di
vincenzo cacopardo
Con
un attacco missilistico contro una base aerea della Siria, il
presidente Usa Donald
Trump dimostra un chiaro
cambio di rotta nei confronti di Damasco. Trump sembra aver
radicalmente cambiato opinione rispetto a quando, considerava un
errore colpire il regime di Damasco.
Anche
Marine Le Pen, malgrado la sua ammirazione per Trump, pare essere
rimasta sorpresa dalla reazione all'attacco chimico in Siria. Secondo
la leader del Front National in Francia, occorreva attendere i
risultati di un'inchiesta internazionale. Colei che ha sempre
apprezzato il nuovo presidente americano... su questo delicato
argomento.. rimane invece sulla linea del presidente russo, il quale
ha sottolineato che gli attacchi degli Stati Uniti contro la Siria
sono una autentica aggressione contro uno stato sovrano.
I
fatti sono comunque ancora da accertare su tre ipotesi:
La
prima è quella che Damasco abbia sganciato i missili con contenuti
chimici gassosi, la seconda è che abbia utilizzato armi
missilistiche convenzionali, ma possa averlo fatto colpendo
volontariamente depositi gassosi, la terza è che il raid aereo non
abbia né usato, nè colpito alcun deposito, ma che i ribelli al
regime abbiano usato le armi chimiche come reazione..creando allarme
e colpevolizzando lo stesso regime. Di sicuro un'inchiesta approfondita rimaneva più che necessaria ed è per questo che l'intervento missilistico americano sia apparso prematuro.
I
contrasti con Putin appaiono sempre più accentuati. Sappiamo che la
Russia, da sempre alleata di Damasco, risponde che si è trattato di
un incidente e che una bomba dei ribelli abbia fatto saltare un
deposito di armi chimiche Sappiamo anche che da parte della Russia si
cerca di demolire ogni accusa contro Assad, ma rimane sotto gli occhi
di tutti lo sdegno che va crescendo tra i tre Paesi occidentali. Usa,
Francia e Gran Bretagna denunciano che la morte dei civili è stata
causata dal gas sarin, ma non possono riuscire ancora a dimostrare
che ad usarlo sia stato il regime.
La
vera tragedia resta quella dell’Onu...che continua a rimanere
impotente e che da tempo sembra persino lontana da simili faccende di
sua specifica pertinenza. Ma ciò non può più sorprenderci dato
l'incredibile atteggiamento che continua ancora a mantenere da lunghi
anni nell’Assemblea generale e in vari organismi collaterali nei
confronti del conflitto israeliano-palestinese.