11 mar 2017

"Ricominciare"... avendo mal concluso

RETORICA PERSISTENTE E SLOGAN A GO-GO
di vincenzo cacopardo

"Al di là di ogni valutazione sulla figura e sul suo modo di far politica, quello che continua a scorgersi è il persistente atteggiamento di presunzione senza alcuna considerazione rispetto a ciò che il suo governo ha lasciato nel Paese e soprattutto nel mezzogiorno."

Si torna a casa per ricominciare», come recita il suo slogan sullo sfondo verde foglia del salone del Lingotto. Per lui ancora Futuro, speranza ed identità contro la paura, le divisioni ed i rancori. Tutto condivisibile e di buon auspicio se non fosse che il suo appare essere il solito artificioso ottimismo dopo la disfatta su un modo di procedere che lo ha visto più come un millantatore di aspettative.. che un umile portatore del buon senso!
Un pieno di folla nel salone del Lingotto tra coloro che ancora lo vedono come il profeta di una politica innovativa e di rottamazione che in realtà ha solo fatto perdere tre anni al nostro Paese smuovendo ben poco. Mancavano naturalmente Bersani e D'Alema..ma anche Romano Prodi che aveva sperato in una maggiore considerazione da parte dell'ex Premier . C'erano Fassino Chiamparino, Giorgio Tonini ed Enrico Morando, che ai tempi furono i formulatori del manifesto veltroniano. Ancora una kermesse renziana che al Lingotto prova a sminuire la recente scissione all'interno del Partito.
"Noi siamo gli eredi, non i reduci", e se si "torna a casa", al Lingotto, non è per "nostalgia" ma per "ripartire". Altro slogan enfatico, ma vuoto.. proposto dal sindaco d'italia come nulla fosse accaduto in questi anni!...Per poi aggiungere il suo disdegno per la nauseante politica del quotidiano...Tutto ciò senza porsi la domanda ovvia di chi ha scatenato in questi anni, imbarbarendola ancora di più, questa politica disgregativa e di reazione dovuta dai suoi eccessivi zeli oltre che dalla mancanza di una sensibilità politica più che mai espressa.
"Io dico che ci vuole un partito pensante, che sappia discutere, dialogare, ascoltare e consapevole della propria forza". "serve maggiore collegialità, ideali e contenuti": Cosa si può aggiungere a frasi di questa portata?.. Slogan ripetitivi promossi da chi, al contrario, non pare mai avere ascoltato e discusso. Comunicazioni che potrebbero apparire nuove, ma delle quali non si è proprio avuta prova negli anni del suo governo!
Mentre per le proposte concrete si dovrà attendere l'esito dei 12 tavoli programmatici che si riuniranno per integrare la mozione congressuale, Renzi rimane fermo sulla posizione del doppio incarico premierato e segreteria di Partito (un concetto veltroniano di matrice americana che ha ridotto il PD nello stato in cui è)
La presunzione dell'ex Premier, unita alla mancanza di una lettura politica appropriata.. è tale da non percepire che se egli non avesse avuto il doppio incarico.. lo stesso PD..malgrado la sconfitta al referendum, avrebbe potuto non scindersi! Col doppio incarico era evidente che l'attività all'interno del Partito sarebbe rimasta bloccata dalla mancanza di un indispensabile dialogo costruttivo.
Adesso un'altra trovata per "non lasciare l'invenzione del web a chi fa business e soldi"..una piattafroma su cui si potrà discutere...Il suo nome tanto per non cambiare la costante esterofilia anglo-americana di Renzi avrà un nome: "Bob" ...in memoria del fratello Kennedy 

8 mar 2017

LA BOSCHI RIAPPARE NEL SALOTTO DI VESPA

La “bella addormentata tra i Boschi” della stagione renziana rispunta nello studio di Bruno Vespa
Se qualcuno dei Cinquestelle avesse causato un decimo dei disastri che ha procurato Maria Elena Boschi, sarebbe stato massacrato dall'opinione pubblica, preso per ignorante e non di certo premiato! 
di vincenzo cacopardo
Per molto tempo è rimasta in silenzio ..come nascosta e messa da parte ..benchè in realtà sia stata premiata con un incarico di governo determinante. Si vocifera adesso che Maria Elena Boschi possa tornare più spesso in TV e persino avere un ruolo importante in seno al PD. Ma lei ripete che rimane poco interessata a tali ruoli e di essere felice per l'incarico di governo che mantiene.
Naturalmente è facile intuire che sosterrà con tutta la sua forza Matteo Renzi alla segreteri del Partito «Sosterrò convintamente Matteo Renzi, ci aspettano a Lingotto tre giorni di discussione piena e franca. Nel nostro partito la figura del segretario e quella del candidato premier coincidono». Ed ecco reiterarsi, attraverso queste sue parole, la ostinazione su un argomento che ha portato alla sconfitta la leggenda ed il mito dell'ex premier tanto osannato: 
La presunzione unita alla mancanza di una lettura politica appropriata.. è tale da non percepire che se Renzi non avesse avuto il doppio incarico.. lo stesso PD..malgrado la sconfitta al referendum, avrebbe potuto non scindersi.
Ma lei insiste dando la colpa agli scissionisti ritenendoli mossi soltanto da uno spirito di vendetta e ripetendo a memoria il solito motivo di un governo Renzi che si è sempre mosso a sinistra.. ritenendo che non esiste in realtà un problema di sinistra e poi con la solita litania del riformismo che solo il suo Renzi ha saputo condurre.
In realtà la politica condotta il questi anni da lei e Renzi è stata un vero disastro, un fallimento politico sopra ogni limite al quale si è assistito senza una vera garanzia a protezione delle stesse istituzioni! La loro  limitata visione bipartitica con la quale ha nno  cercato di portare avanti una riforma per nulla innovativa, e' risultata poco convincente al Paese.. una inutile perdita di tempo. 
Il nuovo incarico affidato alla Boschi nel governo risulta oltre che eccentrico.. incomprensibile come premio per nulla meritato per gli enormi errori commessi.
Legge elettorale e referendum costituzionale da lei promossi hanno portato solo tempo perso e costi notevoli per quel persistente modo di procedere arrogante di chi crede di conoscere ed insegnare. In conclusione è sembrato che sia lei che Renzi ci abbiano capito assai poco!
La fedele Maria Elena.. avvocato dalla breve, ma brillante carriera legale nei più prestigiosi studi di Firenze, ha dimostrato in toto, oltre che l'incapacità di saper portare riforme serie e costruttive, una presunzione sopra ogni limite stigmatizzata dal suo incessante sorriso stereotipato... Insomma.. un duo che ha portato al disastro la nostra Nazione e che ha fatto perdere tempo prezioso per le istituzioni. Mancando della necessaria umiltà, di cui oggi la politica necessita, la Boschi con protervia ed ostinazione ha pensato di poter cambiare un Paese attraverso formule semplificative e assai poco funzionali bocciate ripetutamente dai cittadini e dalla Corte Costituzionale...

Ricordiamo anche che a Dicembre è arrivata un'altra bocciatura sulla riforma delle banche popolari, (quella che portò una serie di polemiche proprio per la Boschi) Il Consiglio di Stato, dopo aver sospeso in via cautelare la circolare della Banca d'Italia che conteneva le misure attuative della riforma, ha eccepito l'incostituzionalità del decreto legge. La riforma oggi rimane congelata, e persino a rischio di una bocciatura.

Un vero disastro, un fallimento politico sopra ogni limite ..Oggi il Paese paga! Di contro costoro parlano di incompetenza dei 5Stelle..come fossero degli asini alla ricerca di una stalla!

Mentre per la Banca Etruria, a Maria Elena Boschi non rimane che attendere curiosa la commissione d'inchiesta.... per l'affare Consip di questi giorni la sottosegretaria alla Presidenza continua a prendersela con il Movimento 5 stelle per gli attacchi mediatici. La sua fiducia per Lotti.. ovviamente.. non può che essere uguale a quella che depone in Renzi!




4 mar 2017

IL CASO CONSIP E LE CONTRADDIZIONI SUI FINANZIAMENTI ALLA POLITICA


Dopo i recenti fatti di corruzione sulla Consip che hanno portato in carcere l'imprenditore Romeo coinvolgendo alte figure istituzionali, si dimostra come sia incomprensibile permettere il finanziamento privato ai Partiti che in un modo o in un altro legano in modo equivoco chi finanzia il sistema con la politica”
di vincenzo cacopardo

Ricordiamo che la Consip è la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana. La legge prevede che operi nell'esclusivo interesse dello Stato. Il suo azionista unico rimane il Ministero dell'economia e delle finanze. Al di là delle questioni giudiziarie che per opportunità e buon senso lasciamo alla magistratura, quello che importa sottolineare è l'aspetto politico istituzionale su una legge che ha tolto di mezzo la possibilità di provvedere ad un finanziamento pubblico a favore di quello privato.

Ma andiamo ai fatti: La Camera ha già da tempo approvato la conversione del decreto legge che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti. Una abolizione che sarebbe avvenuta nel giro di tre anni: Con tale decreto il finanziamento pubblico è stato perciò sostituito da un sistema di finanziamento basato sulle detrazioni fiscali delle donazioni private e sulla destinazione volontaria del due per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Il finanziamento pubblico – che formalmente era un “rimborso elettorale”- è stato del tutto abolito: Nel 2014 i fondi erogati ai partiti sono stati tagliati del 25 per cento, nel 2015 del 50 per cento e nel 2016 del 75 per cento. Da quest'anno il finanziamento dello Stato, in forma di rimborsi, sarà completamente abolito.

Riesce davvero difficile poter comprendere come si possa pensare di togliere un finanziamento pubblico ai Partiti che operano nel campo della politica..e non ci si immedesimi.. invece.. in uno sforzo di ricerca per disciplinare le loro organizzazioni interne attraverso regole funzionali allo scopo: Che sia certo che si debba porre un limite stabilito attraverso delle regole sicure è ormai assodato..... ma che si pretenda di poter ottenere un risultato migliore attraverso l'abolizione di un finanziamento pubblico a favore di quello privato.. è pura illusione! Un finanziamento privato, opera in dispregio delle logiche più appropriate, imponendo un criterio di natura privatistica e di interesse che premia solo chi finanzia!

Cosa può mai comportare una netta abolizione di un finanziamento pubblico da parte dello Stato?..
Se si vuole interpretare.. a puro scopo propagandistico.. che ogni finanziamento pubblico equivale a mantenere una politica spendacciona ed inoperosa..la risposta potrebbe essere quella di provvedervi attraverso regole più precise e rendicontazioni controllate..senza alcun bisogno di abolire in toto i finanziamenti, ma contenendoli... Se invece si pensa che in tal modo la politica possa diventare più corretta e funzionale, si commette il solito peccato demagogico affermando logiche qualunquiste...ma si fa anche di peggio.. (quasi inducendo alla concussione chi finanzia)

Desta perciò meraviglia che in tal modo possa pensarla il Movimento 5 Stelle che oggi cavalca l'onda del cambiamento attraverso l'uso di processi che comprendono maggiore partecipazione democratica. Ma come si pensa che in tal modo si possa operare più democraticamente? Come si fa a non comprendere che sarà proprio il finanziamento privato a rendere sempre più forza alle diseguaglianze...smantellando conseguentemente ogni logica che si vorrebbe democratica e di equa partecipazione? Più aumenta il peso del denaro nel sistema ..più si svilisce il valore della politica nella società..E' chi detiene la forza del denaro..se non i pochi potenti?

Questa contraddizione che tocca da vicino anche il Movimento Pentastellato rimane un altro dei motivi tendente a frenare la loro marcia verso il successo, poiché..è una chiara contraddizione in essere! Se prima..nella percezione popolare.. abbattere ogni pubblico finanziamento poteva dare l'illusione di maggiore ordine e integrità....oggi alla prova dei fatti.. mette in evidenza la forza delle risorse private (società finanziarie e lobbies ) che riescono a gestire e controllare meglio ed a proprio vantaggio la politica del Paese...Fa quasi rabbia pensare che l'unico Movimento in grado di interrompere l'escalation di una politica vecchia e sistemica (che affida ancora il suo potere nella forza del denaro), non sia in grado di percepire che questa è una chiara contraddizione nel cammino del loro percorso.

La politica ha i suoi costi!..e se anche questi devono essere controllati e contenuti ..sarebbe molto meglio farlo attraverso una mano pubblica, ma disciplinandone il metodo! Quando oggi, attraverso le nuove normative che si pensano essere innovative, si offre ai privati di foraggiare una politica (che in sé dovrebbe rappresentare espressione del pensiero e delle idee) non si fa altro che favorire interessi personali e successivo malcostume: Si favoriscono interessi per poi urlarvi contro!

Al di là di chi decide o no... di versare il due per mille ai partiti..nel momento in cui si accettano le donazioni.. tutto cambia e tende a modificarsi in base ad interessi precisi: I privati che potranno dare fino a 100 mila euro l’anno (cifra che nel corso degli anni potrebbe anche cambiare in eccesso) usufruiranno di una serie di detrazioni fiscali sulle cifre donate..come anche le persone giuridiche, cioè le società e gli enti...Ma potranno controllare anche i propri interessi..Una inspiegabile ed insopportabile contraddizione alla quale bisognerebbe mettere ordine!



3 mar 2017

due parole sul "populismo"


Ormai nei talk non si fa che discutere sulla parola “populismo” e lo si fa senza la dovuta percezione su quella che rimane come una reazione ad un modo insensato di procedere nei confronti dei fondamentali problemi sociali
La parola “populismo”sembra essere entrata di moda nel linguaggio politico odierno per sottintendere con disprezzo un atteggiamento culturale e politico che esalta in modo demagogico e velleitario il popolo. Al di là di ogni esaltazione... il populismo odierno non è altro che la comune reazione di chi vede nella propria comunità un insieme di diritti negati...poichè nulla di sociale pare più appartenere al popolo, se non un diritto al voto che oggi viene manipolato attraverso sistemi che favoriscono certe elites o alcune lobbjes.
Il populismo odierno altro non è che il riflesso naturale..di un sistema che non guarda con equilibrio a principi e regole nuove che possano rendere più equo il sistema. Il concetto di governabilità odierno esteso in quasi tutte le Nazioni occidentali..confligge spesso con la mancanza di una vera democrazia intesa come “suggerita dal popolo” . In quasi tutti i sistemi democratici europei, si tende a simulare una vera democrazia, quando al contrario questa viene manipolata fin dall'inizio.
Come ci si può illudere sul fatto che una forma popolare detta in modo sprezzante “populismo” possa affievolirsi o addirittura debellarsi...quando questa non può che rappresentare la normale reazione verso chi pretende di costruire una governabilità con la forza, l'astuzia e la caparbietà.. invece di farlo partendo da una logica base popolare?
vincenzo cacopardo

Nadia Spallitta:una donna che crede nel cambiamento della sua città


"Se c'è qualcuno che in seno al Consiglio comunale di Palermo si è sempre mossa in favore dei cittadini... questa è Nadia Spallitta: Una figura femminile preparata che rimane in pole position per le prossime amministrative di Palermo."
di vincenzo cacopardo

"Mentre i Partiti tradizionali si muovono nella totale confusione da destra verso sinistra o in senso inverso, l'unica domanda da porsi è quella di non comprendere chi si muove per la città di Palermo"..Queste le parole della neo candidata a sindaco

Un avvocato cassazionista nata ad Agrigento e laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Palermo con 110/110  e la lode.
ll suo ricco curriculum è pieno di lavori svolti tra pratiche notarili e l’esercizio della professione di procuratore legale.
Tra i suoi meriti dopo conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione di procuratore legale presso la Corte d’Appello di Palermo e vinto un concorso per esami  carriera direttiva  presso il Comune di Palermo; ha persino collaborato, su incarico della Regione Siciliana Direzione Regionale Programmazione, alla redazione di alcuni disegni di legge; Dopo aver conseguito l‘abilitazione all’insegnamento di “Discipline giuridiche ed Economiche” presso gli istituti secondari di secondo grado..per quattro anno fino al 94 ha svolto attività Istruttore Amministrativo Direttivo presso il Comune di Palermo.
Ma il suo curruculum non si ferma qui! Nel 1991, su incarico del Sindaco ha redatto uno studio fra “Libertà di pensiero in materia di attività cinematografiche e poteri di pubblica sicurezza del Sindaco”,
Ha redatto, per conto del Segretario Generale il “ Regolamento in materia di attività culturali e sportive , approvato nel 1993 ed ha partecipato alla redazione del “Regolamento in materia socio-assistenziale” , approvato dal Consiglio Comunale nel 1992, e del “Regolamento degli interventi a favore delle categorie svantaggiate” Dal 1995 al 2000 ha svolto attività di consulenza per alcuni comuni della Provincia di Palermo– Dal 1995 al 2000 ha svolto attività di consulenza per il Comune di Palermo redigendo, insieme all’ing. Messina, il Progetto Urban...Nel 1993 è stata nominata “Cultrice di Diritto Comunitario” presso la facoltà di Scienze politiche di Palermo ed ha prestato la propria collaborazione nell’ambito della ricerca e dell’insegnamento del Diritto Costituzionale.

Nel 1992 ha anche pubblicato pubblicato con l’avv. Nicolò Maggio e con la dott.ssa Carmela Agnello il “Testo Coordinato con la legge di riforma delle autonomie locali”

E potremmo continuare... visto che la lista del suo curriculum è assai lunga oltre che ricca e varia! Ma quello che ci piace sottolineare è quella sua grande passione per la politica amministrativa, più volte espressa, che l'ha messa subito in evidenza come una delle consigliere ( oggi vicepresidente di Sala delle Lapidi ) più apprezzate del comune di Palermo.

Recentemente Nadia Spallitta.. ha promosso un'assemblea pubblica con i cittadini per discutere della nuova "Ztl centrale". Un incontro con il quale affrontare collegialmente con tutti i soggetti coinvolti (residenti, esercenti, cittadini) i problemi delle zone interessate alle decisioni dell'amministrazione sulla mobilità urbana a Palermo..dimostrando attenzione sia per i cittadini che per il funzionamento stesso dei servizi.

Assieme a Ciro Lomonte, Nadia Spallitta rappresenta uno di quei pianeti diversi che si muovono nell'universo di questa campagna elettorale per la sindacatura di Palermo caratterizzati ambedue da uno spirito libero ed una passione non comune.

Sarebbe stata auspicabile una sua unione con alcuni movimenti civici ed autonomisti con i quali avrebbe potuto rafforzare la sua lotta per vincere la difficile battaglia contro i Partiti tradizionali. Ma sembra più facile pensare per lei che sia più fattibile sfondare senza alcun appoggio o alleanza, meno che mai dei grandi Partiti che oggi potrebbero persino penalizzarla. Certo è che la suo forte trasporto, unito alla volontà e l'impegno fino ad oggi dimostrato, la rendono oggi una tra le possibili candidate più apprezzate e preparate.   

25 feb 2017

L'innovazione politica di Alfano


"Il ministro degli Esteri pensa ad una nuova DC, ma non esistono programmi e idee se non quelle dettate da motivi di opportunismo politico ed interessi di comando."
di vincenzo cacopardo

Cosa si fa per cercare di restare sempre a galla! Ci si inventa di tutto col solito atteggiamento di chi pare restare distratto da ciò che avviene all'interno del nostro Paese. Adesso Alfano, ministro degli Esteri voluto da Renzi, si prepara a modificare il nome alla forza politica che aveva fondato nel 2013,

Insomma.. l'indefesso Alfano, dovendosi preparare ad appoggiare i futuri governi..sembra voler smontare il suo NCD: Insistendo col suo incessante sistema di inserirsi in politica nei governi per convenienza, si inventa una nuova DC ...come fosse la grande idea del secolo e dimostrando, al contrario, i limiti dei tanti che usano la politica solo per comodi ripieghi: il massimo dell'opportunismo!

Nonostante le resistenze dell'ex ministro Maurizio Lupi che avrebbe optato per un ritorno nel centrodestra... passa la linea più comoda ed opportuna dei dettata dai filorenziani,. C'è chi ritiene che questo sia il passo per traghettare Ncd nell'arco del centrosinistra di natura progressista e per questa ragione gli è stato imposto di eliminare la sigla “Destra” dal simbolo.

Nella vasta fantasia dei nomi si fanno quelli di «Italia Popolare» o «Moderati e Popolari» . Non era difficile pensare che si sarebbe rinforzato l'asse tra il ministro degli esteri con l'ex premier al quale è rimasto legato per chiari motivi di interesse politico personale. Si parla di un aiuto per una legge elettorale che sposti il premio di maggioranza dalla lista alla coalizione; Con tale sistema il piccolo partitino di Alfano avrà possibilità di sopravvivere e soprattutto di inserirsi in un possibile governo del futuro in considerazione del fatto che questo pare essere l'unico principio che ha sempre guidato le mire di Alfano.

Come da sempre... in tutta questa manovra.. non si percepisce da parte del nuovo ministro degli Esteri ..quale possano essere i programmi e le idee per la sua politica innovata. Per Alfano rimane primaria l'arte di costruire appoggi e tessere accordi pur di restare a galla e, per calcolo, riuscire a tenere una poltrona di comando. Fino a quando c'è chi gli offre il consenso.. il Paese avrà poco da lamentarsi!

Un dato di fatto pare certo: Se passa il voto anticipato, potrebbe non esserci il tempo per dare corpo ad un nuovo partito centrista... Potrà però formarsi una lista, tra Alfano, ed i soliti storici e desueti personaggi di un tempo come Pier Ferdinando Casini in una nuova( si fa per dire) costituente centrista. Costituente che potrebbe partire ad estate inoltrata nell'ipotesi in cui si dovesse giungere alla scadenza naturale della legislatura. Alla fine del percorso Alfano potrà presentarsi pronto per le elezioni con la sua nuova DC...
Quante novità ...e che fantasia per una politica che si innova!!.




23 feb 2017

Il proporzionale e la dinamica politica parlamentare.


di vincenzo cacopardo

“Il fallimento del sistema maggioritario a favore di quello proporzionale non deve vedersi come un a sconfitta, ma.. al contrario.. come la naturale rivincita di una politica che si apre e che si arricchisce di quel dinamismo di cui necessita.”

Una nuova legge elettorale dovrebbe ormai prevedere la coalizione tra i Partiti che.. a questo punto.. sembrano sempre più frantumati sia a destra che a sinistra. Una legge che, però, avrà bisogno di essere sostenuta attraverso ulteriori riforme (tra cui una quella primaria per disciplinare i Partiti).

Non c'è da farne un dramma! Come usano fare i soloni e gli analisti della politica odierna: Sono i tanti che temono che la frammentazione dei grandi Partiti possa essere negativa e ciò perchè non mette in sicurezza la stabilità governativa. Ma se la governabilità è un fine che appartiene al sistema di democrazia di un popolo, è proprio per questo che andrebbe protetta nel suo utile percorso: Dovrebbe essere giusto poterla ricercare attraverso una base più aperta ed un dialogo più allargato potendosi ricercare diversificando i ruoli(nel senso di un esecutivo che esegua), ma il programma politico deve indicarlo una base costruita attraverso un dialogo dinamico con i Partiti e se questi.. per formare una maggioranza..dovessero essere quattro o cinque.. come fu col pentapartito di una volta, ciò non potrà che aiutare lo scambio ed il percorso stesso della politica. Cosa che al contrario il maggioritario ha sempre teso a soffocare...ponendo una serie di contraddizioni e conflitti all'interno.

Oggi il percorso della politica è totalmente bloccato da una visione realistica e pragmatica che non permette una diversa visione: Una forma mentis che pare non offrire spiragli alla logica di tanti politici e politologi che partono dall'assoluto principio di governabilità stabile (che ormai costituisce quasi un complesso..) per scendere poi verso il basso. Ciò impedisce ogni altra visione più libera verso le nuove idee.

Abbiamo avuto ampia prova di come in questi anni si è persa la strada verso le idee e ciò è stato dovuto proprio al fatto che si è teso a chiudere ..anzi a racchiudere il pensiero di tanti in due antitetiche posizioni. Abbiamo assistito a scontri politici riformisti basati su scelte che non hanno promosso idee veramente innovative e sembra che, per la nuova tendenza alla semplificazione, si sia voluto metaforicamente tagliare il nodo del problema per non scioglierlo. Per far ciò, si è fatto riferimento e ci si è accostati ai processi politici evoluti delle altre Nazioni prendendo ad esempio solo i loro sistemi.

Bisognerebbe, anche se non risulta facile, trovare un modello innovativo nostro che possa garantire libere scelte democratiche e contemporaneamente un’appagante stabilità governativa, ma è anche vero che oggi non si fa nessuno sforzo per trovare una soluzione ottimale in questa direzione proprio perché si è bloccati da una visione non adeguata ai tempi. Una visione meno congenita e fin troppo esterofila, che ne frena in modo anche pretestuoso l’innovazione. Si potrebbe azzardare che sarebbe preferibile vedere più Partiti in Parlamento per garantire una migliore espressione di vera democrazia. Ben altro rimane un concetto di stabilità governativa che potrebbe essere ricercato ed espresso differentemente in ruolo distinto.

Nel nostro Paese si è sempre creduto di poter avviare processi più funzionali, ma con la nuova formula bipolare si è continuato a costruire governi frutto della fusione di alcune forze politiche che, nel momento o per opportunità, si sono accorpati dando forza ad una maggioranza quasi inventata. Un sistema sempre più compromesso da logiche posizioni di convenienza ed illogiche posizioni di convivenza.

Che ben venga quindi un proporzionale! Un sistema che avrà comunque bisogno di essere accompagnato da riforme adeguate ..altrimenti crollerà proprio per volontà dei tanti che oggi non hanno convenienza a tenerlo in piedi.


22 feb 2017

SCISSIONI E RESPONSABILITA'

"Perchè meravigliarsi di una rottura in seno ad un Partito che non ha saputo guidare con equilibrio il suo percorso verso il futuro offrendo un doppio incarico ad una figura troppo individualista e determinata?"
di vincenzo cacopardo

Adesso sembra essere Prodi il più preoccupato! Colui che potrebbe definirsi il padre nobile del Pd, l'uomo che ne ha ispirato il progetto e l'unico a portare il centrosinistra alla vittoria, prima nel 1996 sotto le bandiere dell'Ulivo.. e dopo nel 2006 . Nonostante tutti gli sforzi.. le posizioni fra renziani e scissionisti restano ultradistanti. Prodi ..che non è pienamente amato da tutto il Partito..potrà fare da mediatore, ma le speranze di una ricucitura restano sempre pochissime!

Se Emiliano col suo vado o resto, ha contribuito a metter su il teatrino della scissione, rubando la scena a Renzi e facendo precipitare l'assemblea Pd in una classica commedia all'italiana,.. la scissione ha sicuramente alimentato una lettura in chiave tristemente comica: Dopo quasi tre anni di potere finiti con le dimissioni del segretario...il finale è apparso persino inaspettato..

Si cerca ancora di addossare maggiori responsabilità agli scissionisti della minoranza continuando a trascurare la tracotanza di un leader che in questi anni ha costruito il suo disegno nel Partito.. usandolo come trampolino di lancio.. per la propria immagine. Nel suo doppio ruolo, accettato incomprensibilmente dallo stesso Partito, ha messo in risalto il massimo della presunzione e di un pericoloso determinismo che ha finito col fare implodere l'intero PD.

In molti oggi si domandano se in questa faccenda non vi sia una volontà da parte del giovane ex segretario per rompere col passato e trasformare nel futuro il PD come forza centrista capace di integrare varie vedute politiche nazionalistiche..insomma il discusso e più volte accennato "Partito della Nazione"

Il PD ha quindi poco da lamentarsi avendo offerto a Renzi troppa apertura ed avendo posto in lui una fiducia non compensata da un costruttivo dialogo e dai giusti risultati. In tanti all'interno del Partito non si sono resi conto del putiferio che ciò avrebbe portato: Il giovane segretario..sulla spinta dell'incarico a Premier, ha dimostrato il massimo della boria attraverso un assoluto modo di procedere.. sgretolando lentamente ogni principio di scambio costruttivo al suo interno. 

Ma era del tutto prevedibile (come più volte messo in evidenza da questo blog) che sarebbe finita in questo modo!

Oggi lo scenario si presenta confuso e la vittoria del Movimento di Grillo sembra prossima. Il Movimento 5 Stelle si pone in testa alla classifica come primo partito italiano con una maggioranza relativa valutata al 30 per cento..ma forse anche oltre! Malgrado si rimanga cauti nei sondaggi ..questa rottura all'interno costerà cara al PD. ..E se ancora molti giovani non avessero abbandonato Renzi ed il suo deciso carattere, di certo il sindaco d'Italia non ha saputo dare prova di compattezza.. spaccando il Paese persino su un referendum costituzionale sul quale lui ed il suo governo..non avrebbe dovuto metter bocca.

L'effetto dei macroscopici errori di Renzi, il fallimento del maggioritario e della legge Italicum, l'apertura verso un sistema proporzionale, cambia oggi le regole stesse in seno ai Partiti spostando l'attenzione verso un personalismo politico nella ricerca dei leader. Questo ...malgrado possa sembrare meno utile ai fini di una governabilità, potrà trasformarsi in una sorta di rivoluzione che arricchirà la qualità stessa della politica..favorendo i piccoli che avanzano e le stesse idee. Adesso di certo si spalanca un portone a Grillo, mentre una buona parte di elettorato popolare che prima era di Berlusconi, o voterà i cinquestelle o resterà a casa.





20 feb 2017

PD: La scissione in atto

ROTTURA SI...ROTTURA NO...
di vincenzo cacopardo

sempre difficile far comprendere al dimissionario segretario Matteo Renzi, l'importanza di un dialogo più profondo con le minoranze di un Partito che ha sempre visto nel confronto e non nel decisionismo.. la funzione essenziale e progressiva della sua stessa organizzazione.

Sono passati in tanti dalla direzione ad esprimere il loro pensiero..Il primo è stato Matteo Renzi che ha posto le sue dimissioni col solito tono un po' arrogante e di sfida..Le dichiarazioni si sono poi susseguite una dietro l'altra..A chiusura di serata, la scissione era tornata all'ordine del giorno ed il combattivo segretario dimissionario aveva chiara la visione di un nuovo Partito senza quella minoranza che lo ha sempre infastidito.
Andrea Orlando..come Cesare Damiano, sono intervenuti in tono pacato, ma anche critico. Adesso la Direzione, preso atto delle dimissioni del segretario, darà comunque avvio alle assise, che si chiuderanno il 7 o il 14 maggio.
Qualcuno pensa che l'Assemblea nazionale del Partito sia stata studiata attentamente per mettere in difficoltà i possibili scissionisti. Tra gli interventi iniziali si sono messi in rilievo quello di Fassino ..non a caso ultimo segretario dei Ds e Walter Veltroni.. primo segretario del Pd. Interventi di taglio politico tendenti a richiamare l'attenzione verso l'unità del Partito.
Rossi, Speranza ed Emiliano hanno chiesto a Renzi che scompaia per un pò dal Pd.. per gli errori commessi..Successivamente..risalito nel palco Emiliano si rivolge all'ex segretario con parole diverse ..ma che, in un certo senso, restituiscono la palla delle decisioni allo stesso Renzi «Matteo, mi fido di te, restiamo uniti». Sono comunque parole che lasciano abbastanza basita parte della stessa minoranza come..al contrario..più soddisfatta la maggioranza che pare averne riso abbondantemente.
Il problema determinatosi all'interno del PD appartiene ad un fenomeno naturale che non potrà mai sottrarsi ad una considerazione più ampia della visione che si dovrebbe avere della politica moderna. Un fenomeno ampliatosi naturalmente con la presenza di un segretario arrogante e fin troppo determinato che racchiude in senso limitato il suo modo di interpretare la politica attraverso l'uso della fermezza e della sfida. Il Pd ha una lunga storia nel passato.. ma oggi trova chiare difficoltà verso il futuro:Rimane legato a quelle contrapposizioni ideologiche che lo rendono bloccato in una visione realistica più innovativa che oggi vede nella globalizzazione motivi di squilibrio non più socialmente sopportabili.

Oggi... con una realtà che vede nel bipolarismo il fallimento da parte delle due ali contrapposte, si pone in evidenza l'impossibilità di mettere insieme in un unico Partito idee diverse.La frammentazione viene quindi sempre più spinta dal ritorno ad una visione proporzionalista ormai vincente.
Non possono esistere più i partiti che, costruiti su una ideologia passata, siano in grado di resistere ad una fase di decomposizione. Il fatto di volerli tenere insieme in forza di un qualunque riformismo non sposta l'attenzione su una evidente ragione di evoluzione tendente a sfaldare: Il riformismo è trasversale e non può mai essere un principio monopolio della sinistra. Tuttavia non è detto che una maggiore frammentazione dei Partiti non possa sfociare in un miglioramento.. Nè si può pensare in assoluto che un Partito come il PD, dopo dieci anni di unione con due forze pensanti non proprio comuni, possa ancora essere presentato come un Partito del futuro. Dopo dieci anni... con l'evoluzione continua ...tutto cambia e si modifica..La governabilità resterà sempre un problema da dover risolvere e ricercare separatamente legato ad un programma voluto dai cittadini!
Al di là del forte temperamento e del decisionismo messo in risalto da Renzi, possiamo renderci conto di come la politica di sinistra non abbia saputo cogliere nel segno l'innovazione ed il bisogno di idee che solo aprendo al libero dialogo può essere in grado di mantenere il passo con una realtà sociale in continuo movimento....In questo quadro le scissioni nel futuro non potranno che aumentare..proprio nei partiti storici più grandi. 

13 feb 2017

Lomonte: un candidato per la città che vuole cambiare

di vincenzo cacopardo

UN PROGRAMMA RICCO E CONCRETO

La mia conoscenza con Ciro Lomonte è recente, ma la reciproca stima è certamente frutto di ciò che ci vede uniti nella ricerca di una cultura artistica e di un corrispondente interesse sociale. 
Ciro è una figura nuova nella politica cittadina, ma rispecchia di certo le caratteristiche di onestà e conoscenza che, nel suo lavoro professionale di architetto e di precettore, mette sempre in evidenza. Gli manca forse (anzi di certo) quella esperienza amministrativa di certi candidati a sindaco... Una mancanza che resta comunque compensata da una intelligenza e dalla capacità di saper cogliere l'importante passo avanti che la città deve fare per il suo congenito sviluppo ..E lo fa con l'umiltà ed una certa genuinità di cui oggi vi è bisogno..pur non essendo aiutato dai Media e dai quotidiani locali.


Se gli si domanda cosa lo ha spinto a candidarti Sindaco di Palermo..la sua immediata risposta è l'amore profondo per la sua città e la sua terra. Tende poi a sottolineare la sua mancata iscrizione ad un partito tradizionale...e la certezza di non aver mai partecipato ad alcuna competizione elettorale. Lomonte ha riconosciuto nella nascita del Movimento Siciliani Liberi, l’unica vera novità nel desolante panorama dei partiti italiani..Per lui la casa di Siciliani Liberi è quella in cui oggi si riconosce, specificando che questo movimento fondato dal Professore Massimo Costa non tende ad alcuna estremizzazione al contrario di ciò che può sembrare.
Il Movimento ha già un quadro programmatico e una leadership credibile per garantire un riscatto della Sicilia, atteso da troppo tempo. Mi sono iscritto. E lì sono iniziati … i miei guai. Mi hanno chiesto infatti di presentare la mia candidatura a sindaco di Palermo nelle consultazioni interne per le Amministrative 2017. Inizialmente non ero affatto convinto dell’opportunità di lanciarmi in questa avventura. Poi ho compreso che sarebbe stato un prezzo da pagare per il bene di Palermo e della Sicilia intera.”


Il progetto di Ciro Lomonte ed il Movimento che lo accompagna tende a liberare la Sicilia dalla morsa dei vecchi Partiti che non hanno portato sviluppo. Una sorta di liberazione..un risveglio delle coscienze.. Un venticello che, come lui stesso ripete, cresce giorno dopo giorno e che un domani potrebbe divenire una tempesta in grado di spazzare via tutto il marcio di una politica radicata nel territorio che ha lavorato male e solo per propri profitti. Ciro Lomonte è convinto di poter ottenere un risultato per superare il 5% che gli consentirebbe una presenza della lista nel comune, ma non nasconde un maggiore ottimismo circa i risultati.

Quando gli si chiede dei candidati da sfidare del peso di Orlando o Ferrandelli la risposta resta rinchiusa nella modesta area di inadeguatezza che lo caratterizza: Per la sua mancanza di esperienza politica...ma anche per la scarsezza di risorse economiche del Movimento che lo accompagna..Una mancanza che viene compensata dalla sua sensibilità e dal profondo rispetto sociale che porta innato.
È sotto gli occhi di tutti il dispiego notevole di forze e di soldi che Orlando e Ferrandelli stanno impiegando, la copertura mediatica che viene loro garantita, i costosi manifesti affissi in tutta la città, il corteggiamento che ricevono da parte dei partiti italiani. L’ultimo aspetto è quello che mi interessa di meno. Anzi, non mi interessa affatto... Vorrei anch’io dare vita ad una coalizione ma non di traditori del nostro popolo! Ho partecipato a numerosi incontri da me sollecitati in questi mesi. Avrei volentieri fatto un passo indietro per sostenere un’alleanza di movimenti che trovasse candidati sindaco più rappresentativi di me. Ma sinora ho trovato solo calcolo politico, strategie più o meno machiavelliche, per fare risultato. Proprio quello che la gente non vuole. La gente chiede un programma per migliorare Palermo!”


Lomonte sa bene che, dato il quadro politico particolare, alle prossime elezioni il Consiglio comunale, a differenza della Giunta, potrebbe non essere dalla parte del prossimo sindaco e che le risorse trasferite dallo Stato saranno sempre inferiori alle necessità. Ma percepisce anche che il problema non si ferma alla città di Palermo, investendo anche la politica regionale. In proposito parla di progetti ad ampio respiro.
-Una Polizia Municipale più attenta a far rispettare le regole senza essere vessatoria o abusare della propria autorità.- Servizi pubblici più proporzionati alle esigenze di una metropoli.- Raccolta dei rifiuti ispirata al buon senso (la raccolta differenziata, come è concepita adesso, è giustamente percepita come irrazionale dai palermitani, i quali sono sottoposti ad un vero e proprio salasso per coprire le falle della RAP e debbono pure premurarsi a spese proprie di lasciare i rifiuti all’ora e nelle modalità obbligate). -Manutenzione continua delle strade e del verde. -Attenzione a bambini, disabili, anziani. -Più cura dei luoghi per le discipline sportive.”


Questi sono alcuni punti ma non manca la particolarità di rivedere attraverso una apposita ricerca la questione riguardante il traffico e la circolazione. Lomonte vorrebbe ridisegnare la città..attraverso un'edilizia migliore.
il sistema di strade, piazze, aree verdi, in modo da avere una città bella in cui ogni quartiere abbia una propria identità e tutti i servizi essenziali. Le persone devono avere la possibilità di uscire a piedi, se fa loro piacere.”


Nel suo piano entra anche la trasformazione dello Zen al fine di rendere il quartiere più vivibile per donargli certe caratteristiche attraverso l'uso di una ristrutturazione ambientale che aiuti l'immagine e la necessaria convivenza
Vorrei promuovere la redazione di un nuovo Piano Regolatore Generale per incentivare l’iniziativa privata nella sostituzione graduale della pessima edilizia che caratterizza la città contemporanea. Non mi basta cambiare gli edifici! Poi renderemo pedonali quante più parti della città, ma solo se ci saranno mezzi pubblici a sufficienza per arrivarci. E i bambini debbono avere la possibilità di giocare per strada, nei cortili, nelle piazze, senza il timore di essere travolti dalla automobili.”


Ma non trascura di certo il patrimonio artistico e la stessa cultura della bellezza che arricchisce architettonicamente la sua città:
La nostra città è stata una delle più belle del mondo. Quella costruita negli ultimi cento anni è una delle più brutte. Perché?
Si parla di Palermo come di un contenitore di opere d’arte. Detta così è una sciocchezza. Le opere d’arte sono espressione di una società più o meno armoniosa, capace di raccontarsi attraverso la bellezza. Sono la punta dell’iceberg dei valori dei nostri antenati. L’arte a Palermo è stata manifestazione, dopo la nascita del Regno di Sicilia nel 1130, di cambi dinastici, non di dominazioni. Altro discorso andrebbe fatto per fenici, romani, bizantini, musulmani. Se si comprende quale prodigio sociale ha prodotto tante meraviglie si hanno pure le chiavi di lettura per valorizzare il passato e avviare la rinascita civile, urbanistica, architettonica, della città.


Questo è quello che penso che possiamo offrire noi. Palermo è la quinta metropoli d’Italia, l’unica delle cinque che soffre da decenni una terribile stagnazione, un immobilismo giustificato solo da ideologia e mancanza di progettualità. Non possiamo considerare il tram, che ha creato più problemi di quanti ne abbia risolti, un segno di vitalità. In questa città si gestisce l’ordinario. C’è chi lo sa fare, c’è chi non è capace. Manca invece un progetto di grande respiro per far tornare Palermo la grande capitale del Mediterraneo che è stata.”


Quello di Lomonte è' di certo un piano ambizioso, ma è anche una visione più profonda e sentita nei confronti di una cittadinanza e di una società civile che aspetta da tempo di rendere onore e rispetto a questa città. In queste sue parole si riscontrano quelle particolari caratteristiche e l'orgoglio che ogni palermitano avrebbe bisogno di tirar fuori.

Quando i palermitani riscopriranno la propria identità saranno molto più capaci di accogliere chi arriva da fuori. Come avveniva una volta. I palermitani sono persone stupende, uomini e donne che non sono rappresentati da certe penose caricature dei comici locali. Facciamo emergere l’autentica anima palermitana, di cui si può essere solo fieri, e questa città diventerà il posto più bello in cui vivere.”

10 feb 2017

Italicum:L'esito della sentenza

Depositata la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale Italicum...dove i punti cruciali respinti riguardavano il ballottaggio e la libertà per i capilista eletti in più collegi. La Corte, in proposito, non ha potuto esimersi dal sottolineare che l’esito del referendum costituzionale dello scorso Dicembre, ha confermato un assetto costituzionale basato sulla parità di posizione e funzioni delle due Camere elettive.
La sentenza, che pare essere di oltre 100 pagine, ha ridimensionato l'Italicum in direzione di un sistema proporzionale con un premio di maggioranza alla lista che ottiene il 40%. Inoltre ha tenuto le pluri-candidature che offrono al candidato la possibilità di una scelta sul collegio solo attraverso un sorteggio. Rimane invece la bocciatura del ballottaggio che non garantisce la giusta rappresentatività.
La Consulta non definisce illogico un premio di maggioranza del 40 per cento poiché ciò consente di attribuire una maggioranza assoluta dei seggi nell'assemblea rappresentativa alla lista che abbia conseguito una maggioranza relativa....Dunque riconosce al legislatore discrezionalità nella scelta del sistema elettorale che ritiene più adeguato anche in base al difficile periodo storico -politico, pur riservandosi la possibilità di intervenire nei casi in cui la disciplina annunciata possa risultare meno ragionevole.
Ma è l'aspetto delle maggioranze parlamentari omogenee che la Consulta preme sottolineare: Non potendo imporre la medesima legge per le due Camere, la Corte pretende un buon funzionamento della forma governativa perchè non sia più compromesso... e cioè, pur mantenendo sistemi differenti, lascia il compito al legislatore per non renderli conflittuali ad un corretto andamento politico. Saranno quindi i politici ed i Partiti di questa illegittima legislatura a dover trovare l'uniformità per la elezione dei due rami parlamentari al fine di non compromettere quella futura.
Oltre al mantenimento di un ricco premio di maggioranza..ciò che lascia ancora tanti dubbi è il fatto che nessuna lista.. ad oggi.. potrà mai formare una maggioranza..Maggioranza che solo una coalizione potrà portare al successo..Ma nel quadro attuale..con quali principi e quali idee oggi si può tenere legata una coalizione?.
vincenzo cacopardo



9 feb 2017

Una sindaca..un capro espiatorio..il mezzo e l'officina


La faccenda é ormai divenuta una insistente commedia contro una donna che si intende demolire ad ogni costo.. al di là di ogni sua capacità. Ma forse non è proprio l'autista del mezzo che vuole colpirsi...tanto l'intera officina che vorrebbe smantellarsi per paura che si riuscisse nella sua riparazione!”
di vincenzo cacopardo

In senso figurato, un "capro espiatorio" è un individuo, un gruppo, un'organizzazione, ecc., scelto per addossargli una responsabilità o una colpa per la quale egli/ella è, totalmente o parzialmente, innocente. Il fenomeno del capro espiatorio può derivare da molteplici motivazioni, consapevoli o inconsapevoli..Nel caso della Raggi, chi tende a tormentarla con le accuse, non può non esserne consapevole. Tuttavia la lotta contro la sindaca è una battaglia che appare più diretta verso l'intero Movimento.

Si prende di mira Virginia Raggi e la si colpisce di continuo nel suo ruolo su ogni minima determinazione. Ma la storia appare più semplice di quanto si voglia far credere..ed i cittadini romani possono ben comprendere il difficile compito che oggi ricade sulla Raggi: Le invidie scatenate ove nel prossimo futuro dovesse riuscire a mettere a posto anche di poco la sua Amministrazione per dare sfogo ad un'opera di riassetto dei servizi, sono evidenti e potrebbero scatenare ulteriore livore!

La migliore metafora rimane quella che individua la Raggi come un'autista posta alla guida di un'auto vecchia e malandata a cui difficilmente possono apprestarsi opere di aggiustamento poiché le risorse mancano o sono ristrettissime: L'accensione del mezzo e precaria..i freni ancora di più, i fari non si accendono..le marce grattano e la frizione andata..i tergicristalli non funzionano..le gomme fin troppo lisce...e così via...Proviamo dunque a pensare in una condizione simile cosa potrebbe fare un altro conduttore del mezzo.. se non cercare in tutti i modi di rimettere a posto il mezzo senza il quale non potrebbe mai raggiungersi un qualsiasi traguardo.
Le alternative rimangono due: o scendere dal mezzo o condurlo nel suo trasporto col sicuro rischio di bloccarsi e di creare incidenti!..Virginia Raggi ha scelto la strada della riparazione! Ma pare che, malgrado lo sforzo fatto per cominciare il suo viaggio verso l'officina.. una lunga fila di addetti al traffico l'abbia già voluta bloccare..mentre altri addetti alla riparazione hanno teso a manipolare o addirittura a sabotare.. ogni tentativo di opera di aggiustamento.

Se l'auto non si ripara non sarà mai possibile raggiungere ogni traguardo! L'alternativa è quella di procedere come nel passato dove si tendeva a rappezzare ogni cosa sistemandola nel momento, ma lasciandola non finita ed in mano alla speculazione di una Amministrazione incontrollata e di una cittadinanza distratta.

Il problema del Comune di Roma è diverso ed imparagonabile con gli altri! Va condotto con particolare attenzione!

La strada migliore, anche se più lunga, appare quindi quella di rimettere in grado di far funzionare l'auto per raggiungere con maggior serenità e sicurezza quel traguardo a garanzia dei servizi funzionali ed utili alla città. Una strada lunga e difficile, ma sicuramente meno complicata se non si investisse di continuo la volenterosa conducente.