8 ago 2013

Renzi…si scorge un’ambizione che incanta. …


Oltre  duemila persone che hanno ascoltato il discorso del sindaco di Firenze Matteo Renzi a Borgo Albergati. Solo qualcuno ha polemizzato con i fans del sindaco rottamatore asserendo che il dialogo di Renzi è stato il solito sproloquio inutile.
Un bagno di folla che alla fine del suo lungo discorso sembrava invitarlo a non mollare.
Nel suo dialogo, Matteo Renzi ha invitato il PD ad occuparsi dell’Italia e non di se stesso ed assai meno di Berlusconi….poi…il solito messaggio  rivolto alla platea «Non farò la foglia di fico, che non ero fico lo sapevate già, stasera vi dico che non sono una foglia».
Di sicuro sembrano essere arrivati gli ulteriori consigli circa la sua volontà di spingere alle primarie per arrivare alla segreteria del Partito…ma di attendere..con cautela…il suo turno per la candidatura a premier. Definendo questi consigli come i soliti giochetti…Renzi..pare invece confermare una precisa volontà di volersi candidare alla guida della segreteria del PD…
Con questa tappa a Borgo Albergati, il Sindaco, vorrebbe ricucire un dialogo con il popolo Emiliano che non lo aiutò nella sfida delle primarie contro Bersani. 

In molti considerano ormai Renzi come l’ultima vera possibilità di rinnovamento nel quadro politico nazionale. Lui pare davvero molto abile nel conquistare un consenso…parte del quale.. potrebbe anche arrivare dalle fila di un centrodestra che non ha mai negato di stimarlo.
Il dubbio su Renzi resta sempre una certa sua ambizione legata alla presunzione di poter essere oggi l’unico uomo politico capace di risolvere gli innumerevoli problemi. Gli manca forse una certa indispensabile dose di umiltà …oggi quanto mai indispensabile per il cambiamento (la Chiesa..attraverso la nuova immagine di Papa Francesco..lo ha già intuito).
Un cambiamento che difficilmente Renzi potrà mettere in atto se non crea, autonomamente, una sua nuova forza politica in grado di leggere l’importanza stessa di una innovazione supportata da un profondo scambio dialettico.

Se la sua innovazione intende costruirsi e formarsi sul vecchio sistema esistente…egli verrà meccanicamente assorbito dallo stesso! Dovrebbe.. invece.. muoversi in un percorso più durevole e produttivo in favore del Paese.. attraverso un’opera di ricerca delle nuove regole, per la costruzione di un futuro che realizzi e…non che incanti!  
vincenzo Cacopardo

7 ago 2013

POLITICA e DESIGN... equilibrio tra idee e metodo

"C'è sicuramente una linea che unisce il design e l'architettura alla politica. Quella linea si identifica nella ricerca dell'idea e nel metodo con il quale si porta avanti ogni progetto"
v.cacopardo 














Quando diedi inizio alla mia professione di design a Milano…la prima cosa che imparai fu “il metodo”. Erano gli anni 70 e da giovane diplomato del liceo artistico… dopo un paio d’anni di iscrizione alla facoltà di architettura ed all’Accademia delle Belle Arti a Palermo..decisi di seguire la strada dell'industrial design. 
L’impatto.. negli anni 70.. con la Milano..capitale del design europeo, fu davvero traumatico per chi, come me, amava il mondo dell’arte pura. Il passaggio all'applicazione aziendale è stato difficile, ma anche travolgente e sembra avermi arricchito di particolare esperienza.


Ma quale può essere la correlazione tra le esperienze passate col design e quelle del mio odierno interesse nel campo della cultura politica? Se mi appresto ad una analisi delle cognizioni…mi accorgo che in ambedue le discipline vi sono inserite “idee e metodo” suggerite dal “pensiero” e dalla “conoscenza”. La ricerca e lo studio di ambedue portano ad un unico punto d’arrivo che si concretizza nell’equilibrio delle soluzioni. 

Se quando si deve progettare un mobile od un accessorio per un’azienda che ne deve trarre un prodotto di serie…non ci si può estraniare dalle primarie esigenze al fine di non intralciare la linea produttiva obbligata dalle stesse macchine che lo elaborano…. ugualmente, non ci si può rendere estraneo ad uno studio di marketing imposto dalla fabbrica.. nè si può non prestare fede ad un indispensabile e costringente target…
Con ciò si dimostra quale importante studio deve affrontare un designer in quel percorso progettuale che segue una primaria idea suggerita da un istintivo impulso creativo.

Arte ed applicazione scientifica riescono quindi a coniugarsi in un particolare equilibrio che non potrà mai vedere disgiunte le idee e la conoscenza: Come nel piccolo, ma impegnativo progetto di design,.. anche nell'attività del politico ci si accorge che non si potrà mai trovare un’equilibrio che porti all’utile ricerca delle funzionali soluzioni..senza l’esistenza di un’idea supportata da uno studio di metodo adatto.

Quando si disegna e si tira fuori un’idea dal pensiero..il compito più arduo è proprio quello di saperla mettere sulla carta e successivamente.. realizzarla con metodo. Quando si opera per una politica…si deve capire..anche per quanto riguarda la sua comunicazione... qual è lo scopo, la mission …a chi è diretta..quale il suo target..quale è il budget disponibile per l'idea e lo scopo della comunità…Questa rappresenta una fase di metodo preventiva indispensabile affinchè vi possa essere un chiaro riscontro funzionale. 

Una differenza importante sta nel fatto che un designer.. nella sua fase di progettazione resta in posizione più assoluta.. rispetto a quella del singolo politico: Trattandosi di politica e quindi di problematiche pubbliche in stretta relazione con il percorso culturale di una società, non si può trascurare la enorme complessità dei compiti... Compiti che finiscono col trovare maggiori ostacoli nella ricerca di soluzioni in un sistema democratico che non dovrebbe permettere condizionamenti.. ma solo condivisioni.

Questa è la ragione che fa la differenza tra chi esercita la professione di designer e chi quella del politico. Ma persino il designer vede il suo risultato in un prodotto la cui  realizzazione viene lasciata alle macchine: Un prodotto industriale che diventa parte di una realtà sociale.. ma che nasce come il frutto di una propria idea.


Il designer crea attraverso il metodo e l’azienda realizza il suo prodotto. Allo stesso modo sembra quasi naturale che vi possa essere una  politica che crei attraverso il pensiero e le idee e chi… in differente ruolo esecutivo e la forza della propria capacità e coscienza, possa metterli in atto, con più concretezza…
vincenzo cacopardo

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Il semestre Europeo e l’incognita Berlusconi.....


Il Presidente del Consiglio annuncia le priorita' del governo ed afferma che il 2014 sara' il grande anno dell'Europa in Italia. Con questa stessa intenzione pare essersi insediato a Palazzo Chigi il Comitato di Governo per la presidenza del semestre italiano dell'Unione europea, che iniziera' nella seconda meta' del prossimo anno.

Il Premier avrà a suo favore un ruolo di regia con l’ausilio del vice premier Angelino Alfano, del ministro degli Esteri, Emma Bonino, del ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, del ministro degli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi, e del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi.
Sembra che a Settembre… il Presidente Letta… andrà' in Parlamento per discutere con le forze politico-parlamentari le linee programmatiche del semestre, iniziando così ad organizzare l'assise dei Parlamenti europei, proposta dal Parlamento italiano e caldeggiata dall'esecutivo, che si terra' a Roma.  Meglio di così….quale ghiotta occasione per il nostro Paese!

Un grande anno quindi per l’Italia europea che, tramite il suo Premier… sembra proporsi per incentivare lavoro ed iniziative per le imprese che vogliono investire. Inoltre.. il rilancio della scuola ed infine importanti  interventi a difesa delle donne, contro il femmnicidio".
Questi buoni propositi del nostro Premier..potranno sortire un utile risultato malgrado le tempeste politiche che trascinano il percorso di questo governo..in direzione di ostacoli imprevisti dopo la condanna di Berlusconi?
Vi possono essere solo due risposte ad una simile domanda:
O il PDL….in considerazione del difficile momento e della grave situazione economico-politica del Paese, si propone di isolare il caso Berlusconi…ponendo lo stesso Cavaliere da parte e rafforzando, in tal modo, la propria immagine utile alla politica…. o continua nella strenua ed inutile battaglia in difesa di un condannato…(con una prossima interdizione) ponendosi.. così, alla stregua di un rigido e incontenibile Partito che non intende immedesimarsi in profondità nelle problematiche esistenti….  

Se questo Governo sembra esser venuto fuori da un’esigenza precisa di servizio…non dovrebbe essere difficile comprendere che le particolari problematiche interne ad ogni Partito, non devono mai poter incidere su questo, già precario, compito...anche in vista del la particola occasione che  vede prossimo lo stesso Governo al comando del semestre dell’Unione Europea.
Dobbiamo forse aspettarci nuovi atti di coercizione …in un simile momento in cui potrebbe essere messa in seria discussione una importantissima attività di regia da parte del nostro, già compromesso, Governo?
vincenzo cacopardo



5 ago 2013

Le imbarazzanti dichiarazioni di Bondi..e la piazza del Cavaliere

E mentre Silvio Berlusconi…malgrado i suoi quasi 80 anni, persevera con motti come…”Io non mollo” accendendo il suo popolo ed addolcendo il proclama con un astuto riferimento al senso di responsabilità circa la tenuta e l’andare avanti del governo in carica., Sandro Bondi, coordinatore del partito PDL, sabato mattina… con altrettanto senso di irresponsabilità ha reso noto: «O la politica è capace di trovare soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato, e nello stesso tempo rendere possibile l'agibilità politica del leader del maggior partito italiano, oppure l'Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti».
Una dichiarazione che suona quasi come una minaccia se messa insieme alle parole che di continuo Il Cavaliere urla da tempo nelle piazze. Persino il Quirinale parla di «dichiarazioni irresponsabili».
Poiché l’ultima strada pare essere proprio la piazza, Berlusconi chiede ai cittadini.. in modo alquanto perentorio, una riforma sulla giustizia: -Siamo ormai giunti allo strano paradosso in cui, persino chi è stato giudicato e condannato, pretende di dettare le regole per le riforme della giustizia!... E questo non perché si tratti di Berlusconi..ma perché sembra davvero bizzarro che un giudicato colpevole per frode, (con una prossima interdizione) possa essere messo in grado di dettare nuove regole su una così delicata riforma. Lo avrebbe forse....nelle medesime condizioni.... potuto fare un qualsiasi cittadino?
E quando persino tutto il popolo del PDL proclama di avere a cuore la democrazia del Paese, ci si meraviglia di tali appelli da parte di chi dovrebbe, quanto meno, conoscere il  significato che esprime  un “principio di democrazia”
Non si può condannare tanto Berlusconi per la sua manifesta rabbia…quanto tutto il popolo che gli ruota attorno ed un Partito privo di una propria capacità politica e di pensiero che continua a guardare questa figura come quella di un messia alla guida di un gregge. Ma dove sono le figure nuove di questa parte politica? Dove le loro idee? Dove il loro pensiero ormai intriso da una mentalità che non riesce a guardare oltre?
Una figura politica…quella di Berlusconi… che ha contribuito ad alimentare in tono violento le contrapposizioni politiche persino con l’aiuto di una stolta sinistra che non ha saputo alienarsi da questa inutile logica . Un sostegno a Berlusconi che, ancora oggi, trova il suo zoccolo duro  su una perseverante contrapposizione più figurativa che politica. 
  
vincenzo cacopardo 

La posta di Paolo Speciale

Il “sic stantibus rebus” di una politica priva di stimoli di paolo Speciale

La corrente criticità politico-istituzionale ha finito per concretizzare nel fatto di cronaca più clamoroso – e previsto - i suoi effetti destabilizzanti, dopo una reiterata ed irresponsabile sottovalutazione  della anomalia costituita dall'esercizio improprio del confronto politico ispirato dal reciproco “j'accuse” sui vizi di sconfinamento dal campo giurisdizionale attribuito dalla carta fondamentale a ciascun potere principale.
L'ostentato garantismo di certa parte politica – razionalmente argomentando - non dovrebbe di certo confliggere con il prudente ed incondizionato rispetto degli organi requirenti e giudicanti (e delle loro sentenze), attribuibile ad altra.
“Sic stantibus rebus”,se la risolutiva e coralmente invocata riforma della giustizia non è mai stata degnamente avviata, appare assai improbabile che ciò non sia dovuto all'indegno persistere di una sinora invincibile ignavia bipartisan per mezzo di cui permane la sostanziale incapacità di mettersi all'opera – secondo le procedure previste – per opportunamente sostituire e/o modificare norme umane del secolo scorso.
Con altre che.. non solo… non ne stravolgerebbero il contenuto,ma ne migliorerebbero la applicabilità e soprattutto distoglierebbero una classe politica inetta ed indugiante dalla morbosa attenzione su farraginose questioni di puro principio, che sempre più la allontanano dall'altra criticità assai più intensa ed ingravescente: quella economico-sociale.
Lo storicamente noto progressismo della sinistra assurge così, paradossalmente, ad una sorta di non connaturale conservatorismo (secondo la logica del “non fare” o dell'analogo “fare” meramente demagogo), consegnando ad una destra, apparentemente tutt'altro che contraria ad innovazioni o riforme ed ispirata dalle disavventure personali del suo pubblico leader, lo scettro del cambiamento.
Quando queste due forze - attualmente aspecifica maggioranza – comprenderanno che l'una.. non deve cedere alle divisioni interne.. e l'altra.. deve essere creatura che, cresciuta, può fare a meno del suo padre-padrone, non è dato saperlo.

Certo è che nei prossimi giorni.. il Capo dello Stato dovrà essere più deciso nel richiamare l'attenzione di tutti sulla necessità improcrastinabile di procedere alla riforma della legge elettorale, cui dovrà seguire l'immediato scioglimento delle Camere. Attendere che l'emergenza finisca spesso non basta, meglio indurre il sistema a porle fine.

2 ago 2013

La condanna di Berlusconi...e le attese reazioni

Dopo oltre sette ore di Camera di Consiglio, i giudici della corte di Cassazione hanno confermato la condanna a Silvio Berlusconi dal punto di vista penale (quattro anni di carcere, tre “annullati” dall’indulto), ma hanno chiesto una rideterminazione delle pene accessorie per l’interdizione temporanea dai pubblici uffici.
Ci si domanda però…al di là del rispetto che si deve ad ogni persona ferita da una sanzione definitiva…qual è il motivo della particolare procedura che pone questa sentenza…all’occhio dei tanti cittadini, in una  strana contraddizione.. vedendo un uomo condannato definitivamente per frode fiscale, non conseguire un’ interdizione immediata… Molti hanno così dato più peso all’annullamento dell’interdizione che alla conferma della condanna stessa:  Come si offrisse un lasso di tempo.. in cui, il particolare condannato, (pur privo di libertà) possa ugualmente muoversi senza impedimenti attraverso l’uso determinante della propria forza politica e degli ingenti mezzi di comunicazione.

La risposta… per una maggiore chiarezza.. sta nella disciplina stessa  dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto:
Secondo l’articolo 12 di quel decreto, in caso di condanna per frode fiscale si applica, come pena accessoria, «l’interdizione dai pubblici uffici per un periodo non inferiore a un anno e non superiore a tre». I giudici di Milano, invece, avevano applicato le disposizioni generali in materia di interdizione dai pubblici uffici (articolo 28 del codice Penale), che stabiliscono che «la condanna alla reclusione per un tempo non inferiore a tre anni importa l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni», quelli previsti per il Cavaliere sia in primo sia in secondo grado.

Sorprende sicuramente questa imprecisione da parte dei giudici di Milano che sembrano aver valutato il caso in modo poco accorto attraverso un riferimento alle disposizioni generali...rendendo, così.. ancora una volta forza all’importante ruolo supremo della Cassazione.

Ma non sorprende di certo il Cavaliere che si è esposto in ulteriori commenti contro una parte della magistratura appellandola come  “soggetto irresponsabile” che, assurto a vero e proprio potere dello Stato, condiziona permanentemente la vita politica della Nazione. Ha enumerato l’eccessiva carica di violenza che gli è stata riservata in seguito ad una lunga serie di processi e processi: “un accanimento giudiziario che non ha uguali”.

Berlusconi ha continuato rassicurando chi lo segue di continuare la sua battaglia di libertà restando in campo, chiamando a raccolta «i giovani migliori e le energia migliori» per «rimettere in piedi Forza Italia».
Persevera dunque nel suo dibattito con i cittadini chiedendo una maggioranza per modernizzare il Paese attraverso l’uso di una giustizia più equa… evitando che un cittadino possa essere privato della libertà.
Il Cavaliere persiste nel mettere insieme i problemi della giustizia del Paese (sicuramente esistenti) con i suoi problemi giudiziari (ormai resi espliciti da una definitiva condanna della Cassazione). Lo fa astutamente ponendo il problema giustizia in riferimento ad un generico principio di libertà.
Per lui insomma…sembra quasi più importante il bene e la giustizia del suo Paese che la sua stessa libertà… intaccata intenzionalmente dalle forze politicizzate della magistratura.
Nelle piazze..intanto.. si continua ad assistere ai gruppi sostenitori di Berlusconi che gridano «Silvio, Silvio», come si assistesse ad una partita di calcio e dando segno di quell’evidente mentalità.. (ormai radicalizzata grazie anche allo stesso Berlusconi)..che pone la politica e le sue istituzioni sullo stesso piano di uno Stadio.

 vincenzo cacopardo

1 ago 2013

L’Aspen …una discussa struttura organizzativa


L’Aspen Institute è un’organizzazione internazionale no profit, fondata nel 1950 e finalizzata a incoraggiare le leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo e il dialogo sui problemi contemporanei….Detta in questi termini..un’organizzazione perfetta!
L’Aspen Institute è finanziato ampiamente da fondazioni come la Carnegie Corporation, la Rockefeller Brothers Fund e la Ford Foundation, attraverso quote di iscrizione a seminari e donazioni individuali. Tra i suoi affiliati ci sono leader della politica, dell’economia e intellettuali.

Per fare maggiore chiarezza…bisogna, però, prendere ad esempio e dare merito al programma che Il Rockefeller Brothers Fund si propone verso un progresso di cambiamento sociale che contribuisce ad un mondo più giusto, sostenibile e pacifico.  Questo Fondo sostiene gli sforzi per ampliare le conoscenze, chiarire i valori e le scelte critiche, coltivare l'espressione creativa, e modellare la politica pubblica. Programmi del Fondo sono destinati a sviluppare leader, rafforzare le istituzioni, coinvolgere i cittadini, costruire comunità, e promuovere partenariati che includono governo, imprese e società civile. Il rispetto per la diversità culturale e l'integrità ecologica pervade le attività del Fondo.
I membri dell’Istituto Aspen appartengono al gotha del capitalismo mondiale: imprenditori, politici, speculatori finanziari, giornalisti. La sede centrale è a Washington, ma ve ne sono altre sparse per il mondo: Italia, Francia, Germania, Spagna, Romania, Giappone, India.
Tra i membri del comitato esecutivo di Aspen Institute Italia sono presenti: Giulio Tremonti, Giuliano Amato, Gianni De Michelis, Cesare Romiti e Carlo Scognamiglio; John Elkann, Paolo Savona e Lucio Stanca, Mario Monti, Lucia Annunziata e Paolo Mieli.

L'Aspen institute è un’associazione privata, la cui missione sarebbe quella di promuovere valori umanistici e soluzioni a problemi di carattere politico ed economico attraverso seminari, programmi culturali, conferenze e formazione di una leadership illuminata.
Quindi..un’associazione di privati che si propone, attraverso la  particolare innata illuminazione dei suoi componenti, di risolvere problematiche di carattere pubblico.
Se già di per sé una leadership indica una sorta di potere e di controllo e se in più.. questa.. risulta essere illuminata e perciò superiore, verrebbe da chiedersi da cosa si identificano molte di tali figure che ne fanno parte in relazione ad una sapienza e saggezza necessarie per il riscontro con un equilibrio dei problemi di carattere politico: Una classe che appare come una casta superiore!
Giacchè i personaggi sopra menzionati, hanno fatto parte di un corpo  politico che ha governato il Paese in tutti questi anni riducendolo nello stato in cui è, sembra quasi paradossale pensare che attraverso il loro senno ed i loro esclusivi seminari, si possa riuscire e risolvere qualcosa. Questa mia critica non vuole essere di attacco alla specifica struttura organizzativa ma trae spunto dalle naturali domande che ogni cittadino si pone.  

Sembra persino che l’organizzazione sia solita privilegiarsi di dibattiti e di confronti a porte chiuse, in quanto favorirebbe le relazioni interpersonali ed un effettivo aggiornamento dei temi in discussione. Non ci si può dunque sottrarre ad una evidente contraddizione che potrebbe porre simili organizzazioni di supporto a “logiche speculative” che finiscono col condizionare costantemente le decisioni governative di ogni Paese.
Pur non essendo proclive alla “teoria del complotto”, molto spesso sostenuta da chi non riesce ad immaginare simili organizzazioni al di fuori di specifiche lobby che tramano per detenere un potere occulto,.. non posso esimermi dal pensare a questo tipo di “strutture organizzative” simili a quelle particolari associazioni che tendono a separare… più che ad unire la nostra società.
Tutto ciò che deriva da una matrice eletta e superiore non consegue alcuna attinenza con la parola “democrazia”. Il “leaderismo” insito come scopo di queste organizzazioni che operano spesso a porte chiuse..non potrà che ostacolare una corretta formazione democratica. 
vincenzo Cacopardo  






31 lug 2013

Una politica inferiore e di chiaro comodo


Qualunque fatto clamoroso …qualsiasi scandalo istituzionale…ogni offesa in seno ai ministri del Governo, ogni ingiuria od insulto promosso contro il Capo dello Stato, non riusciranno mai a fermare la strada compromessa di questo governo messo sù ed arrangiato per un formale servizio al Paese.
La cosa che assai sorprende.. è il fatto che, oggi, tutto sembra possibile ed ogni profondo ostacolo pare essere  eluso dalla primaria importanza di lasciar vivere tranquillo un percorso governativo.
Se in questi giorni…nella Camera dei Deputati..qualcuno di costoro..venisse preso da un raptus di violenza fino a ferire a morte un suo collega, tutto continuerebbe nella assurda tranquillità…poichè  il primario bisogno…rimane quello di offrire la sicurezza di  un governo….Strano modo ..alquanto ipocrita... di chiamare sicura una simile governabilità!
Questo eccentrico percorso venuto fuori dalla inconsistente politica di un recente passato che non ha mai voluto ricercare una governabilità come un logico fine espresso dalla base, non potrà mai portare  alcuna utilità alla funzione stessa della politica. Sia che il percorso lo si voglia per offrire sicurezza al Paese.. o per altri scopi di carattere politico legati alle relazioni estere od anche..per necessità logistiche amministrative di varia natura, questo metodo di riscontro governativo fine a se stesso, non potrà mai portare ad un risultato utile e necessario.
Si potrà, però, rispondere che non vi erano altre strade a questo strano compromesso in considerazione delle avvenute mutazioni del quadro politico…ma resta il fatto che si è sempre perso troppo tempo per dare risposte funzionali necessarie per la costruzione di una innovativa strada di ricerca in proposito.
La responsabilità di tutto ciò ricade soprattutto sui tanti che hanno continuato ad esercitare ruoli politici adattandosi di continuo ai vecchi modelli…Un cattivo modo di disporsi in seno ad un contesto politico suggerito da una cultura quanto mai deteriore
Quali risultati positivi potranno più offrire simili personaggi inseriti da anni in politica…quando hanno sufficientemente dimostrato di non esser capaci di scorgere la necessaria innovazione?
L’odierno modo di interpretare la governabilità è il risultato di una politica che io definirei “inferiore e solo di comodo”…poiché un governo dovrebbe essere il risultato ultimo di una azione politica che deve poter poggiare su solide basi costruite attraverso le idee, una sana dialettica, ed un logico metodo.  
 vincenzo Cacopardo
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29 lug 2013

Ulteriori ignobili diffamazioni alla ministra Kyenge.

Ancora diffamazioni e persino minacce alla neo ministra.
Questa volta l'autore del reato è stato rintracciato: un veronese di 61 anni che ha finito con l’ammettere e confessare di aver postato in noto social network, un minaccioso messaggio in cui ci si dichiarava pronto “ad accogliere la Ministra negra con le armi” ed arricchendo il messaggio con ulteriori minacce…Una ulteriore vergogna!
L’episodio non può non fare ricordare le precedenti ignobili dichiarazioni del leghista Mario Borghezio e, quelle più recenti del vicepresidente del Senato alla Ministra per l’integrazione. Gesti che, quasi naturalmente, finiscono col dare libero sfogo ad ulteriori episodi.. proprio perché supportati dalla forza dei primi, condotti da figure politiche ed istituzionali che, in modo irresponsabile, ne hanno aperto una stura.
Un dato che deve par pensare…come del resto non può sottacersi il fatto che, tali gesti, di chiara connotazione razzista, persistono sempre più spesso nel Nord della nostra penisola e sembrano avere un riferimento col Partito della Lega. Un Partito che pare essere lontano dalle vedute integraliste e persino da quelle necessarie interazioni con il resto del nostro Paese.
vincenzo cacopardo

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Berlusconi….vittima di un Paese in eterno conflitto?

Si attende per domani il verdetto Mediaset  ed il cavaliere... nella sua incontenibile collera... ha rotto il silenzio..nonostante il consiglio dei suoi legali. Nessun attacco diretto alla magistratura, ma un’ assunzione di responsabilità  rivolta a tutti per una possibile condanna che lo potrebbe vedere in carcere…Sappiamo tutti cosa significa, oggi,  un Berlusconi dietro le sbarre e quale enorme problema per i due principali Partiti oggi al governo!
Potrebbe significare una dimissione in massa di tutti i deputati e senatori e persino degli stessi ministri del PDL, ma anche una sicura rottura in seno allo stesso PD. Nel contempo la sua figura in carcere potrebbe riaprire uno scontro più acre nel rapporto tra politica e giustizia: Anche agli occhi della stampa estera… il Cavaliere potrebbe apparirebbe come la vittima sacrificale dell’eterna anomalia che vede, ormai da tempo, uno scontro tra la magistratura ed un apparato politico in deficit di funzionamento.    
Intanto… Daniela Santanchè continua col considerare un'eventuale condanna come un «attentato alla democrazia» ed è pronta alla piazza…come lo sono anche il sottosegretario Michaela Biancofiore, Mariastella Gelmini ed altre... Una rinomata fronda femminile sempre più devota alla sublime figura del “capo” del Partito!
Mentre invece Berlusconi afferma di non aver dormito da diverso tempo e con aria ormai offerta al sacrificio, enumera ciò che gli hanno fatto: -I diritti Mediaset, Ruby, la telefonata Fassino-Consorte, gli alimenti alla ex moglie, le richieste dei pm di Napoli e Bari, la decisione della Consulta sul legittimo impedimento, il respingimento della richiesta di trasferire a Brescia, il processo per le cene di Arcore, l'abnorme risarcimento a De Benedetti…Tutti atti che…a detta del cavaliere, sembrano essere stati costruiti ad arte per impedirgli un cammino politico futuro...Chissà.. se per alcuni di questi, egli non abbia contribuito!... 
Adesso forse….come spesso accade in questo nostro Paese, dove si determinano strade eccessive o troppo limitate,             Berlusconi potrebbe persino apparire come l’emblema della vittima di un sistema Italia. Un sistema dove.. lo stesso concetto di bipolarismo.. ha  costretto e limitato un pensiero costringendolo in un illogico percorso dove, gli errori di una politica…non ancora riformata, si riflettono in un'assurda dialettica priva di equilibrio e moderazione. 
vincenzo cacopardo   
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26 lug 2013

Giovani movimenti e... nuove proposte

Le nuove proposte di un giovane Movimento.
(a fianco: Giuseppe Prete, presidente MGO)

Già da tempo  assistiamo alla nascita di nuovi Movimenti. Uno tra questi è M.G.O. (movimento gente onesta). Uno di quei Movimenti per la ricerca di nuove idee che non vorrebbe agganciarsi ad una logica politica già esistente, ma rincorrere una strada più innovativa per le soluzioni dell’Economia del Paese.
Presidente e Fondatore del Movimento è Giuseppe Prete che esprime con queste parole il percorso dell’organizzazione:

“ il nostro Movimento, (poichè si occupa di definire le strutture più razionali e di scegliere nuove regole di comportamento per le Istituzioni Pubbliche e Private), intende seguire la strada di una disciplina che mira a ridurre gli sprechi, utilizzare al meglio le risorse disponibili ed ottenere i più elevati risultati per il bene della collettività. Con queste decisioni forti, meritocratiche, possiamo portare il Paese al cambiamento! Ogni esperienza passata e vissuta con questa classe politica, ci ha indotto, e obbligati, a metterci in gioco per anticipare eventi dannosi per il futuro.”

Una ulteriore volontà da parte di questi cittadini di immedesimarsi nel lavoro di uno studio innovativo per rendere al paese un servizio più funzionale al sistema. Un impegno che sembra spinto dalla passione e dall’amore per la politica...al di là del “retorico” messaggio sull’”onestà” posto nella sigla. Un messaggio che propone ciò che dovrebbe, di per sé, esser connaturato in ogni programma…ma..forse.. non declamato come qualifica.  

L’andamento economico del Paese di Giuseppe Prete
Sarà colpa dello spread, che ha smesso di essere ansiogeno, ma ci stiamo dimenticando della Grande Emergenza, e ci occupiamo – inutilmente – delle piccole, e talvolta presunte, emergenze. Chissenefrega di Imu e Iva da rinviare – si badi bene, da rinviare di qualche mese, non da ridurre – e pazienza se non c’è più capienza per finanziare la cassa integrazione straordinaria. Qui il tema vero è bloccare l’avvitamento di una crisi che, a politiche invariate, non si fermerà non solo nella seconda metà dell’anno ma neppure nel 2014. E non si ferma mettendo qualche toppa o affidandosi a piccole riforme, magari anche preziose ma di fatto ininfluenti, bensì con una cura choc, un grande piano Marshall per la riconversione economica e produttiva dell’Italia. Invece parliamo d’altro, e il clima nel paese è tornato ad essere di sostanziale inconsapevolezza della gravità della situazione. Incoscienza resa ancor più accentuata dall’abitudine, ormai diffusa anche nei bar, di dare la colpa all’Europa dei “tedeschi cattivi”: cosa che pure ha un suo fondo di verità, ma che come spesso ci capita noi usiamo per scaricarci la coscienza e deresponsabilizzarci rispetto a quello che c’è da fare a prescindere dall’eurosistema.
Eppure, i segnali di allarme non mancano. Per esempio, il pil nel primo trimestre di quest’anno è andato peggio delle già negative previsioni, con un calo dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% rispetto al primo trimestre 2012. La variazione negativa già acquisita per l’anno in corso è dell’1,6%, percentuale che supera le stime sia del governo che di molti organismi nazionali e internazionali. Ora, è vero che le percentuali mensili e trimestrali della produzione di ricchezza non sono così facilmente leggibili come il quotidiano bollettino di guerra dello spread, ma non dovrebbe essere troppo complicato capire che se l’economia retrocede da otto trimestri consecutivi (compreso quello attuale, di cui non abbiamo ancora dati ufficiali ma è certo che porta anch’esso il segno meno), che si aggiungono ai sei trimestri di recessione del 2008-2009 per un totale di tre anni e mezzo (che diventeranno 4 a fine 2013 per un totale di una decina di punti di pil perduti), vuol dire che stiamo parlando di una catastrofe di proporzioni gigantesche. Di fronte alla quale è assurdo – e criminale – sia aspettare che la soluzioni ci arrivi dall’Europa, sia mettere mano a pannicelli tiepidi. Perché finora, di questo si è trattato: il nulla.
Provate a sommare: sei mesi di inattività del governo Monti – bene o male che stesse facendo, si è di fatto fermato a metà del 2012 – più due mesi di campagna elettorale e altrettanti di demenziale gestione del dopo-voto. Totale: dieci mesi di assenza di governo. Ora si aggiungono i 45 giorni di vita del governo Letta, dai quali certo non si poteva pretendere la soluzione di tutti i problemi, ma che sono più che sufficienti per misurarne un approccio – forse inevitabilmente, vista la precarietà del processo di alleanza tra Pd e Pdl – piuttosto prudente. Insomma, comunque la si rigiri, all’Italia manca il polso di un governo da quasi un anno, e questo nel pieno di una crisi economica, e ormai anche sociale, senza precedenti. Ecco la Grande Emergenza: il combinato disposto di una recessione monstre, della mancanza di un vero governo nazionale e della latitanza di decisioni politiche lungimiranti a livello comunitario.
Ebbene, al cospetto di tutto questo, di fronte all’allarme della Bce che ci dice chiaramente che non possiamo diluire alcuno degli impegni presi in sede Ue, noi che facciamo? Pratichiamo il gioco della “coperta corta”. E quando si battono i denti, è la cosa più stupida che si possa fare: testa o gambe che restino scoperte, sempre di freddo si muore. Abbiamo miracolosamente partorito un governo di grande coalizione, cioè esattamente quello che ci vuole in situazioni di emergenza, ma stiamo buttando via l’occasione – probabilmente non a caso, visto che il patto di maggioranza è nato per sfinimento, senza alcuna convinzione (specie a sinistra) e soprattutto senza la necessaria consapevolezza – proprio perché anziché provare a fare le cose fino a ieri impossibili, i partiti e gli stessi ministri si dividono sulla priorità da dare alle piccole cose possibili, che per nobilitarle vengono chiamate emergenze. Esattamente la “coperta corta”: c’è chi la tira per Imu e blocco dell’aumento dell’Iva, c’è chi all’opposto la tira per finanziare la cassa integrazione e inventarsi politiche per il lavoro. Forse si riesce, con fatica e tempi infiniti, a fare in modo che copra un po’ sia le une che le altre parti scoperte. E forse la coperta non si rompe, specie se si trova come elemento unificante la comune invocazione all’Europa di concederci una coperta più larga, anche se inutilmente. Ma quand’anche? Non servirebbe a nulla. Una fatica perfettamente inutile: non è così che si salva l’Italia. L’unico modo è cambiare la coperta. E per farlo occorrono terapie choc. Operazioni straordinarie.
Un grande piano nazionale con cui mettere in campo misure straordinarie (per dimensione) e strutturali (non emergenziali). E che va fatto a prescindere dall’Europa. Letta lasci perdere i giochi di equilibrio tra Pd e Pdl, non si illuda che siano le politiche soft – pur necessarie, sia chiaro – tipo le semplificazioni o le normative per i giovani a risolvere la crisi italiana. Usi dosi massicce di coraggio, e prepari una grande iniziativa che: a. metta in gioco il patrimonio pubblico (dello Stato ma anche degli enti locali); b. incentivi ma obblighi il patrimonio privato a rendersi funzionale allo sviluppo; c. converta una fetta tra il 10% e il 20% della spesa pubblica da spesa corrente a investimenti in conto capitale. Un operazione da qualche centinaio di miliardi, da spendersi sia riducendo in modo significativo il carico fiscale su imprese e lavoro, sia dando il via ad alcuni piani di infrastrutturazione (materiali e immateriali) del paese, sia infine favorendo la nascita di nuove realtà industriali.
Secondo noi, per un piano Marshall il Paese è pronto. Anzi, desideroso che finalmente ci sia qualcuno che sappia fare uno scarto di corsia. Solo la politica, che gioca con la “coperta corta”, non l’ha capito. Ma Letta, che sappiamo esserne cosciente, deve battere un colpo. Secco.




25 lug 2013

L’omofobia…e le normative contro la violenza.


Se vi è qualcosa in me che viene respinta in modo connaturato è sicuramente la violenza. In qualsiasi forma la si  esprimi …persino in quella psicologica, la violenza rimane un espressione deprecabile e malsana, nociva ad ogni società che aspiri al benessere.
Il sempre più frequente fenomeno della omofobia, sembrerebbe oggi, voler portare la nostra classe politica alla individuazione di opportune normative per proteggere in modo equo ogni cittadino nella propria naturale manifestazione sessuale.. al di là di ogni costruzione morale definita.
Io credo che questo fenomeno non dovrebbe nemmeno essere sottoposto a regole separate, ma essere inserito in un contesto giuridico in cui si deve tendere a proteggere chiunque da ogni forma di aggressione e violenza. Non bisogna occuparsi specificatamente del fenomeno omofobia, ma seguire un percorso  legale di rispetto contro ogni forma di violenza sull’individuo..cominciando dalle più stupide derisioni.
Se una donna o un uomo, non ostacolando le regole del buon rispetto civico, vengono oggi offesi e dileggiati per una propria espressione fuori da certi canoni tradizionali, devono in prevalenza essere protetti dalla legge per il fatto stesso di essere degli individui facenti parte di una comunità sociale che non può ignorare il loro stato umano, né manifestare opinioni rispetto al loro modo di esprimere una differente sessualità.

La violenza resta, invece, una chiara espressione generata da un istinto di aggressività.. a volte connaturata ed altre volte.. elaborata attraverso una serie di frustrazioni che portano l’individuo a trovare un qualsiasi pretesto per manifestarla. In certi casi…se l’individuo ha un palese deficit culturale, questo pretesto può scattare alla vista di una qualsiasi espressione omofoba. Ma la violenza….sia che venga espletata per un fattore congenito o per un pretesto…rimane sempre prepotenza! Ed ogni forma di prepotenza deve essere combattuta a prescindere e non perché manifestata contro determinate espressioni. Nella fattispecie, il dibattito all'interno del mondo politico è sempre più spesso ridotto alle sole questioni etiche, nascondendo il più importante reato della violenza.

Persino le recenti offese rivolte ad una Ministra dovrebbero essere sottoposte a normative di tipo penale..giacchè si insulta una donna senza alcuna ragione.. deridendola e mettendola alla berlina in modo assai violento. Una aggressività inaudita di chi, successivamente, trova stupidi pretesti per porre le scuse, che poco possono servire poiché non prodotte da un bimbo inconsapevole, ma da un vicepresidente del nostro Senato: Una ignobile vergogna!


Per ciò che riguarda poi l’espressione sessuale in genere…nella mia personale visione laica…io credo che tutto potrebbe esser fatto con il consenso dell’altro..cioè, a tutti è possibile condividere ogni gioia…ed un proprio modo di manifestarla…purchè si rispetti la volontà dell’altro...Ognuno è libero di esprimersi come crede e può farlo con chiunque..ma, solo nel massimo del riguardo e dell’attenzione altrui.
Questo rispetto è delimitato da un confine, una linea invisibile: la linea della violenza.. una linea che non può in assoluto essere superata…ma solo protetta attraverso le dovute normative ed una relativa conoscenza culturale.

Vincenzo Cacopardo