popolo si convincesse del fatto che
un cambiamento pur essendo necessario …non potrà mai essere ricercarlo attraverso
una spinta emozionale delle piazze o attraverso una dubbia democrazia
partecipata.
vincenzo cacopardo