27 ott 2015

il bluff di una finanziaria che nasconde ombre e difetti

di vincenzo cacopardo
Non potevano esserci dubbi sul comportamento del presidente della Repubblica riguardo alla legge di stabilità. Mattarella non può intervenire su un programma affidato esclusivamente alla politica del governo.. se non per alcuni riferimenti che potrebbero contrastare con la Costituzione..(che invero.. in alcuni punti.. potrebbero forse esser presenti). A differenza che per le riforme costituzionali che sono subito apparse spropositate e che necessitavano sicuramente dell'intervento di chi è preposto a garantire il rispetto per le regole fondamentali di una democrazia...la finanziaria procede nel suo iter in ragione di un dibattito parlamentare che vedrà la solita azione di quella consistente frangia di parlamentari che fingeranno di opporsi per poi adeguarsi al dictat governativo.

La legge approda infatti al Senato, ed.. al di là di chi ancora pensa che una maggioranza possa frantumarsi (cosa che, al contrario, regolarmente non avviene ) ci si accorgerà che il tutto continuerà a procedere con il solito teatrino dei dissidenti e dei verdiniani che finiranno con l'adeguarsi al percorso governativo per un proprio specifico interesse. I punti più a rischio sono quelli che riguardano le Regioni, il limite dei contanti, le tasse sugli immobili. Per quanto riguarda le pensioni..poi..in seno al Pd continua l'estenuante dibattito in favore di una flessibilità che potrebbe mitigare la rigidità della riforma Fornero.

Ma i veri problemi non riguardano di certo l'aumento del contante..quanto il reale ed assurdo disinteresse per i temi del sociale e del mezzogiorno: questo tema del limite al contante sembra voler nascondere di proposito altri temi decisamente più importanti in un'agenda politica che dovrebbe mirare allo sviluppo del meridione ed una sostanziale crescita del sociale.

Sono in tanti a pensare che questa finanziaria sia sbagliata e proposta per un preciso interesse elettorale. In molti addirittura non scorgono alcun risultato in riduzione delle tasse..poichè la finanziaria potrà aumentare la pressione fiscale nel 2016...Questa la visione di qualcuno: nella manovra per il 2016 c'è scritto che le entrate saranno di 477 miliardi. Se togliamo lo “sconto” promesso da Renzi (15 miliardi) arriviamo a 462 miliardi». Quindi 450 miliardi di entrate del 2015 «contro i 462 del 2016 fa 12 miliardi, 12 miliardi in più, 12 miliardi di tasse che il governo preleverà dalle tasche dei contribuenti il prossimo anno.

Se Mario Monti ha attaccato apertamente la legge di Stabilità, che considera una finanziaria elettorale, la sinistra Pd non sembra digerire l'abolizione della Tasi sulla prima casa. Quello che sicuramente manca è una azione in direzione di risorse disponibili per finanziare il sociale ed il Sud. Sulla sanità infine si presenta una riduzione di oltre due miliardi sulla spesa che metterà in allarme tutte le Regioni.

Una manovra.. comunque.. in deficit che porterà ad un allargamento del debito del nostro Paese. Ciò continua a sorreggere un percorso di un premier basato prevalentemente su una comunicazione di comodo e sull'ipocrisia di una espressione verbale che non corrisponde mai al vero. Un capo del governo che pare affrontare una partita a poker dove lo stesso continua a bleffare facendo credere di avere una scala reale..quando in mano si trova una semplice coppia.



26 ott 2015

l'esasperata autodifesa..e l'opportunismo politico

di vincenzo cacopardo
Quello che non si riesce a capire in questa storia.. che sicuramente necessita da parte degli inquirenti di una attenta analisi sulle indagini, è il fatto che il pensionato non abbia pensato di sparare in aria prima di colpire diretto al cuore il potenziale ladro disarmato. E' vero! Un pensionato dorme tranquillo con i suoi cari quando nella notte, spaventato, si accorge che degli estranei gli entrano all'interno della villa, ma la necessità di dover sparare a tutti i costi sul ragazzo anziché allarmarlo attraverso degli spari in aria..  risulta fin troppo eccessiva.

Da qui.. è più che logico che le indagini debbano seguire..ed è difficile e persino presuntuoso.. poter dare dei giudizi o prendere posizioni..prima che queste siano concluse, ma quello che risulta davvero impossibile da digerire è il fatto di mettere al centro di questa triste storia un opportunistica azione politica al fine di strumentalizzarla a propri fini propagandistici. Il teatro promosso sotto l'abitazione del pensionato con lo scopo di osannare il suo gesto supera l'inverosimile e mette di certo paura sul metodo assolutorio del comportamento di chiunque si propone per la fredda uccisione attraverso il disinvolto uso delle armi.

Nella fattispecie la questione non può essere affrontata in modo semplicistico tra chi ..a torto..ha invaso una abitazione altrui (con intenzioni mai veramente percettibili) e chi può aver ecceduto nella legittima difesa (con identiche intenzioni), poiché in ogni caso del genere.. la storia va analizzata a se..Insomma..se è vero che chi reagisce sparando non può essere cosciente delle vere intenzioni dell'invasore..è anche vero il contrario.. e cioè..  che non può davvero comprendere quanto veramente pericoloso possa essere nelle intenzioni chi entra nel suo spazio privato. 

Quindi l'indagine su come si siano veramente svolti i fatti è decisamente fondamentale prima di sollevare il caso sul piano di un insensato opportunismo politico. Chi ci dice che il ladro..una volta scoperto non abbia alzato le mani e chiesto di poter tornare indietro? Chi potrebbe in assoluto sostenere che il pensionato non abbia volutamente portato avanti la sua vendetta solo per un principio d'invasione della sua proprietà. Attualmente abbiamo una versione solo laterale affidata al pensionato di Vaprio d'Adda, nella periferia milanese.... e fa comunque assai impressione il tono freddo con il quale lo stesso pensionato, dopo aver freddato un essere umano, risponda ai giornalisti che lo intervistano, inserendosi nella circostanza in un discorso poco opportuno sulla politica nell'ambito della sicurezza. Un dialogo che appare fin troppo spinto per chi ha da poco freddato il giovane che, seppur malvivente, ha avuto la sua vita spezzata.


Infine..( non per giustificare od incolpare alcuno nel caso in questione) abbiamo una serie di sistemi di allarme sofisticati... persino telefonicamente collegati alle forze dalla polizia che costringono a mettere in fuga ladri e mascalzoni mal intenzionati. Allarmi che sono deterrenti essenziali ed oggi assai ricercati con sirene ed illuminazione improvvisa etc. Strumenti che risultano decisamente più adatti di qualsiasi detenzione di arma soprattutto per chi vive in ville isolate e non in grandi ed affolati condomini. Se il pensionato avesse avuto tale allarme invece di un'arma da fuoco..avrebbe messo in fuga gli estranei in brevissimo tempo e non sarebbe invaso da scrupoli ed eventuali sensi di colpa. Naturalmente sarebbe più utile per il nostro Paese combattere la criminalità con maggior controllo e preventivamente...Ma questa è una lunga storia sempre attuale..ma mai affrontata col giusto peso dalla classe politica che sembra preferire lasciare spazio libero all'auto difesa. 

25 ott 2015

Dove è finito il piano per il Sud?


di vincenzo cacopardo
Il premier aveva promesso un importante ed impegnativo piano per lo sviluppo del mezzogiorno. Aveva parlato di investimenti per quasi cento miliardi in diversi anni..Un piano che sarebbe stato presentato per il mese di settembre e che pare essersi inabissato nella politica futile e semplicistica di chi continua a comunicare con l'inganno in barba alla regioni più colpite dalla profonda crisi.

Fu chiamato con enfasi “masterplan”(come uso nella solita sofistica comunicazione esterofila di un premier assai loquace) : un piano che dovrebbe cercare di risolvere anche la complicata matassa dei quasi 100 miliardi di fondi Ue ancora non spesi. Il suo avrebbe dovuto rappresentare un autentico contrattacco a difesa delle complesse problematiche tutt'ora esistenti nel Mezzogiorno, volendolsi peraltro distaccare da quel fenomeno di emergenza permanente a difesa di tutte le critiche da parte dei governatori delle regioni meridionali... soprattutto quelli legati al suo Partito.

Per il Premier si sarebbe trattato dunque di "rottamare per sempre quel piagnisteo" che incombe da decenni puntando in direzione di interventi più mirati e concreti. Nella sua agenda si era parlato di un varo del masterplan da parte del suo governo per il 15/16 settembre in anticipazione della legge di stabilità e di cui non si è vista ombra. Nella fattispecie.. il piano prevedeva investimenti per i cantieri e per le infrastrutture portuali, stanziamenti per la rete stradale e ferroviaria e gli interventi per fronteggiare le crisi industriali non risolte. Ciò che tutt'ora ci si è ritrovati nella legge di stabilità resta fermo ad un investimento di circa 400 milioni per lo smaltimento delle ecoballe dalla terra dei fuochi.

Quello che il sindaco d'Italia chiama con tono quasi canzonatorio “il solito piagnisteo del sud” o la "retorica autoassolutoria del Sud abbandonato" si contrappone decisamente con una sua comunicazione continuamente intrisa di propaganda divulgata con enfasi assai più ridondante.
Dove è finito il piano per il Sud? 
post correlato: il sud per Renzi un rompicapo

24 ott 2015

Un commento al nuovo articolo di Domenico Cacopardo sulla rivoluzione tecnologica e la politica odierna

Si..è vero! La rivoluzione tecnologica avanza, i mezzi di comunicazione aumentano ed aiutano l'interazione tra i popoli. Il cambiamento epocale è di tutta evidenza, ma vi sono anche risvolti pericolosi dietro l'angolo se non si mettono in campo equilibrio ed idee. E' la combinazione di questi due principi che supporterà questo cambiamento....mancando la quale.. il solo realismo esasperato non potrà nulla..Idee capaci di trasportarlo verso un futuro migliore..equilibrio per supportarne il funzionamento.

Nel momento storico attuale, forse anche a causa di una forte recessione mondiale, si sopravvive attraverso l’unica risorsa mentale della tangibilità e della concretezza, non reagendo con la forza delle iniziative e delle idee e questo potrebbe penalizzare il giusto percorso della crescita di una società. Dare spazio alle idee di ognuno non significa soltanto far crescere le persone, ma far crescere un intero sistema. Oggi..c'è chi lotta con la particolare tangibilità di una esistenza che spesso impone scelte obbligate ma, resta il fatto che, oggi, lo spazio alle idee, appare sempre più chiuso dall’inconscia paura di non determinare alcun riscontro positivo rispetto ad un mondo che tende a muoversi prevalentemente in direzione di severi principi razionali eliminando, in via preventiva, qualunque incognita ideativa o presupposto teorico.

Non v'è dubbio che le idee rimangono il disegno della mente e costituiscono un sapere interiore: Rappresentano sicuramente un modello di riferimento per il percorso della vita, ma in un mondo come quello odierno, pare difficile potersi muovere attraverso queste rilevanti risorse del pensiero che sembrano le uniche capaci di spingere una positiva crescita ed, attraverso le quali, l’uomo potrà riuscire a sottrarsi alla propria sconfitta.

Riguardo all'articolo di Domenico, al di là del riferimento (per me fuori contesto a Papa Francesco) mi piace sottolineare che oggi è proprio la vecchia contrapposizione destra-sinistra che non cammina più sui tempi. Una concezione obsoleta ed antiquata che impone alla politica un freno sull'andamento guida di una società più moderna. Insomma..non possiamo mandare avanti una certa tecnologia avanzata per poi bloccarci in una concezione politica antiquata che spacca in due un concetto attraverso una vecchia ideologia.. rallentando un percorso più libero ed aperto. Così come resta incomprensibile vedere oggi un governo che si muove per vie di una esclusiva regolamentazione non offrendo mai uno sviluppo costruito su idee innovative. Un governo che continua muoversi per le riforme sui vecchi binari di una strada ferrata sgangherata ed insicura. Una politica dei Partiti che non studia nuove strade e non ricerca attraverso le giuste teorie possibili nuovi percorsi.

E' poi del tutto superfluo continuare a pormi in netta opposizione col cugino Cacopardo per ciò che riguarda l'ultimo argomento del suo articolo in riferimento alle leggi costituzionali. Rimane sorprendente vedere che... chi ha avuto una esperienza come consiglire di Stato..non si accorga della pericolosa semplificazione impiegata (oltre all'arrogante metodo usato) da questo governo..e che tutto ciò potrà portare forse qualche piccolo opportunistico vantaggio nell' immediato, mettendo in evidenza.. nel futuro.. tutti i risvolti negativi di un percorso governativo che non può mai avere un riscontro col ogni base popolare..con conseguenze persino pericolose .Altro che stabilità!!

Molti pensano che non vi potevano essere altre strade per rinnovare la Costituzione e rendere più sicuri i governi. La fretta ha prevalso su ogni valore più importante. Ma chi può avere la certezza che non si sarebbero potute trovare strade alternative più equilibrate e ponderate per ottenere una governabilità più democratica meglio sostenuta dal basso?
vincenzo cacopardo




L’abbiamo ripetutamente sottolineato: quella che viviamo è stagione di cambiamento. E non perché, emergendo dal municipio fiorentino, l’abbia annunciato Matteo Renzi, ma perché il mondo s’è tanto rinnovato da rendere impossibile la stasi italiana, il coltivare stilemi e ubbie passatiste improponibili ai nostri giorni.
Prima di tutto la rivoluzione tecnologica. Oggi, tutti sono effettivamente più liberi, più informati, più capaci di giudicare. La rete ha aperto possibilità impensabili ancora dieci anni fa: con essa il sistema di comunicazioni telefoniche che ha reso i cellulari punti di diffusione delle notizie e dei commenti di milioni di uomini. I giovani di vent’anni non conoscono l’edicola dei giornali: non l’hanno mai frequentata e l’hanno vista da lontano come una rivendita inutile di cose cartacee altrettanto inutili.
Certo, a noi dell’altro secolo dispiace vedere sfiorire il genere di informazione al quale siamo stati abituati. Non possiamo, però, farci niente, salvo insistere nell’esprimere idee e considerazioni utili per permettere ai lettori di formarsi un giudizio proprio, libero e indipendente. Soprattutto non condizionato da ideologie e interessi di un recente passato.
E poi la globalizzazione, l’essere tutti insieme in un’unica fornace mondiale, nella quale la produttività dell’operaio di Pechino condiziona il contratto di lavoro dell’operaio di Ostiglia.
Il male assoluto secondo papa Francesco.
Il male assoluto per i figli di una sinistra passatista, per coloro che hanno scelto di non partecipare alla competizione, alla corsa per lo sviluppo e la competitività cui partecipano tutte le nazioni, a parte qualche caso di disadattamento istituzionale e politico, come quelli del Venezuela, di Cuba, dell’Argentina, della Bolivia e della Corea del Nord.
Incapaci di adeguarsi al mondo contemporaneo, immaginano di poter vivere e sopravvivere nella crescita zero o, peggio, nella «decrescita felice» (quella di cui straparla Beppe Grillo), nell’assenza di vaccinazioni, di termovalorizzatori, di centrali nucleari, di treni veloci e di tutto ciò che la tecnica moderna regala agli uomini e alle donne del pianeta. Basti pensare a Messina, una excittà, in cui un imbecille politico come Renato Accorinti vince le elezioni e diventa sindaco sventolando la bandiere Noponte.
Ma come, c’è la possibilità di costruire un ponte stradale e ferroviario che colleghi la Sicilia al continente e voi dite di no? Dite di no alle migliaia di ore-lavoro che un’opera del genere comporta? Dite di no al circuito di ricchezza che si può generare in forma provvisoria per la durata dei lavori e in forma definitiva il giorno in cui l’opera va in esercizio? Imbecille politico e autolesionista, quindi. Certo, c’è tanta parte dell’Italia che si nutre di un verbo che invoglia a non fare a non lavorare a non studiare a non impegnarsi personalmente e collettivamente in nessun progetto di cambiamento reale del Paese.
Sono perdenti. Magari perdenti con la sigaretta o lo spinello in bocca (i giovani in Italia sono in controtendenza rispetto al mondo: fumano di più). Magari occupanti edifici pubblici e privati trasformati in collettivi dell’eroina e di altre droghe, pronti a sfogare le proprie frustrazioni in esplosioni di violenza a scapito di coloro che hanno scelto di starci, nel gioco, e di studiare, prepararsi e poi lavorare sodo.
Dal 1960 a oggi, il numero degli italiani che sono andati a studiare all’estero e a lavorarci è aumentato in modo esponenziale. Sono loro la punta di diamante del cambiamento di stile e di sostanza di cui cominciamo a percepire i segni. Nessuno di loro, né di coloro che sono usciti da università italiane serie e che hanno un titolo di studio vero, valido nel mercato globale, pensa di entrare in politica o di andare a lavorare in un comune, in una regione, in un ufficio pubblico. Pensano, invece, di tutelare se stessi e le proprie capacità competendo nel mercato, mai legandosi all’idea primitiva del posto fisso, ma rivendicando il proprio diritto di scelta.
Certo, si tratta di un ceto privilegiato e ristretto.
Ma da questa gente dobbiamo prendere esempio. Da questa gente dobbiamo imparare una redifinizione dei doveri pubblici e privati e le necessità di una società contemporanea, aperta alle novità tecnologiche e culturali. A questo genere di gente dobbiamo se la scelta, minimalista, antitecnologica e antimoderna, di dedicare un Expo all’alimentazione (un’operazione da vecchia sinistra democristiana: non a caso sostenuta da Romano Prodi), s’è trasformata in un successo.
E non dimentichiamo che, nel giorno dell’inaugurazione dell’Expo, Milano è stata messa a ferro e a fuoco proprio da bande di perdenti sconsiderati, nemici anche di una novità del genere. Del resto, quel campione dell’intellighenzia politica nazionale che è il comico Beppe Grillo aveva predetto che si sarebbe trattato di un fiasco (come tutte le novità, poche, che appaiono in Italia).
Insomma, l’ideologia dello sconfittismo, cui ci eravamo adagiati anche per la debolezza ideologica e mentale della politica italiana, è stata sconfitta dalla forza delle cose.
Una forza, di cui Matteo Renzi è moderato interprete, sia per insufficienza di personale politico (spesso d’accatto) sia per insufficienze proprie del sistema che non riesce a cogliere le correnti reali del fiume dell’ammodernamento.
Pensiamo alla riforma della pubblica Amministrazione, scritta e pensata da chi non ha saputo definire un progetto, un modello, uno «scope of the work»: un’occasione perduta, certo.
Rimangono sul terreno, come piccole pietre miliari, alcune riforme che saranno produttive di effetti positivi. Soprattutto quelle di sistema (abolizione sostanziale del Senato) che consentiranno a chi governerà in futuro di decidere e di scegliere senza i condizionamenti ricattatori del passato e del presente.
L’importante è non chiudersi in se stessi, nel piccolo orto di una società fondata sul soccorso statale e sulla tutela degli ignavi.
Essere nel nostro tempo, protagonisti, non succubi.

Domenico Cacopardo

23 ott 2015

Crocetta si impasta e rimpasta

di vincenzo cacopardo

Ancora una volta comincia il balletto delle consultazioni per una giunta da rifare. Per l'ennesima volta... il determinato presidente, governatore di una regione ormai allo sbando, pare lavorare per una politica che mira esclusivamente a mantenere le poltrone occupate non esercitando un compito attivo per la crescita dell'isola.

Quello di Crocetta è un vero fallimento politico ed è dimostrato dalla sua impotenza nel saper governare.. ed ormai non vi possono più essere dubbi su come sia rimasto impastato..nè su come non sia stato capace di imporre le opportune strategie e le figure adatte per uno sviluppo che avrebbe dovuto vedere nella difesa del territorio e nel turismo... oltre che in più decise posizioni nei confronti del governo centrale... le strade essenziali per promuovere l'isola anche attraverso le infrastrutture più adeguate.

Qualcuno sostiene che per crescere occorre un cambiamento radicale che ponga fine alla fallimentare politica di Crocetta dedita esclusivamente alla ricerca di una maggioranza raccogliticcia..una maggioranza acquisita per opportunità e convenienza in un quadro che vede oggi una Regione assai sottomessa ad un governo centrale che non riesce nemmeno a comprendere l'importanza di ciò che risulterebbe utile e proficuo riflettendosi persino a beneficio dell'intero Paese. Per i tanti che oggi occupano gli spazi della politica regionale prevale la salvezza della propria poltrona ed in molti sembrano essere sodali e comodamente seduti.. esclusi da ogni percezione malsana di un contesto sociale e di quotidiana vita che i cittadini di questa terra continuano a subire senza intravedere alcuna speranza verso un futuro. 

Mentre i conti tracollano e la spesa sociale ed assistenziale continua a garantire stipendi..mentre tutto affonda sotto il peso dell'ignavia e dalla trascuratezza...pare restare in piedi solo una casta di superburocrati sempre cara al presidente. Pur consapevoli che le responsabilità non possono appartenere esclusivamente al Governatore, ma anche ad una gran parte della politica che si è accodata di continuo in un precario gioco di convenienze..non possiamo non tener conto dell'enorme potenziale naturale esistente nel nostro territorio ..che, se ancora abbandonato e non accudito, non potrà più rendere i giusti vantaggi all'intera isola.  

Una nota di Domenico Cacopardo sulla legge di stabilità

La legge di stabilità, vista nel suo complesso, è un bicchiere mezzo pieno, anzi più pieno che vuoto. Quello che manca, gravemente, è un vero e serio intervento sul fronte delle uscite, un taglio che ridefinisca, limitandolo, il perimetro statuale, restituendo funzioni e attività ai privati e alla loro iniziativa.
Quest’assenza non incide soltanto sul giudizio della legge, ma ha effetti frenanti su tutto il processo di rinnovamento avviato da Renzi, nonostante contraddizioni e difficoltà.
Un semplice esempio: l’accorpamento dei piccoli comuni vale 3 miliardi di euro di spesa risparmiata. È vero che costerebbe la messa a riposo di alcune decine di migliaia di consiglieri comunali e sindaci (tutti retribuiti) in gran parte appartenenti al sistema Pd e, quindi, colpirebbero i numeri del consenso di cui gode Matteo Renzi. Ma è anche vero che inciderebbe su un tessuto partitico che, in giro per l’Italia, è sclerotizzato e tende a perpetuare un sistema di piccoli, ma costosi privilegi.
E così tante altre partite, compresa la radicale, inflessibile applicazione dei costi standard, che ancora rimane nel limbo delle tendenze senza entrare nel campo delle realizzazioni rivoluzionarie. Già, si tratterebbe di una vera rivoluzione, visto che colpirebbe gli extracosti comunali e sanitari, tutti causa ed effetto della corruzione politica diffusa.
C’è, però, del pieno, in questa legge. Si tratta della riduzione del carico fiscale, che, nell’insieme, vale poco, ma si tratta di un settore in cui (in assenza di tagli decisi delle uscite) si può procedere solo per decimali. E ci sono tante misure di sostegno produttivo e di soccorso sociale.
La sensazione è che il primo ministro abbia tenuto soprattutto presente che il 2016 è anno di elezioni in alcuni grandi comuni (Milano, Napoli, Torino, forse Roma, vista la commedia kafkiana messa in scena da Ignazio Marino) e di referendum e che, quindi, abbia voluto connotare il principale appuntamento politico-economico della nazione in senso elettoralistico. In modo da mantenere, consolidare e, possibilmente, ampliare il consenso del governo.
Già, perché è il governo la fonte e il fine della politica attuale: il Pd, la forza di cui è espressione, si è praticamente dissolto nel territorio nazionale, diventando partito dei parlamentari, non più di militanti e di insediamento sociale. Insomma la fine del partito di massa, figlio del primo Novecento.
Rimane in piedi nel sistema mediatico, una guerra a questa legge condotta per motivi ideologici a scapito dei contenuti effettivi.
L’idea è che l’attenuazione del carico fiscale sia una misura «berlusconiana», cioè di destra, quando si tratta di un’esigenza fisiologica del sistema Italia, necessaria per sopravvivere e coltivare una speranza di ripresa effettiva.
La legge di stabilità, comunque, passerà nei termini in cui è stata definita.
Comuni e regioni, che non potranno aumentare imposte e tasse, dovranno fare una leggera cura dimagrante: come sempre non toccheranno gli apparati burocratici e le aziende partecipate, pascolo del generone dei politicanti, ma faranno pagare il conto ai cittadini, in particolare agli indigenti (supremo cinismo dell’amministratore locale).
Come sempre.

Domenico Cacopardo

22 ott 2015

Intuito e saggezza per un vero cambiamento


Accompagnare l'ingresso.. difendendo la democrazia
di vincenzo cacopardo
Che il premier Matteo Renzi sia artefice di un mutamento..non vi è dubbio! Ma che il suo possa davvero definirsi cambiamento costruttivo.. non è per niente certo! Insomma... non può definirsi vero cambiamento in positivo quando.. entrandovi nel merito.. ci si accorge che le sue riforme sono poco conformi ad un sistema democratico che dovrebbe avere il dovere di sostenere una economia più equa a beneficio di tutti ed in direzione di una crescita innovativa. La sua determinazione può anche essere ammirevole...L' accentuata ambizione politica si scontra, però, con una costante mancanza di idee positive per la crescita, poiché basata su un pensiero che non guarda i principi supremi di una ossequiente governabilità condotta dal basso. Inoltre nel suo processo governativo si intravedono contorni privi di una ricerca più utile per un funzionale sviluppo …La sua facile parlantina comincia a proporsi troppo monocorde..ripetitiva e monotona... meno attraente che all'inizio del suo ingresso a capo del governo... per chi ha ormai capito il personaggio.

Il problema per il sindaco d'Italia rimane il fatto che pur essendosi proposto come un rottamatore del vecchio sistema...continua ad usare questo stesso terreno di scontro per il rinnovamento. Ciò potrebbe anche essere un suo modo strategico di intraprendere una pseudo-rivoluzione.. consapevole che..in altro modo.. non potrebbe ottenersi..se non attraverso le regole dell'attuale impianto: Cambiare il sistema con l'uso delle regole oggi esistenti al fine di modificare e rendere efficienti le istituzioni ed il processo economico di un Paese ormai paralizzato. Rimane comunque arduo poterlo fare con tale spocchia e supponenza...senza quella indispensabile umiltà che aiuterebbe il percorso...Ragioni che non lo vedono mai spiegare con tatto e rispetto al suo Paese quali sono i veri motivi che gli impongono un tale percorso. Tende sempre a saltare ogni riferimento nel merito di ciò che impone..persino attraverso il solito ricatto di una possibile caduta del suo esecutivo che metterbbe in seria crisi una classe politica ormai allo sbando.  Tutto questo continua a fare di lui un ipocrita risoluto in malafede. Ma sono soprattutto le poche e semplicistiche idee nel suo bagaglio che potranno porre un limite al suo cammino...

Al contrario... la politica dei 5Stelle si è costantemente mossa con una politica di contrasto al sistema..volendo rompere l'obsoleta organizzazione granitica di una politica che continua a muoversi attraverso parametri istituzionali non più consoni ad un processo di attualità. Ma anche questa operazione di rottura trova impedimenti... sia sul modo di procedere sulle proposte che non trovano soluzione su valide idee...sia nel suo eterogeneo modo di organizzare il proprio Movimento.

Il maglio di sfondamento verso la spessa porta che tiene chiuse le mura dell’antica fortezza sembra aver fatto il suo ingresso, ma il Movimento 5 stelle appare drogato da una visione troppo demagogica e dal pensiero dispotico dei suoi leaders che, nella loro concezione virtualistica della politica, impongono regole assolute all’interno del Movimento. La loro democrazia diretta.. appare, invero, assai poco antidemocratica e meno risolutiva…seppur convincente per quell’opera di sfondamento. A differenza degli israeliti che cinsero d'assedio le mura della città di Gerico e che poi crollarono, i piccoli movimenti ed i piccoli Partiti dovrebbero accompagnare l’ingresso del Movimento 5 stelle attraverso lo sfondamento della principale porta d’ingresso (evitando di distruggere le istituzioni), salvo poi staccarsene con proposte alternative valide al cambiamento.

Per adesso la vera battaglia che si dovrebbe operare è quella di accompagnare in un certo senso quest’ingresso.. evitando la dispersione delle forze che dovrebbero, unite, contrastare i principi di un bipolarismo di chiusura definitiva (vedasi legge elettorale e monocameralismo senza contrappesi). Il rischio alternativo è quello di un attacco sconclusionato del grande Movimento alle irriducibili mura…un attacco non risolutivo che potrebbe compromettere definitivamente ogni altro successivo attacco a difesa della democrazia del paese.   




Una nota di Domenico Cacopardo su Obama e la politca dell'America

In riferimento a questa nota del consigliere Cacopardo ci limitiamo a d aggiungere il  post dell'Ottobre del 2014




Un amico americano, di Roma, mi ha parlato per perorare la causa di Barak Obama, cui non lesino critiche. Il succo del discorso è il seguente: «Voi europei vi dovete rassegnare: il focus degli Stati Uniti è sul Pacifico, sulle relazioni e le possibilità di sviluppo che il grande oceano offre.»
Non c’è dubbio che, col passo ondivago e incerto che lo caratterizza, Obama abbia puntato più sul suo Occidente geografico che sull’Oriente europeo e mediorientale.
Ma ciò non giustifica gli errori e i disastri provocati nel nostro scacchiere. Si può certo scegliere una priorità diversa dall’Europa per la propria strategia internazionale politica ed economica, ma non è accettabile gettare tra le gambe degli ex-primi alleati il bastone di crisi ingestibili, tali da compromettere il faticoso percorso di uscita dagli effetti del 2008, innescato peraltro dal default di Lehman Brothers, la banca d’affari di New York.
L’idea di un contenimento della Russia di Putin, che aveva positive e crescenti rapporti con l’Unione europea, mediante lo schieramento nel campo occidentale dell’Ucraina, peccava di superficialità e avventatezza.
Gli Stati Uniti hanno supportato il golpe che allontanò il filorusso Janukovyč, regolarmente eletto, e portò alla presidenza il filoamericano Porošenko, sostenuto anche dal partito e dalle milizie neonaziste. E si sono opposti a qualsiasi accomodamento che consentisse la convivenza di ucraini e russofoni nel medesimo Stato. La reazione decisa di Putin poteva e doveva essere prevista, come il fallimento delle sanzioni alla Russia, dichiarate a spese delle nazioni europee. E non dimentichiamo ciò che è accaduto, nell’ordine, in Egitto (conferenza all’università del Cairo di Obama), in Tunisia, in Libia e in Siria. Senza alcun beneficio per gli USA e danni gravi per l’UE.
Il manuale dell’uomo di Stato spiega che la chiusura di un’intesa strategica deve essere accompagnata da un’attenzione specifica per gli altri quadranti geopolitici e per le conseguenze.
Tutto questo è mancato, amico americano. E mancherà sino a quando alla Casa Bianca non arriverà un nuovo presidente capace di giudicare con realismo ed equilibrio quello che sta accadendo.

21 ott 2015

Il ponte..e quel cinico diniego per la crescita del proprio territorio

di vincenzo cacopardo
Questo bellissimo quadro paesaggistico..di inestimabile valore... rimane da decenni nascosto ed impedito dalla mancanza dell'infrastruttura più importante per un isola come la nostra: Un ponte che la collega al territorio nazionale!







Questo scorcio di mare non potrà mai essere apprezzato in pieno da chi vorrebbe muoversi con un proprio mezzo alla ricerca di posti incantevoli offerti dalla Sicilia. Luoghi che per natura seducono e per il mare affascinano e conquistano in modo assai suggestivo
Affermare che il Ponte sullo stretto non è indispensabile poiché servono altre opere stradali e di difesa del territotio.. equivale a non aver capito nulla...significa non aver compreso che è proprio questa infrastruttura di servizio che aprirà la strada ad altri cantieri stradali e ferroviari. Equivale a non aver capito quanta enorme massa di turisti potranno giovarne allettati anche dall'immensità dell'opera suggestiva. Significa far crescere il lavoro ed una lunga serie di cantieri in questa parte del territorio.

Se rimane assente il governo e se ne resta bloccata la politica nazionale che non riesce a percepirne il vantaggio verso il meridione...bisogna farsene..a malincuore.. una ragione! Ma quando chi si oppone appartiene ai luoghi in cui dovrebbe sorgere l'opera..non si finisce di comprendere l'idiozia e la immutevole condotta autolesionista nei confronti di un proprio territorio dimenticato che ne ricaverebbe solo utili benefici. Un Sud per il quale.. la politica dell'intero Paese non si è mai mossa con la dovuta intelligenza programmatica, offrendo solo al Nord ogni iniziativa infrastrutturale. Fa davvero male percepire una negazione per l’innovazione ed il funzionamento del proprio territorio da parte degli stessi siciliani.

20 ott 2015

Napolitano.. orditore di un infelice cambiamento?


di vincenzo cacopardo
Se abbia tramato con imprenditori e banchieri, se abbia ha preso accordi con Stati esteri o attirato a sé con la lusinga leader politici del centrodestra per provocare scissioni, questo non sembra possibile poterlo provare , ma per alcuni come Sallusti, invece, sono fatti accertati e documentati da più fonti.

Secondo il giornalista il tutto può essere dimostrabile.. e ciò che sta accadendo oggi è frutto di una serie di reati gravi sui quali dovrebbero indagare il Parlamento e la magistratura se non fosse debole e sotto ricatto il primo e complice la seconda. ...Insomma per Sallusti..Napolitano, da presidente della Repubblica, ha sovvertito la volontà popolare, alterato gli equilibri parlamentari ed impedito il libero esercizio del voto.

Sallusti.. individua in Napolitano il “comunista” per eccellenza..l'ex presidente, operando in malafede, dopo aver fatto passare per banditi e matti i cittadini ungheresi che nel 1956 si volevano liberare del giogo del comunismo sovietico, ci ha provato con quelli Italiani che si sono riconosciuti e si riconoscono in una stagione politica di libertà.

Certo è che Napolitano ha voluto questa riforma e l'ha promossa con alacrità e tutta la passione che gli è rimasta...Non so se possa parlarsi di complotto ordito in sfavore dell'allora premier Berlusconi, ma sta di fatto che nell'odierno panorama va costruendosi un quadro forzato di una nuova politica che non garantisce una vera democrazia parlamentare.. scombussolando l'ordito istituzionale e creando una serie di impreviste anomalie moltiplicatesi nell'incedere del percorso riformista.

Sembra che si sia voluto procedere attraverso un metodo presidenziale malgrado non vi sia nel nostro ordinamento alcun principo in proposito..sovvertendo.. in un certo senso.. una volontà popolare, alterando gli equilibri parlamentari ed infine ... impedendo ad ogni costo il libero esercizio del voto.

Ai cittadini ogni giudizio nel merito...

Renzi si burla dei pavidi dissidenti

di vincenzo cacopardo
Per l'ennesima volta la ridicola cordata della minoranza dem è sulle barricate. Pare infatti che sussistano vari punti, all'interno della legge di Stabilità, che rischiano di bloccare la marcia del Pd. Siamo pur tuttavia convinti che l'ennesima scenata all'interno del Partito di maggioranza si presenterà come la solita risibile commedia per attrarre un po' di consenso con la scusa di un dialogo interno... fingendo di tirare fuori una futile fermezza.
Dall'altra parte Renzi non perde occasione per ridicolizzare i dissidenti :"Una parte della minoranza del Pd è come Totò, si oppone a prescindere. Il sindaco d'Italia si prende gioco canzonando la combriccola incoerente di una opposizione interna legata alle poltrone che non ha mai avuto il coraggio di fare forza comune in direzione di una nuova forza politica.

Mi aspetto una dura opposizione anche sul colore delle cravatte". Con questa frase, Renzi deride ogni critica ricevuta da una parte del suo partito alla legge di stabilità.
Il Premier si esalta da solo asserendo che la sua legge di stabilità compie battaglie storiche.. benché vi sia qualcuno del Pd che se ne lamenti. Astutamente approfitta per mettere in evidenza le sue battaglie vinte come l'Expo ed il prossimo Giubileo. Malgrado i problemi ed i gufi in agguato...secondo Renzi si continuerànno a portare avanti buoni risultati.

Secondo il Premier l'Italia è più solida e sta meglio. Ciò che mancava era una riduzione delle tasse: pagarle meno, ma pagarle tutti. Questa frase in sé non corrisponde affatto alla verità! Renzi cammina spedito su questo argomento dimenticando che vi è una enorme quota di cittadini che non è in grado di poter affrontare il peso di queste. Quando si butta giù una tassa sull'immobile e in modo così lineare non si è fatto alcun favore ad una buona parte del Paese, se poi..si impone una indegna tassa sulla Rai all'identico modo, incastrandola in una bolletta elettrica, si opera una furbizia che non scalfisce per nulla il benestante, ma colpisce in modo fin troppo accentuato tanti pensionati e tutta quella categoria di disagiati oggi esistente nel Paese: La politica economica di questo governo..tutta immedesimata su parametri e PIL, continua a dimenticare la perseverante sperequazione tra ricchezza e povertà esistente tradendo ancora una volta i principi insiti all'interno della Costituzione che all’articolo 53 parla chiaramente di una progressività

Il premier aggiunge con particolare enfasi“Questa legge di stabilità prevede misure che il Pd ha chiesto per anni: una misura contro la povertà
Ma questa legge di stabilità, malgrado l'indifferenza delle forze politiche più critiche, non è per niente una misura contro la povertà . E' ormai chiaro che questo Premier si muove con pochissima considerazione nei confronti dei meno agiati. Non lo ha dimostrato con gli 80 euro..offrendoli solo e per primi a quella fascia sistemica di lavoratori con reddito sufficiente. Non lo ha mai mostrato nei confronti di un Sud sempre dimenticato..Non lo manifesta oggi con la soppressione di tasse in modo lineare e l'immissione di altre nel modo identico attraverso furbizie.

In questo quadro appaiono solo teatrali le manifestazioni della sgangherata cordata dei dissidenti che.. dalla loro sembrano  volutamente arricchire un falso scambio all'interno, pur di restare sempre incollati alle comode e remunerative poltrone del Parlamento e che meritano di certo di essere burlati dal loro stesso premier segretario di Partito

19 ott 2015

Sistemica ed antisistemica: la nuova contrapposizione politica


L'attuale contrapposizione potrebbe generare la nascita di una politica più favorevole
di vincenzo cacopardo
Sembra ormai evidente che la lotta politica odierna non appare più costruita su una vecchia ideologia antitetica destra–sinistra, ma su una contrapposizione "antisistemica" avversa a quella "sistemica": Due posizioni identificate da un monolitico Partito di sinistra in opposizione ad un più suggestivo Movimento 5Stelle.

L'ormai debole Partito di Berlusconi appare disperso nelle nebbie di un passato.. e le altre forze politiche restanti difficilmente potranno ottenere un miglioramento nei consensi, poiché fin troppo spinte verso l'assolutismo delle loro demagogiche posizioni che non lasciano spazio alla mentalità di un Paese alla ricerca della stabilità e della moderazione.
Se da un lato il tetragono Partito del giovane sindaco d'Italia Matteo Renzi procede con ostinata determinazione verso riforme che in qualche modo sostengono un vecchio sistema ricco di anomalie che pare far acqua da tutte le parti, da un altro lato, un Movimento più vicino alle esigenze di una gran parte dei cittadini penalizzati da questo incedere, si muove al ritmo di un affascinante politica antisistemica di rottura.

Il difetto.. da parte del PD.. resta quello di cercare di definire il suo riformismo attraverso le regole di un gioco che trae continuamente spunto dal vecchio sistema, mentre.. per quanto riguarda il Movimento di Grillo e Casaleggio, non paiono scorgersi tutt'oggi proposte e programmi validi o.. comunque.. persuasivi. Il Movimento è purtroppo condotto con un consenso costruito in modo fin troppo donchisciottesco..  in modo virtuale attraverso i computers senza un vero dialogo che garantisca uno scambio più approfondito ….Le capacità potranno venir fuori solo ed esclusivamente nella competenza della loro conduzione governativa..e questo rischio.. in un certo senso.. pone freni al consenso di una gran parte della cittadinanza.

Questa è la ragione per la quale sembra più che opportuna e logica la ricerca di altre strade più creative e.. nel contempo.. meglio edificate su un percorso programmatico più funzionale: E' l'occasione storica per la nascita di nuovi Movimenti che.. accrescendo la politica attraverso idee nuove, offrino un pensiero innovativo a garanzia dei veri valori di una vita in comune..Un pensiero che guardi alla società in senso più equo pur garantendo meriti, sviluppo ed innovazione.



Non v'è dubbio che tutt'ora non si intravedono strade certe e sicure nella trappola riformista in cui sembra volerci rinchiudere l'attuale governo che ha sbarrato il passo al valore supremo di una società più democraticamente corretta. Ma arriverà comunque quel momento in cui in tanti potranno meglio comprendere l'importanza e la necessità di una politica più utile e funzionale per il futuro sviluppo.     Ci vorrà ancora qualche anno per poter vedere la nascita di un solido Movimento più convincente e maturo che riesca ad individuare una guida più consona per il nostro Paese... Non tarderà a venir fuori...la spinta generata dalle odierne contrapposizioni è forte e sembra portare in quella direzione!

17 ott 2015

Un commento sull'articolo di Domenico Cacopardo: Ripensateci!

Da quello che si è visto al Senato sulla riforma costituzionale..(con un unico scopo di fretta semplificativa) mi sembra davvero impossibile pensare che l'ambizioso giovane premier possa avere la volontà di rilettere e meditare..

Capisco perfettamente le perplessita di Domenico Cacopardo espresse in modo limpido in questa analisi politica... tuttavia nutro anch'io altrettante incertezze su questa assurda legge elettorale ( ancora non definita in tutto).
Le preoccupazioni di Domenico circa la vittoria del Movimento 5Stelle suonano come una mancanza di alternativa per la politica Nazionale del Paese. Bisogna, tuttavia, rendersi conto che, nel bene o nel male, questo Movimento richiama l'attenzione di tanta gente ormai oppressa e vessata da una politica governativa che da un altro lato non pone il più importante principio sociale al primo posto: l'equità.

Comprendo fin troppo bene la diffidenza da parte di chi è inserito in un sistema e che vive nel benessere: Se il Movimento 5Stelle arriverà alla vittoria ..il merito probabilmente non sarà solo della propria forza, ma di una politica governativa che non pare assolutamente tener conto dei bisogni dei più deboli. Sarà proprio per il fatto che l'ago della bilancia peserà a sfavore dei meno abbienti spingendoli per necessità (seppur a malincuore) in favore di un giovane Movimento che..anche nel suo poco accorto modo di procedere.. ne cura meglio gli interessi guardando alla società con meno ragioni personali e più considerazione verso il sociale.

Sappiamo in tanti come i nuovi arrivati della politica (estremamente prodighi..persino cavillosi.. nel conteggio delle spese), proprio per il loro confuso e limitato modo di eleggere i propri esponenti, offrono grandi incertezze e creano esitazione, ma cosa offre dall'altro lato la politica di un governo che persevera nelle continue anomalie di una politica con una spocchiosa arroganza..non curante delle essenziali disposizioni più utili in direzione di un equilibrio sociale? Cosa regala ai suoi cittadini ..se fin troppo preso e condizionato da una politica europea che lo sottomette ai soliti parametri economici.. sottovalutando una più importante azione per arrestare quella inesorabile forbice tra ricchezza e povertà in aumento?.. Se procede attraverso la politica di un premier arrogante e spocchioso che assai meno si propone in favore di un risolutivo ed equilibrato welfare?

Un premier che dimentica totalmente la fondamentale crescita del mezzogiorno...Fecondo in una comunicazione ipocrita e capziosa ..Perennemente lieto e quasi soddisfatto di avere certi gufi tra i piedi che lo perseguitano....ma fin troppo disinvolto verso i bisogni dei più deboli...
vincenzo cacopardo


Ripensateci.
Ora che la riforma del Senato ha superato la terza e più difficile boa, ripensateci e aprite al cambiamento l’Italicum.
Si dice che l’Italia attuale è l’unica tirannia al mondo nella quale vadano in video soltanto gli acerrimi, i più faziosi, nemici del tiranno.
Da questa battuta, parte un ragionamento analitico e complessivo.
La legge 6 maggio 2015, n. 52 disciplina l’elezione dei componenti della Camera dei deputati. Essa prevede che la lista che raggiungerà il 40% dei voti, otterrà un premio di maggioranza e 340 seggi su 630 (maggioranza 316). Un premio molto contenuto che, ai nostri tempi non garantisce la governabilità, visto che per comporre una lista vincente i responsabili dei partiti dovranno imbarcare amici e nemici interni, consegnando loro ancora una volta un potere di veto o di ricatto (il che è lo stesso) comparabile con quello esercitato in passato.
Ma l’aspetto più preoccupante del sistema è che con le elezioni non sarà in palio la maggioranza della Camera, ma l’Italia. Una riffa da giocare sul filo del rasoio, nella quale chi vince potrà, effettivamente, instaurare un’autocrazia e prendere in mano l’Italia.
Certo, se la lista del 40% fosse quella del Pd o di Forza Italia è facile ritenere che il regime democratico non correrà rischi, a meno che il leader del partito non subisse il fascino di derive autoritarie, non contrastate a sufficienza dagli anticorpi insiti nel sistema come le maggioranze qualificate per la riforma elettorale, per l’elezione del presidente della Repubblica e dei giudici costituzionali.
Ma immaginiamo lo scenario peggiore. Che quel 40% sia conquistato dal Movimento 5 Stelle che pone come suo obiettivo l’uscita dall’euro, il che vuol dire, di fatto, l’uscita dall’Europa, oltre a una serie di amenità autolesionistiche (per l’Italia) di natura paraecologista o paraeconomica, come la follia della crescita zero e dell’opposizione alle infrastrutture di sopravvivenza civile ed economica, come le ferrovie veloci, le autostrade (aggiornamenti di tracciati e di rete), i termovalorizzatori e simili.
Il governo sarebbe in mano a una compagnia di scombiccherati votati a portare il Paese nel medio evo di un oscurantismo fondamentalista dal quale sarebbe difficile uscire in breve tempo.
Probabilmente, un successo del Movimento 5 Stelle innesterebbe reazioni all’interno del sistema statuale e non è peregrino immaginare che potrebbero essere molto decise.
Ma tant’è: Deus amentat quos perdere vult (Dio acceca coloro che vuol perdere). E se gli italiani decidessero di non far raggiungere il 40% a nessuno dei contendenti in campo e si andasse al ballottaggio tra il Pd e i 5Stelle, potrebbe verificarsi il demenziale effetto Parma, per il quale per non votare un vecchio e bolso quadro di partito (del Pd), gli elettori di destra e di centro sono confluiti sul candidato grillino, tale Pizzarotti Federico, una nullità culturale e politica i cui effetti negativi (e distruttivi, come il rifiuto del collegamento tra l’Autobrennero e l’Autocisa) hanno già gravemente colpito quella che è stata la capitale emiliana, e continueranno a colpirla almeno sino alle prossime elezioni amministrative.
Un effetto Parma che potrebbe indurre gli elettori orfani del fuleader del centro-destra, Silvio Berlusconi, e dei tradizionali riferimenti moderati, convinti tuttora della necessità di opporsi alla sinistra, anche a quella annacquata e democristiana dei nostri giorni, a votare per il male maggiore, Grillo&suoi in una sorta di purificante karakiri, di cui subito dopo (come a Parma) si pentirebbero, visto che il prezzo maggiore lo pagherebbe il ceto medio e moderato nazionale.
Se l’onestà è la bandiera dei 5Stelle (un’onestà da porre alla prova dell’esercizio del potere) essa non può essere il criterio discriminante per esprimere il proprio voto. Il criterio dovrebbe essere quello di scegliere chi prospetta un programma realistico e convincente e può mostrare di avere le carte in regola per realizzarlo. Così come non affrontereste un’operazione scegliendo il chirurgo col criterio dell’onestà, ma con quello delle notoria capacità professionale, così non dovreste affrontare le elezioni con un principio deviante e, nel caso della troupe grillina, con l’acritica accettazione di idee rovinose e/o inattuabili.
Certo, l’ipotesi di cui abbiamo scritto è marginale, al limite di un corpo elettorale preso da un’incontenibile pazzia, come il corpo elettorale che 6 aprile 1924 dette il 60% al partito nazionale fascista avviando l’instaurazione della dittatura. Ma, proprio per la valutazione delle conseguenze estreme, abbiamo detto all’inizio Ripensateci e lo ripetiamo ora: Ripensateci!
Ci sono due vie per mettere l’Italia al riparo dalle avventure: la prima è consentire la formazione di coalizioni di partiti, legittimandole all’ottenimento del premio di maggioranza. La seconda è un aumento del limite dal 40 al 42%. In questo modo, si renderebbe veramente remota l’ipotesi dei 5Stelle, e si darebbe al governo espresso dalla coalizione vincente un margine più consistente di seggi per realizzare il proprio programma.
Se qualcuno si scandalizzerà dall’esplicita menzione del Movimento 5 Stelle come soggetto politico cui contrapporre una legge elettorale che ne renderebbe ancora più difficile la vittoria, lo rassicuro: di norma le leggi elettorali vengono scritte ritagliandole sugli interessi specifici e concreti della maggioranza del tempo. In questo caso, occorre mettere al centro dell’attenzione l’Italia, il suo faticosissimo uscire dalla crisi, la necessaria coerenza con decenni di politica europeista, nella quale oggi abbiamo più cittadinanza e peso di qualche anno fa.
Pensare all’Italia per sbarrare il passo alla compagnia di giro dei grillini (i geometri contro gli ingegneri).
È l’Europa il nostro contesto, il nostro futuro, il nostro orizzonte.
Rinunciarci sarebbe un grave e costoso sacrificio e che condurrebbe sulla via dell’avventura.
E l’Italia non può essere la posta di uno spaventoso gioco alla roulette.
Ripensateci!
Domenico Cacopardo