di vincenzo cacopardo
O
si vota a giugno o si vota a fine legislatura, febbraio 2018.
L'ostacolo del possibile referendum sul jobs act potrebbe spingere lo
stesso Premier uscente.. segretario del Partito, ad anticipare entro
Giugno per evitare un altro pericolo devastante per la sua figura
politica. La Corte Costituzionale, infatti, deciderà
sull'ammissibilità l'11 Gennaio 2017 e, se la consultazione sarà ammessa, entro
Giugno si dovrebbe poter votare. Questo potrebbe accelerare il lavoro
per la nuova riforma elettorale da parte del PD in seno al governo
Gentiloni
Ma
in mezzo ci sta un congresso e Renzi cercherà in tutti i modi di
farsi rieleggere segretario a larga maggioranza e andare alla sfida
per il voto anticipato. Naturalmente la reazione al No si è subito
fatta sentire.. poiché sembra che siano affluite nuove richieste di
iscrizione al Partito in favore del segretario: Per molti il
consenso a Renzi, da solo, vale praticamente oltre il 20%, mentre il
Pd senza di lui franerebbe a poco più del 12%. Per l'ex premier è
dunque il momento di accumulare consenso, ma gli occorre anche un
Congresso per potersi ricandidare o riaffermare in modo deciso.
Al
momento non sembra esservi alcuna intenzione di scissione all'interno
del Partito. Ma quello che pare disturbare l'assetto organizzativo.. è il fatto che Renzi abbia un pò troppo esagerato
imponendo con forza il suo determinismo e le sue categoriche
scelte.. sottovalutando un essenziale dialogo e manovrando i suoi
adepti come fosse all'interno di una società per azioni..Il suo
procedere con troppa sicurezza e presunzione ha disturbato una
discussione che all'interno del partito è sempre stata prediletta e
garantita.
Al
di là della vittoria o sconfitta all'interno del partito..il
problema del PD sta nel fatto di poter pensare che la carica di
segretario e di Premier possano e debbano convivere in un unico
figura..è un quesito che coinvolge un certo modo di operare
in politica che danneggia e non favorisce un giusto percorso : Più
un leader prende forza nell'azione di governo, meno ne ricava
all'interno del suo Partito..inoltre i problemi del Partito restano
ben diversi da quelli di una guida dell'esecutivo.. dove si devono
ricercare mediazioni e scelte non sempre condivisibili con le
ideologie ormai passate di questi vecchi contenitori di consensi.
Viviamo
in un mondo che corre e dove la politica sembra più inseguire che
dettare..Renzi appare una figura nuova, ma forse resta inserito in un
Partito rimasto indietro.. e se ha dimostrato sicuramente
quella presunzione un po' provinciale di chi vuole emergere a tutti i
costi.. è anche vero che ha provato a smuovere qualcosa in un
contesto che non gli è del tutto congeniale..Ecco la
ragione per la quale non è per nulla impensabile che fuori da quel
Partito egli potrebbe avere migliori possibilità di esprimere i suoi
obiettivi.. dimostrando in meglio le sue vere capacità