26 ott 2016

La strada pragmatica e semplificativa che frena il percorso delle idee.



"A volte, come qualcuno asserisce, risulta più utile coniugare le diversità, anziché tentare di aggregare certe omogeneità".
di vincenzo cacopardo

A sentire la cronaca giornalistica di una certa stampa nazionale ed internazionale..Matteo Renzi rappresenta l'unica vera risorsa politica del Paese. In tanti ancora lo definiscono l’ultimo autobus che il Paese democratico ha a disposizione..poichè.. al di fuori di lui, non esiste alcuna alternativa valida. Ma quali principi porta avanti questo suo governo? Si può definire ancora il nostro un Paese in equilibrio?

Oggi...figure come il nostro Premier, sono l'espressione assiomatica di come ogni procedura per una soluzione si concretizzi in modo veloce e semplificativo.. contenendo ogni possibile ricerca politica creativa più funzionale. Può essere che il suo modo di procedere sia vincente...ma se una visione realistica può accompagnare ogni percorso amministrativo... quella delle idee risulta essenziale per guidare una vera crescita politica nel suo complesso!
Negli ultimi tempi... il mondo intero della politica sembra aver preso la strada più semplice della ricerca di soluzioni concrete e pragmatiche, rendendo irresponsabilmente più difficile una costruzione dello sviluppo basata sulle idee e così, anche la società sembra essersi rinchiusa in questa ristretta mentalità, mettendo in primo piano una visione fin troppo realistica che occlude sempre di più ideali ed inventiva.  Attenzione però...ciò non vuol dire che il pragmatismo non debba avere la sua valenza positiva...ma quando lo si intende porlo come “la teoria di una verità” volendolo identificare come “esclusivo principio” di utilità pratica.. e senza la base di una ricerca di pensiero che coinvolga le idee, si finisce col non rendere mai alcun positivo funzionamento allo sviluppo politico e sociale.
Quando nel passato Platone stesso ci informava sulle “ idee” ponendole come fondamento del suo stesso principio filosofico, contribuiva... forse inconsapevolmente... a porre le basi essenziali della filosofia occidentale, poichè... per lui.. queste erano il presupposto della conoscenza ed avrebbero contribuito alla formazione dell'essere legata al proprio pensiero. Non v'è dubbio che nel momento storico attuale, si sopravvive attraverso l’unica risorsa mentale della tangibilità e della concretezza e questo percorso mentale, sembra purtroppo opporsi con forza alle iniziative ed alle idee. Una strada che ha anche reso più forza a principi di furbizia e che premia costantemente una certa ignoranza od interessi personali. Non ci si può dunque meravigliare della mancanza di una migliore crescita sociale qualitativa!
In tanti come il nostro Premier piace comunicare ed agire col pragmatismo tipico dei tempi odierni: Una narrazione particolare ed una interpretazione realistica che tanto attrae quei cittadini che hanno poco tempo per pensare. E' possibile che la sua possa essere una strada giusta! Possiamo però sperare che la maggioranza dei cittadini riesca mai ad interpretare la crescita attraverso le idee.. se continua ad inseguirla con più facilità ed approssimazione attraverso ogni figura predominante che li incanta?


Mi domando come potrà mai convivere un principio di equilibrio.. se viene soffocato in partenza da quella costante procedura pragmatica condotta col l'uso forzato di un determinismo! Fatto sta che  nel momento storico attuale,  forse anche a causa di una forte recessione mondiale, si sopravvive attraverso l’unica risorsa mentale della tangibilità e della concretezza, non reagendo con la forza delle iniziative e delle idee e questo penalizza il percorso della crescita qualitativa di una società. 

Il pragmatismo odierno si fonda sempre di più sulla forza economica della finanza. Eventi storici, come quelli dell’unione dei paesi europei, avrebbero dovuto determinare, attraverso una naturale integrazione ed aggregazione, maggior successo per iniziative ed innovazione. Si sarebbe dovuta riscontrare l’affermazione di un  percorso costruito attraverso un naturale scambio della conoscenza, del dialogo e delle idee e non solo attraverso la realizzazione di una moneta unica . A volte, come qualcuno asserisce, risulta più utile coniugare le diversità, anziché tentare di aggregare certe omogeneità.

25 ott 2016

Legge di stabilità: la attesa di un responso!

La Commissione europea ha già reso noto l'aggiornamento del rapporto sugli squilibri macroeconomici. E' l'immagine dei principali indicatori per comprendere se gli Stati membri sono sulla via giusta, ma è soprattutto l'indirizzo sui giudizi di Bruxelles.
di vincenzo cacopardo
Sappiamo quanto l'attesa e l'incertezza possano far male all'Italia. Sembriamo ancora instabili...Ciò deriva dal fatto che rimaniamo più esposti per via del debito.. ed anche il Pil potrebbe risentirne. La legge di Stabilità italiana sembra essere a rischio e non pienamente conforme.. anche se il nostro Paese migliora di quel poco..Ma non siamo i soli: Se per noi è l'elevato debito pubblico in relazione alla crescita a creare paure..vi sono altri Paesi dove aumenta l'instabilità in una negativa visione del debito-Pil..Persino la Germania, pare avere problemi nel surplus commerciale troppo elevato. Vi è di certo una preoccupazione generale per una tendenza del potenziale di crescita o competitività dettato da un sistema nel quale convive tutta l'Unione europea.
Naturalmente la Commissione tende a voler capire bene l'andamento di ogni singolo Stato.. e i nostri dati restano ancora preoccupanti, soprattutto dopo i lunghi anni di ininterrotta crisi. Già da tempo l'Europa ci aveva indicato una misura su debito e competitività ed il nostro governo ha fatto il possibile per cercare di mettere mano ad una legge di Stabilità che, sebbene limitata, ha teso a dare maggior fiducia, una manovra in parte a debito, ma anche a favore di uno sviluppo interno per via di abbassamento di aliquote fiscali. Il problema per la Commissione sta in quella competitività che rafforza il loro malcontento anche per via di quella riduzione fiscale che non parte dal costo del lavoro.
Pare che Bruxelles non vorrebbe darci margini di spesa in deficit che il governo ha chiesto. Il governo dovrà quindi ancora lavorare e mettervi mano per riuscire ad ottenere il via libera alla legge di stabilità entro i termini previsti. Fatto sta che si è leggermente sforato dai parametri ed il debito pubblico dell'Italia secondo le stime di Bruxelles è già al 133% del Pil, il livello più elevato dell'Unione europea dopo la Grecia.

Sembrerebbe uno scontato giudizio negativo, ma di certo la manovra si potrà correggere. Insomma si vedrà ben presto fino a che punto si potrà usufruire di una flessibilità supplementare. Lo sforzo del governo non sarebbe potuto andare oltre e sappiamo che Renzi, malgrado i suoi notevoli sforzi, rimane appeso tra le evidenti difficoltà di uno spaventoso debito, l'impossibilità di sforare sui parametri imposti.. ed un lavoro politico personale in favore del proprio consenso..Un difficile equilibrio!  

L'ostinato percorso dei tagli alla politica



...che si contrappone all'inerzia per un suo migliore funzionamento

Se si mettesse lo stesso impegno per ricercare soluzioni di funzionamento più utili ..avremmo risultati anche sui risparmi!
di vincenzo cacopardo

IN POCHI FORSE NON HANNO COMPRESO CHE LA MOSSA DEI 5 STELLE E' SOLO SERVITA PER SCOPRIRE IL PD. ..CHE SULLA DIMINUZIONE DELL'INDENNITA' DEI PARLAMENTARI SAREBBE DOVUTO ESSERE D'ACCORDO IN VISTA DI UN REFERENDUM CHE DICHIARA DI TAGLIARE I COSTI DELLA POLITICA. TUTTI I DEPUTATI CHE SI SONO SCHIERATI CON I 5 STELLE LO HANNO FATTO BEN SAPENDO CHE TALE PROPOSTA NON SAREBBE MAI PASSATA! LO SCOPO PER GRILLO ERA QUELLO DI FAR CONTRADDIRE IL PD CHE NELLA SCHEDA HA SOTTOLINEATO IL TAGLIO DEI COSTI DELLA POLITICA!

UNA MOSSA POLITICA OPPORTUNA..ANCHE SE NEL MERITO MENO CONDIVISIBILE..

Quando si parla di politica nel nostro Paese si fa fin troppo spesso riferimento ai suoi costi..mettendo in secondo piano l'importanza del suo funzionamento: Tra il nuovo referendum e le nuove proposte dei 5 Stelle ..tutti ormai fanno a gara per abbassarli solo per attirare l'attenzione dei cittadini.Certo ..rende di più l'immagine del risparmio e..di fatto si pensa meno a far funzionare la macchina istituzionale in termini più efficaci!

Tra l'altro l'idea che abbattendo i compensi degli onorevoli si possa risolvere l'enorme spesa del meccanismo politico delle Camere e di Palazzo Chigi, è assai debole. Se ciò può servire come esempio ..per offrire ai cittadini una diversa visione.. che ben venga, ma la vera questione sta tutta nel trovare un equilibrio e soprattutto una migliore efficienza della macchina istituzionale.

Adesso approderà alla Camera la proposta di legge del Movimento di Grillo portato dalla deputata Roberta Lombardi, sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. Il provvedimento sarà licenziato dalla Commissione senza un esame degli emendamenti e potrebbe essere destinato a non avere vita facile sin dalla partenza. L'impegno della proposta prevederà anche la riduzione delle spese con l'obbligo della rendicontazione.

Sembra proprio che i deputati grillini abbiano questo preciso pallino dei tagli ..quando sarebbe nel contempo più utile da parte loro una ricerca per un riscontro con un funzionamento di tutto l'insieme del meccanismo parlamentare: La loro appare più una limitata lotta sui numeri del risparmio che potrebbero essere di poco superiori a quelli proposti dal referendum...Insomma..la sensazione pare essere quella di un monolitico principio che deve passare sopra ogni altra proposta di riforme. Naturalmente da parte del PD si parla di mossa demagogica, ma anche di opportunismo.. in un percorso che vede fra poco più di un mese un voto al referendum nel quale lo stesso Movimento 5Stelle rimane schierato per il NO.
Questa..in linea di principio la loro proposta: L'indennità per i membri del Parlamento, prevista dal nuovo decreto sarebbe di 5.000 euro lordi mensili ed erogata per dodici mensilità. Ai membri del Parlamento, tranne a quelli che risiedono a Roma, verrebbe riconosciuto un rimborso delle spese di soggiorno e di viaggio entro il limite massimo di euro 3.500 mensili. Ad ogni membro del Parlamento, verrebbero riconosciuti 3.690 euro mensili a titolo di rimborso delle spese per l'esercizio del mandato rappresentativo e la retribuzione di collaboratori. Un diritto al pensionamento al compimento del sessantacinquesimo anno di età e dopo almeno cinque anni effettivi di esercizio dell'attività parlamentare versando un proprio contributo pari all'8,80 per cento dell'indennità lorda . Infine sulla voce “Trasparenza, controlli e sanzioni” si è tenuti a pubblicare, con aggiornamenti bimestrali: il complesso delle indennità riconosciute al membro del Parlamento, il numero dei giorni per i quali, nel corso del bimestre, il membro del Parlamento è risultato presente alle sedute dell'Assemblea e delle Commissioni e ha ottenuto il riconoscimento del rimborso delle spese di soggiorno e di viaggio, a la rendicontazione delle spese rimborsate.
Si attendono quindi i risultati di questa ulteriore proposta fatta con opportunismo dal Movimento di Grillo in reazione al referendum, ma si rimane sempre più convinti ed interessati ad anelare proposte per un miglior funzionamento della stessa macchina istituzionale. La proposta ha di certo un sapore provocatorio e di sfida nei confronti del PD. Si sente parlare troppo di trasparenza e meno di efficienza, quando è di tutta evidenza che attraverso un migliore funzionamento anche i costi si abbasserebbero!






24 ott 2016

Il rettore Micari riceve Renzi..l'intervento di Miccichè




Il Magnifico Rettore spera che la politica, attraverso i tagli, non tradisca gli studenti e possa garantire loro un lavoro qualificato per il futuro
di vincenzo cacopardo
L'intervento di Gaetano Miccichè
Come è noto..vi era già nell'aria una certa opposizione nei confronti del governo da parte del Collettivo universitario autonomo, che aveva in mente una forte opposizione all'arrivo di Renzi. Ciò perchè gli studenti ritengono che lo stesso Renzi rimanga il vero responsabile di una politica che non ha voluto migliorare il loro diritto allo studio.
Al di là dei momenti di tensione con la polizia...dove i ricercatori hanno protestato per ricordare i pericolosi tagli e l'importanza dello studio e della ricerca, la cerimonia all'interno del teatro Massimo blindato come non mai, ha visto il solito Premier girarsi da un lato e l'altro della platea con un discorso a tutto tondo sull'importanza dello studio e delle eccellenze di una Sicilia che, a suo parere, avrebbe bisogno di credere più in se stessa.

Ma vi sono stati altri interventi tra cui quello di Gaetano Miccichè presidente di Banca IMI..sui quali mi piace soffermarmi. Gaetano è una persona che conosco..è stimabile ed intelligente..ha avuto una meritata carriera... davvero invidiabile. Miccichè ha messo l'accento sulle sfide che i ragazzi devono affrontare in una terra difficile come la Sicilia nel Paese Italia dove la crescita si è fermata. In proposito ha parlato di “sistema” e.. da banchiere ormai sistemico.. ha sostenuto la cultura globalizzata tendente ad ingurgitare ogni azienda piccola.

Secondo Miccichè bisogna abbandonare la leggenda che il piccolo è bello..poichè ogni azienda troppo piccola è destinata ad essere acquistata o inglobata dai competitori esteri...favorendo soggetti stranieri tra cui manager e consulenti.. oltre alle stesse università.

Il discorso di Miccichè continua inserendosi nel quadro di una visione della nostra regione dove mancano le importanti infrastrutture: porti, ferrovie,strade, aeroporti e persino una giusta sanità...
Questo in breve il suo commento di chiusura del discorso che non si può che condividere: Credo che alla Sicilia si adatti bene l'immagine che spesso viene ripetuta per il sud; La prima quando arrivano per l'inefficienza e l'arretratezza dei servizi e del caos quotidiano...La seconda quando partono e devono separarsi da quel calore della gente e dalla qualità dei cibi e dell'ambiente”..

Gaetano Miccichè fa riferimento ad una qualità di vita e contemporaneamente ad una immagine di inefficienza ed arretratezza. Questa parte del discorso non fa una piega se non fosse, per certi versi, in contrapposizione con il tema sulle aziende piccole...Cioè verrebbe spontaneo chiedersi se queste piccole aziende nate in Sicilia per combattere contro questa globalizzazione (che guarda solo ai numeri e non alla qualità) avessero le necessarie infrastrutture, non sarebbero in grado di sfidare un mercato internazionale con maggior impegno in forza delle proprie qualità!..Insomma.. qualunque piccola azienda potrebbe essere di maggiore competitività se avesse le adeguate infrastrutture oggi mancanti ..

Verrebbe perciò spontaneo chiedergli se per questo caos e la mancanza dei servizi e delle infrastrutture, oltre alla mentalità, non abbia influito lo stesso processo di globalizzazione favorito da un politica debole e sottomessa al grande gioco degli interessi del mercato.. che, nel suo asettico percorso, ha teso sempre a travolgere ed impedire ogni principio di peculiarità, bellezza e qualità.


Personalmente credo che la qualità per noi italiani sarebbe l'unica strada per la salvezza della concorrenza, ma è la stessa globalizzazione a contrastarla!..Ed è proprio il sistema di cui parla Gaetano ad agevolarla! In ogni modo le infrastrutture soprattutto al Sud mancano e non si può di certo credere in proposito questo governo vi abbia provveduto! Lo stesso vale per la ricerca e le Università dove un Premier che parla a ruota libera.. ha fin'ora solo promesso.


Tuttavia il problema non può fermarsi alle promesse più o meno valide e veritiere di un governo! Esiste un preciso problema che si chiama Sud. Un problema che coinvolge anche la Sicilia..terra dello stesso amico Gaetano! Non vi è solo il dubbio sulle risorse distribuite a gettito o sulle infrastrutture in genere, ma quello di uno studio mancante.. di un piano di sviluppo che coinvolga le regioni del sud nel loro insieme. Un progetto utile dove non si accavallino superflue infrastrutture e piani di accrescimento senza un equilibrato controllo..ma dove si possa approfondire l'idea di ciò che deve affermarsi nel mezzogiorno..che, come tutti ormai sappiamo, si chiama turismo,arte, mare, natura, risorse agroalimentari, pesca, artigianato locale e valori culturali inestimabili..in cui la ricerca universitaria, se ben supportata, potrebbe apportarvi un enorme contributo.    

I rapporti di forza con Bruxelles per una vittoria al referendum

di vincenzo cacopardo


Se Renzi, solo adesso, si scaglia contro la Comunità europea potrebbe farlo per difendere il suo SI al referendum!

Adesso, dopo oltre due anni di sottomissione al volere di questa Europa dei parametri finanziari, Renzi sembra mostrare i muscoli per opportunismo e non per difendere i diritti di un Paese in difficoltà..  come prima non ha fatto! Probabilmente è sicuramente capace di regnare quanto non appare esserlo nell'opera di governare!

Ogni cosa che fa l'astuto Premier è sempre dettata dall'incedere di un particolare opportunismo: E' il momento di mostrare forza.. non proprio per difendere il nostro Paese, ma per spingere la massa dei cittadini indecisi a votare il suo SI. Si deve raccogliere quella gran parte degli elettori che odiano l'Europa! Se un dubbio vi può essere, la certezza si avrà solo se il Si dovesse vincere e vedremmo allora il nostro Premier correre di nuovo a chinare la testa a questa Europa dei numeri e della forzata globalizzazione che a sua volta si è spesso mostrata serva dell'America.

Le sue continue promesse unite alle bugie ed i metodi poco accettabili non lo possono più giustificare! Sembra proprio che voglia condizionare i rapporti di forza con Bruxelles per una possibile vittoria al referendum! Malgrado gli evidenti problemi degli immigrati..della manovra finanziria e del terremoto che ha colpito il centro Italia, il suo improvviso incedere contro l'Europa appare pretestuoso...Quel suo proclamare che con una Italia forte delle riforme vi sarà più forza in Europa non può essere vista come la verità assoluta che cerca di infondere, poiché le stesse riforme (volute proprio in complicità con la Comunità europea) tendono a sminuire la stessa forza qualitativa di una politica in favore del nostro Paese...rendendola forse più stabile e serva dell'Europa, ma molto meno democratica al suo interno.

Renzi si lamenta perchè in tanti gli sono contro a prescindere, ma ha già abbondantemente dimostrato come il suo assolutismo e la notevole presunzione siano riuscite a tagliare in due un Paese...(Ma chi è causa del suo male.. dice un detto!...).
Credo che un Premier debba al contrario cercare di amare ed integrare quel popolo che lui stesso amministra e ricercare con maggiore equilibrio il senso di una politica democratica dettata da un governo che, anche se indirettamente, appartiene al suo stesso popolo.
Un premier che persevera e sottolinea«La Ue scelga tra noi e l'Ungheria». Un altro accenno di particolare arroganza verso la Unione europea..che sebbene studiato, rimane pur sempre pericoloso, anche perchè viene indirizzato a chi ha la visione di un nostro debito pubblico aumentato in modo considerevole durante il suo governo. Il suo problema non sta quindi nell'idea di farsi valere, ma di farlo di continuo con opportunismo e di procedere in modo del tutto irriguardoso nell'opera di disgregazione del suo popolo.


21 ott 2016

Draghi e l'andamento lento dell'inflazione



Il QE rimane un grandissimo contributo per la politica economica di un sindaco Premier proiettata verso il continuo aumento del debito 
di vincenzo cacopardo

Il presidente della BCE intende andare avanti con Qe e tassi a zero spostando più in là la decisioni sulle modifiche sugli acquisti di titoli e delineare meglio altre scelte nel prossimo futuro. Non sembra quindi essere messo in discussione un eventuale allargamento del programma di Quantitative Easing, la cui fine naturale resta il mese di marzo dell'anno prossimo. Per Draghi la situazione resta delicata, proprio per l'andamento lento dell'inflazione.

In sostanza Draghi cerca di spingere i governi a velocizzare gli sforzi verso le riforme strutturali...soprattutto quelle riguardanti le riforme del mercato del lavoro. La linea politica con cui la BCE sta affrontando la nuova e perdurante fase di stagnazione del mercato europeo si può spiegare solo così!.. Eppure tutto ciò non sembra avere un preciso senso, in considerazione del fatto che la crisi europea appare più come una crisi sulla domanda: le imprese producono fin troppo producendo più di quanto riescano a vendere, cioè più di quanto la domanda sia in grado di assorbire. Quindi.. in realtà, nella stessa dinamica del mercato globale.. si evidenzia una crisi che ha reso più aspra la lotta per la spartizione del mercato da parte delle grandi potenze economiche internazionali. L’aumento della produttività e della competitività, per le imprese europee, sembra una condizione essenziale per poter fare concorrenza ai grandi gruppi della scena mondiale.

Se è chiaro che il QE ha reso grande ripercussioni sull'andamento dello spread circa i rendimenti dei titoli italiani e sulle nostre banche piene di bond, dando una notevolissima mano alla stessa politica di Matteo Renzi, la ristrutturazione del mercato del lavoro, per l’Unione europea, continua a rimanere una condizione essenziale per competere e dire la propria in un contesto internazionale


Sono in molti ad interpretare questa posizione di Draghi come una ulteriore spinta in direzione di quella riforma proposta da Renzi. E' chiaro che negli ambienti finanziari si teme che una vittoria del «NO» possa portare instabilità in Italia: Facile continuare a metter paura sulla retorica dell'instabilità..più difficile che le riforme costituzionali possano apportare veri cambiamenti sull'asseto economico del Paese! E' la vecchia storia che vede ancora una volta l'ingerenza di un pragmatismo finanziario a discapito dei valori di una politica economica che dovrebbe poter funzionare a favore di un contesto reale che include aspetti sociali di fondamentale importanza nel processo della nostra democrazia.
Il QE rimane un grandissimo contributo per la politica economica di un sindaco Premier proiettata verso il continuo aumento del debito 

20 ott 2016

Bersani e la fedeltà al Partito

Bisogna saper essere coerenti con se stessi prima che col prossimo o con un Partito... Quello che più conta è la fedeltà col proprio pensiero!
di vincenzo cacopardo

Sembra che una adirata lite tra Pier Luigi Bersani ed Anna Ascani, renziana di ferro, sia avvenuta alla buvette della Camera. Un litigio dove la deputata ha fatto notare una scorrettezza all'ex segretario..il quale (a suo dire) avrebbe dovuto pronunciare il NO al referendum all'interno dell’organismo di partito e non attraverso interviste al Corriere.

L'atteggiamento della giovane Ascani non è di certo piaciuto a Bersani che gli avrebbe risposto per le rime. Così nel corso della Direzione di qualche giorno fa l'ex segretario ha esordito dicendo “A chi dice che io divido il Pd lo sbrano” rinfacciando alla stessa Ascani di fare politica grazie a lui. Non sono poi mancati altri battibecchi che hanno lasciato una particolare amarezza all'ex segretario.
Viene.. perciò.. spontaneo chiedersi cosa aspetta Bersani e la minoranza dem a scappare dal PD e fondare una nuova sinistra! Questo attaccamento al Partito diventa una vera ossessione da parte di chi non condivide ormai quasi nulla delle scelte operate durante la gestione renziana! Un attaccamento esasperato quasi pletorico.. sovraccarico di dispiaceri, ma anche di una strana forma di autolesionismo, poiché nulla ormai vi è da discutere quando è di tutta evidenza che l'asse all'interno del Partito Democratico è ormai spostato in direzione di una meta ben diversa da quella della sua nascita.

Già da tempo vi è una forte polemica all'interno della maggioranza e minoranza del Pd, qualcuno pensa al periodo d’oro dell'Ulivo..qualche altro dimentica di pensare..ma sembra chiaro che una sinistra italiana non esiste più..E' stata divorata dalla corrente della ex Margherita che l'ha ingoiata quasi del tutto..producendosi in un centrismo oltre misura che lo vede ormai sulle linee di una vecchia corrente DC. 

Bersani è sempre apparso un politico onesto, ma credo che il suo vero problema sia l'incoerenza con le proprie idee: Bisogna saper essere coerenti con se stessi prima che col prossimo o con un Partito... soprattutto quando si è un esponente politico.. Quello che più conta è la fedeltà col proprio pensiero! A che vale esprimere il proprio modo di pensare per poi seguire gli ordini di una maggioranza di un partito che impone di pensarla in modo tutt'altro che condivisibile? Quindi ci si dovrebbe allontanare definitivamente da quei principi che non si condividono combattendo per contrastarli. Questa regole è fondamentale e resta legata ad un altro principio che regola i rapporti col proprio elettorato.





L'intreccio anomalo che definisce le riforme



"La speranza è che, a conoscenza di tali difformità, i cittadini possano avere un quadro più preciso di ciò che sta accadendo!"
di vincenzo cacopardo



Le elezioni politiche italiane del 2013 per il rinnovo dei due rami del Parlamento si tennero il 24 ed il 25 febbraio del 2013 a seguito dello scioglimento anticipato delle Camere avvenuto il 22 dicembre del 2012 (quattro mesi prima della conclusione naturale della legislatura).

Dai risultati elettorali emerse che nessuna delle coalizioni potè ottenere una vittoria netta, determinando un risultato senza precedenti nella storia delle elezioni politiche italiane. Queste elezioni politiche si tennero con il sistema introdotto dalla legge n. 270 del 21 dicembre del 2005 la cosiddetta “legge Calderoli” che sostituì le precedenti leggi del 1993( Mattarellum) introducendo un sistema radicalmente differente. La legge prevedeva un sistema proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze.

In quella consultazione il PD prende il 29,54%..il centro poco più del 29%..il mov 5 Stelle ottiene un inaspettato risultato che lo porta al 25,55% ed il nuovo movimento appena nato di Monti oltre il 10%..Un quadro che rapportato al Senato lascia dubbi ad una stabile governabilità malgrado il premio di maggioranza previsto dalla nuova legge definita in modo dispreggiativo “Porcellum”.

SU QUESTE ELEZIONI SI INNESTANO UNA SERIE INFINITA DI ANOMALIE CHE CI PORTIAMO FINO AD OGGI..e cioè: La Consulta boccia la legge elettorale nel 2014 pur lasciando libero e legittimo il percorso della nuova legislatura. I Parlamentari della maggioranza ormai anomala (guidata prima da Bersani e successivamente da Renzi) nominano il presidente del Senato..la presidente della Camera..poi nominano il Presidente della Repubblica che viene fuori da quella stessa Consulta che poco prima aveva bocciato la legge elettorale..Lo stesso Parlamento dà la fiducia ad un nuovo presidente del Consiglio e ad una serie di nomine come i componenti del CSM e nuovi membri della corte Costituzionale.

L'intreccio anomalo e la confusione aumenta quando il Governo (già promosso da Napolitano a guida Matteo Renzi) si propone di procedere verso le riforme costituzionali ed una nuova legge elettorale. La legge elettorale passa attraverso la fiducia (sempre in un Parlamento eletto attraverso una legge elettorale bocciata che consente alla maggioranza un vantaggioso premio), mentre la nuova riforma costituzionale con 47 articoli alterati, passa al vaglio dei due rami del Parlamento grazie al passaggio di alcuni deputati che dal centrodestra passano in sostegno del centrosinistra.

Insomma.. una gran confusione che vede le Camere elette con un sistema bocciato dalla Corte Costituzionale, le quali eleggono membri della Consulta..che a loro volta le avevano bocciate, un presidente del Consiglio sostenuto dalla stessa anomala maggioranza che elegge un Capo dello Stato che viene da una Consulta che aveva appena bocciato la stessa maggioranza. In tutto questo coacervo di confusione ed anomalie si dà corso.. in modo assai poco opportuno.. ad una riforma costituzionale per di più connessa ad una legge elettorale votata attraverso la fiducia di un Parlamento bocciato dalla Corte Costituzionale!

Al di là di ogni considerazione di merito circa la possibile deriva autoritaria.. vorremmo restare nell'ambito della pura opportunità. Ci sembra che, proprio in un simile gran casino ricco di contraddittorietà ed anomale difformità, non sarebbe per nulla stato opportuno dare corso ad una simile riforma collegata ad una legge elettorale che stravolge la politica istituzionale del Paese... se non attraverso un metodo più consono e senza l'abituale fretta di un sindaco Premier!

La speranza è che a conoscenza di tali difformità, i cittadini possano avere un quadro più preciso di ciò che sta accadendo! 

CLINTON -TRUMP: la spettacolarità di una politica debole e risibile

di vincenzo cacopardo

L'ultimo faccia a faccia tra Donald Trump e Hillary Clinton ha visto attacchi personali e interruzioni , ma..almeno si è anche parlato di vari temi inerenti la politica statunitense: aborto e diritti civili, armi, tasse e lavoro, immigrazione, guerra contro l'Isis e rapporti con la Russia.

Solo mezzi sguardi e nemmeno una stretta di mano..accecati da una particolare intolleranza l'uno per l'altra. Nell'auditorium dell'University of Nevada di Las Vegas: Hillary Clinton e Donald Trump si prolungano in uno scontro su ogni argomento dove si intravedono due nette differenti vedute, ma anche un profondo odio che sfocia dopo una lunga campagna elettorale piena di fango e veleni.
Si è parlato dell'offensiva per la riconquista di Mosul...di Putin, della visione strategico politica dell'aria orientale oggi infiammata.. di intelligence, militari e civili di Isis ed anche del possesso di armi. Se Hillary Clinton resta ferma sulle proprie posizioni riguardo all'aborto volendo far decidere alle donne.. Trump ha ribadito che il voto rimane truccato perché la Clinton non avrebbe potuto concorrere" a causa dello scandalo delle email mentendo centinaia di volte al popolo.
Naturalmente non poteva mancare il tema delle molestie sessuali e delle gravi accuse rivolte a Trump . Lui si difende dichiarando che coloro che lo accusano sono state smentite..e che alcune di loro hanno sempre cercato di notorietà oppure persino pagate dagli stessi democratici. La Clinton ha ribattuto però ricordando che in pubblico Trump ha sempre asserito di non aver mai fatto simili cose....... ed appresso di nuovo la Clinton che ha continuato sottolineando quanto al suo avversario piace denigrare il sesso femminile...Insomma una serie di battute velenose che hanno integrato un dibattito che èsembrato alquanto sterile.

Un faccia a faccia tra due candidati sui quali potrebbe non esservi da parte della stessa America una totale stima e considerazione. In ambedue i candidati non si intravvede in verità una figura capace di portare avanti le difficoltà e le enormi problematiche soprattutto in ambito geopolitico. Tra convention, dibattiti e faccia a faccia.. sembra essere stata una lotta più spettacolare che di impegno e percettibilità politica..Questi a mio vedere,. sono i limiti della politica Americana che fondano i loro principi sulla mitizzazione o la denigrazione delle figure.. e sull'aspetto spettacolare di quella che al contrario dovrebbe rappresentare la visione di una cultura politica fondata sull'uguaglianza..sul principio dei valori e sul rispetto per la propria società.   

18 ott 2016

L”Accordo vincolante”..ultima trovata del PD che non può convincere!

di vincenzo cacopardo

Adesso anche il ministro Delrio si agita promuovendo l'accordo vincolante per la elezione diretta dei senatori prima del voto. Delrio chiede che sulla riforma costituzionale tutti abbassino i toni e che si trovi un'intesa evitando di mettere a rischio l’unità del Partito Democratico. Matteo Renzi gli va appresso dichiarando che, per il bene del Paese, ci sono tutte le condizioni per trovare un accordo...Un' altra "bufala" per poter attirare consensi da parte di chi pare non non fermarsi di fronte a nulla!


Il fatto è.. che i cittadini al referendum non votano per un “accordo vincolante” del PD, ma su una precisa riforma costituzionale..e suona proprio stonato che tali proposte vengano fuori da un ministro della Repubblica in complicità col Premier per tenere unito il loro Partito.


Cercare di voler trovare un'intesa in seno al loro Partito non può di certo influire sulla proposta referendaria ormai espressa persino con il quesito in una scheda: L'idea di voler continuare con possibili accordi dimostra tutta la loro incertezza e l'incoerenza celata dietro da un insolito accentuato amore verso il proprio Partito. Fa tanto pensare il fatto che.. ormai.. in seno al PD impera una disarmonia. Si ha l'impressione che alcuni componenti siano nella più grande confusione..mentre il più coerente pare essere D'Alema

Con la sua legge di Bilancio, Renzi riesce a prendere vantaggi: indubbiamente con la borsa piena di euro e la manovra appena annunciata può godere di consensi..non mancano nemmeno le continue comparse televisive. Oggi il governo sembra aver inserito persino uno stanziamento di 50 milioni dedicati a promuovere uno strano piano fuori dall'ordinario per la promozione della scienza e della cultura italiana all'estero. Con questo progetto, di cui si conosce poco.. tranne la cifra stanziata, si penserebbe di poter promuovere il Made in Italy, ma in molti pensano che si nasconda una sorta di mancia da distribuire alle cordate che stanno lavorando per sostenere il Sì all'estero.
E' chiaro che per il governo la ricerca di voti all'estero rimane una partita importante.. Non c'è alcun dubbio! Si contano circa 4 milioni di residenti fuori dal paese..di costoro quasi 800 mila hanno votato all'ultimo referendum.

17 ott 2016

Quel manifesto che tradisce il PD

di vincenzo cacopardo
Il Giornale, in un articolo di Roberto Scafuri..scrive oggi “Se il Pd intende riscrivere la Costituzione dovrebbe prima dare una occhiata al Manifesto fondativo, approvato dall'Assemblea costituente il 16 febbraio 2008. Dove vi è scritto che il nascente Pd si impegna a non cambiare mai la Costituzione a colpi di maggioranza”... con in calce anche la firma dell'attuale capo dello Stato Sergio Mattarella. Sembra che Tale Manifesto venne scritto dopo che la riforma del centrodestra (la denominata devolution) che dimezzava i parlamentari e aboliva realmente i poteri del Senato, fu bocciata alle urne nel referendum del 2006
Se le cose stanno così ..e' più che chiaro che la riforma Boschi tradisce questo valore primario e l'impegno firmato poiché ha inteso far passare a colpi di maggioranza le riforme costituzionali..Il tutto nel silenzio dovuto dal nostro Capo dello Stato.. forse un po' dolente, per il metodo delle proposte riformiste. Il giornale prosegue riferendosi a pagina 4 del Manifesto, “la Carta scritta nel 1948 resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Pd si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità e a mettere fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza» Sappiamo che il Capo dello Stato non può esprimersi a favore del «Sì» o del «No», e che oggi si trova nella imbarazzante posizione di chi sostenne con forza i principi e..soprattutto i valori che i stessi padri costituenti vollero fissare.
Ma il Pd guidato da Matteo Renzi non può di certo nascondere l'evidenza di questo Manifesto fondativo dove si contestavano tutte quelle riforme di superamento del bicameralismo perfetto a colpi di maggioritario. Se per quanto riguarda il nostro Capo dello Stato..in qualità di “super partes”..possiamo solo dare valutazioni di taglio politico e non istituzionale, sperando che le sue garanzie sul metodo possano un giorno andare a comprendere quella difesa dei valori di una democrazia...per ciò che riguarda le procedure di attuazione promosse da Renzi..seppur lecite..rimangono inopportune persino nel merito.
Il problema di fondo sta nel fatto che non si è provveduto in antecedenza a porre rimedi ad un male persistente nel nostro ordinamento: In un sistema che riteniamo parlamentare si dovrebbe porre l’importante azione delle Camere come centralità dalla quale dovrebbe dipendere ogni regola ed ovviamente l’indirizzo culturale ed economico del nostro Stato democratico...soprattutto per ciò che riguarda le regole costituzionali.. In proposito il Diritto costituzionale recita la mancata attribuzione dei poteri di indirizzo politico al Presidente della Repubblica, fa sì che tali poteri vengano accentrati nel raccordo Parlamento – Governo”.
Un raccordo che oggi sembra essere intaccato e desta serie preoccupazioni per la garanzia dello stesso principio di democrazia costituzionale: i due ruoli non riescono più ad operare in condizioni di indipendenza e, pur nella loro distinzione funzionale, risultano condizionati da un pressante potere partitico che li sottomette al proprio interesse. La tendenza equilibratrice che si voleva tramite il raccordo ed affinché a nessuno dei due poteri potesse essere assegnata una condizionante prevalenza, non sembra oggi possibile. La centralità del Parlamento non determina più la sua vera fondamentale funzione ed ogni azione governativa finisce sempre col prevalere e condizionare pragmaticamente ogni indispensabile percorso politico parlamentare...Ecco la ragione per la quale occorrerebbe una riforma che possa concedere alla Presidenza della Repubblica un ruolo di garanzia più efficace..anche attraverso una elezione popolare!

ATTENZIONE AL PUNTO SUL QUALE SI EVIDENZIA L'IMPEGNO DEL PARTITO
Manifesto dei Valori del Partito Democratico Approvato il 16 febbraio 2008
LEGGERE CON ATTENZIONE
La Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza antifascista, è il documento fondamentale dal quale prendiamo le mosse. La Costituzione non è una semplice raccolta di norme: oggi non meno di ieri è la decisione fondamentale assunta dal popolo italiano sul come e sul perché vivere insieme. È il più importante fattore di unità nazionale e di integrazione sociale, proprio in quanto assicura il consenso della comunità sui princìpi della convivenza al suo interno e permette di dirimere i conflitti di opinioni e di interessi. Il Partito Democratico riconosce i valori che ispirano la Carta costituzionale, unitamente a quelli della Carta dei diritti umani fondamentali dell’Unione Europea e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, e li assume come princìpi validi per tutti, al di là delle disuguaglianze legate alla nascita, all’educazione, al reddito e alle condizioni individuali. La sicurezza dei diritti e delle libertà di ognuno risiede nella stabilità della Costituzione, nella certezza che essa non è alla mercè della maggioranza del momento, e resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Partito Democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità, a metter fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza, anche promuovendo le necessarie modifiche al procedimento di revisione costituzionale. La Costituzione può e deve essere aggiornata, nel solco dell’esperienza delle grandi democrazie europee, con riforme condivise, coerenti con i princìpi e i valori della Carta del 1948, confermati a larga maggioranza dal referendum del 2006







14 ott 2016

L'apatia di un Paese distaccato dalle riforme

..che insiste sui Social con pettegolezzi sciocchi ed insensati... 

di vincenzo cacopardo
Quello che riesce difficile da accettare nei social in riferimento al referendum è il continuo mostrare immagini di politici ...accompagnandole con slogan come: Se voti No avrai queste figure in Parlamento. Una critica che rimane in piedi anche nel caso del voto in direzione del SI. ...Ma si può davvero pensare che sia in caso di un SI o di un NO..cio' possa cambiare?..Anzi credo che questa nuova riforma con tale legge elettorale, attraverso i nominati, agevolerà una certa politica portando in Parlamento figure..come Salvini..Berlusconi..Verdini.. etc. Come del resto al nuovo Senato potrà vedere il ritorno di sindaci nominati come Mastella..De Luca ed altri: E' proprio il difetto che più si contesta sia per quanto riguarda la riforma costituzionale che per quella già votata della legge elettorale che legate insieme manifestano una maggiore forza che si vuole rendere ai Partiti...Partiti che in realtà rimangono per la maggior pare odiati dagli stessi cittadini.

Siamo perciò in uno dei più grandi equivoci strumentali che coinvolgono tutti i cittadini destinati al voto: Se votano Si.. pensando di poter rinnovare una classe politica ..non si accorgono che rinforzano gli attuali Partiti che invero non sopportano. Se, al contrario, votano NO.. lasciano le cose come stanno.. con la speranza che una nuova legge elettorale possa aiutarli nel prossimo voto per il Parlamento al fine di poter decidere piu' liberamente!

Intanto nei Social si persevera in una volgare e stupida campagna sulle figure, poiché in pochi sembrano avere la capacità di un confronto sul metodo e sul merito con il quale si è affrontato il percorso di tali riforme. Si continua a preferire una lotta pro o contro Renzi: Una contesa dura ed aspra dove non sembrano riscontrarsi regole e rispetto! Se una cosa veramente deleteria ha provocato la nascita di queste riforme ed il conseguente referendum... è quella di aver spaccato il Paese..sia in caso si vittoria del Si che del NO!..E chi ha voluto questo..se non lo stesso Premier?

Naturalmente il SI può avere maggiore possibilità di vittoria per la enorme forza mediatica che ha in mano il Governo, la parlantina furba e scaltra di un Premier che gira ogni argomento a suo favore..la finta lotta contro la Comunità ' europea  che metterà ' in evidenza una simulata determinazione...Ma anche per la paura ormai diffusa perseverando nei catastrofici annunci del precipizio della crisi politica in caso di vittoria del NO. Vi è pure la forza di interessi dei potentati internazionali i quali vorrebbero investire in un Paese stabile...Come se queste riforme potessero rendere sicurezza!..Vi è il perseverante pragmatismo infuso in una società dal mondo dell'economia e della finanza che guarda solo ai numeri fregandosene dell'aspetto sociale che spetterebbe ad una politica oggi fin troppo debole e soccombente.

I cittadini veramente interessati ad approfondire con scrupolo l'argomento della riforma sono al di sotto del 10% degli aventi diritto al voto e la metà di costoro nemmeno voterà. La maggior parte non è interessata, non ci capisce nulla e non ha proprio voglia di approfondire! In questo triste quadro..non credo che la cosa possa andare a beneficio del NO!

Il Si continuerà ad essere infuso come una sorta di miracolo per cambiare in meglio e per insistere col solito catastrofismo in caso contrario.. ed in molti ci crederanno! In realtà, al contrario di quello che vuol farsi credere, molte cose si genereranno sulla vittoria o la sconfitta di queste riforme che incideranno sulla pelle degli stessi cittadini, poiché tutto parte dalle regole!






13 ott 2016

PD: dissidenti e minoranze..tra i "Boschi" dell'incoerenza

di vincenzo cacopardo

Il quesito travisato sul referendum proposto con uno spot dalla Rai...è entrato tra i temi di una accesa discussione tra i sostenitori del No che vedono oggi, oltre ad una scheda referendaria già contestata.. poiché forviante, un servizio della TV pubblica in mano al magico giglio renziano sostenitore del SI...Il governo, pur nascondendosi, persevera subdolamente nel rafforzare una decisione referendaria a proprio vantaggio.

Intanto nel PD..malgrado le chiacchiere.. la minoranza dem non ha ancora avuto il coraggio di rompere definitivamente con il segretario-premier. Ciò potrebbe far sospettare nuove sorprese al momento di votare sul referendum..Siamo ormai abituati a vedere questa minoranza nell'ipocrisia di un atteggiamento di continua attesa.. con un piede dentro ed uno fuori dal Partito. Solo D'Alema sembra aver avuto il coraggio di contrastare il pensiero di chi persevera nei catastrofici annunci del precipizio della crisi politica in caso di vittoria del NO.

Sentir parlare alcuni componenti del PD.. Partito di maggioranza.. e vederli giorno per giorno vivere nell'incoerenza.. uniti da una totale ipocrisia..è divenuto assai difficile da comprendere! Ma possono davvero pensare che una volta passato il SI.. Renzi faccia marcia indietro sulla legge elettorale?

Con un referendum in corso cercano ancora riunioni e dialogo promettendo di cambiare i punti cruciali del quesito referendario: Adesso oltre al cambiamento di una legge elettorale voluta attraverso una perentoria fiducia..parlano di possibile correzione sulla elezione diretta dei senatori...di una eventualità di togliere l'immunità..di possibili rimborsi ai consiglieri...etc..Insomma..sembrano aperti a tutto e pare ormai che non gli rimanga che stravolgere quella riforma Boschi che con caparbietà avevano tanto lodato come la migliore per il bene della Nazione!.. Come potremmo definire tale atteggiamento?..

Solo D'Alema appare il più coerente! Per lui non è solo deleteria la riforma in sé, ma anche il significato con cui Renzi sta caricando il referendum..ritenendo che lo slogan preferito dal Premier "'Cacciamo i politici' sia assai inquietante. L'ex Premier accusa Renzi definendo la sua comunicazione una sorta di populismo dall'alto che ritiene molto più pericolosa di quella del cittadino comune. Non credo si possa essere contrari a questa critica poiché..il populismo..rimane un atteggiamento ideologico che esalta in modo demagogico e velleitario il popolo. Malgrado il populismo sia stato spesso usato come accezione negativa nei confronti del fascismo e di vari movimenti leaderistici, oggi una forma di populismo può rivelarsi autoritaria, proprio quando, in casi come questo, viene diretta con assolutismo dall'alto.