di vincenzo cacopardo
La disciplina che regola gli appalti è vasta, piena di requisiti economici e tecnici. I principi che la guidano sono diversi... criteri di valutazione delle offerte, di proporzionalità, di qualità, di pregio tecnico, delle caratteristiche estetiche, della sicurezza, dell'assistenza, dei tempi di consegna etc etc... Se ci addentriamo sulle normative che regolano gli appalti ci accorgiamo dell' enorme complesso di formulazioni dovute anche dalla diversità che ogni opera presenta.
La disciplina che regola gli appalti è vasta, piena di requisiti economici e tecnici. I principi che la guidano sono diversi... criteri di valutazione delle offerte, di proporzionalità, di qualità, di pregio tecnico, delle caratteristiche estetiche, della sicurezza, dell'assistenza, dei tempi di consegna etc etc... Se ci addentriamo sulle normative che regolano gli appalti ci accorgiamo dell' enorme complesso di formulazioni dovute anche dalla diversità che ogni opera presenta.
La materia è tanto complessa per cui risulta chiaro che ogni analisi e valutazione si possa esprimere, rimane solo concettuale e senza alcuna pretesa di indicare soluzioni..se non teoriche.
Una cosa... però... sembra chiara e cioè che.. se un'opera presenta caratteristiche tecniche particolari ...ossia nel suo impianto manifesti opportunità relative ad una progettualità innovativa che la distingui attraverso un'idea particolare (vedasi il Mose) appare molto più logico seguire la linea di un appalto concorso. Trattandosi di lavori speciali o realizzazione di opere complesse o ad elevata componente tecnologica, la cui progettazione richieda il possesso di competenze particolari o la scelta tra soluzioni tecniche differenziate, non si potrebbe seguire altra strada... poiché vi deve essere una maggiore garanzia sulla stessa qualità e sul suo funzionamento: Sembra più logico che ai fini della valutazione di un tale progetto, vi sia un regolamento che disciplini i fattori ponderali da assegnare attraverso punteggi in modo da valorizzare e salvaguardare una qualità, il pregio tecnico, certe caratteristiche estetiche, funzionali e persino ambientali.
Nel caso del Mose si sarebbe potuto intervenire.. sia per la strada di un appalto concorso... che per appalto concorso integrato..ossia con una progettazione il cui giudizio doveva di certo valutare principalmente una ingegneria valida ed i relativi tempi di consegna.. mettendo un limite alle consuete perizie suppletive (lecite ..ma spesso abusate). Come può un'opera di questa fatta essere eseguita in oltre trent'anni, finire col costare una simile immensità di denaro e non essere disciplinata da una regolamentazione che guardi ad una caratteristica tecnica oltre che pratica..ad i tempi dell'esecuzione ed ad un principio innovativo del suo funzionamento?
Ma tornando agli appalti in genere ed alla miriade di regole che li guidano (a cui spesso si soprassiede per evidenti tornaconti), non si può pensare con tale superficialità di basare indifferentemente su un unico principio di ribasso la valutazione di determinati lavori..sottovalutandone l'aspetto tecnico funzionale, ambientale e persino estetico..come del resto rimane davvero strano poter pensare (in riferimento all'articolo precedente del consigliere Cacopardo da me postato) di chiudere gli spazi alle aziende attraverso fideiussioni totali che garantirebbero i lavori ai soliti colossi legati al potere degli istituti bancari spesso manovrati politicamente.
Una normativa che dovrebbe ancora meglio approfondirsi è sicuramente quella sui subappalti che oggi è limitata da parametri relativi all'entità dell'opera. Anche qui la disciplina proprio per evitare che vi si possa intravvedere una simulata cessione dell'appalto, pone dei limiti stabilendo delle percentuali da poter cedere in sub appalto. Credo che tale disciplina debba essere approfondita anche su determinati aspetti riguardanti il territorio e cioè valutando la possibilità di imporre per legge (ove possibile) subappalti alle forze lavorative locali.
Oggi si impone in sede di presentazione delle offerte l’individuazione e l’indicazione nominativa dei subappaltatori, per il caso in cui la concorrente risulti sfornita in proprio della qualificazione per le lavorazioni che dichiara di voler subappaltare.... quello che oggi viene chiamato subappalto “necessario”, ma che dovrebbe basarsi su un principio di logica territoriale...garantendo una parte del lavoro localmente. Insomma...non avvalersi di un subappaltatore alla sola fattispecie in cui essa non disponga della qualificazione in relazione ai lavori interessati dal subappalto...non ricorrere al subappalto al solo scopo di integrare requisiti di qualificazione di cui non sia in possesso, ma anche al fine di garantire il lavoro alle ditte locali pertinenti il luogo dell'esecuzione dell'opera.
Una materia tanto complessa ...quanto difficile a cui la stessa politica dovrebbe mettere mano, rivalutandone un certo funzionamento... in modo più logico e costruttivo.
Una materia tanto complessa ...quanto difficile a cui la stessa politica dovrebbe mettere mano, rivalutandone un certo funzionamento... in modo più logico e costruttivo.