13 feb 2017

Lomonte: un candidato per la città che vuole cambiare

di vincenzo cacopardo

UN PROGRAMMA RICCO E CONCRETO

La mia conoscenza con Ciro Lomonte è recente, ma la reciproca stima è certamente frutto di ciò che ci vede uniti nella ricerca di una cultura artistica e di un corrispondente interesse sociale. 
Ciro è una figura nuova nella politica cittadina, ma rispecchia di certo le caratteristiche di onestà e conoscenza che, nel suo lavoro professionale di architetto e di precettore, mette sempre in evidenza. Gli manca forse (anzi di certo) quella esperienza amministrativa di certi candidati a sindaco... Una mancanza che resta comunque compensata da una intelligenza e dalla capacità di saper cogliere l'importante passo avanti che la città deve fare per il suo congenito sviluppo ..E lo fa con l'umiltà ed una certa genuinità di cui oggi vi è bisogno..pur non essendo aiutato dai Media e dai quotidiani locali.


Se gli si domanda cosa lo ha spinto a candidarti Sindaco di Palermo..la sua immediata risposta è l'amore profondo per la sua città e la sua terra. Tende poi a sottolineare la sua mancata iscrizione ad un partito tradizionale...e la certezza di non aver mai partecipato ad alcuna competizione elettorale. Lomonte ha riconosciuto nella nascita del Movimento Siciliani Liberi, l’unica vera novità nel desolante panorama dei partiti italiani..Per lui la casa di Siciliani Liberi è quella in cui oggi si riconosce, specificando che questo movimento fondato dal Professore Massimo Costa non tende ad alcuna estremizzazione al contrario di ciò che può sembrare.
Il Movimento ha già un quadro programmatico e una leadership credibile per garantire un riscatto della Sicilia, atteso da troppo tempo. Mi sono iscritto. E lì sono iniziati … i miei guai. Mi hanno chiesto infatti di presentare la mia candidatura a sindaco di Palermo nelle consultazioni interne per le Amministrative 2017. Inizialmente non ero affatto convinto dell’opportunità di lanciarmi in questa avventura. Poi ho compreso che sarebbe stato un prezzo da pagare per il bene di Palermo e della Sicilia intera.”


Il progetto di Ciro Lomonte ed il Movimento che lo accompagna tende a liberare la Sicilia dalla morsa dei vecchi Partiti che non hanno portato sviluppo. Una sorta di liberazione..un risveglio delle coscienze.. Un venticello che, come lui stesso ripete, cresce giorno dopo giorno e che un domani potrebbe divenire una tempesta in grado di spazzare via tutto il marcio di una politica radicata nel territorio che ha lavorato male e solo per propri profitti. Ciro Lomonte è convinto di poter ottenere un risultato per superare il 5% che gli consentirebbe una presenza della lista nel comune, ma non nasconde un maggiore ottimismo circa i risultati.

Quando gli si chiede dei candidati da sfidare del peso di Orlando o Ferrandelli la risposta resta rinchiusa nella modesta area di inadeguatezza che lo caratterizza: Per la sua mancanza di esperienza politica...ma anche per la scarsezza di risorse economiche del Movimento che lo accompagna..Una mancanza che viene compensata dalla sua sensibilità e dal profondo rispetto sociale che porta innato.
È sotto gli occhi di tutti il dispiego notevole di forze e di soldi che Orlando e Ferrandelli stanno impiegando, la copertura mediatica che viene loro garantita, i costosi manifesti affissi in tutta la città, il corteggiamento che ricevono da parte dei partiti italiani. L’ultimo aspetto è quello che mi interessa di meno. Anzi, non mi interessa affatto... Vorrei anch’io dare vita ad una coalizione ma non di traditori del nostro popolo! Ho partecipato a numerosi incontri da me sollecitati in questi mesi. Avrei volentieri fatto un passo indietro per sostenere un’alleanza di movimenti che trovasse candidati sindaco più rappresentativi di me. Ma sinora ho trovato solo calcolo politico, strategie più o meno machiavelliche, per fare risultato. Proprio quello che la gente non vuole. La gente chiede un programma per migliorare Palermo!”


Lomonte sa bene che, dato il quadro politico particolare, alle prossime elezioni il Consiglio comunale, a differenza della Giunta, potrebbe non essere dalla parte del prossimo sindaco e che le risorse trasferite dallo Stato saranno sempre inferiori alle necessità. Ma percepisce anche che il problema non si ferma alla città di Palermo, investendo anche la politica regionale. In proposito parla di progetti ad ampio respiro.
-Una Polizia Municipale più attenta a far rispettare le regole senza essere vessatoria o abusare della propria autorità.- Servizi pubblici più proporzionati alle esigenze di una metropoli.- Raccolta dei rifiuti ispirata al buon senso (la raccolta differenziata, come è concepita adesso, è giustamente percepita come irrazionale dai palermitani, i quali sono sottoposti ad un vero e proprio salasso per coprire le falle della RAP e debbono pure premurarsi a spese proprie di lasciare i rifiuti all’ora e nelle modalità obbligate). -Manutenzione continua delle strade e del verde. -Attenzione a bambini, disabili, anziani. -Più cura dei luoghi per le discipline sportive.”


Questi sono alcuni punti ma non manca la particolarità di rivedere attraverso una apposita ricerca la questione riguardante il traffico e la circolazione. Lomonte vorrebbe ridisegnare la città..attraverso un'edilizia migliore.
il sistema di strade, piazze, aree verdi, in modo da avere una città bella in cui ogni quartiere abbia una propria identità e tutti i servizi essenziali. Le persone devono avere la possibilità di uscire a piedi, se fa loro piacere.”


Nel suo piano entra anche la trasformazione dello Zen al fine di rendere il quartiere più vivibile per donargli certe caratteristiche attraverso l'uso di una ristrutturazione ambientale che aiuti l'immagine e la necessaria convivenza
Vorrei promuovere la redazione di un nuovo Piano Regolatore Generale per incentivare l’iniziativa privata nella sostituzione graduale della pessima edilizia che caratterizza la città contemporanea. Non mi basta cambiare gli edifici! Poi renderemo pedonali quante più parti della città, ma solo se ci saranno mezzi pubblici a sufficienza per arrivarci. E i bambini debbono avere la possibilità di giocare per strada, nei cortili, nelle piazze, senza il timore di essere travolti dalla automobili.”


Ma non trascura di certo il patrimonio artistico e la stessa cultura della bellezza che arricchisce architettonicamente la sua città:
La nostra città è stata una delle più belle del mondo. Quella costruita negli ultimi cento anni è una delle più brutte. Perché?
Si parla di Palermo come di un contenitore di opere d’arte. Detta così è una sciocchezza. Le opere d’arte sono espressione di una società più o meno armoniosa, capace di raccontarsi attraverso la bellezza. Sono la punta dell’iceberg dei valori dei nostri antenati. L’arte a Palermo è stata manifestazione, dopo la nascita del Regno di Sicilia nel 1130, di cambi dinastici, non di dominazioni. Altro discorso andrebbe fatto per fenici, romani, bizantini, musulmani. Se si comprende quale prodigio sociale ha prodotto tante meraviglie si hanno pure le chiavi di lettura per valorizzare il passato e avviare la rinascita civile, urbanistica, architettonica, della città.


Questo è quello che penso che possiamo offrire noi. Palermo è la quinta metropoli d’Italia, l’unica delle cinque che soffre da decenni una terribile stagnazione, un immobilismo giustificato solo da ideologia e mancanza di progettualità. Non possiamo considerare il tram, che ha creato più problemi di quanti ne abbia risolti, un segno di vitalità. In questa città si gestisce l’ordinario. C’è chi lo sa fare, c’è chi non è capace. Manca invece un progetto di grande respiro per far tornare Palermo la grande capitale del Mediterraneo che è stata.”


Quello di Lomonte è' di certo un piano ambizioso, ma è anche una visione più profonda e sentita nei confronti di una cittadinanza e di una società civile che aspetta da tempo di rendere onore e rispetto a questa città. In queste sue parole si riscontrano quelle particolari caratteristiche e l'orgoglio che ogni palermitano avrebbe bisogno di tirar fuori.

Quando i palermitani riscopriranno la propria identità saranno molto più capaci di accogliere chi arriva da fuori. Come avveniva una volta. I palermitani sono persone stupende, uomini e donne che non sono rappresentati da certe penose caricature dei comici locali. Facciamo emergere l’autentica anima palermitana, di cui si può essere solo fieri, e questa città diventerà il posto più bello in cui vivere.”

10 feb 2017

Italicum:L'esito della sentenza

Depositata la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale Italicum...dove i punti cruciali respinti riguardavano il ballottaggio e la libertà per i capilista eletti in più collegi. La Corte, in proposito, non ha potuto esimersi dal sottolineare che l’esito del referendum costituzionale dello scorso Dicembre, ha confermato un assetto costituzionale basato sulla parità di posizione e funzioni delle due Camere elettive.
La sentenza, che pare essere di oltre 100 pagine, ha ridimensionato l'Italicum in direzione di un sistema proporzionale con un premio di maggioranza alla lista che ottiene il 40%. Inoltre ha tenuto le pluri-candidature che offrono al candidato la possibilità di una scelta sul collegio solo attraverso un sorteggio. Rimane invece la bocciatura del ballottaggio che non garantisce la giusta rappresentatività.
La Consulta non definisce illogico un premio di maggioranza del 40 per cento poiché ciò consente di attribuire una maggioranza assoluta dei seggi nell'assemblea rappresentativa alla lista che abbia conseguito una maggioranza relativa....Dunque riconosce al legislatore discrezionalità nella scelta del sistema elettorale che ritiene più adeguato anche in base al difficile periodo storico -politico, pur riservandosi la possibilità di intervenire nei casi in cui la disciplina annunciata possa risultare meno ragionevole.
Ma è l'aspetto delle maggioranze parlamentari omogenee che la Consulta preme sottolineare: Non potendo imporre la medesima legge per le due Camere, la Corte pretende un buon funzionamento della forma governativa perchè non sia più compromesso... e cioè, pur mantenendo sistemi differenti, lascia il compito al legislatore per non renderli conflittuali ad un corretto andamento politico. Saranno quindi i politici ed i Partiti di questa illegittima legislatura a dover trovare l'uniformità per la elezione dei due rami parlamentari al fine di non compromettere quella futura.
Oltre al mantenimento di un ricco premio di maggioranza..ciò che lascia ancora tanti dubbi è il fatto che nessuna lista.. ad oggi.. potrà mai formare una maggioranza..Maggioranza che solo una coalizione potrà portare al successo..Ma nel quadro attuale..con quali principi e quali idee oggi si può tenere legata una coalizione?.
vincenzo cacopardo



9 feb 2017

Una sindaca..un capro espiatorio..il mezzo e l'officina


La faccenda é ormai divenuta una insistente commedia contro una donna che si intende demolire ad ogni costo.. al di là di ogni sua capacità. Ma forse non è proprio l'autista del mezzo che vuole colpirsi...tanto l'intera officina che vorrebbe smantellarsi per paura che si riuscisse nella sua riparazione!”
di vincenzo cacopardo

In senso figurato, un "capro espiatorio" è un individuo, un gruppo, un'organizzazione, ecc., scelto per addossargli una responsabilità o una colpa per la quale egli/ella è, totalmente o parzialmente, innocente. Il fenomeno del capro espiatorio può derivare da molteplici motivazioni, consapevoli o inconsapevoli..Nel caso della Raggi, chi tende a tormentarla con le accuse, non può non esserne consapevole. Tuttavia la lotta contro la sindaca è una battaglia che appare più diretta verso l'intero Movimento.

Si prende di mira Virginia Raggi e la si colpisce di continuo nel suo ruolo su ogni minima determinazione. Ma la storia appare più semplice di quanto si voglia far credere..ed i cittadini romani possono ben comprendere il difficile compito che oggi ricade sulla Raggi: Le invidie scatenate ove nel prossimo futuro dovesse riuscire a mettere a posto anche di poco la sua Amministrazione per dare sfogo ad un'opera di riassetto dei servizi, sono evidenti e potrebbero scatenare ulteriore livore!

La migliore metafora rimane quella che individua la Raggi come un'autista posta alla guida di un'auto vecchia e malandata a cui difficilmente possono apprestarsi opere di aggiustamento poiché le risorse mancano o sono ristrettissime: L'accensione del mezzo e precaria..i freni ancora di più, i fari non si accendono..le marce grattano e la frizione andata..i tergicristalli non funzionano..le gomme fin troppo lisce...e così via...Proviamo dunque a pensare in una condizione simile cosa potrebbe fare un altro conduttore del mezzo.. se non cercare in tutti i modi di rimettere a posto il mezzo senza il quale non potrebbe mai raggiungersi un qualsiasi traguardo.
Le alternative rimangono due: o scendere dal mezzo o condurlo nel suo trasporto col sicuro rischio di bloccarsi e di creare incidenti!..Virginia Raggi ha scelto la strada della riparazione! Ma pare che, malgrado lo sforzo fatto per cominciare il suo viaggio verso l'officina.. una lunga fila di addetti al traffico l'abbia già voluta bloccare..mentre altri addetti alla riparazione hanno teso a manipolare o addirittura a sabotare.. ogni tentativo di opera di aggiustamento.

Se l'auto non si ripara non sarà mai possibile raggiungere ogni traguardo! L'alternativa è quella di procedere come nel passato dove si tendeva a rappezzare ogni cosa sistemandola nel momento, ma lasciandola non finita ed in mano alla speculazione di una Amministrazione incontrollata e di una cittadinanza distratta.

Il problema del Comune di Roma è diverso ed imparagonabile con gli altri! Va condotto con particolare attenzione!

La strada migliore, anche se più lunga, appare quindi quella di rimettere in grado di far funzionare l'auto per raggiungere con maggior serenità e sicurezza quel traguardo a garanzia dei servizi funzionali ed utili alla città. Una strada lunga e difficile, ma sicuramente meno complicata se non si investisse di continuo la volenterosa conducente. 

8 feb 2017

ALFIO DI COSTA AUSPICA UNA UNIONE TRA I MOVIMENTI IN SICILIA

Il fondatore del Movimento “Insieme si può” guarda con saggezza e pragmatismo la necessaria e possibile aggregazione tra i Movimenti.
di vincenzo cacopardo


Indipendentismo o autonomismo..quello che conta è lo stimolo costruttivo dettato dalla provocazione e dalla voglia di rinnovamento che non può che tenerci uniti.


”“C'è qualcosa che unisce gli odierni movimenti che oggi in Sicilia si battono per l'autonomia e per l'indipendentismo: E' quella voglia di portare nella propria terra un vento nuovo di riconquista dei propri valori per porli in forza di un rinnovamento utile a beneficio di una giusta crescita ….Ma sarebbe anche utile comprendere che un principio di indipendenza oggi può conquistare un consenso fin troppo limitato...mentre la forza della nostra autonomia non è stata mai usata positivamente. Tuttavia..io penso che questo principio di indipendenza possa servire come arma politica, come una implicita minaccia per ridare più forza ad uno statuto autonomo che ci renderebbe più competitivi nelle trattative con il governo centrale e la stessa Europa..Quindi.. che si usi questo principio allo scopo di renderci più forti, ma che questo scopo non trascuri di tenerci anche uniti!

Con queste parole Alfio di Costa prova a rendere chiaro il concetto che non potrà mai esservi un qualsiasi cambiamento in Sicilia portato da questi Movimenti se non si lavora compatti ed uniti attraverso un'azione primaria di aggregamento per uno scopo che rimane oggi comune anche se con fini futuri diversi.. Se questo manca, secondo il fondatore di “Insieme si può”, si rischia di restare per sempre perdenti..

Vi è chiaramente una primaria premessa da segnalare e cioè.. che vi siano personalità politiche nuove a sostegno, oltre che integre e capaci ..con la voglia di mettere in primo piano i valori che la stessa terra ci offre. Ma è di tutta evidenza che occorre quell'intuito per saper comprendere che solo attraverso una unione si può uscire vincenti ed essere utili per la determinazione di una politica nuova che l'isola attende da tempo!

Le parole di Di Costa definiscono l'importanza del momento.. dove l'unica cosa che conta.. in vista di elezioni e dell'effetto sentito del cambiamento nell'intero Paese, non può che essere quella di unirsi. Parlando con Alfio non sfugge una certa amarezza circa l'ottuso modo di proseguire da parte dei Movimenti locali in modo separato e disgregato al fine inutile di affermare una insensata supremazia.

Restiamo Movimenti che combattono per la società civile allo scopo di offrire una via diversa dalla politica dei vecchi Partiti ...ma che poi non riescono ad integrarsi per uno scopo univoco con grande spreco di energie. Destinati sempre a lottare di più. Se per alcuni il fine è quello dell'indipendentismo..e per altri quello di rendere più forte una certa autonomia locale..che senso può avere lavorare separatamente disperdendo un unica forza che potrebbe renderci assai più forti dapprima nei Comuni, poi nella nostra Regione.. ed infine nell'unione progettuale con le altre regioni del Sud? Mentre in Sicilia ci si divide ..nel resto del Paese e del mondo si creano unioni.”

Sarebbe inconcludente, oltre che un atto di profonda ed inspiegabile presunzione, rimanere isolati in questa battaglia che deve spingerci ad aggregarci senza prevaricazioni: Anche se per fini diversi.. gli ideali di base non possono che rimanere gli stessi! Sono quelli che vedono nella difesa dei nostri valori l'unica salvezza per un politica qualitativa più funzionale. Indipendentismo ed autonomismo che si voglia.. sarà sempre l'arma della provocazione quella che conta...come pungolo e stimolo, ma solo se guidata da una forza comune e non dispersiva come continuano ad augurarsi i consolidati vecchi Partiti. “



7 feb 2017

La moneta "irreversibile" di Draghi


La notizia dello spread che sfonda quota 200 punti incute panico..poichè pesa fortemente sugli interessi del nostro debito.
di vincenzo cacopardo

Il Paese ha sfondato il muro dei 200 punti dopo tre anni ..Tre anni di sacrifici quasi inutili..poiché le ragioni dell'innalzamento non restano solo interne. Influisce l'azione di Trump che crea incertezze sui mercati e che mette in difficoltà il mercato di tutta l'Unione Europea. A questo dobbiamo aggiungere le prossime elezioni in Francia e nella stessa Germania che potrebbero cambiare il quadro politico dell'intera Europa..compromettendo il quadro finanziario internazionale. Sappiamo bene che in Francia il Fronte Nazionale di Marine Le Pen non fa che guadagnare consensi su un programma che potrebbe pregiudicare la stessa sopravvivenza dell'Europa. 

I titoli degli Stati più deboli continuano a rimetterci chiudendo con differenziali che non si vedevano da tempo. Oggi la moneta unica è protetta soprattutto dal governatore della Banca Centrale Europea che ha dichiarato l'Euro una moneta "irreversibile" e l'Italia rimarrebbe condannata a pagare cara questa impennata anche per via del profondo debito pubblico: L'aumento del costo del debito fa diminuire ogni fiducia dei mercati mentre la Banca centrale europea resta sempre meno disponibile all'acquisto dei nostro titoli di Stato che continuano a sostenere l'economia del Paese. Sembra quindi che la situazione abbia preso quell'abbrivio pericoloso che ci vedrà compromessi in un gioco di spread sempre più alto .
Non è facile percepire il peso di tale problema e quanto potrà influire nel futuro sul nostro deficit, ma se si entrasse nel vortice della crisi e dell'alzamento dello spread, potrebbe costarci decine di miliardi e naturalmente se gli interessi sul debito italiano aumenteranno ne risentiranno i conti pubblici. Sono costi da aggiungere all'extradeficit da 3,4 miliardi lasciato dal governo precedente. Un problema che quindi si addiziona alla manovra che il governo Gentiloni si appresta a correggere nelle prossime settimane. Una manovra che, come ormai sappiamo, si esprime quasi esclusivamente sulle entrate e cioè sulle tasse che dovremo pagare. In questa prospettiva, non è difficile percepire il doversi procedere con l'uso delle clausole di salvaguardia attraverso l'aumento dell'Iva ed le accise.

Quello che sicuramente ha inciso in questi ultimi anni è stata la politica alquanto disinvolta e precipitosa operata dal Premier sindaco d'Italia che ha pensato di usare bonus e manovre a debito senza apprestare un piano di sviluppo reale costruttivo, funzionale e lungimirante.. connaturato col nostro Paese. “Il futuro è ora” ..uno dei tanti slogan che ha diffuso..Ma non vi può essere futuro se non si è capaci di percepire in profondità il presente! Il suo storytelling simulato ha contribuito a peggiorare le cose. Oggi e per il futuro rischiamo di pagare i guasti di una politica riformista totalmente sbagliata.



Parola d'ordine: attaccare la Raggi!

LA GUERRA CONTRO LA RAGGI E' UNA LOTTA CONTRO IL MOVIMENTO! 

Si tende a gonfiare il tutto a danno dell'operato di Virginia Raggi rallentando il suo percorso di ristrutturazione amministrativa, per poter affermare che la sua giunta non sa operare!
di vincenzo cacopardo

Ancora una volta si persevera contro la sindaca Raggi: si tratta della nomina per la quale è indagata dal 24 gennaio scorso. Lo fa in modo enfatico il Messaggero che fin dall'inizio pare non aver avuto altro tempo che andare contro la sindaca attraverso ricostruzioni discutibili e di certo negative che possano metterla in cattiva luce. Certo è che Roma sembra ormai il campo di battaglia sul quale si tende ad imbastire una precisa lotta contro il Movimento.

Se i cittadini romani si aspettano qualcosa da questa Amministrazione, in circostanza dei continui attacchi di Media e giornali che tendono a screditare la sindaca, dovranno aspettare ancora tanto: Non la si lascia mai in pace e la si attacca su questioni dubbie che in qualsiasi altra Amministrazione comunale non vengono nemmeno prese in considerazione.

"Secondo un documento pubblicato dal quotidiano capitolino, il 19 ottobre scorso l'ex vicecapo di gabinetto del sindaco Raffaele Marra avrebbe invitato "tutti i dirigenti che volessero candidarsi a incarichi dirigenziali apicali e subapicali" a "inviare i curricula alla segreteria del suo Dipartimento entro una settimana". Tali incarichi sarebbero stati accessibili, si specifica, "anche ai dirigenti dell'Avvocatura capitolina e al corpo di polizia locale". Il solo fatto che sia stato il corpo di polizia locale (nella quale faceva parte il fratello di Marra) conduce ad inverosimili sospetti.. poichè questi fu promosso a numero uno del Turismo nel Comune. Il Messaggero spiega che il tutto non poteva non essere a conoscenza della sindaca."

Viene spontaneo domandarsi quale è l'abuso.. e come potrebbe dimostrarsi un qualsiasi conflitto di interesse se lo stesso fratello di Marra aveva il diritto di partecipare alla selezione avendo una carriera ventennale in seno al Comune...E dove stanno i benefici per la Raggi?..Qual'è il vero reato ? Quale ragione di poter rendere vantaggio a Marra se non per scopi di miglior funzionamento della macchina amministrativa? Quale interesse poteva avere se non quello di cercare di riempire i vuoti di una Amministrazione resa malata dalle vecchie gestioni fallimentari? Ad oggi nulla di serio sembra trasparire! Tutto ciò anche in considerazione che l'altro Marra (il fratello a capo del personale) non aveva ancora ricevuto nessun mandato di arresto, ma solo encomi per le sue capacità da parte delle istituzioni.(ricordiamo che il suo arresto non ha alcun riferimento con la giunta Raggi, ma rimane legato a quelle precedenti)


Insomma..si tende a gonfiare il tutto a danno dell'operato di Virginia Raggi rallentando il suo percorso di ristrutturazione amministrativa, per poter affermare che la sua Amministrazione non sa operare!

Cercando..cercando..qualcosa prima o dopo verrà fuori:E' la storia vecchia che appartiene a quel modo di affrontare l'avversario politico con colpi bassi appositamente per sgretolarlo lentamente... In tal modo si distrae l'attenzione perdendo tempo...ma si procurano solo danni maggiori al percorso amministrativo capitolino. Sappiamo ormai che qualche errore di pura disattenzione.. per non aver compreso certi personaggi.. è stato fatto, ma sono errori superficiali.. di valutazione.. dai quali la sindaca non può aver tratto alcun beneficio!..Le sue decisioni venivano quasi sempre trasmesse all'Anac per un riscontro.. Non pare esservi malizia o interesse personale! Anzi.. tutto ha finito solo per costarle. 

L'accanimento contro di lei, oltre a procurarle fastidi.. tenderà sempre più a rallentare quella marcia che vede in prima linea una riorganizzazione della macchina amministrativa e resterà, per i suoi avversari, un ottimo, ma spregevole motivo per mettere in risalto una certa incapacità nel saper procedere.  

6 feb 2017

Il difficile operato di una sindaca contrastata


La feroce lotta contro una sindaca i cui risultati sui servizi della città non potranno che tardare a beneficio di un primario riordinamento di una amministrazione più funzionale e moralmente integra.
di vincenzo cacopardo



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..O si affronta la strada comune di procedere come nel passato... o si intraprende primariamente un'azione di restauro attraverso un riordinamento dell'intera macchina amministrativa! 

Al di là di ogni critica che potrebbe alzarsi nei confronti dell'organizzazione interna dei Cinquestelle, quello che risulta inaccettabile.. è l'accanimento mediatico su una figura che prova in tutti i modi.. “sine praesumptio et arrogantia” .. nel cercare di mettere ordine all'interno di una Amministrazione lasciata in un inconcepibile stato di deterioramento e corruttela .
Virginia Raggi non affronta le molteplici problematiche ponendosi in mostra malgrado i Media non facciano altro che metterla in luce per gli errori persino giustificabili sulla valutazione di alcuni personaggi già presenti nei punti nevralgici della sua Amministrazione capitolina!

Quello che pare non voglia comprendersi è il fatto che in questa prima fase lei pone ogni sforzo per rimettere in moto la macchina amministrativa cercando di mettere a posto alcune pedine fondamentali, mancando le quali.. non potrebbero risolversi alla base i veri problemi connaturati sullo stesso funzionamento: Per la ricerca e le soluzioni di una città che richiede appropriati servizi ed il risanamento di un disastroso bilancio, occorre innanzitutto procedere con metodo sulle nomine.. ponendo ordine ad un riassetto generale dell'organizzazione pubblica sul piano preparatorio... E questo lo si può fare solo ricercando le migliori doti e le capacità di chi deve assumere le cariche. In questo lavoro si può incappare in qualche errore che, se corretto in tempo, non può mai essere considerato incapacità o volontà di commettere abuso..

Operare in senso avverso sarebbe come pensare di spingere avanti un motore guasto con la possibile conclusione di vederlo fondere...Insomma, è inutile attendersi in questo momento soluzioni i cui benefici si potranno constatare solo dopo che la fase delle scelte sui personaggi posti alla direzione dei punti nevralgici, sarà terminata del tutto!
Lavorare come si è fatto nel passato, dove poco importava chi mantenesse un posto di comando amministrativo e dove ognuno gestiva a proprio comodo la propria forza di comando riducendo il municipio nel disastro, ha reso l'amministrazione capitolina con un debito ed un malfunzionamento che ormai tutti conosciamo. Nel passato le decisioni non avevano alcun rapporto con un metodo funzionale a beneficio della città, ma restavano principalmente nell'interesse personale di chi manteneva il comando e la direzione dei vari dipartimenti ed assessorati ed i risultati sono venuti al pettine.

La lettura sull'operato della Raggi deve per forza essere un'altra! Il suo percorso deve interpretarsi in modo differente..
Affermare che la sindaca in otto mesi non abbia concluso nulla è un grossolano errore! Malgrado il perenne accanimento sia mediatico che politico (e qualche evidente astio all'interno del movimento), ad oggi non le si può imputare nulla.. giacchè, in questa fase, lei lavora per rimettere a posto il motore di un'auto al fine di renderlo integro e funzionale per il suo difficile cammino verso un traguardo. Se in questo percorso, nel cambio di una candela o di una cinghia o dello spinterogeno si può sbagliare ( facendolo senza malizia e senza un fine personale) risulta infelice e quasi ossessivo accanirsi verso il conducente che in realtà ha tutto l'interesse per far sì che la sua auto possa rimettersi in moto con sicurezza.


La metafora, anche se inusitata, rende chiaro quale risulta essere il difficile lavoro di una sindaca che verrà giudicata solo a fine del suo mandato ed i cui primi risultati sui servizi della città potranno anche tardare a beneficio del funzionamento di una amministrazione costruttiva e moralmente più integra. Lavoro che oggi la impegna e rischia di condannarla prematuramente senza un giudizio più chiaro ed equilibrato circa il metodo. 

4 feb 2017

Legge elettorale:Quale sistema?

Italicum corretto, proporzionale puro, Consultellum o nuovo Mattarellum? Con quale sistema elettorale si andrà a votare dopo che gli italiani hanno bocciato la riforma costituzionale messa a punto dal governo Renzi?
di vincenzo cacopardo
Per ogni proposta di sistema nuovo c'è sempre una connotazione latinista, ma i contenuti restano variegati e poco convincenti. Il nuovo percorso pare comunque seguire la direzione di un sistema proporzionale.
Toccherà alle forze politiche che siedono in Parlamento trovare un accordo sulla nuova legge elettorale, visto che l’Italicum dovrà necessariamente essere modificato, in quanto è un sistema di voto che vale per la sola Camera dei deputati e per di più su di esso pende ancora la motivazione del giudizio negativo della Consulta.

Nel Partito democratico le posizioni sono variegate a seconda dell’area di appartenenza. Per i renziani..ad esempio.. si possono apportare alcune modifiche all’Italicum. Sembra che poi vi siano altre proposte tra cui quella di un Bersanellum o di un nuovo Mattarellum della minoranza dem e la proposta Italikos dei Giovani turchi.
Per il M5S è già da tempo depositata in Parlamento una proposta, denominata il Democratellum, un sistema proporzionale corretto. Dopo la vittoria dei No al referendum, però, chiedono l’immediato ritorno alle urne, proponendo di votare con l’Italicum per la Camera e con il Consultellum, leggermente modificato, per il Senato. Sappiamo che il Movimento di Grillo è sempre stato contrario alle coalizioni, ma è importante precisare che il M5s era ed è per il sistema proporzionale con possibile premio di maggioranza alle determinate condizioni che questo rimanesse contenuto.

Anche Forza Italia dell'eterno Silvio Berlusconi ha rilanciato un sistema proporzionale simile a quello tedesco. Di certo per FI nel ballottaggio previsto dall’Italicum vi sono alcuni dei punti critici che vanno modificati. Il partito azzurro è tendenzialmente contrario ad un sistema maggioritario con collegi uninominali e vede invece di buon occhio un sistema che favorisca le alleanze e non un listone unico, per evitare il prevalere di Salvini.

Vi è poi la Lega Nord che, pur affermando di voler andare subito a elezioni con qualunque legge elettorale, amerebbe un sistema proporzionale puro che non favorisca imbrogli e compromessi. Sembra che a Roberto Maroni andrebbe bene un sistema uninominale con collegi, ovvero una sorta di Mattarellum.

Per Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia è necessario tornare subito alle urne, con qualsiasi legge, partendo anche da quello che c’è facendo le opportune modiche all’Italicum, adeguando il sistema al Senato e mettendo il premio di maggioranza alla coalizione.
Vi è poi la posizione della Sinistra italiana che non vuole sistemi maggioritari, ma un ritorno ad una legge proporzionale.

Insomma.. la via del proporzionale ( che rimane quella che riesce a dare più espressione e corpo alla partecipazione popolare) sembra oggi quella voluta da tutti. Il problema sta nel saperla lavorare e disciplinare da un Parlamento da tempo illegittimato e sostenuto insieme da una legge completamente diversa ... Forse poco affidabile per un Paese che necessita di una governabilità sicura e democratica.


La ricerca di una governabilità stabile pare continuamente anteporsi ad un sistema elettorale che si vorrebbe di maggiore partecipazione popolare. Col ritorno al proporzionale ed i sondaggi che parlano.. è inutile pensare alla singola forza di una lista, ma solo a possibili coalizioni. In queste condizioni e con le poche idee che circolano... il rischio è quello di togliere ai territori ogni possibile forza autonoma dando il colpo di grazia a quella possibile federazione tra le regioni un tempo desiderata e poi messa da parte con Renzi. Si è già tirato fuori un nuovo sistema elettorale chiamato "Lauricellum" che.. estendendo il premio al Senato su base nazionale... limiterà lo spazio politico dei territori regionali e soprattutto di quelle a statuto autonomo. 

3 feb 2017

False accuse o verità nascoste?..

Sapeva o non sapeva?..Quale il senso di questa polizza? Costretta ad autosospendersi? Intanto la difesa da parte del suo Movimento sembra vacillare.
di vincenzo cacopardo
Ci sono volute otto ore di interrogatorio per la sindaca Raggi ..ed una storia nuova che viene fuori all'improvviso su Salvatore Romeo, quel fedelissimo di Virginia diventato capo della segreteria della sindaca lo scorso agosto: Sei mesi prima della nomina della sindaca, Romeo ha indicato un nuovo beneficiario (Virginia Raggi) su una delle polizze vita da lui sottoscritte qualche tempo prima, con un investimento di 30 mila euro. Ma di queste polizze con altri beneficiari pare ve ne siano altre per un totale di 130 mila euro..il chè rende diverse ipotesi su tutta la storia! 
Quello che però desta preoccupazione è il fatto che successivamente, la Raggi, diventata da poco sindaca di Roma, ha promosso Romeo triplicandogli lo stipendio. Stipendio poi diminuito dalla Autorità ANAC presieduta da Cantone.. su domanda stessa della amministrazione. Oltre ai sospetti sulle carriere dei fratelli Marra, si presenta, quindi, una nuova grana che, se confermata nei suoi punti, potrebbe divenire preoccupante..come, al contrario, trasformarsi in una bolla: Qualcuno in proposito pensa che si possa persino essere costruito un sistema-Raggi, mettendo in serio dubbio quei metodi che avrebbero ben poco da spartire con l'onestà urlata dal suo Movimento.
C'è chi afferma che Virginia Raggi nell'interrogatorio abbia voluto schivare certe domande che improvvisamente la sommergevano, ma la storia rimane ancora tutta da comprendere ed in questi giorni se ne saprà certamente di più. C'è invece chi ritiene che la sindaca giochi a prendere tempo o che (stanca delle accuse) voglia dimettersi al più presto sciogliendo la sua giunta. Certo si comprendono poco le otto ore di interrogazione..ma è un fatto sicuro che all'interno del Movimento, invece di fare quadrato in difesa della sindaca nell'attesa di una chiarificazione, c'è chi continua ad attaccarla con forza! Al di là di una conoscenza più approfondita sul caso..mai come adesso Virginia Raggi avrebbe bisogno di un sostegno da parte del suo stesso Movimento!
 Non si è mai vista nella storia politica di questi ultimi anni un tale accanimento forse motivato da una azione di riordine su una amministrazione malata che la giovane sindaca ha inteso mettere in moto. E' chiaro anche che.. quando si intende mettere mano ad un'opera di riassetto.. si finisce col toccare nervi scoperti persino pericolosi. Tuttavia questa storia resta ancora da comprendere, ma viene sollevata puntualmente in un momento già difficile per la Raggi e per la stessa capitale.


2 feb 2017

Palermo: Città simbolo di una cultura che non si esprime!

di vincenzo cacopardo

Il ministro della cultura e dei beni culturali Dario Franceschini ha proclamato Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018. Dopo una prima selezione le città finaliste rimaste in lizza erano solo dieci: Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Palermo, Settimo Torinese, Unione dei Comuni Elimo Ericini e Trento.


Questa nomina  non può che farci felici per la città che amiamo, ma possiamo anche renderci conto di come non vi potevano essere avversari validi per entità di popolazione ed immagine rispetto alla città di Palermo: Una città che in realtà di cultura ne possiede tanta, ma ne esprime e ne mantiene pochissima.

Il termine cultura ha confini larghi e dovrebbe inserirsi in un ampio contesto che comprende un ambito sociale: quello della comunita' in cui viviamo e quindi inerente la sicurezza, la pulizia, l'ordine, l'educazione civica, l'istruzione, l'arte e persino nella stessa conduzione della politica cittadina. Se a tanti cittadini palermitani non può che far piacere che la propria città venga definita la capitale italiana della cultura, è pur vero che.. in coscienza..  questa città, pur avendola alla base, di cultura non ne esprime per nulla! Potrebbe esserlo se fosse guidata nel senso di una civilizzazione positiva e funzionale con servizi adeguati e controlli seri, ma la nostra città appare in uno stato di abbandono come non mai.

Marciapiedi divelti, strade sfossate, allagamenti, sporcizia ovunque, circolazione impazzita e controllo assente, in una città che appare un cantiere continuo dove l' eterna costruzione di una metropolitana appare un miraggio.

Sappiamo bene che la metropolitana a Palermo costituisce un sistema risolutivo dei problemi di mobilità urbana e che nei decenni ha trovato conferma in un gran numero di studi e progetti ad opera di numerosi ed insigni esperti della materia. Tuttavia sarebbe stato opportuno riprendere in considerazione la sua realizzazione evitando di consegnare la città ad un sistema di trasporto limitato e non corrispondente alla domanda di mobilità della città. 
I suoi lavori sono ormai bloccati da tempo poiché pare che l'impresa che si occupa della realizzazione sia in odor di mafia e la rete ferroviaria si appresta a revocare parte delle commesse. Sono decisioni particolari che fanno esplodere polemiche e che contrastano con qualunque nomina di una "città della cultura".

Molti cittadini tutt'oggi si chiedono che se un’impresa è mafiosa le si debbano togliere tutti i lavori, ma se al contrario non lo fosse, la si dovrebbe costringere a lavorare. Ed invece sembra che proprio tale società, in relazione a presunte difficoltà di natura tecnica o finanziaria, resti impedita sulla normale prosecuzione dei lavori. ..Insomma, un altro enorme disagio che si unisce alla serie infinita di altri e che mostra immagini di una Palermo in un eterno cantiere con spaventose gru che superano i palazzi e barriere alte quattro metri che ostruiscono per mesi e mesi i marciapiedi antistanti provocando disagi enormi per i commercianti e paure tra i passanti.

Se questa è la Palermo che merita di essere nominata la città della cultura non si può che restare attoniti! Ma si può supporre che tale “gratificazione” possa essere stata offerta alla città di Palermo in forza di un accordo politico che vede Orlando legato all'ex premier Renzi per fare affluire risorse importanti per la città ed assicurarsi l'ennesima vittoria a capo della città. Una città che come sappiamo mantiene buchi di bilancio come del resto..le tante altre città italiane.


Sappiamo che Renzi nasconde molto bene la sua amicizia politica con Orlando, il quale partecipa la sua campagna elettorale per sindaco senza il simbolo PD, ma sappiamo anche che l'uno può essere politicamente utile all'altro...Sia Orlando che Renzi sono estremamente astuti nel condurre la loro politica con i vecchi metodi simili alle strategie post democristiane della Margherita... e con l'aiuto di Franceschini il cerchio potrebbe essersi chiuso in favore stesso del Partito del segretario del PD che, con questo proclama che nomina Palermo citta' della cultura... offre risorse ed una spinta notevole per la vittoria di Orlando.

Possiamo anche essere felici di una qualunque nomina a favore della nostra città, ma non potremmo mai esserlo davvero (se non fingendo) per una realtà che appare in netto contrasto con il termine "Cultura"  

La sfida rivoluzionaria di Renzi che lascia la politica uguale a prima


Tempo addietro, quando cominciava a trasparire una certa presunzione da parte del giovane premier Renzi (cui tanti..tra i quali il sottoscritto.. avevano riposto fiducia) scrissi un post intitolato “L'apocatastasi di Matteo”

Ma cosa è l'apocatastasi?
In termini prettamente filosofici,  traendo l'ipotesi dalla fisica di Eraclito, spiegai che l'apocatastasi stava ad indicare il "ristabilimento" dell'universo nel suo stato originario. ( Ossia la relazione con il compimento del giro di rivoluzione di un astro che ritorna alla sua originaria posizione). Eraclito asseriva che tutti coloro che vivono sulla terra sono condannati a restare lontani dalla verità a causa della loro miserabile follia che consisteva nel "placare l'insaziabilità dei sensi" e nell'ambizione al potere.

Nella concezione neoplatonica il significato del termine “apocatastasi”, sta ad indicare il ritorno dei singoli eventi all'unità originaria: Un ritorno possibile tramite l’ascesi filosofica. Un termine che venne usato dagli stoici antichi per indicare il riformarsi e ripetersi, in tutti i suoi particolari, del mondo dopo la sua distruzione. Oggi, questo termine poco usato, sta ad indicare sinteticamente un ritorno del mondo alla sua primitiva perfezione.

Renzi, all’insegna della sua particolare apocatastasi, da principio sembrava cercasse di muoversi in direzione di un ritorno del Paese verso l’opera di un effettivo compimento: Non si trattava esattamente di sistemare le cose nella primitiva perfezione dopo il decadente periodo di distruzione, ma di compiere metaforicamente una sorta di “rivoluzione astrale” rimettendo al loro posto le funzioni istituzionali e quelle di una politica economica ormai smarrite in un’orbita gravitazionale extraterrestre.. in modo innovativo e funzionale.. con l'imperativo di una rottamazione.

Ma tutto ciò... anche se di difficile realizzazione... ha trovato, nella sua irrefrenabile arroganza e nella troppa sicurezza, una serie di impedimenti: Se sul piano della filosofia stoica in relazione al ciclo dei mondi reiterati…(distruzioni e riedificazioni) una “apocatastasi” può avvenire.. come per il tempo che mantiene un andamento ciclico costante, è pur vero che anche in politica e nelle istituzioni.. quando l'azione di rinnovamento non viene condotta con l'equilibrio e l'umiltà necessaria, tutto può ritornare indietro in senso ricorrente e cioè ricomparire uguale a prima. In sostanza l'opera rivoluzionaria del giovane Premier non sembra aver rinnovato alcunchè, ma ha riportato la politica nella stessa posizione di prima..forse peggiorandola!
Una comparazione un pò cinica e per qualcuno contestabile, ma comunque relativa ad un processo naturale corrispondente ad una precisa realtà scientifica.
vincenzo cacopardo


1 feb 2017

PD: La lotta interna per il Congresso

"Il ragazzo toscano che ha spaccato il Paese..si avvia a spaccare un Partito che sembra essergli servito solo come proscenio per la sua spettacolare ambizione...alla quale tanti si sono inchinati per interesse personale o per mancanza di intuito politico." 

di vincenzo cacopardo 

Non è proprio una minaccia quella di Bersani contro Renzi, ma un altro monito a guardare con meno arroganza e presunzione all'interno del proprio Partito dove giorno per giorno si vanno accumulando divisioni che potrebbero penalizzarlo definitivamente. Oltre alla sua distanza dall'ex Premier (ormai nota da tempo) vi è quella di D'Alema e di Emiliano.. e potrebbero venirne altre se Renzi continuerà a forzare col suo abituale determinismo...mai messo a tacere.. neanche dopo la profonda sconfitta sul referendum..

Anche se non obbligato dallo Statuto, Renzi sembra rifiutarsi di dare avvio al Congresso, evitando volutamente un dibattito ed una qualunque altra forma di confronto che, al contrario, sarebbe opportuno aprire per dare voce ed un giusto senso alla sconfitta di un referendum che ha creato un vero terremoto all'interno del PD. Sono sempre più coloro che pensano che occorre uno scambio necessario al fine di rendere forza ad una strada più coesa e compatta all'interno dello stesso partito.

La strada che oggi si oppone all'ex premier fiorentino è quella che appare riformarsi in una leadership degli ex ulivisti democratici e pluralisti(come intendono definirsi). Per loro serve un cambio di rotta per evitare un disastro peggiore alle prossime elezioni. Loro desiderano una discussione all'interno e per questo vorrebbero una anticipazione del Congresso ed un posticipo sulle nuove elezioni: Si deve discutere anche di legge elettorale... e per questo occorre trovare una strada uniforme e condivisa. La mossa odierna di Renzi è invece quella un po' ambigua di chi non esclude.. ne promette nulla!. Restando fermo in una posizione che lascia un po' attoniti e disarmati i suoi stessi fedeli che prima o dopo salteranno giù da un carro che sembra scricchiolare.

Insomma se Renzi crede che andando ad elezioni col Partito in questo stato riesca a racimolare il 40%, rimarrà deluso come lo è stato per il referendum costituzionale! Ma quello che veramente resta incomprensibile è il continuo atteggiamento di presunzione che gli ha già arrecato danno e che, perseverando, non promette nulla di buono circa una riconciliazione all'interno del Partito ormai spaccato.